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Autore: Cipollina    16/12/2008    19 recensioni
allora... alle sei del mattino il Dormitorio Grfifondoro è completamente in subbuglio ma nessuno riesce a capire perchè: tra perversioni mattutine, incantesimi insonorizzanti e le tende di un noto letto a baldacchino.... leggere per sapere!!!!! L'ispirazione mi è venuta studiando statistica(cercavo ispirazione dal mio piede per ricordarmi le fornule e...) e non ho potuto fare a meno che abbandonare a se stesso il calcolo delle probabilità e afferrare il mio amato computer!!!!!!!!!!!! ditemi quello che ne pensate! Buona lettura!!! (spero XD!)
Genere: Commedia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dean Thomas, Ginny Weasley, Seamus Finnigan | Coppie: Draco/Harry, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hermione pow: Quei due non la smettevano di litigare

SPIONI DILETTANTI

 

Un urlo disumano si levò, alle sei del mattino, da uno dei Dormitori maschili Grifondoro risvegliando tre dei presenti che fino a un secondo prima stavano dormendo tranquilli.

Paciock lanciò un grido nascondendosi sotto alle coperte e arrischiandosi a far spuntare solo un occhio alla ricerca forsennata del pericolo.

Finnigan saltò seduto cercando alla cieca la bacchetta abbandonata nella tasca dei suoi pantaloni che la sera prima aveva gettato senza cura ai piedi del letto.

Thomas si ritrovò in piedi con la bacchetta impugnata al contrario e dimentico di essere completamente nudo.

L’urlo si ripeté e Seamus trovò infine la sua bacchetta puntandola verso la fonte di tutto quel trambusto e  non badando al calzino che ancora vi era restato impigliato. Dopo una rapida occhiata non scorse però nessun intruso, con un sopracciglio alzato osservò con più attenzione la stanza: Neville era ancora nascosto sotto alle coperte, Thomas era in una posizione da eroe greco, (e il ragazzo non poté evitare di notare quanto fosse tondo e appetitoso il fondoschiena del compagno di Casa), il baldacchino di Harry era completamente chiuso, (solo lui avrebbe potuto avere il sonno tanto pesante da non svegliarsi a quell’urlo belluino…)  ma infine i suoi occhi si posarono sul colpevole: Ron aveva lo stesso sano colorito di un morto e il verdino sudaticcio del volto risaltava ancora di più contro i capelli color carota dando alla sua figura un che di gotico assolutamente inguardabile, i suoi occhi erano puntati verso il letto di Harry e il rossino sembrava completamente scioccato, incapace di dire alcunché… un altro urlo, questa volta strozzato, uscì dalle sue labbra.

Thomas e Finnigan si guardarono, entrambi incapaci di determinare il problema, ma il rossino non seppe aiutarli tornando ad emettere un grido acuto che echeggiò per tutto il Dormitorio. Alla fine i due ragazzi presero il coraggio a due mani e si diressero verso Ron, le bacchette puntate dritte davanti a loro e uno sguardo deciso sul volto.

Prima di fare l’ultimo passo Finnigan gettò un ultimo sguardo affamato al compagno, se doveva morire almeno voleva farlo con una bella immagine davanti agli occhi! Preso un respiro profondo si gettarono in avanti entrambi e…

“Ma cosa cazzo?”

I due si guardarono perplessi prima di tornare a fissare il rossino, non c’erano dubbi sulla direzione del suo sguardo eppure…

“Ron che cazzo stai guardando? Ron?! Pronto?! Ron! Si può sapere che cazzo c’è?”

