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Autore: _Giuls17_    22/03/2015    4 recensioni
Katniss e Peeta hanno vinto la guerra e adesso vivono al Dodici, stanno imparando di nuovo a conoscersi e ad amarsi, sanno che ci vorrà del tempo ma finalmente non dovranno più lottare, ma nello stesso tempo, in un luogo sconosciuto, ma in realtà vicino, Tobias scopre un'amara verità: Tris è morta, e tutto il suo mondo con lei.
Un nemico comune, una nuova guerra li faranno incontrare, poichè c'è un Mostro in ognuno di loro, ma solo Tris è stata messa davanti a quella triste realtà.
C2: -Chi sei tu?-
-Il mio nome è Tris. Ti prego non sparare.
C3: -Ti hanno detto il loro nome.-
-Sì, li hanno chiamati Hunger Games.-
C4: Cercò di reprimere l’orrore che provava per se stessa ma non ci riuscì, si odiava per come l’avevano fatta diventare: un mostro.
C6: Ricordo così bene il giorno che ci siamo visti la prima volta, [...], Io non ho dimenticato, Tris.
C8: -Quattro lasciami.-
C10: Scattò in avanti ma prima che potesse afferrarle il corpo sentì un altro ago perforarle la pelle.
C13: -Dove sei stata per tutto questo tempo?- domandò quasi sulla sua bocca.
-Stavo tornando da te.- rispose lei.
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caleb Prior, Christina, Four/Quattro (Tobias), Tris
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Know the enemy
 
Tris aprì gli occhi e prima di ricordare l'estenuante giornata appena passata sentì il corpo di Tobias stretto al proprio.
Le gambe incrociate e una mano teneramente appoggiata sulla sua pancia.
Girò la testa e trovò la sua vicino alla spalla, gli occhi chiusi e il respiro leggero.
Sorrise senza rendersene conto, allungò una mano tremante e gli sfiorò i capelli, scostandoli delicatamente dagli occhi.
 
Tu sei mio.
 
Quel pensiero le fece mancare l'aria dai polmoni ed alzò lo sguardo verso il buco sul soffitto.
Aveva realizzato per la prima volta di essere, veramente, tornata a casa, di avere nuovamente la possibilità di recuperare la sua vecchia vita, le sue emozioni, di salvare se stessa e Tobias.
Si mosse piano e il ragazzo si voltò, dandole le spalle, lei né approfittò e si alzò dal letto; si guardò allo specchio e per la prima volta riconobbe la ragazza di due anni fa.
Riconobbe Tris Prior, Abnegante, Intrepida, Divergente, guardò attraverso lo specchio e lesse determinazione nei suoi occhi, forza, ma nonostante tutto, trovò nascosta nelle ombre più profonde anche la paura.
Scosse la testa, aveva bisogno ancora di tempo, lo sapeva, ma avrebbe sconfitto quelle ombre per lui.
Uscì dalla stanza e trovò Katniss appoggiata al piano cucina, parlottare piano con Peeta.
 
-Vedo finalmente un sorriso.- annunciò la ragazza, ridendo.
-Si.- sussurrò, avvicinandosi a loro.
-Ieri non ci hai detto, dove sei scappata.- chiese Peeta.
-Sono andata all'ex residenza degli Intrepidi, cercavo qualcosa che mi ricordasse la mia casa, cercavo le mie vecchie radici ma poi mi sono resa conto che tutto ciò che per me è casa, è inerente a Tobias.
Lui è la mia casa.-
-Non credevo che potessero bastare un paio di giorni per farti tornare il buon umore, quando ti ho conosciuto la credevo una cosa impossibile.-
-In fondo lo credevo anch’io, ho vissuto due anni lontana da casa, avevo perso tutto, lui non c'era più e credevo che per me fosse finita; poi sono tornata qua, ed ho guardato attraverso gli occhi suoi: non mi aveva mai dimenticato.- disse, abbassando lo sguardo.
-Perché mi sembri triste, Tris?-
-Perché anche se adesso mi rendo conto di non aver perso niente, nel mio cuore ci sono ancora cinquanta sfumature di tenebra, io non sono ancora quella Tris e non so se tornerà mai.-
-Dovresti imparare a convivere con quelle sfumature.- le propose Katniss.
-Non credo di farcela.-
 
