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Autore: Helen_Len    17/03/2015    1 recensioni
-Perché mi hai preparato la cioccolata se non fa freddo?-.
-Mi sembrava un gesto romantico-.
#Partecipante al contest "Fratelli, comunque sia" indetto da Dark_Wolf su efp forum#
http://freeforumzone.leonardo.it/d/10973186/Fratelli-comunque-sia-Percy-Jackson-Originali-/discussione.aspx/1
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest | Contesto: Contesto generale/vago
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*RON*
Le accarezzo delicatamente la pelle nuda e penso al bel momento che abbiamo passato durante la notte.  É stato fantastico.
Le palpebre di Wendy si aprono piano, piano. I suoi occhi azzurri penetrano nei miei come delle lame di ghiaccio. Appena il mio viso si sporge verso il suo mi sorride. Ricambio quella gioia con un bacio tenero. La stringo tra le mie braccia più forte di quanto io abbia mai fatto. Quando la lascio andare la mia bella si alza dal letto e indossa una vestaglia. Voglio dirle che non occorre che si copra perché è perfetta anche senza indumenti, ma sono rimasto in silenzio a contemplare il suo corpo. I suoi capelli lunghi, biondi e lisci le arrivano quasi a metà schiena. Il suo corpo ha le curve nei punti giusti e accentuate come piacciono a me. La sua carnagione è chiara e da quella sua caratteristica è nato il nomignolo "eschimese".
Nel momento in cui ritorno alla realtà lei è sparita dalla mia vista.
Rimango per un altro po' sotto le coperte e senza rendermene conto sprofondo nel sonno.
A svegliarmi è il profumo di pancake che mi pizzica il naso e stuzzica la mia pancia che comincia a brontolare.
Mi alzo, indosso le prime cose che trovo e mi precipito in cucina.
Mi siedo a tavola dove c'è già una pila di piccoli dischi dorati che emanano calore. Accanto ad essi ci sono la nutella, il sciroppo d'acero e dei cupcake.
-Stavo per venire a chiamarti- mi dice Wendy con dolcezza per poi scompigliarmi i capelli.
-Potevi anche portarmi la colazione a letto però!- esclamo sorridendo.
Wendy passa di fianco a me per appoggiare il bicchiere che ha in mano, vicino al mio piatto pieno di pancake. Le cingo i fianchi e la obbligo a sedersi sulle mie gambe. Le sposto i capelli dietro l'orecchio e poi le lascio un bacio sulle sue guance rosee.
-Dai muoviti che tra poco i miei tornano e devono trovarti vestito-.
Lei si alza e si siede di fronte a me.
Sposto lo sguardo verso il basso e noto che, in effetti, non sono molto coperto: indosso solo i calzini e i boxer.
Mi concentro su quello che ho sul piatto.  É decisamente tutto buono.
Wendy, oltre ad essere una bella ragazza e una delle persone più popolari della scuola, è un' ottima cuoca. Inoltre ha un carattere stupendo anche se non si direbbe.  É sempre gentile e disponibile ad aiutare gli altri. L'unica cosa di lei che non mi piace è che è troppo premurosa e attenta a tutto.  É decisamente molto ordinata per i miei gusti, sarà perché io adoro vivere nel disordine.
Appena finisco di fare colazione il campanello suona. La mia ragazza mi dice di andare in camera a vestirmi e poi va a vedere chi è.
Chiudo la porta della su stanza e poi mi infilo i jeans saltellando attorno al letto e la camicia che profuma ancora.
Esco dalla camera con il cellulare in mano e noto che ho cinque chiamate senza risposta dal mio gemello Shane. Quando vuole sa essere un rompi scatole. Lo chiamo e dopo poco sento la suoneria del suo cellulare che penetra nelle mie orecchie. Sono confuso. Riaggancio e gli scrivo un messaggio.
 
"Si può sapere che vuoi?"
 
-Tesoro, Shane è qui!- esclama Wendy dalla porta d'ingresso appena ritorno in cucina.
Sbuffo irritato e mi chiedo come mai è già arrivato.
Mi dirigo verso l'entrata di casa dove li trovo mentre parlano.
-Ciao- mi saluta Shane appena nota la mia presenza. -Ti ho chiamato un sacco di volte per dirti che ero arrivato, poi ho deciso di suonare- mi spiega.