Thomas si avvicinò al rossino scuotendolo con forza e mettendosi dritto davanti a lui cercando di attirare il suo sguardo… soltanto ponendosi tra lui e la cosa che sembrava sconvolgerlo tanto riuscì ad ottenere un minimo risultato, il rossino si mise infatti a balbettare:

iiiiiiiiiiilllll-pppiiii

Lo sforzo sembrava costargli molto e il rossino dovette prendere fiato più volte prima di fare un altro tentativo, Neville, che stava lentamente trovando il coraggio di sbucare dalle coperte, si tese un po’ verso i tre cercando di cogliere il senso di ciò che stava dicendo:

“Il pppppiiiiieee

I tre Grifondoro erano così concentrati nel cercare di cogliere un qualsiasi senso tra quelle lettere apparentemente balbettate a caso che sobbalzarono quando la porta del Dormitorio si spalancò bruscamente rivelando Ginny e Hermione con le bacchette spianate e le camicie da notte alzate sopra il ginocchio per non avere i movimenti impacciati. Dopo una breve perlustrazione della stanza durante la quale le due ragazze si resero conto che di minacce non ce n’era l’ombra i loro occhi si soffermarono appena sulla figura di Neville, che, essendosi sporto troppo era caduto rumorosamente dal letto, per poi soffermarsi sugli altri tre. Hermione non ebbe il tempo di dire una sola parola che si ritrovò fra le braccia un Ron tremante e con gli occhi spalancati, i suoi suoni incoerenti sussurrati direttamente nelle orecchie.

Ginny scostò da sé il fratello con uno spintone, gli occhi fissi sulle nudità di Thomas, che, preso dagli avvenimenti sconclusionati di quella mattina, non si era nemmeno reso conto di essere ancora nudo. Lo sguardo assatanato della rossina gli riportò però con una chiarezza decisamente imbarazzante la sua situazione alla memoria e con un rossore diffuso sulle guancie si affrettò a strappare un lenzuolo dal letto di Ron, che in quel momento era il più vicino, per poi legarselo strettamente al fianco non senza aver prima inconsapevolmente regalato una succulenta visione del suo sedere a Finnigan che ringraziò la sua buona stella e i pantaloni abbondanti del pigiama che nascosero il suo crescente… imbarazzo.

“Ron… Ronny tesoro… cosa c’è che non va? Cosa hai visto? Dimmelo tesoro, lo sai che a me puoi dire tutto!”

Hermione accarezzò con tenerezza il volto pallido del neofidanzato cercando di riportare indietro il suo piccolo neurone scioccato, tutta concentrata su quel difficile compito non si accorse dello sguardo schifato che si scambiarono Seamus e Ginny.

Dopo circa dieci minuti di coccole e parole smielate, Ron sembrò ritrovare un po’ di colore e la ragazza ci mise solo un altro po’ per convincerlo a parlare:

Iiil pipppiiiipieeede!”

“Il piede?”

I ragazzi guardarono ammirati Hermione, quella ragazza aveva davvero un qualcosa in più, solo qualcuno dotato di un’intelligenza superiore avrebbe potuto capire Ron!

“Quale piede tesoro?”

Iiiil pppppiiiieeeede!”

Neville storse il naso distogliendo l’attenzione dal rossino e fissandola sul letto di Harry. Stranamente le tende erano ancora tirate… è vero che il moretto aveva il sonno pesante, ma dopo tutto il trambusto di quella mattina era davvero strano che non si fosse ancora alzato… quando però fece per esternare il suo pensiero venne bruscamente zittito perché Ron sembrava voler dire una nuova parola.

“…iiiil pppiiiieddde…”

“Sì, Ron, questo lo abbiamo capito… ma il piede di chi?”

bbbbiiiiiaaaaannnncccccco

“Bianco?”

Seamus storse il naso:

“Bianco? Sei sicura che abbia detto bianco? Il piede bianco? Forse intendeva dire il piede di Bianca! La ragazza di Corvonero! Magari ha sognato il piede di Bianca!”

Hermione lo guardò scettico:

“E perché dovrebbe avergli fatto quest’effetto sognare il piede di Bianca? E poi ha detto bianco non Bianca, ha sognato un piede bianco!”

