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Autore: Freya Crystal    18/03/2015    3 recensioni
Emily aveva cercato di scappare, era scivolata più volte sul pavimento umido e maleodorante, ma si era sempre rialzata, il cuore che le galoppava nel petto con una velocità tale da minacciarla di cedere. Non si era mai voltata indietro, perché se lo avesse fatto, lei l'avrebbe presa.
Genere: Horror, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Silent devil





 

Non riusciva a vedere niente all'infuori di lei. Piccola, ricurva, le braccia abbandonate mollemente lungo i fianchi, come una bambola di pezza rotta. 
Emily sapeva che, se avesse provato a fare un solo passo, quell'essere sarebbe scatto verso di lei. Glielo leggeva in quegli occhi gialli dalle pupille triangolari che la fissavano ininterrottamente ed insistentemente, senza mai richiudersi. Erano sbarrati, malati, indemoniati. Non si riposavano mai.
Il sorriso distorto che le incurvava le labbra le aveva mozzato il respiro. 
Sentiva caldo, poi freddo, poi di nuovo caldo. La paura era in grado di infliggerle quell'infinita tortura e di congelarle la mente.
Non riusciva a distogliere lo sguardo da quell'orrenda creatura, come vittima di una maledizione che la condannava a mantenere il contatto visivo.
Quella bambina ossuta dai lunghi capelli bianchi e la veste logora era il Male. L'aveva inseguita tra le mura di quel castello diroccato, senza dire una parola, senza smettere di fissarla ad occhi sbarrati per tutto il tempo. Emily aveva cercato di scappare, era scivolata più volte sul pavimento umido e maleodorante, ma si era sempre rialzata, il cuore che le galoppava nel petto a una velocità tale da minacciarla di cedere. Non si era mai voltata indietro perché, se lo avesse fatto, lei l'avrebbe presa.
Non capiva come fosse finita laggiù, perché quel mostro volesse ucciderla, perché nessuno la stesse cercando per salvarla. Sapeva solo che il terrore, l'angoscia e la disperazione erano reali. Reali come quella bambina malefica. Reali come la solitudine alla quale era stata abbandonata. Reali come il vicolo cieco in cui si era chiusa.
La bambina si passò la lingua sull'arcata superiore dei denti con un gesto lento, senza mai smettere di guardarla. 
Emily seguì quel movimento, tremante e disgustata. 
Avrebbe voluto avere un crocifisso tra le mani in quel momento, benché non fosse credente. Non si accorse nemmeno di aver cominciato a piangere a seguito di quel rabbioso pensiero. Non si accorse nemmeno di aver cominciato a supplicare. 
<< Ti prego, ti prego, non uccidermi... Ti prego, ti prego, smettila di guardarmi in quel modo. >>
Niente. 
Scheletrica. Ricurva. Sporca. Bestiale. La bambina continuò a fissarla in quel modo, senza emettere un solo respiro, spaventosamente immobile.
A quel punto Emily desiderò unicamente porre fine a quel tormento, cancellare l'immagine di quella bambina davanti a sé, spegnere la paura, annullarsi e annullare il ricordo di quella vista. 
<< Ti prego, ti prego... uccidimi. >>
La bambina inarcò la testa all'indietro, tese le braccia verso l'alto, pestando il pavimento coi piedi nudi, ed emise un suono metallico simile ad un rantolo. 
Emily si accasciò contro la parete, chiudendo gli occhi e tappandosi le orecchie. Non voleva sentirla, né vederla. 
Avvertì una mano gelida afferrarle il polso. E subito dopo un dolore pungente, acuto, persistente all'altezza del collo. 
"Ecco. La morte mi ha presa."
Fu il suo ultimo pensiero. 











Note dell'autrice
Questa storia partecipa al contest "Fatemi paura! Horror flash contest" (http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=11024542)
indetto da rhys89 sul forum di EFP
La bambina rappresenta la personificazione della morte, ecco perché Emily pensa quella frase alla fine della flash.
  
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