 É così irritante quando interrompe certi momenti, non lo sopporto proprio. Non è la prima volta che si comporta in questo modo. Anche a scuola piomba accanto a me all'improvviso e si mette tra me e Wendy. Gli ho chiesto un sacco di volte se per caso gli piace la mia ragazza, ma lui ha sempre risposto di no e che semplicemente non la trova adatta a me.
Lo guardo con aria di sfida, ma solo per poco perché non mi va di litigare davanti alla mia eschimese.
-Come mai sei già arrivato?- gli chiedo mantenendo un tono di voce calmo.
-Sono le undici e tra un'ora dobbiamo andare a pranzo dalla nonna- mi risponde sorridendo.
Anche quella curva sul viso che mostra la sua felicità mi irrita. Ultimamente tutto di lui mi fa innervosire; i suoi modi di fare, il suo carattere, la sua voce.. Ogni cosa. Ricordo che da piccoli eravamo inseparabili e andavamo sempre d'accordo. Poi tutto è cambiato quando quattro anni fa quando ho trovato la mia prima ragazza. Probabilmente è invidioso perché lui ha diciassette anni e non ne ha ancora avuta una. Io cerco sempre di aiutarlo e di portarlo alle feste oppure a fare un giro con i miei amici, ma rifiuta sempre e dice che preferisce stare con la sua migliore amica Haley. Ho anche ipotizzato che gli piaccia Haley, ma non sono mai riuscito a farglielo dire. Nega sempre tutto.
-Vado a prendere le mie cose e arrivo- dico rivolto a tutti e due.
Wendy, come sempre si rende molto ospitale. Dalla camera riesco a sentire ciò che si dicono.
Butto dentro al borsone, in modo disordinato, tutte le mie cose e poi mi dirigo da loro due.
Mi avvicino alla mia ragazza. Le avvolgo con un braccio la parte bassa della schiena e abbasso il viso verso di lei fino ad incontrare le sue labbra.
-Ron, andiamo- si intromette la voce di Shane.
Cerco di trattenere la rabbia che ho dentro, ma non ci riesco. Lascio andare Wendy, faccio cadere a terra la sacca e mi avvicino in modo minaccioso al mio gemello. Lo prendo per il colletto della felpa e gli faccio appoggiare la schiena contro il muro.
-Non ti permettere più di interromperci. Non ti sopporto più- gli urlo in faccia.
Il suo sguardo sembra indifferente a ciò che gli ho detto.
-Siamo in ritardo- ha il coraggio di dire.
La mia mano destra lascia andare il tessuto che stringeva poco prima e si chiude in un pugno.
Wendy si mette tra di noi e ci separa.
-Ora basta, sono stanca di tutto questo!- esclama con le lacrime agli occhi. -Ron, continui a parlare dei problemi che hai con il tuo gemello e Shane, tu, non ci lasci mai in pace devi sempre rovinare ogni cosa- sbraita con nervoso.
Mi avvicino a lei per abbracciarla.
-Non mi toccare Ron!- esclama per poi allungare le braccia davanti a se per tenermi lontana da lui.
-Eschimese, dai- le sorrido.
-Non chiamarmi più così- ringhia. -Voglio solo che mi lasciate in pace entrambi-.
-A-a-anche io?- le chiedo incredulo.
Annuisce con il capo e poi lo abbassa. Capisco che sta nascondendo le sue lacrime che asciuga quasi subito.
-Ho bisogno di una pausa da questa relazione- sospira.
Rimango interdetto da quello che dice e poi mi volto verso Shane con sguardo arrabbiato.
- É meglio se andate- conclude il discorso, Wendy, prima di accompagnarci alla porta.
 
 
*SHANE*
-Quindi si sono lasciati?- mi chiede Haley appena usciamo dalla sala del cinema.
-Lei ha chiesto solo una pausa- rispondo un po' deluso.
Getto il contenitore dei popcorn e quello della coca dentro al primo cestino che trovo. La mia migliore amica mi prende per mano e mi trascina di corsa fuori dal cinema fino ad un negozio di abbigliamento. Siamo di fronte alla vetrina ad ammirare un vestito che sembra uscito da una di quelle storie che terminano con e vissero per sempre felici e contenti.
-Lo voglio provare!- esclama Haley con voce tenera, ma allo stesso tempo eccitata.
Mi volto verso di lei con sguardo di disapprovazione, ma prima che io possa dire qualsiasi cosa lei è già sparita all'interno della boutique. Sbuffo spazientito e la seguo.
