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Autore: Itsakira    17/03/2015    0 recensioni
Forse m'avresti detto che la gonna che indossavo era troppo corta se uscivo con qualcun'altro.
M'avresti detto di smettere di far capolino nei sogni delle tue sere spente.
Questo no, Josh. Questo proprio non avrei potuto promettertelo.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disegnare paesaggi mai visti è la cosa che ama fare di più, dopo il nuoto, i panini del Picchiarello, e far l'amore. Li disegna con le dita, mentre sto sdraiata a pancia in giù, i capelli sulla faccia: così non può vedere il mio viso, ma io, tra le ciocche, posso vedere lui.
Li disegna con l'indice, sulla mia schiena nuda; le pieghe del lenzuolo sono le onde d'un mare che conosciamo solo noi, culla di battelli che salpano verso terre inesplorate, le vele riempite dal vento; poi diventano il vapore d'un cappuccino caldo alle sette di mattina; poi lettere d'un linguaggio sconosciuto, usato per decrivere desideri inespressi; cipressi, poi, in un bosco dove perdersi non fa male.
Glie lo lascio fare perchè mi piace osservare il suo viso mentre disegna, le labbra increspate in un'espressione concentrata, gli occhi puntati sulla mia pelle liscia e quasi priva di nei. Sono la sua tela, sottoposta alla sua pittura. 
Quando suona la sveglia siamo entrambi già svegli, ma lui non lo sa, e allora mi muovo spostando i capelli, rendendomi visibile, e apro lentamente le palpebre, come fossi incredibilmente assonnata.
Lui ride.
"Cosa stavi sognando?"
Tendo le labbra in un sorriso distorto dal cuscino. "E' un segreto"
Adesso i suoi movimenti sono meno decisi, le sue linee immaginaree meno nette: l'allarme ha disturbato il suo animo.
"Pensavo non avessimo segreti" dice, con fare sereno. Poi posa la sua matita invisibile e appoggia la mano alla base della mia schiena, proprio lì, tra le due fossette di venere.
"Josh" sospiro, e allora ci guardiamo, intensamente.

Cinque minuti dopo ci stiamo vestendo, frettolosi. Non ho tempo di rifarmi il trucco, così mi metto subito in ascolto di cosa succede nel corridoio, mentre Josh cerca qualcosa nella mia borsa. Qualcuno passa, ma non è nessun membro dello staff: ieri sera ho badato bene a memorizzare, per quanto possibile, le voci, il percorso principale e quello alternativo, le vie brevi e quelle più lunghe. Lui sa che io sono brava in questo.
All'improvviso, come ogni mattino, passa il tizio che dev'essere il proprietario o qualcosa di simile: percorre tutta la serie di stanze del quarto piano, fino a che arriva alla fine del corridoio. Nel silenzio delle cinque e mezzo, percepisco che tra qualche istante, quell'uomo si troverà nel punto più lontano possibile, giusto un attimo prima di girarsi e tornare indietro, verso di noi.
Josh è proprio dietro di me, mi passa gli occhiali da sole, che tengo in mano. Conto i secondi.
3...
Un passo, lento.
2...
Un altro passo, qualche sveglia, da qualche parte, suona.
1...
Silenzio.
"Ora" mormoro e io e Josh ci precipitiamo fuori dalla camera. La porta si chiude con un inevitabile tonfo e l'uomo dell'albergo si accorge di noi. Passa ancora qualche secondo prima che realizzi l'inganno.
Posso immaginarlo guardare la targhetta del numero della stanza, segnarselo mentalmente, prendere l'ascensore, scendere, chiedere alla reception. No, nessuna 440 è stata prenotata, ieri sera. Beccati. Prevedibile.
Abbiamo fatto il giro più lungo ma meno trafficato per scendere, così incrociamo la Security, che è stata davvero più veloce del solito.
Ma niente è veloce quanto noi: in men che non si dica, io e Josh scappiamo dall'hotel salutando con il dito medio.
Liberi, io e lui, come due rondini a primavera.
Raggiungiamo la nostra auto (no, ieri sera proprio non avevamo voglia di star chiusi lì), metto gli occhiali, Josh la fa partire e allora schizziamo via.
Più tardi suona il mio cellulare: è la mamma.
"Mamma, mi sono svegliata poco fa. Sì, io e Claire siamo andate a letto presto, sua madre ci ha preparato le omelette..."

Proprio no, questa non è decisamente una storia ordinaria.



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Lavoro a questa storia da anni. Questo è solo l'inizio, forse una bozza, forse no. Abbiatene cura.
Recensite, recensite, recensite.
E ricordate, questa non è una storia ordinaria. Tutto potrebbe cambiare, o rimanere prepotentemente uguale. O entrambe le cose. Chissà.

Più avanti vi svelerò la colonna sonora (eheh), e lo so che non frega a nessuno. Ma io ce l'ho in testa da un po'.
Bye.

Itsakira.
  
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