Fanfic su attori > Cast Once Upon a Time
Ricorda la storia  |       
Autore: Lely_1324    23/03/2015    5 recensioni
"Ma che posso dire io, sono solo un attore. Non posso davvero capire chi sei, perché non saprei da dove iniziare e poi niente ha senso sulla carta rispetto a chi siamo davvero.
Sarebbero solo parole.
Per la prima volta mi rivolgi uno sguardo, dai tuoi occhi le lacrime sgorgano senza che tu sbatta le ciglia. E’ un pianto senza singhiozzi, di quelli silenziosi e adatti alle strade."
COLIN O'DONOGHUE - JENNIFER MORRISON
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: colin o'donoghue, Jennifer Morrison
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ciao a tutte! Sono tornata con questa nuova piccola pazzia. E' davvero una sciocchezza, l'avevo scritta per S. Valentino ma tra lo studio e il polverone che si è abbattuto su Jen su twitter, ho lasciato perdere. Però eccomi qui, quindi spero vi piaccia questa breve storia, penso avrà due capitoli non di più. Grazie di cuore a chi leggerà e a chi mi lascerà un suo parere, non sapete quanto mi faccia piacere. 
Un abbraccio speciale alle ragazze del CS group.
 
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

La vita scorre troppo in fretta. Non ricorda chi l'avesse detto,forse nessuno,ma è quello che pensa mentre sfoglia quell'album.
Si rivede bambina, con sua madre,in quella foto dell'87.
Capelli biondi e aria sognante. La stessa di sempre. Il tempo sembra non essere passato,invece scorre,ma dentro di lei,c'è un qualcosa di statico,un entusiasmo fanciullesco. Alcuni punti fermi restano per sempre nell'anima. Tutto cambia, è vero. Ma i sogni, quelli restano. Alcuni si realizzando,altri no. 
Lei li ha realizzati quasi tutti. 
Ha raggiunto il successo in tutto il paese. E' una stella della tv. Ha una vita agiata.
Solo nonostante ciò spesso si sente sola. 
Ha sempre preferito le storie complicate,se non impossibili.
Uomini che non potevano darle niente,che non le facevano promesse. Tutto difficile,tutto troppo complicato..quanto aveva pianto per amore.
Questo aspetto del suo carattere è simile ad Emma. A volte si identifica in lei. A volte sente che la linea che separa la sua vita reale dalla finzione è una linea molto sottile. E' una sensazione,come se il personaggio che interpreta si insinui dentro di lei furtivamente, e la costringa a vedere il mondo circostante con i suoi occhi.
Come un bisogno impellente di vivere un pezzo di esistenza autentica.
Una sensazione strana la accompagna da tempo:come se tutto quello che sta vivendo, lo stia vivendo qualcun altro.
La cosa è paradossale.
 Quando è Emma si sente"la vera se stessa" .
La sente dentro di lei a volte, la sente sussurrarle qualcosa che però non è chiaro...Quello che è chiaro è il desiderio di felicità di Jen ,la volontà di costruirsi un avvenire. Il sogno di un uomo che la ama. 
Forse dovrebbe interrogarsi sulla sua vita,su quello che non va, su ciò che le fa desiderare di esser un altra persona,una persona che non esiste.
Ma cosa può desiderare di più?
Perchè tutti quei sogni? 

Poi ha capito.
 Lo ha fatto nell'esatto istante in cui lo ha visto uscire da un fioraio con un enorme fascio di meravigliose rose rosse  e un sorriso incredibilmente splendido sulle labbra, perso sicuramente nel pensiero di quando le avrebbe dato le rose. Ha sentito un pugno allo stomaco anche se si domanda che diritto abbia di sentirsi così? Lui ha tutte le ragioni di pensare a se stesso, alla sua relazione. Oggi è San Valentino ed è giusto che pensi alla sua vita… a sua moglie.. .. ma quella scena fuori dal fioraio l' ha distrutta.
Finalmente riesce ad alzarsi da quella posizione fetale e guarda fuori dalla finestra: sta ancora nevicando. E’ tutto un manto morbido e bianco. L'inverno in Canada è splendido, quasi incantato ma freddissimo e ora come ora ha bisogno di sentire quel freddo pungente entrarle nelle ossa, ha bisogno che la neve congeli quella disperata solitudine che sente fino a dentro l’animo. Raccoglie il cappotto e le chiavi . Deve uscire da quella casa, deve uscire e camminare sotto la neve… deve farlo a costo di stare male, perché peggio di così non può sentirsi.
Poi la nota sullo zerbino, una rosa rossa. Sorride, i fan sanno essere molto dolci, le scaldano il cuore.  