Lei sa benissimo che non mi piace entrare nei luoghi dove ci sono le grandi marche, semplicemente perché le guardie che girano per il locale mi guardano sempre male come se fossi un ladro. Lei non ha mai ascoltato le miei parole riguardo questo argomento, anzi è stata attenta a ciò che le ho spiegato, ma poi se n'è uscita con un misero sei solo paranoico.
Haley sta cercando il vestito un po' ovunque. A furia di starle dietro mi sta venendo il mal di testa essendo che va di qua e di là come gli ubriachi. Finalmente, dopo lunghi dieci minuti, si decide a chiedere ad una commessa dove può trovare l'abito. La donna l'accompagna e mostra alla mia migliore amica ciò che stava cercando. Gli occhi della mia amica si illuminano come il resto del suo viso. Assume la stessa espressione che si dipinge sul mio volto quando vedo la persona di cui sono innamorato. Mi chiedo come si può provare la stessa emozione per un oggetto che userà solo una volta, forse.
Haley si chiude dentro un camerino, mentre mi appoggio contro una colonna e aspetto che si faccia vedere.
Prendo il cellulare e vedo che ho una chiamata persa da mio fratello. Mando giù un groppo di saliva a fatica e poi respiro con calma. Lo richiamo. Cammino nervosamente avanti e indietro.
-Pronto- la voce di Ron risuona stanca e abbattuta.
-Che succede?- chiedo preoccupato.
Il silenzio cala. Persino i rumori attorno a me spariscono. La preoccupazione sale fino allo stremo, ma per fortuna mi salva appena inizia a parlare.
-Vieni a casa?- mi domanda disperato. -Ho bisogno di stare in compagnia-.
-Sono con Haley adesso, non so quando potrò raggiungerti- gli rispondo mordendomi il labbro inferiore.
-Okay- dice con voce delusa e poi riaggancia senza darmi il tempo di aprire bocca.
In quel momento la mia compagna di viaggio compare da dietro la porta del camerino con indosso il vestito blu. L'abito dalla scollatura a cuore aderisce perfettamente al corpo della ragazza fino alla vita dove si trova un nastro in raso argentato che forma un fiocco dietro la schiena. La gonna ricade morbida sul resto del corpo e si presenta molto voluminosa essendo che è composta da molti strati di tulle blu.
-Ti sta benissimo!- esclamo sorridendo.
Lei fa un passo verso di me e poi si sistema meglio il capo che indossa. I suoi occhi si alzano verso i miei e poi mi sorride soddisfatta.
-Se vuoi puoi andare- mi dice per poi abbracciarmi. -Ci vediamo..-.
La sua frase si interrompe a metà come se le parole le fossero scivolate via dalla mente.
Si allontana da me di un paio di passi con aria pensierosa.
-Questa sera ti va di venire da me?- mi propone. -Mio padre fa uno di quei ricevimenti noiosi, almeno così mi diverto un po'- spiega per poi aspettare una mia risposta.
-Ti faccio sapere- le rispondo.
Esco velocemente dal negozio e con passo deciso mi dirigo verso la mia auto che in realtà è anche quella di Ron. Salgo nella vettura e accendo la radio prima ancora di mettere in moto. Con fatica, a causa del traffico, riesco a inserirmi nella carreggiata. Ci metto più di mezzora prima di raggiungere il vialetto della mia abitazione.
Entro in casa e lascio le chiavi che ho in mano sul mobiletto all'entrata. Mi tolgo le scarpe ed infilo le ciabatte. Mi dirigo verso la cucina credendo di trovare lì mio fratello, ma niente da fare. Vado in soggiorno e vedo Ron sdraiato sul divano mentre dorme. Mi avvicino a lui e lo osservo. Guardo ogni singolo dettaglio.
I suoi capelli neri sono raccolti in una cresta, invece i miei sono più lunghi, mossi e scompigliati. I suoi occhi grigi non li posso ammirare essendo coperti dalle palpebre che si muovono di scatto in modo molto lieve. La sua pelle è leggermente più scura della mia. Allungo una mano verso il suo viso e gli accarezzo con delicatezza una guancia. Noto che la sua cute è bagnata dalle lacrime. Mi siedo ai piedi del divano e intreccio una delle sue mani con la mia. Piego la testa da un lato sopra la mia spalla. Il sonno mi rapisce all'improvviso.