-Tris?-
La ragazza sorpresa di sentire il suo nome dall’esterno, si avviò verso il portellone, lo aprì e lo sguardo dolce di Cara la spiazzò.
-Cara?-
Improvvisamente il suo pensiero andò a Will, al giorno della simulazione dove il suo mondo era crollato definitivamente: aveva sparato al suo amico e aveva visto i suoi genitori morire.
-Io... Era arrivato il momento di venire da te.-
-Mi dispiace ancora così tanto.- farfugliò tra le lacrime
L'ex Erudita avanzò e le strinse le spalle, scrollandola leggermente.
-Will è il passato Tris, io... Sento la sua mancanza, era mio fratello e la sentirò sempre ma adesso mi rendo conto che quello che hai passato tu non è stato giusto.-
-Me lo meritavo.- ammise.
 
Ne era sempre stata convinta in fondo e quel pensiero faceva parte delle sue cinquanta sfumature, si era convinta, in quei due anni, che fosse stata colpa sua, che se avesse impedito tutte quelle morti non si sarebbe mai ritrovata in quella situazione; ma aveva fallito, aveva ucciso, aveva visto uccidere e si era meritata tutto quel dolore, quella sofferenza.
Si era meritata tutto.
 
Mi sono spezzata consapevolmente.
 
-Chiunque dica che tu te lo sei meritato è uno stronzo, Tris. Niente di quello che hai passato doveva succedere, hai fatto più di tutti in quella guerra e hai sempre pagato il prezzo più alto. Bè ma io non sono venuta qua per questo.-
Alzò la mano e le mostrò alcuni indumenti neri.
-Quando sono state abolite le Fazioni, abbiamo conservato qualcosa, adesso tutti ci vestiamo come vogliamo, mischiamo colori ed altro, però in fondo so che tu e queste tenute avete un legame speciale.-
-Grazie.- le prese con mani tremanti e sorrise.
-Sono di taglia piccola, visto la tua costituzione ma non ho trovato molte maglietta, mi dispiace.-
-Andranno bene anche le sue... Quelle di Tobias, intendo.-
-Tobias eh? Sono felice che abbia smesso di chiamarsi Quattro, era diventato l'ombra di se stesso in questi due anni e sapere che adesso sta tornando ad essere quello di un tempo è una grande consolazione.-
-Perché dici questo? Christina...?-
-Christina non era niente per lui, io le sono amica, lo sai; però il loro rapporto era sbagliato e in fondo lo sapeva anche lui, solo che il dolore non ci permette sempre di pensare liberamente.-
 
Calò il silenzio, Tris si rese conto di aver perso la capacità di parlare, non riuscendo a trovare nessuna risposta a quell'affermazione.
-Ciao Cara.-
Tobias entrò nella stanza e la salutò con la mano destra, andando poi a sedersi su una delle sedie del tavolo.
-Tobias sei una visione quasi celestiale.- disse Cara ridendo, -Soprattutto preso dal sonno.-
-Mi ero dimenticato quanto fossi insopportabile di primo mattino.-
 -Si bè io ero venuta qua per Tris, adesso posso anche andare, ci vediamo dopo allo Spietato Generale.-
-Non hai notizie di Zeke, vero?-
-No, ma ci penserà Shauna a farlo muovere.-
-Grazie per i vestiti.- sussurrò la ragazza, accompagnandola nuovamente al portellone
-Prego ma dovresti mettere su qualche chilo o ti spezzeranno come un ramo nel combattimento.-
-Ci vuole più di questo per spezzarmi.-
-No invece, se sei ancora spezzata.- le fece notare, gentilmente, sorrise e poi se ne andò.
 
