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Autore: Finnick_    17/03/2015    1 recensioni
Laggiù”, mi diceva, “è laggiù la Landa Magica. Ci sono praterie sconfinate dove batte sempre il sole, miniere in cui l’oro non finisce mai. Crescono alberi grandi come montagne e profondi come infiniti crepacci. Il verde delle loro foglie brilla alla luce e rende il cielo verde, verde come l’erba su cui si è appena poggiata la rugiada. I fiori sono arancioni e gli uomini possono vivere in pace. Per sempre.”
[...]
Poi venne la Guerra. La Guerra Nera.
E cancellò tutto, compresa la mia memoria.
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NOTA AUTRICE:
Ho rimesso piede su EFP adesso, dopo un anno.
Questa è la prima storia originale che mi sento di pubblicare. E la pubblico con una consapevolezza.
Fin ora i miei racconti, le mie fanfiction, tutto ciò che vedete sul mio profilo era strettamente collegato ad una serie tv o un libro. Ed è facile ( e bello ) attaccarsi a qualcosa che già ha ottenuto fama e successo. Ho avuto buoni risultati, soprattutto molta soddisfazione personale.
Le storie originali, su EFP, spesso e volentieri tendono a passare in secondo piano.
Spero sia una mia impressione e spero che leggendo queste righe di fantasia possiate dimostrarmi il contrario.
Ogni commento è ben accetto: critiche assolutamente apprezzate, purchè costruttive.
Vi ringrazio in anticipo di cuore per l'attenzione e per l'impegno che avete messo anche solo nel leggere questo breve prologo.
Buona lettura,
Sara.

 




 

Parla Rothiel

 

Ero piccolo quando me ne parlavano.

Mia madre mi aveva fatto sedere sul davanzale della finestra della nostra cucina, le gambe paffute infilate tra una grata e l’altra e il sole caldo sulla pelle liscia. Mentre con una mano mi teneva la schiena, con l’altra indicava l’orizzonte e la valle di Sherly-Thor che si estendeva sotto i miei piedini. Avevamo una casetta modesta, in cima alla montagna dell’Appendice, sferzata dalla pioggia nelle gelide giornate d’inverno e colpita dal sole nell’estate tiepida della terra di Derr.

Ed io, con le mani e la bazza appoggiate alle grate della finestra, fissavo sorridendo davanti a me.
Allora mia madre iniziava per l’ennesima volta il racconto.

“Laggiù”, mi diceva, “è laggiù la Landa Magica. Ci sono praterie sconfinate dove batte sempre il sole, miniere in cui l’oro non finisce mai. Crescono alberi grandi come montagne e profondi come infiniti crepacci. Il verde delle loro foglie brilla alla luce e rende il cielo verde, verde come l’erba su cui si è appena poggiata la rugiada. I fiori sono arancioni e gli uomini possono vivere in pace. Per sempre.”

“Per sempre, mamma?” Domandavo io, con lo sguardo incollato all’orizzonte, nel tentativo di scorgere la Landa Magica.

“Per sempre, figlio mio.”

Stavo un secondo in silenzio e poi, ogni volta, chiedevo:

“Come si fa per arrivarci?”

“Oh, è facile, Rothiel. Quando sarai grande e avrai un cavallo tutto tuo, diventerai cavaliere dell’Alleanza e allora potrai raggiungere Eirendor, la spada del Drago. Un cavallo e Eirendor saranno tutto ciò che ti servirà.”

“Manca una cosa.”

Puntualmente mio padre arrivava alla fine della conversazione, come se avesse sempre saputo che quello era il momento della sua entrata in scena.
Io mi voltavo e incontravo il suo sorriso.

“Cosa? Dimmelo, ti prego!” Esclamavo, come se non avessi già sentito quella storia cento volte.

Lui si avvicinava, cingeva le spalle di mia madre con un braccio, le sorrideva e tornava a guardarmi, e affermava, a testa alta:

“Il tuo coraggio.”

Spingeva il suo dito contro il mio petto e mi faceva traballare.

“Ti servirà tanto coraggio. Lo dovrai cercare nelle tue vene, come un buon Lay-Thor sa fare, sentire la pelle che vibra con estasi”, mi passava due dita sulle gambe nude, “e gridare. A quel punto avrai tutto quello di cui c’è bisogno.”

Io sorridevo, comprendendo solo la metà delle parole che pronunciava, ma imprimendomele in testa come il ritornello di una filastrocca.

Poi venne la Guerra. La Guerra Nera.
E cancellò tutto, compresa la mia memoria.

Eppure a volte sogno mia madre e mio padre che mi parlano della Landa Magica e non so decidere se è solo un sogno o se è il mio passato che mi parla.

Mi chiamo Rothiel Lay-Thor, vengo dalla valle di Sherly-Thor e ho ventiquattro anni.
Sono passati diciannove anni dalla Guerra Nera, ma il mondo è ancora immerso nelle tenebre.

  
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