Quando mi sveglio mi ritrovo sdraiato sul divano con un cuscino sotto il capo. Mi siedo e mi stiracchio. La mia bocca si apre in un enorme sbadiglio che copro subito con una mano. Appena torno alla realtà alzo lo sguardo verso l'orologio e vedo che sono già le sette. Noto che in casa mia il silenzio fa quasi paura. I miei devono ancora tornare, ma capisco che Ron è in casa. In cucina la luce è accesa ed ogni tanto riesco a vedere la sua ombra che si muove sul pavimento.
Mi alzo e mi dirigo verso la stanza illuminata.
Il mio gemello sta preparando della cioccolata. Mi siedo a tavola.
-Shane, perché ti comporti così?- mi chiede Ron fermandosi per un attimo di mescolare ciò che c'è nel pentolino.
Rimango in silenzio. Non ho una scusa pronta. Mi ha colto impreparato. Abbasso il capo e faccio un lungo respiro come se stessi cercando il coraggio per giustificare le mie azioni. Quando sto per dirgli la verità le parole mi muoiono in bocca. Le guancie si infuocano e le lacrime insistono per uscire dai miei occhi. Lascio Ron con la cioccolata e vado a mettermi le scarpe. Indosso un giubbetto di quelli leggeri e poi esco. Scappo da me, da lui, da quell'amore impossibile che non avrebbe mai funzionato. Forse, se ci avessi provato le cose sarebbero potute cambiare, ma sono un codardo. Ho paura persino della mia ombra.
Corro verso la casa di Haley dimenticandomi che abita a quasi sette chilometri da me, ma non m'importa.
 
 
*RON*
Appena mi volto verso Shane, per capire  come mai non risponde alla mia domanda, trovo solo una sedia vuota e spostata. Al suo posto c'è il vuoto.
La porta di casa si chiude lasciando entrare dell'aria fresca.
Spengo il gas e mi dirigo verso la finestra più vicina. Vedo Shane che sta correndo via da me e da quella domanda a cui non ha mai risposto sinceramente. Inspiro ed espiro lentamente. Mi sento deluso dal suo comportamento e triste perché mi pare di essere impotente di fare qualsiasi cosa per aiutarlo. Tutto è cambiato così velocemente. Vorrei capire perché il nostro rapporto non è più come prima, ma decadente come una casa che è appena stata distrutta dalla guerra. Il nostro legame è appeso ad un filo che si sta spezzando piano a piano.
Ritorno in cucina. Verso la cioccolata dentro alla mia tazza e a quella che avevo preparato per il mio gemello. Bevo a piccoli sorsi evitando di scottarmi le labbra e la lingua. Appena finisco abbandono il recipiente ancora tiepido nel lavabo e mi incammino verso la mia camera. Quando entro accendo la luce e poi mi avvicino al letto sul quale ho già preparato i vestiti che indosserò per la festa. Gli occhi mi cadono sulla foto che c'è sul mio comodino. Le lacrime appannano la mia vista e mi rendono impossibile osservare il viso della mia ex ragazza su un foglio di carta lucido. Mi sembra di essere in un sogno molto reale, ma non lo è parchè gli schiaffi e i pizzicotti non hanno funzionato proprio per niente. Le parole di eschimese sono state così vere che mi hanno trafitto il cuore in mille pezzi. Mi tolgo i pantaloni della felpa e mi infilo i jeans con calma, poi tocca anche alla camicia bianca che metto di malavoglia. Cerco le scarpe sotto al letto e dopo aver stretto i lacci e fatto le due asole mi chiudo in bagno dove mi lavo i denti. Muovo lo spazzolino su e giù in modo meccanico, mentre l'acqua cade veloce dal rubinetto per poi scivolare dentro al buco. Mi sciacquo la bocca e mi rinfresco il viso. Prendo l'asciugamano e lo appoggio sul viso in modo che assorba con delicatezza tutte le gocce che si sono depositate sulla mia pelle. Quando esco dalla stanza sento delle voci provenire dal piano inferiore. Riconosco che sono quelle dei miei genitori e mi chiedo come mai sono tornati indietro. Non faccio in tempo a scendere per chiedere loro spiegazioni che sono usciti nuovamente. Ritorno in camera e prendo un foglio di carta per scrivere una specie di lettera per Shane.
