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Autore: SaraEManuel95    16/03/2015    1 recensioni
Katherine ha ventisette anni, è la proprietaria di un pub molto conosciuto a Log Angeles, è una donna piena di impegni e dopo l’ennesima relazione finita male decide di lasciar stare l’amore, anche se così piena di impegni è molto legata alla famiglia, ed è proprio al terzo matrimonio del nonna che incontra David. David ha trent’anni ed è un poliziotto, dopo varie delusioni amorose è diventato uno di quegli uomini dai quali è meglio stare alla larga, ma qualcosa cambia quando al matrimonio della nonna incontra Katherine. Ma non è tutto come sembra, la loro non sarà da cuori e fiori, e l'amore a volte si presenta come l'ultima cosa alla quale avessi mai creduto.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 2

La cerimonia fu’ molto commovente, anche se noiosamente lunga, anche se ad essere sincera ero un po’ distratta, con la scusa di posare gli occhi sull’altare non facevo altro che guardare il nipote di Anna, era proprio bello oh, e a quanto pare non passava inosservato neanche a Giada e Angelina, che si beccano certe occhiate da mio fratello e Roman che non promettevano niente di buono, uscimmo dalla chiesa e per poco non mi venne un colpo vedendo una Mercedes nera parcheggiata a qualche macchina dalla mia, era identica a quella del poliziotto, e se mi avesse seguito per arrestarmi? Scossi la testa e sorrisi, stavo volando un po’ troppo con la fantasia. Mi misi in fila per fare le foto con gli sposi e quando arrivò il mio turno mi misi vicino a mio nonno
“ sono così felice per voi “ gli dissi per poi baciarlo sulla guancia
Lui mi sorrise e fece segno al fotografo di scattare, ma Anna lo fermò
 “ aspetta che chiamo anche mio nipote “ guardai Anna che mi sorrise facendomi l’occhiolino, è sempre stata come una nonna per me, dopo che quella vera se ne era andata lasciandoci tutti stupiti, e dopo pochi mesi arrivò lei, così gentile e dolce che fu’ quasi impossibile non innamorarsene soprattutto per una bambina di sei anni, David, così l’aveva chiamato, arrivò velocemente, grazie a Dio aggiungerei, il fotografo scattò due o tre foto e poi sgattaiolai via verso la macchina per poi andare verso il ristorante dove si sarebbe svolto il ricevimento con la cena. La festa era davvero fantastica, il Dj alternava la musica anni 50-60 a quella più moderna, il cibo era ottimo, ma le cose che più attiravano, di più, la mia attenzione erano le fontane di cioccolato bianco e al latte, nelle quali potevi immergere le fragole, sarei potuta morire lì in quell’istante, ne presi una e la immersi nella cioccolata bianca, la tenevo in mano mentre sorridevo guardando la mia famiglia che si divertiva ballando, tutti erano felici, Roman e Chris si guardavano intorno stringendosi la propria ragazza, pronti a sfidare chiunque le guardasse scossi la testa e guardai verso mio padre e lo zio Josh che stavano facendo la stessa cosa dei propri figli, la gelosia era una delle cose che caratterizzava di più la nostra strana famiglia allargata, si era proprio così, visto che zio Josh e zia Amanda non erano veramente i miei zii, anche perché se fosse stato così Chris non poteva stare con Giada e neanche Roman con Angelina, eppure eravamo cresciuti tutti insieme e a volte mi chiedevo come potevano stare insieme quei quattro, io non so’ se c’e la farei, insomma per me sono sempre i miei cugini anche se non di sangue, ma a loro non importava e se erano felici meglio così e meglio per me, anche io ero gelosa, soprattutto di mio fratello e mia sorella e non poteva non essere contenta della loro scelta, a destarmi dai miei pensieri fu’ qualcosa di caldo e morbidi che mi avvolse il dito per pochi secondi, girai la testa e vidi la mia fragola a metà così mi girai del tutto trovandomi davanti il ragazzo della cerimonia con la bocca piena che sorrideva fiero, aveva appena mangiato la fragola dalla mia mano?! Ma che cazz…
“ quella era la mia fragola “
“ pensavo non la mangiassi “
mi rispose leccandosi il labbro inferiore sul quale era colata una goccia di cioccolata, mi serviva un tovagliolo, stavo sbavando, e poi la sua voce aveva un qualcosa di così famigliare era bellissima assomigliava moltissimo a quella del poliziotto di questa mattina, mi ripresi con un colpo di tosse
“ ehm, la tenevo tra le dita, come potevo non mangiarla? “
Lui in risposta alzò le spalle ed io mi ritrovai a sorridere, e prima di voltarmi di nuovo finii la fragola che avevo in mano
“ comunque io sono David “
mi allungò la mano per presentarsi ed io ricambiai il gesto
“ piacere Katherine “
“ allora Katherine, perché non sei a ballare con la tua famiglia? “
voleva fare conversazione? Meglio per me
“ perché lo vedi quel signore laggiù? “ gli dissi indicandogli Michael, il figlio di un amico di mio nonno, un uomo di quarant’anni che mi viene dietro con insistenza fregandosene dei tredici anni di differenza e dei miei continui no “ mi viene dietro e se vado a ballare non mi si stacca più, è un po’ appiccicoso “
“ già, Michael fa’ così con tutte, ma farai meglio a non dargli spago, non è un tipo raccomandabile non so’ neanche perché non è in galera, dove lavoro parlano sempre di lui “
“ che lavoro fai? “
gli chiesi incuriosita
“ lavoro per lo stato “
“ ah “
feci una pausa non sapendo cosa aggiungere