-Forza allora, credo che sia arrivato il momento di raccontare quello che è successo ieri.-
-Poi faremo rapporto anche alla Paylor.-
-Che la giornata cominci!-
 
***
 
Christina osservò Quattro seduto vicino a Tris, la stava guardando come faceva una volta, quando il suo mondo iniziava e finiva con lei, ma nonostante ciò vide in lei qualcosa di diverso: come se combattesse una battaglia interiore contro se stessa.
Sbuffò e si alzò dalla sedia per sgranchirsi le gambe, stavano ancora aspettando Zeke e il suo rapporto, in ritardo come sempre.
Erano stati messi al corrente solo da poco dal fallito tentativo di rapire Tris, e del fatto che Nina fosse nuovamente compromessa come probabilmente David.
Poggiò la testa sulle mani e cercò con lo sguardo quel ragazzo, credeva di aver fatto breccia nel suo cuore, credeva che dopo due anni passati assieme avesse finalmente avuto la possibilità di essere felice, ma lei glielo aveva portato via.
 
Vide Quattro alzarsi per dirigersi verso la porta, diede un’occhiata veloce a Tris, ma la trovò impegnata in una fitta discussione con Evelyn e Johanna, e così corse da lui.
Uscì in corridoio e lo afferrò per un braccio.
 
-Quattro.-
-Christina, cosa c’è?-
-Cosa c’è? Sei sparito per due giorni, e mi domandi cosa c’è?-
-Io… Sono stato con Tris.-
Rimase in silenzio, paralizzata da quella verità che in fondo già conosceva.
-Perché?-
-Cosa vuol dire perché? Lo sai il perché!- rispose bruscamente.
-Credevo che tra noi ci fosse qualcosa, credevo che dopo due anni avessi imparato ad amarmi come io amavo te.-
-Christina non si può imparare ad amare, ci si ama e basta ed io non ho mai detto di amarti.-
-Quindi ami ancora lei? L’hai sempre amata, non è vero? Cosa sono stata per te allora, perché non puoi sceglier me!? Cosa mi manca?
Cos’ha lei che io non ho?- urlò alzando la voce.
-Smettila di fare la bambina, non si tratta né di un fatto estetico, né di capricci, si tratta di quello che dice il mio cuore, sei la mia migliore amica ma io amo Tris.-
-Stai scegliendo di nuovo lei? Tanto lo sai che lei ti spezzerà ancora, non ha nessun riguardato per la sua vita e finirà col ferirti, cosa che io non farei.-
-Forse, forse sono semplicemente un masochista perché in fondo lo so com’è fatta, ma in questi due anni non sono riuscito a vivere completamente, mi mancava lei.-
 
-Christina.- sussurrò Tris, arrivando di spalle.
Entrambi si voltarono e vide il volto dell’amica rigato dalle lacrime.
-Lui è la mia umanità, se me lo porti via, restano solo le cinquanta sfumature di tenebra, dentro di me.-
-E perché dovrei essere io a sacrificarmi per te? Tu hai ucciso Will, io non l’ho mai dimenticato ed adesso hai preso lui.-
-Già…-
Tris alzò lo sguardo e rientrò dentro l’aula, sedendosi scompostamente su una sedia e ignorando le voce di protesta di Tobias contro Christina, chiuse gli occhi, strinse le mani a pugno e si preparò mentalmente.
Evelyn e Johanna le avevano dato l’okay e il rapporto di Zeke sarebbe stato lo stesso inutile per la sua missione, sapeva che i prigionieri non avrebbero detto niente e proprio per quel motivo sarebbe tornata al Dipartimento, con Katniss, Peeta e Gale, a catturare David ed in caso ad ucciderlo.
Tutto però senza Tobias.
 
***
 
Tris chiuse la portiera della jeep che Cara gli aveva procurato e sfilò le pistole dalla fondina, controllò le ricariche e le strinse nelle mani.
Erano riusciti a svignarsela grazie a Katniss, che aveva accusato un malore, ma nonostante il piano si era sentita male al solo pensiero di mentire a Tobias.
 