 
"Ciao Shane,
Ti ho lasciato la cioccolata. Ormai sarà diventata fredda, ma basta che la scaldi.. Ovvio non sarà come appena fatta, ma sempre meglio di niente. Mi dispiace non riuscire a capire che ti sta succedendo, ma tutto questo voglio che finisca. Quando vorrai parlarmene io ti ascolterò. Con affetto il tuo gemello Ron."
 
Piego il foglio in quattro parti e lo ripongo vicino alla tazza con dentro il cioccolato. Prendo le chiavi della macchina, spengo tutte le luci della casa ed esco. Salgo nella vettura, che è parcheggiata sul ciglio della strada, e metto in moto.
Raggiungo la casa di Gregor in venti minuti. Rimango un paio di minuti da solo circondato dalle lamiere fredde. Mi guardo attorno e noto che non c'è nessuno per le strade anche se è sabato sera e le giornate si stanno allungando sempre di più.
Scendo dall'auto e mi dirigo verso l'entrata della casa del mio amico. Suono il campanello e aspetto che qualcuno venga ad aprirmi.
La musica non ha ancora iniziato a far tremare la casa. Il veicolo dei suoi genitori è ancora parcheggiato davanti a casa.
Finalmente qualcuno si presenta di fronte a me e capisco subito che è Gregor.
-Ciao Greg!- Esclamo entusiasta per poi abbracciarlo in modo amichevole.
-C'è un piccolo problema- dice a bassa voce per poi chiudere la porta alle sue spalle. -I miei genitori non vanno via questa sera, quindi niente festa- mi spiega.
Rimango un attimo rattristato da quello che ha detto e penso ad un'alternativa.
-Possiamo farla a casa mia, ma non ho niente da offrire agli ospiti- propongo.
-Tranquillo, porto tutto io- sorride. -Adesso faccio sapere a tutti il cambio di programma-.
-Perfetto-.
-Fino a che ora?- mi domanda.
-Mio papà ha portato fuori a cena mia mamma per il loro anniversario e poi si fermeranno in un Hotel a dormire- rispondo.
-Che romantico!- esclama sorpreso.
Annuisco con il capo e poi mi allontano.
-Tra dieci minuti parto- urla affinché io lo senta.
 
 
*SHANE*
Io e Haley siamo seduti sui sedili posteriori di un suv. L'autista ogni tanto punta l'occhio sullo specchietto retrovisore per tenerci d'occhio. La testa mi gira ancora, ma l'effetto dell'alcool sta svanendo essendo che non ho esagerato. Sono semplicemente un po' su di giri, più rilassato e più amichevole e meno freddo con gli altri.
A causa degli atteggiamenti che hanno avuto con me le persone sono cambiato. Prima ero molto più solare, gentile e amichevole. Ora sono sempre ombroso, freddo e preferisco stare da solo. A volte persino rimanere in compagnia di Haley mi infastidisce, ma con Ron non è così. È la gelosia che sta rovinando tutto con lui.
La macchina si ferma di fronte casa mia. Noto che ci sono un sacco di auto parcheggiate davanti alla mia abitazione. Alcuni ragazzi entrano dentro tranquillamente dalla porta d'entrata. Quasi tutte le luci delle stanze sono accese. Mi chiedo che cosa stia succedendo, ma quel problema si dissolve nella mia mente appena Haley apre la portiera. Scendo dall'auto con l'aiuto della mia migliore amica.
-Grazie per il passaggio- le dico per poi abbracciarla. -Da qui posso andare anche da solo- le sorrido per poi allontanarmi.
Lei, contro tutte le mie aspettative mi corre incontro e mi prende per mano. Io mi giro verso di lei. Haley si avvicina a me e mi bacia sulle labbra. La allontano subito un po' schifato.
-Che fai?- le domando scioccato.
-Ron mi ha scritto un paio di giorni fa per dirmi di fare il primo passo essendo che te non ti decidevi- mi ha risposto.
-Io sono innamorato di Ron non l'avevi capito?- le chiedo.
L'alcool inizia a parlare al posto mio e a darmi il coraggio di cui ho bisogno.
La ragazza rimane allibita e senza parole. Si allontana da me con gli occhi lucidi e pieni di vergogna, mentre io la guardo andarsene.
Entro in casa e cerco il mio gemello tra la folla. Lo trovo in cucina da solo mentre è incollato ad una bottiglia di  vodka. Mi avvicino a lui e gli allontano ciò che ha in mano e poi lo porto in un luogo appartato: in camera nostra.
-Che stai facendo?- gli domando.