I ragazzi Grifondoro si scambiarono uno sguardo scettico, tutti tranne Ginny che continuava a guardare Dean come se con la sola forza del pensiero avrebbe potuto spogliarlo nuovamente e il Grifondoro si nascose istintivamente dietro a Seamus, inconsapevole della reazione che la sua vicinanza stava scatenando in lui, un’erezione mattutina che di minuto in minuto stava diventando sempre meno innocente e sempre più esigente.

Viiiissssstttttooo

“Visto! Ron ha visto un piede bianco… non l’ha sognato!”

Neville si alzò dal letto, ormai sicuro che non c’era nessun pericolo e colto dalla curiosità del suo pensiero si avvicinò al letto di Harry cercando di scrutare oltre le tende e scoprendo, però, che erano troppo spesse per poterlo fare. Lentamente prese a fare il giro del letto cercando di cogliere uno spiraglio nel tessuto, roso dalla curiosità.

Ma nessuno badò a lui, tutta l’attenzione rivolta al rossino… tranne Ginny che si stava leccando voluttuosamente le labbra cercando di attirare lo sguardo di Thomas e Finnigan che cercava di non pensare al calore del corpo dell’amico che poteva percepire accanto a sé.

pppiiiiieeeedddddiiiiii

“Piedi! Allora non ce n’era solo uno! Hai visto tanti piedi!”

A questo punto il neurone di Ron bacillò nuovamente e Hermione dovette ricominciare con bacini e carezze prima che il ragazzo tornasse a singhiozzare qualche parola:

dddduuuuuueeee

“Due? Hai visto due piedi? Due piedi bianchi?”

Il rossino scosse con forza la testa e Dean si strinse maggiormente a Seamus senza notare il brivido che colse l’amico, troppo preoccupato a far finta di non aver visto, per la sua stessa sanità mentale, gli occhi colmi di lascivia che la rossina gli aveva appiccicato addosso. Finnigan deglutì rumorosamente.

“No?… allora un piede era bianco giusto?”

Il rossino annuì mentre Neville fissava con attenzione le tende del baldacchino ancora chiuse… forse Harry aveva fatto un incantesimo di insonorizzazione… ma perché avrebbe dovuto farlo? Sì, insomma, tutti loro lo facevano il Sabato e la Domenica per non disturbarsi a vicenda quando si alzavano e per poter dormire quanto volevano… ma era Mercoledì… perché diavolo Harry avrebbe dovuto insonorizzare le tende? Lo aveva fatto per non essere disturbato o per non disturbare loro?

“Ok… allora Ronny tesoro… hai visto due piedi e solo uno era bianco… allora erano di due persone diverse?”

Il rossino annuì e Neville passò dal lato verso la finestra alla parte posteriore del letto anche se da quel lato il baule perennemente incasinato di Harry gli impediva di avvicinarsi comodamente e quindi di trovare uno spiraglio per poter spiare il letto del Grifone.

uuuuuuooooooommmmmiiinnnnniiiiii

“Uomini?.... due piedi di due uomini diversi… hai visto due piedi di due uomini diversi dei quali uno era bianco…”

Il rossino annuì nuovamente, sempre più agitato man mano che la frase che Hermione ripeteva si faceva per lui di senso compiuto anche se ancora ben lungi dall’esserlo per gli altri ragazzi.

“E chi sono questi uomini di cui hai visto un piede?”

Il rossino scosse la testa incapace di proseguire oltre e Hermione sbuffò stizzita, se andavano avanti così non ne sarebbero mai venuti a capo, proprio quando stava per perdere la pazienza e nella sua mente si formava l’immagine di un secchio di acqua gelida versata direttamente sulla testa del suo fidanzato Neville la precedette:

“Harry! Il piede di Harry!”

A quel nome il rossino gettò un grido ancora più acuto dei precedenti nascondendo il volto nell’incavo del collo della ragazza e aggrappandosi a lei con tutte le sue forze cercando di salirle in braccio.