Non posso pensarci ora.
“Lo so, ma stavi andando così bene.”
Non andrò mai bene, sono lunatica in questo momento ti voglio ricordare.
 
-Tris?-
-Andiamo, non fate prigionieri non ne servono altri.-
-Tris, no.-
Gale gli si parò davanti e la guardò.
-Possono esserci anche degli innocenti là dentro, non è sicuro sparare a tutti.-
-Facciamo così, spariamo solo a quelli che tentando di ucciderci, okay?- disse, evitando di farla sembrare una battuta, davvero scadente.
-Troppo generalizzato ma va bene.- concluse Peeta, stringendo la sua arma.
-Le guardie saranno posizionate vicino all’ufficio di David, vado avanti io.-
 
“Tris ricordati che anche tu hai dei limiti, non cacciarti in guai più grandi di te stessa.”
Proverò a ricordarlo prima di schiattare.
 
Aprì le porte del Dipartimento ma a differenza del giorno precedente non trovò nessuno, né addetti alle pulizie, né medici, l’androne era totalmente libero.
Strinse con maggiore vigore l’arma tra le mani, cercando di scacciare il pensiero di Will dalla sua testa: Christina le aveva fatto ricordare i suoi errori.
-Devo restare lucida.- sussurrò, schiarendosi le idee e poi lo percepì.
-A terra!!!- urlò e si lanciò contro il muro, vide i suoi amici fare lo stesso e riuscirono ad evitare la prima scarica di proiettili.
Senza aspettare oltre, alzò la mano destra e iniziò a sparare contro la prima guardia.
-Tris va a cercare David, qui ci pensiamo noi!- Katniss prese una freccia dal suo arco e prima di colpire una guardia esplose, abbattendone due.
-Sì.-
 
Si alzò velocemente e sparando alla guardia che le bloccava la porta corse verso il lato destro del corridoio, ricordava perfettamente la strada e senza esitare avanzò.
Tris si accostò al muro, ma la sua voce fu come una secchiata di acqua gelida.
 
-Sapevo che saresti venuta.-
David la stava guardando dal basso della sua sedia a rotella, vi era un intero corridoio a dividerli ma lei non si mosse.
-L’ho capito subito che mi avevi riconosciuto, come hai fatto?- chiese, posando la pistola nella fondina.
-Quel giorno avevo assunto un antidoto, la sua durata era breve ma avevo deciso di prevenire qualsiasi incidente.-
-Lo hai dato anche a Nina.-
-E ad altri di cui mi fidavo, tu eri imprevedibile e credevamo di essere riusciti a gestirti, di averti sottomessa ma sei scappata Tris e ci hai rovinato i piani, ancora.-
-Sentiamo cosa avete in mente stavolta?-
-Oh ma dai, non ci sei arrivata? Sei un Erudita, nonostante tutto.-
-Cercate di trovare delle costanti nel mio DNA per utilizzarli nella ricerca di altri Divergenti, ma ancora non ho capito a cosa vi serve l’Arena… Anche se.- sussurrò, colta da un improvviso lampo di genio.
-Anche se?-
-Le costanti non vi aiuteranno ad indovinare con esattezza i Divergenti, le variabili possono modificare il risultato e farvi prelevare persone sbagliate ma potete usare l’Arena come mezzo: chi vince gli Hunger Games si rivela essere un Divergente.
Questo mi fa vomitare!- alzò la pistola ed iniziò a sparare ma tutti i proiettili si infransero contro un vetro che non aveva visto.
-Non lascerò che tu distrugga quello che ho creato in questi due anni, i Divergenti o i Geneticamente Puri sono necessari per l’umanità, chi non lo è può anche morire.- fece un cenno con la testa.
Tris si voltò e vide due guardie comparire alle sue spalle.
-Divertitevi con lei, ma non uccidetela, prendetela e portatela al bunker appena avete finito.- David le diede le spalle e si allontanò.
-Maledetto!- sussurrò la ragazza, cercò di canalizzare la rabbia nelle sue vene, nei suoi muscoli e si preparò al combattimento.
-Giochiamo allora.-
Scattò verso destra e colpì il primo con il calcio della pistola, l’altro però la sbatté al muro e sentì la testa incrinarsi leggermente.
 