-Una festa.. Non si vede?- mi risponde sorridendo.
-Perché hai bevuto?- gli chiedo curioso.
-Perché tu non rispondi mai alla mia domanda?- ribatte parlando a pochi centimetri dalla mia bocca.
Rimango in silenzio, ma poi mi faccio coraggio e con molta velocità appoggio le mie labbra sulle sue. Le mie mani si spostano sul suo petto e poi scivolano attorno al suo collo. Il mio cuore batte più veloce che mai e per la prima volta mi sento veramente felice. Lascio andare il mio gemello appena sento la mancanza di ossigeno. Rimaniamo entrambi in silenzio, poi Ron si avvicina alla porta della stanza e spegne la luce. Non capisco che cosa sta facendo finché non sento le sue dita sul mio corpo. Le sue labbra si incollano alle mie e con trasporto mi fa sdraiare sul letto. Non capisco se le sue azioni sono veramente di sua volontà oppure perché è un po' ubriaco. Approfitto della situazione essendo che molto probabilmente non ne avrò più l'occasione. La fretta di Ron mi porta ad aver paura. Non voglio che la mia prima volta sia brutta da ricordare. I nostri indumenti sono già a terra, mancano solo i boxer da togliere. Blocco per un attimo le mani di Ron e mi sposto sopra di lui.
-Possiamo andare un po' con calma?- gli domando.
-Va tutto bene Shane- mi risponde per poi accarezzarmi il viso.
Raggiungo le sue labbra e mi lascio andare.
 
Quando mi sveglio alla mattina, mi trovo ancora tra le sue braccia. La camera è illuminata dalla luce del sole che attraversa i vetri della finestra. Mi guardo attorno e noto che sulla scrivania c'è una tazza coperta da un foglio di carta. Mi alzo, mi vesto velocemente poi leggo cosa c'è scritto sul pezzo di carta che copre la cioccolata ormai fredda. Appena finisco di curiosare mi volto verso Ron. Mi avvicino a lui e gli lascio un bacio tra i capelli. Lui mi prende la mano e mi trascina sul letto. Mi sdraio accanto a lui e lo guardo mentre si sveglia. I suoi occhi colpiscono i miei. Il suo sorriso mi fa capire che è contento di ritrovarsi accanto a me.
-Anche io ti amo- mi sussurra per poi darmi un bacio veloce sulle labbra. -Ero così confuso e credevo di stare male per Wendy, ma poi quando mi hai baciato ho capito tutto- mi spiega.
-Non voglio rovinare questo momento, ma è meglio se sistemiamo tutto prima che i nostri genitori ritornano- gli consiglio.
Esco dalla camera. In casa regna il silenzio. Sul pavimento e sulle scale c'è qualsiasi cosa. Molti ragazzi sono ancora dentro in casa e si sono addormentati ovunque.
Io e Ron iniziamo a svegliare tutti e a mandarli via. Appena finiamo di mettere tutto in ordine i nostri genitori arrivano. Ci facciamo trovare seduti sul divano a guardare la televisione. Per fortuna non sospettano nulla.
Nel pomeriggio io e Ron andiamo a camminare insieme. Lo prendo per mano appena ci allontaniamo da casa. Ci addentriamo dentro un piccolo bosco non lontano dalla nostra abitazione. Appoggio la mia schiena contro la  corteccia di un albero.
-Ricordi quando da piccoli giocavamo qui?- mi chiede Ron.
-Certo- sorrido.
Le sue labbra si appoggiano sulle mie. Le farfalle nello stomaco mi solleticano tutta la pancia causandomi un senso di appagamento. Mi sento al sicuro e al posto giusto in sua compagnia.
Ci arrampichiamo su un albero come facevamo da piccoli. Ci sediamo vicini su un ramo abbastanza grande da poterci sorreggere. Appoggio la mia testa sulla sua spalla. Rimaniamo lì a guardare dall'alto tutto ciò che succede. Vorrei fermare il tempo e rimanere per sempre così come siamo. Chiudo gli occhi per un momento e mi lascio cullare dal suo profumo così inebriante che mi fa quasi girare la testa. Alzo il capo e mi volto verso Ron che mi sta guardando. Appoggio una mano sulla sua guancia e poi mi avvicino per baciarlo.
-Perché hai preparato la cioccolata se non fa freddo?- gli domando curioso.
-Mi sembrava un gesto romantico-.
  
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