I presenti si voltarono tutti verso Paciock in cerca di una risposta, ma il ragazzo si limitò ad un sorriso enigmatico prima di scostarsi per mostrare ciò che aveva sconvolto a tal punto il rossino e che Thomas e Finnigan pur vedendo non avevano notato.

Dal baldacchino di Harry, sul lato che dava verso il letto di Ron erano facilmente visibili due piedi nudi uno addossato all’altro di cui uno, pur essendo chiaramente maschile, non poteva essere del moretto in quanto molto più chiaro e risaltando proprio per il suo pallore accanto al compagno dalla pelle abbronzata.

Il silenzio calò nella stanza e proprio in quel momento i due piedi si mossero lentamente mentre quello brunito dal sole accarezzava in un gesto pieno di tenerezza l’altro. Un leggero schiocco e le voci giunsero dopo pochi secondi, sintomo che l’Incantesimo era stato tolto, ma i presenti non riuscirono a reagire, paralizzati dalla curiosità, mentre nella loro testa si formava un’immagine che nessuno di loro poteva però accettare. Persino Ron tacque, la bocca spalancata dal terrore e le dita conficcate nella pelle di Hermione che, tesa a cogliere qualunque parola giungesse attutita dalle tende, non se ne accorse nemmeno.

“Buongiorno…”

La voce arrochita dal sonno di Harry fece tendere i Grifondoro verso il letto, in fremente attesa di cogliere la replica dell’intruso

Mmfs

“Buongiorno anche a te Harry, non sai quanto mi faccia piacere svegliarmi qui accanto a te… ma certo che lo so, anche per me è la stessa cos…”

Il monologo scocciato del moretto venne bruscamente interrotto e dagli umidi rumori che giunsero attraverso le pesanti tende i ragazzi riuscirono anche ad immaginare come.

Ron boccheggiò tre volte a vuoto stringendo gli occhi con forza, ma Ginny si sporse silenziosa a tappargli la bocca e Hermione si sognò bene dall’impedirglielo.

“Uhm… va bene… diciamo che mi accontento di questo buongiorno…”

Uno sbuffo giunse chiaro e Harry ridacchiò per poi tacere all’improvviso, forse preoccupato di svegliare i suoi compagni di stanza e perfettamente inconsapevole del fatto che non solo essi erano già svegli, ma anche ben attenti a ciò che stava accadendo nel suo letto.

“Forse è meglio se ti faccio uscire… se Ron ti vede qui è la volta buona che gli viene un esaurimento nervoso seguito a ruota da un infarto!”

Uno sbuffo contrariato giunse soffocato nella stanza e il frusciare delle lenzuola impegnò per qualche secondo l’immaginazione dei ragazzi tanto che Ginny si dimenticò del fratello non rendendosi conto che, dato che gli stava tappando anche il naso, da verdino il suo volto stava assumendo un colorito cianotico.

Un secondo dopo le tende ondeggiarono e i Grifondoro si sporsero in avanti cercando di cogliere per primi chi ne stava uscendo, ma la curiosità aveva deciso di non render loro tutto così semplice.

La mano del moretto sbucò in mezzo al tessuto, ma, proprio quando stava per scostare le tende, venne richiamata bruscamente indietro e un urletto sorpreso venne ben presto soffocato da nuove umide effusioni.

A quel punto Ron non era il solo ad aver smesso di respirare, i fruscii si fecero sempre più forti e qualche gemito di dubbia provenienza arrivò alle orecchie tese dei ragazzi senza però dar loro una maggiore chiarezza sul proprietario di quella seconda voce che sembrava così restia a palesarsi chiaramente.

“Aspetta!”