e cambiai discorso“ qual è la tua scusa? Perché non balli? “
“ non sono poi così bravo, preferisco evitare certe figuracce “
si mise la mano davanti alla bocca facendo finta di dirmi un segreto
“ su questo posso esserti d’aiuto, sai sono lavoro in un pub, e ogni finesettimana, vengono i Dj più famosi, quindi se vuoi imparare puoi sempre venire e magari ti insegno qualcosa “ ci stavo provando, spudoratamente e sembrava che a lui andava bene
“ non è male come idea e poi sono un tipo da pub e discoteche io. Come si chiama il posto? “
“ sei un tipo da discoteche e non sai ballare? Comunque è il Victoria, lo conosci? “
“ lo conosco eccome, ci vengo spesso con i miei amici, strano che non ci siamo mai incontrati, sei una cameriera o lavori al bancone? “
“ in realtà sono la proprietaria “
“ wow, così piccola e già hai un posto tutto tuo? “
“ ho ventisette anni mio caro, non sono piccola “
“ ventisette è?! Te ne davo due in meno, pensa positivo te li porti bene “
“ e tu ne hai? “
“ trenta, appena compiuti “
“ anche tu sembri più piccolo lo sai? “
“ per noi maschi non è un vero e proprio complimento lo sai vero? E poi sono contento che hai ventisette anni? “
“ e perché mai? “
“ perché se ci portavamo più di tre anni e ci avessi provato, come sto facendo ora, sarei stato un pedofilo “

Era troppo sincero, mi aveva spiazzata ma per fortuna capii il mio imbarazzo e ci scherzò sopra, continuammo a parlare del più e del meno, passammo tutta la sera insieme, mi incuriosiva e poi aveva una fissazione per il suo lavoro, non voleva proprio dirmi qual’era, non faceva altro che ripete che l’avrei capito presto, e in effetti aveva ragione, andammo via dalla festa nello stesso momento, entrambi dovevamo lavorare il giorno dopo, quindi tanto valeva andarsene insieme, ci salutammo e prima di andarsene mi disse
“ ah, e mi raccomando, non superare il limite ed evita il telefono, non vorresti mica che qualche sbirro ti fermasse costringendoti a scappare “ poi salii sulla sua Mercedes nera e partì, era lui il poliziotto di quella mattina, la sua voce, la macchina, come avevo fatto a non capirlo subito? Sorridendo scossi la testa ed entrai in macchina, almeno mi ero evitata una multa.
 
  
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