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Autore: Matih Bobek    17/03/2015    0 recensioni
Brevi ma intensi spaccati di vita familiare ambientati nei giorni nostri. Simpatici, allegri e solari, questi piccoli racconti vertono su una voce narrante, il giovane figlio, nato e cresciuto nella periferia romana, e la protagonista indiscussa della casa, nonché della storia, la madre: personaggio stereotipato, a tratti assurdo, tanto da sembrare quasi... un alieno.
le storie affrontano, di volta in volta, momenti tipici della quotidianità familiare, prendendosi beffa, in modo ironico e sottile, dell'idea maschilista della donna casalinga.
Lo stile utilizzato è fresco, colloquiale, giovanile e numerosi sono i riferimenti alla cultura popolare, comunemente nota, al fine di rendere più partecipe il lettore.
All'interno del singolo episodio, i cambi di narrazione sono frequenti, pur mantenendo fissa la focalizzazione interna: ogni storia è costruita su uno schema fisso, che vede una breve premessa della situazione, in cui la voce narrante è direttamente coinvolta nel racconto, poi una dettagliata narrazione, da vicino, guidata da una seconda persona, per facilitare la personificazione, e infine il dialogo, in cui il narratore spesso interviene come voce fuori campo.
Spero che vi piacciano, o perlomeno che vi lascino un sorriso, e che lascerete consigli e opinioni, per me utili al fine di perfezionare stile, trama o personaggi.
Genere: Comico, Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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Mia madre ha condizionato la mia vita più di quanto voglia ammettere. Purtroppo. Fin da piccolo, son sempre stato un bambino molto malleabile e suggestionabile, e la signora madre ha saputo sfruttare questo lato del mio carattere a mio vantaggio, a volte, e a suo vantaggio, spesso. 
Potrei raccontarvi un milione di storie a riguardo, che spiegherebbero perfettamente molti miei atteggiamenti, dei quali magari vi siete sempre domandati l'origine. Ad esempio, so benissimo che molti di voi pensano che abbia subito qualche trauma, e non lo posso smentire: il mio trauma è mia madre, ma forse qualche piccolo aneddoto del mio passato traumatico può far luce sulla questione:

LE SUORE ORSOLINE


A mia madre piace vantarsi del fatto che sia sempre stato un bambino obbediente ed educato. Vero, ero un amore da piccolo, poi col tempo si peggiora, ma non è questo il punto. Nonostante quello che le piace raccontare ( e raccontarsi, perchè lei spesso e volentieri parla da sola), mamma sentiva la necessità di tenermi sotto controllo con tiepide e per nulla traumatizzanti minacce, della serie: " Se non fai il bravo ti mando dalle suore Orsoline".
Ora, chi siano effettivamente le suore Orsoline è un arcano mistero, del resto, non sono mai stato un grande fan di tali congregazioni religiose, ma sicuramente non sono come mia madre me le descriveva.  Nei suoi racconti, sempre intrisi di perversa fantasia e risvolti macabri, le suore Orsoline erano cinque: suor Monchina, suor Cionchina, suor Sordina, suor Mutina e suor Cechina.
Se ve lo state chiedendo, sì, i nomi sono nomen parlans e indicano le parti del corpo mancanti. Queste gentili creature di Dio vivevano in un castello gotico costruito sulla cima di una collina de la Giustiniana, avvolta da un bosco oscuro di cipressi e larici. Sono solo all'inizio della descrizione e già sembra di essere nel bel mezzo di un romanzo di Stephen King. Poi dici che uno è matto...
Lungi dall'essere creature pacifiche e misericordiose, le suore Orsoline, sempre secondo la narrazione di miss Zandri, erano a capo di un colleggio del terrore in cui i ragazzi venivano costretti a detergere il pavimento con le proprie lacrime e a studiare ogni giorno chiusi in una grigia cella di mattoni, con solo acqua e pane. Più meno come tutti gli studenti della Sapienza. Non finisce qui, però, perchè se non ci mette anche l'elemento horror, non è contenta: le cinque suore del terrore erano solite punire corporalmente chiunque trasgredisse le leggi del convento. Questa, all'incirca, era la storiella che mi propinava ogni qual volta facessi una birichinata. Per fortuna non capitava spesso, e ciò ha in parte contribuito a salvare il mio equilibrio mentale, ma ora è chiaro il perchè del mio rapporto difficile con film dell'orrore & affini. I miei amichetti alle elementari leggevano Piccoli brividi, a me bastava mia madre.
   
 
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