L’ordine sofferente fece inghiottire a vuoto Finnigan già abbastanza eccitato per suo conto, adesso che Dean si era praticamente addossato a lui nel tentativo di cogliere meglio i rumori, il suo autocontrollo stava infatti iniziando a sgretolarsi e spinto da quei gemiti rochi, si avvicinò ulteriormente all’amico riuscendo così a sfiorare con il suo braccio la pelle nuda del fianco dell’altro che non sembrò nemmeno accorgersene.

“Ho… tolto… l’incantesimo… ci sentiranno…”

Harry…

Il sussurro risultò essere troppo arrochito dal desiderio per risultare comprensibile e a Hermione sfuggì uno sbuffo esasperato. Anche Ginny scattò dalla stizza e la sua mano si spostò lasciando al fratello la possibilità di respirare nuovamente anche se con difficoltà, i presenti del tutto inconsapevoli che era stato a un passo dalla morte per asfissia.

Quel sussurro sembrò far capire al moretto che non c’era affatto tempo per rimettere l’incantesimo e al diavolo i suoi compagni di stanza!

Nell’impeto del desiderio le lenzuola vennero spinte di lato con decisione e caddero, senza che loro vi badassero, fuori dal letto, i Grifondoro in ascolto, però, accolsero quell’ammasso aggrovigliato di cotone con una nuova vampata di entusiasmo in quanto, essendo restate in parte incastrate al letto, avevano creato inconsapevolmente un minuscolo spiraglio che permise loro di trasformarsi da semplici ascoltatori in perfetti guardoni.

Trattenendo il respiro Ginny poté vedere, accovacciandosi e spiando tra le gambe leggermente divaricate di Finnigan, uno squarcio di pelle scura, probabilmente una gamba di Harry, chiaramente sovrastata da un altro lembo di pelle di un candore angelico.

Seamus si strinse maggiormente a Thomas che si sporse a sua volta verso di lui per cercare di vedere meglio e, così concentrato nel dare un senso a ciò che vedeva, da non accorgersi del braccio dell’amico che gli stava lentamente circondando i fianchi.

Neville, più vicino degli altri al letto si ritrovò invece con il volto completamente in fiamme, nelle narici l’odore inconfondibile di sesso che proveniva dalle lenzuola finite ai suoi piedi rivelando una nottata tutt’altro che innocente e giustificando completamente l’uso di un Incantesimo insonorizzante che, a detta dei rumori che provenivano dalle tende, era stato tolto decisamente troppo presto.

Storcendo dolorosamente il collo e spingendo violentemente la testa di Ron di lato Hermione riuscì a scorgere anche lei quei piccoli lembi di pelle, nella sua mente un nome lampeggiante che solo tra tutti poteva essere associato a quella pelle, ma che lei non riusciva a decidersi di accettare.

Dopo un gemito particolarmente coinvolto che strappò un sussulto all’erezione crescente di Seamus e inondò di calore il bassoventre della piccola Weasley, un movimento brusco fece ondeggiare le tende inondando il naso di Neville e portando il loro acre odore fino a quelle di Dean che dilatò di scatto le narici, quale un cane da caccia che scopre l’inconfondibile traccia della selvaggina, preso dall’entusiasmo il ragazzo afferrò con forza la coscia di Seamus, inconsapevole del brivido che percorse l’amico a quel contatto compiuto nella più totale innocenza.

Un nuovo fruscio provenne dal letto e gli occhi dei presenti si assottigliarono mentre le loro menti cercavano di trovare un senso all’insieme di dati che stavano inviavano loro i sensi tesi al massimo. Un minuto dopo, la pelle bruna, che non poteva che essere quella di Harry, scivolò all’indietro e Ginny dovette soffocare con la mano un urletto strozzato quando il sedere del moretto passò veloce (troppo veloce!) davanti al piccolo spiraglio. I due ragazzi nascosti alla vista si immobilizzarono e Thomas lanciò uno sguardo furioso verso la rossina, che aveva però gli occhi fissati sulle tende.