“Potresti avere un trauma cranico.”
 
Lo spinse via e prese la pistola, sparò al piede e diede un pugno all’altro uomo, con la mano sinistra.
Il peso della pistola le rendeva impossibile tutti i movimenti ma in realtà sapeva che essa era leggera ma la sua mente le stava facendo ricordare quel giorno, il giorno che aveva ucciso Will e tutto quello che ne era venuto dopo: ovvero la sua fobia verso le armi.
L’uomo che aveva colpito col calcio della pistola la buttò a terra e iniziò a riempirla di pugni in faccia.
 
“Il trauma potrebbe aumentare.”
STAI ZITTA.
 
Piegò le gambe su se stessa e le rilasciò per spingerlo via e senza esitare prese la pistola e sparò all’altezza del cuore, il rumore la pietrifico al suolo ma decise di alzarsi e si voltò verso il secondo uomo, ma in quel momento un proiettile, la colpì alla spalla.
Non riuscì a trattenere l’urlo e si appoggiò al muro.
-Non posso ucciderti, anche se ne trarrei un grande piacere.-
Avanzò verso di lei e la colpì alla mascella, incassò il colpo ma alzò il ginocchio e lo colpì all’inguine; lui si abbassò per via del colpo e lei lo colpì alla testa con entrambe le mani chiuse a pugno, nonostante ciò lo vide rialzarsi velocemente, le prese la testa e la buttò a terra, sentì la spalla ferita ancora più dolorante.
 
“BASTA! UCCIDILO o sarà lui ad uccidere te!”
 
La trascinò per i piedi ma si mosse velocemente facendogli intrecciare le braccia e gli diede un calcio in faccia.
Si alzò lentamente in piedi, le tremavano le ginocchia e la spalla le faceva male.
 
Posso….Posso sentire il dolore?
 
Quella considerazione la lasciò leggermente disorientata, aveva represso tutto anche il dolore eppure adesso sentiva la spalla pulsare per quest'ultimo, il corpo lacerato dalle piccole ferite e la faccia terribilmente dolorante.
Durante la sua prigionia aveva rimosso tutto, nessuna frustata la faceva urlare, nessun taglio la faceva piangere: si era spenta del tutto, ma adesso poteva di nuovo sentire la sua umanità scorrerle per le vene.
Osservò l’uomo alzarsi lentamente ma nonostante la sensazione di benessere decise di mettere nuovamente da parte quell’emozione, non poteva lasciarsi sopraffare in quel momento.
-Bè io di sicuro posso.-
Uscì la seconda pistola e sparò una serie di colpi, l’uomo ricadde a terra con un tonfo e lei si appoggiò alla parete, cercando un sostegno per il suo corpo pesante.
 
“Bene, aggiungiamo un proiettile nella spalla e siamo al completo.”
Sei completamente inutile e mi distrai.
“No, avresti continuato se non ti avessi ricordato che sei umana.”
 
-Tris?- Katniss entrò nel suo campo visivo, aveva solo qualche taglio in confronto a lei.
-Lui è…- non riuscì a trovare le parole giuste, il dolore la stava investendo lentamente e le gambe cedettero senza accorgersene.
-Torniamo indietro.-
Annuì senza guardarla, per via delle lacrime che lentamente le stavano offuscando la vista.
 
