Breathless.
Epilogue
La mattina di Natale mi svegliai con la testa
che ronzava, la vigilia per la mia famiglia era sempre stato il momento clou
dell’evento, andammo a messa nonostante io e Miryam non credessimo e poi
rimanemmo alzati a scartare i pacchetti. Seduta sul pavimento tra le gambe di
Robert spacchettai il suo regalo, era un saggio di uno scrittore che mi piaceva
molto. Gli baciai il ginocchio e passai agli altri regali; quand terminammo e ci
ritirammo in camera Robert, spogliandosi, mi domandò
«Sei delusa?»
«Di che cosa?» domandai sorpresa mentre mi raccoglievo i capelli in una coda di
cavallo
«Del mio regalo» chiese titubante infilandosi una felpa sul torso nudo;
m’infilai sotto il piumone e sistemai i cuscini per leggere qualche pagina del
suo regalo, mentre si accoccolava accanto a me ancora perplesso gli risposi
«Assolutamente no, lo apprezzo molto. Hai comprato qualcosa che mi piace e
questo è importante. Non come mia sorella che pur conoscendomi da una vita è
finita per regalarmi ancora delle cose inutili come un beauty case e dei
cosmetici» risposi corrugando le sopracciglia, lui sembrò scontento comunque.
Non gli feci altre domande e passai al mio libro mentre lui allungava un braccio
intorno alla mia vita e si accingeva a dormire.
Appena sveglia rimasi rannicchiata cercando di focalizzare l’attenzione su
qualcosa di rumoroso che proveniva dalla sala da pranzo. Era la mattina di
Natale ergo, la famiglia si riuniva. Scivolai giù dal materasso e m’infilai
nella porta che dava verso un piccolo bagno e mi lavai, tirai fuori dalla borsa
di Robert, una camicia da campagnolo di flanella rossa e mi rimisi i jeans del
giorno prima, senza scarpe uscii finalmente dalla camera e fui travolta da due
bambini che correvano “Ciao zia Kate” mi urlarono mentre sfrecciavano verso la
camera di Miryam e la mia. Li salutai con la mano ancora perplessa e mi avviai
un cucina, mia sorella ed altri parenti erano li che discutevano, tra questi
c’era anche Mariagrazia, la moglie dell’ultimo figlio dei miei zii, mi si
avvicinò e mi baciò
«Tesoro, come sei bella» disse tornando a sedersi accanto alla portafinestra, io
sorrisi e ringraziai mentre afferravo un muffin fatto in casa
«Ma dove sono gli altri?»
«Guarda tu stessa» disse mia sorella indicandomi la portafinestra che dava sul
cortile interno, mi ci affacciai e vidi che tutti i cugini erano riuniti a fare
a palle di neve con Robert. Persino lo zio era con loro.
Qualcuno indicò nella mia direzione e Robert alzò la testa, sorrisi e lui fu
colpito in pieno da una palla di neve; si rimise all’attacco.
Terminai il muffin e poi mi diressi all’ingresso, presi un paio di scarponcini
da neve ed il cappotto e scesi anche io. Pochi istanti dopo ci raggiunse
Beatrice, la più piccola dei bambini presenti, aveva cinque anni occhi azzurri e
lunghi e boccolosi capelli biondi, era davvero una bambina stupenda
«Sia Kate? Mi prendi in braccio?» mi chiese afferrandomi il cappotto, io le
sorrisi e la sollevai; rimanemmo a guardare la battaglia fin quando non smisero
di giocare. Suo padre la prese in braccio e la riportò dentro mentre io scendevo
gli ultimi scalini e raggiungevo Robert che era rimasto solo vicino all’albero
che avevano preparato in mezzo al cortile.
Mi avvicinai e gli presi la mano, lui senza guardarmi la portò alle labbra e la
baciò
«Come sei calda» disse voltando al testa ed io notai che il suo naso era tutto
rosso
«E tu sei gelato, forse è meglio se rientriamo» dissi voltandomi per
incamminarmi, lui mi tirò il braccio ed io mi voltai con aria interrogativa. Non
stava guardandomi.
«Qualcosa non va?» domandai perplessa, lui scollò la testa
«No, solo, volevo darti il io regalo di Natale»
«Credevo fosse il libro» risposi automaticamente
«Beh si, quello era il regalo materiale»
«Oh» esclamai «D’accordo»
«Kate, ti amo» disse alzando lo sguardo su di me, io rimasi pietrificata.
Il mio cervello si era disconnesso completamente, non c’erano altre ragioni, non
c’era niente. Ne il freddo, ne le urla al piano di sopra, ne la neve che aveva
ricominciato a cadere. Nulla. C’eravamo solo io e lui e quelle parole che ancora
aleggiavano nell’aria.
«Kate?» chiese preoccupato mentre ancora sconvolta lo fissavo
«Sei sicuro?» sussurrai facendolo scoppiare a ridere
«Direi di si» concluse avvicinandosi a me e prendendomi il volto tra le mani
fredde, un brivido mi corse lungo la schiena. Stava baciarmi quando lo fermai
«I love you» sussurrai poi tirandolo verso di me e baciandolo. Sorrise mentre le
nostre labbra s’incontrarono. Dal balcone qualcuno applaudì e fischiò, noi non
alzammo nemmeno la testa.
Forse sarebbe durata, forse no. Non lo sapevo, ma poco importava.