“Hai sentito?... cazzo… non si sarà mica svegliato qualcuno?... nah! Sarà Ron che russa!”

Neville annuì con forza quasi a spronare Harry a credere alla sua stessa supposizione, dimentico che il moretto certo non poteva vederlo e che se avesse potuto farlo di certo non vi avrebbe creduto.

Harry…”

Di nuovo quel sussurro indistinguibile e il moretto tornò a muoversi accompagnando ogni movimento da schiocchi e umidi risucchi che fecero mugolare il compagno la cui anonimità restava ancora incredibilmente salva. Harry si fermò però all’improvviso, ora erano le sue spalle ad essere visibili dalla fessura e la posizione doveva piacere parecchio al ragazzo dalla pelle nivea perché il suo respiro accelerato riuscì a oltrepassare le tende fino a giungere alla rossina che, gli occhi colmi di libidine sentì lo stomaco rimestarglisi dall’eccitazione.

Le spalle del moretto presero a muoversi su e giù tanto che Hermione si ritrovò con gli occhi spalancati, ignorando il bruciore e fissando incantata quel movimento ipnotico che gli tolse anche il minimo di saliva resistito fino ad allora.

I gemiti si fecero sempre più intensi, anche se chiaramente trattenuti dallo sconosciuto e Finnigan si ritrovò ad ammirarlo, il ragazzo doveva infatti avere un autocontrollo lodevole se riusciva a resistere per così tanto tempo a quel ritmo e il Grifondoro respirò un paio di volte a fondo, rischiando di venire al solo immaginare un Harry inginocchiato davanti a lui… fosse anche soltanto per annodarsi una scarpa.

Dopo un po’ Harry si fermò e un’incomprensibile imprecazione precedette una sua risatina sadica.

Thomas trattenne il fiato, incapace di capire ciò che sarebbe potuto accadere e bramoso di sapere il seguito, una suspense che nemmeno la più agguerrita partita di calcio aveva mai saputo risvegliare in lui.

Poi le spalle del moretto si abbassarono nuovamente e si mossero veloci e decise, senza un istante di esitazione ripresero il loro ritmo rendendolo ogni istante più veloce.

Neville, gli occhi puntati nel vuoto e la consapevolezza ben lontana dal suo corpo nel tentativo, fallito, di penetrare quelle scure tende, non si accorse di avere la bocca aperta e tantomeno si rese conto del filo di saliva che aveva preso a scorrergli sul mento.

E poi avvenne… Hermione sbatté le palpebre, Finnigan riuscì a prendere un’efficace boccata d’aria, Thomas tornò a respirare, Neville chiuse la bocca mentre la rossina serrava con forza gli occhi, i capezzoli ormai perfettamente visibili, inturgiditi e mal nascosti dalla sottile camicia da notte… e il ragazzo sconosciuto emise un basso e roco gemito. Contemporaneamente il movimento di Harry lentamente rallentò fino a fermarsi del tutto e i muscoli delle sue spalle si rilassarono mentre le dita percorrevano le pallide gambe scosse da un orgasmo in piena regola.

Passarono interi minuti nei quali lentamente la consapevolezza tornava in tutti i presenti.

Ma non era ancora finito: una mano dalle dita lunghe e affusolate scese accarezzando la pelle del moretto che rabbrividì a quel semplice contatto, chiudendosi poi sotto all’ascella del moretto e attirandolo con decisione verso di sé regalando ai presenti un nuovo e brevissimo scorcio dei glutei tondi del Salvatore del Mondo Magico e facendo sbarrare gli occhi alla rossina che si umettò le labbra gonfie e martoriate dai denti.

Un schiocco veloce e quelli che si librarono nella stanza furono questa volta i gemiti del moretto, decisamente meno controllati dei precedenti, ma subito soffocati da quella che i presenti ipotizzarono fosse una mano. Harry capitolò molto più rapidamente, ma nessuno si sentì in potere di biasimarlo, che potesse scagliare il primo Incantesimo quello che non si era eccitato nel sentire i gemiti rochi del suo compagno di letto.