***
 
Haymitch si affacciò in quel momento quando vide la jeep fermarsi davanti all’hovercraft e Gale scendere velocemente con Tris tra le braccia.
-Oh bene.- sussurrò lasciandolo passare.
In fretta buttò a terra i fogli che aveva racimolato sul tavolo della cucina e il ragazzo fece stendere Tris.
-Sto bene.- sussurrò lei in risposta alle loro domande inespresse e sedendosi sul bordo del tavolo.
-Il kit di pronto soccorso, devo togliere il proiettile.-
-Sì.-
Katniss in silenzio iniziò a controllare Peeta, forse era stato l’unico a non essersi fatto neanche un graffio ma voleva esserne certa, prima di concentrarsi su se stessa e Gale.
-Katniss non sono io quello che ha bisogno di cure, tu puoi aiutarla.-
-Prima devo assicurarmi che tu…-
-Dov’è?!-
 
Tobias entrò nell’hovercraft come una furia ma appena i suoi occhi si posarono su di lei si immobilizzò.
La parte destra della faccia era violacea per colpa di un livido, del sangue le stava scendendo dalla fronte, probabilmente per via di una ferita alla testa e la maglietta era stata tagliata nelle vicinanze della spalla per mostrare la ferita da arma da fuoco.
-Tobias.-
-Tobias un cazzo, Tris!- sbottò esasperato, si avvicinò e le posò le mani sul viso per essere certo che fosse reale.
-Aspetta un attimo.-
Gale lo scansò e avvicinò alla ragazza un piccolo aggeggio.
-Cosa fa quel coso?-
-Lo appoggerò alla tua ferita e lui attirerà il proiettile, più semplice e meno doloroso di doverlo estrarre manualmente.-
 
Tris guardò quell’arnese sgranando gli occhi ed ebbe paura, paura di farsi male, paura di poter sentire ancora dolore.
Sentì gli occhi nuovamente umidi ma non provò a nasconderli, non ci sarebbe riuscita.
-Sei umana Tris.- alzò lo sguardo verso Haymitch che aveva spostato di poco Gale, per avvicinarsi a lei.
-Io…-
-Il dolore, non è vero? Alla fine sei riuscita a sentirlo? Trova sempre un modo per arrivare, non ne sei immune, puoi solo ritardarlo durante il combattimento, ma anche tu sei umana. È una verità che non puoi cancellare.-
Sentì quelle parole insinuarsi dentro la sua testa e seppe che lui aveva ragione, non poteva annullare tutto, qualche cosa sarebbe tornata alla luce, come il dolore e l’amore.
Non era un robot, era un semplice essere umano, anche se il suo destino l’aveva fatta discostare più di una volta da quella strada.
-Tris, lascialo fare.-
Il viso di Tobias si era rilassato e lei annuì, percepì il freddo del metallo sulla sua pelle e dopo un piccolo ronzio, il proiettile schizzò fuori dalla sua spalla e in quel momento urlò.
Appoggiò la fronte sulla spalla di Tobias e riprese a piangere.
 
“Ben tornata al mondo, Tris.”




∞Angolo dell'Autrice: Buona Domenica a tuttiiii/eeee!!! Da me c'è il sole, nonostante il tempo non sia granchè ma mi sento molto allegra!! ^^
Vorrei, infatti, ringraziare tutte le magnifiche persone che hanno recensito il vecchio capitolo e tutte quelle che lo hanno letto, mi avete fatto sorridere per giorni interi, credetemi ^^
Ma veniamo a noi, Tris scorpre una dolorosa verità: non può annullarsi, può ritardare il dolore, può smettere di "sentire" le emozioni, ma sa che tutto torna, non è immune alla sua umanità anche se lo vorrebbe molto.
Tobias chiude con Christina, o almeno pone finalmente quei pali che negli ultimi due anni aveva evitato e sceglie Tris, come aveva sempre fatto.
Katniss ha un ruolo importante per Tris, è la sua costante, ma lo vedremo più avanti.
Grazie ancora per il vostro sostegno, adesso vi lascio allo spoiler:



-Non ho mai voluto lasciarti quel giorno, non desideravo morire ma quando ho visto mio fratello, quando ho visto la sua paura ho deciso di farmi carico anche di quello.-

 
   
 
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