Gli ansimi appesantiti dal piacere appena provato echeggiarono nella stanza per svariato tempo mentre i due ragazzi prendevano lentamente fiato. Dopo una decina di minuti, però, la voce di Harry tornò a risuonare nella stanza, ancora un po’ affannata e stanca:

“Credo… che sia meglio per te… andare via, se ti trovano qui… sarò morto senza avere il tempo di dire… non è quello che sembra!”

“Ma certo… ora che sei venuto puoi anche sbattermi fuori dal letto, eh? Piccolo ingrato, avrei dovuto farti gridare pietà prima di soddisfarti… solo così si può guadagnare il rispetto!”

I presenti raggelarono, il nome che per tutto quel tempo aveva svolazzato nelle loro teste ora dolorosamente confermato da quella voce strascicata che tutti loro conoscevano così bene dai loro peggiori incubi: Malfoy!

“Quello lo hai già fatto ieri sera, tesoro, e sebbene l’esperienza sia stata decisamente piacevole… abbi un po’ pietà delle mie corde vocali!”

“Bene Potter… vorrà dire che aspetterò qualche ora prima di legarti alla cattedra di Piton e strapparti i vestiti di dosso con i denti!”

I Grifondoro in ascolto sussultarono con forza e Ron, che aveva boccheggiato fino ad allora senza che nessuno gli prestasse il minimo ascolto semplicemente svenne lasciando a Hermione e a Ginny, che si rialzò di scatto per afferrarlo, il difficile compito di sostenerlo.

“Ti prego! La cattedra di Piton no!”

“Oh sì invece! Io mi sono piegato ai tuoi sporchi desideri tanto da scoparti nello studio della McGranitt? Sì! E allora tu ti piegherai ai miei!”

“Ma Draco… Piton! Quella cattedra conoscendolo sarà schifosamente unta!”

“Non ti ho mica chiesto di scopare tra i suoi capelli! E poi non dovrò ricordarti l’aula di Divinazione…”

“Beh, almeno adesso ho qualcosa a cui pensare quando ho lezione!”

“Lo sgabuzzino delle scope…”

“Ma…”

“Gli spogliatoi Grifondoro…”

“Ehi! Quello me l’hai chiesto tu!”

“La Sala Comune Serpeverde…”

“Ok, ok… e vada per la cattedra di Pozioni… ma se Piton ci becca o inizia a sospettare qualcosa sappi che ti toccherà il letto di Ron!”

I ragazzi si voltarono di scatto verso il rossino e tirarono un grosso respiro di sollievo nel vederlo decisamente svenuto e ormai abbandonato a terra dalle due ragazze in un’improbabile posa che gli stava mettendo a dura prova i tendini del braccio ma di cui nessuno si preoccupò.

Un verso disgustato accompagnò quell’ultima affermazione.

“Ok… ora me ne vado…”

I ragazzi si raddrizzarono di scatto guardandosi con gli occhi spalancati. Non potevano certo farsi beccare lì, guardoni eccitati di un momento intimo che non gli apparteneva!

Se era Harry in principio ad essere nel torto ora di certo quel premio se l’erano guadagnato loro!

Come al solito la prima a riprendersi fu Hermione, con uno scatto deciso indicò i letti e Thomas, Neville e Finnigan si fiondarono nei propri cercando di respirare il più regolarmente possibile, in contrapposizione al cuore che stava battendo loro all’impazzata nel petto. Ginny e Hermione, invece, cercando di fare il minimo rumore possibile, aprirono l’armadio a muro e vi gettarono dentro Ron. Le tende iniziarono a scostarsi e la rossina chiuse con forza l’anta dell’armadio non badando alla testa di Ron che sporgendo all’infuori venne bruscamente urtata e spinta all’indietro.

Correndo senza guardare nemmeno dove mettevano i piedi si gettarono entrambe sul letto di Ron tirandosi le coperte sulla testa e soffocando nelle mani il respiro affannato.

Il rumore delle tende che si scostavano del tutto riempì la stanza in cui regnava un silenzio di tomba.

Harry scese attento dal letto scrutando i compagni con attenzione e aggrottando la fronte nel cercare di intuire la strana posizione in cui si era messo il rossino, ma desistette presto accorgendosi con un’imprecazione soffocata che erano già le sette e mezza. Ringraziò, direi avventatamente, tutti gli dei del cielo perché i suoi compagni stavano ancora dormendo ed estrasse il mantello dell’invisibilità passandolo poi immediatamente a Draco che lo infilò, muovendosi nella stanza con una naturalezza che poteva essere dettata solo dall’esperienza

Dopo un paio di secondi i passi di due persone attraversarono la stanza e il cigolio della porta si fece sentire per due volte.

I Grifondoro aspettarono ancora un minuto intero e soltanto quando furono completamente certi che i due erano effettivamente andati a colazione si arrischiarono a sgusciare da sotto alle coperte, dentro di loro una sensazione a metà fra il disagio, lo choc, lo stupore… ma alla fine fu l’ilarità a vincere e bastò loro guardarsi negli occhi per poi scoppiare tutti a ridere, incapaci di credere a ciò che era successo, l’adrenalina provata che lasciava solo ora i loro corpi. Alla fine fu Seamus a parlare, una nota di ammirazione nella voce:

“Cazzo!”

I ragazzi si guardarono e la rossina sospirò:

“Già!”

Scoppiarono nuovamente tutti a ridere, le lacrime agli occhi e il respiro trasformato in rantoli.

Dopo un po’ però un rumore attutito si fece sentire dall’armadio e Hermione sussultò:

“Ron!”

La ragazza si precipitò verso l’armadio aprendolo di scatto con preoccupazione, ma non fu una buona idea: privato del suo unico appoggio il rossino crollò a terra come un sacco di patate sbattendo con forza la testa contro il pavimento, un nuovo bernoccolo in aggiunta di quello che già svettava sulla sua fronte.

I ragazzi non poterono non scoppiare a ridere di nuovo, ma alla fine Hermione si decise ad aiutare il suo fidanzato e, con l’aiuto di Neville, lo trasportò fino all’infermeria.

Ginny si alzò solo allora dal letto del fratello, gli occhi ancora umidi dall’ilarità, ma nuovamente consapevole dell’eccitazione che gli eventi di quella mattina avevano risvegliato in lei, con uno sguardo predatore si rivolse a Seamus che lo ricambiò con altrettanto fuoco, l’erezione sebbene più rilassata ancora decisamente pressante. Con un ghigno malizioso si voltarono verso Dean che deglutì a vuoto un paio di volte, gli sguardi degli altri due Grifondoro fissi sul suo pomo d’Adamo con una bramosia che gli dette un brivido giù per la schiena:

“Ragazzi… cosa… cosa diavolo… ragazzi…”

Ma la sua voce venne soffocata dalle labbra di Finnigan che chiuse la sua bocca con la propria mentre Ginny si inginocchiava davanti a lui slegando con ingordigia il lenzuolo ancora legato ai suoi fianchi.

Thomas cercò di sottrarsi a quelle attenzioni, cercò di sfuggire a quelle dita affamate, ma ben presto la lussuria invase il suo corpo e si ritrovò a mutare i ti prego no in sì, sì, sì! e i per favore basta in se ti fermi ti uccido!!.

 

PS: Allora????? Cosa ne pensate? Se avete qualche minuto non esitate a mandarmi un commentino ino ino… anche solo un sincero: bah!... aspetterò fiduciosa!!! Baci8li Ci!!!!!!!!!

  
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