**********************************************************************

Ti vedo rannicchiata su quegli scalini freddi.
Il vento gelido ti sferza il viso e ti scompiglia i capelli, sei una pazza a startene qui senza giacca stasera. E io mi sento senza senso qui a fissarti quasi quanto la tua felpa leggera.
Sono appoggiato alla ringhiera fredda, i piedi incrociati e le mani in tasca mentre tu tremi in silenzio con le ginocchia strette al petto. E mi trovo in quel momento a fissarti e  guardare come ti comporti prima che tu sappia di essere osservata.
Mi sembra quasi di guardare una fotografia di una donna, seduta sui gradini di marmo di qualche strada a Washington Heights. 
Alzi la testa dalle ginocchia e fissi la strada dove poca gente cammina a quest’ora. Guardi i parcheggi così vuoti e  so che in questo momento a sentirti vuota sei tu. 
Guardi avanti e mi vedi con la coda nell’occhio. Non ti giri verso di me, semplicemente fingi che io non ci sia e continui a gelare sugli scalini. Si sentono solo i rumori dei clacson in lontananza e i rombi delle macchine, è tardi ma questa è pur sempre Vancuver.
Ti sporgi in avanti e volti la testa dall’altra parte mentre ti asciughi velocemente le lacrime.
« Jennifer… »
Sono immobile nella mia posa indeciso su cosa dire e tengo le mani congelate strette a pugno nel cappotto.
Rimango a fissare le tue labbra carnose, così viola a causa dei morsi a cui le costringi.
E mai avrei pensato di trovarti qui perché non sembra per niente da te.
Ma che posso dire io, sono solo un attore. Non posso davvero capire chi sei, perché non saprei da dove iniziare e poi niente ha senso sulla carta rispetto a chi siamo davvero.
Sarebbero solo parole. 
Sei qui che fingi di non stare male per un uomo che probabilmente non capisce quanto vali, che non ti guarda nel modo in cui ti guardo io.
Mi viene da chiedermi se lo ami, se hai immaginato un futuro con lui ed è sfumato tutto. Forse non ho il diritto di saperlo, non sapevo neanche che avessi una relazione.
Per la prima volta mi rivolgi uno sguardo, dai tuoi occhi le lacrime sgorgano  senza  che tu sbatta le ciglia. E’ un pianto senza singhiozzi, di quelli silenziosi e adatti alle strade.
 « Sono sola ? » chiedi con voce flebile.
Distolgo lo sguardo e cerco di respirare, non posso continuare a vederti così.
« Non sarai mai sola Jen, mai. » Non mi è chiaro il significato della tua domanda ma mi spezza il cuore sapere che tu possa solo pensarlo.
Mi avvicino e mi  sfilo il cappotto mentre ti prendi il volto tra le mani. Salgo i tre gradini e te lo faccio scivolare piano sulle spalle.
Il tutto avviene con una lentezza estrema.
Ma infondo siamo bloccati nel tempo anche noi qui, seduti su queste scale con la testa meno alta del solito e lo sguardo focalizzato sul niente. Siamo silenziosi e aspettiamo segretamente l’alba anche se sono le due di notte.
« Come hai fatto a trovarmi? » mormori poco dopo.
« Forse ti conosco meglio di quanto pensi»
Sorridi mentre ti sistemi meglio nell’enorme cappotto.
Sospiri e ti passi una mano tra i capelli. « Scusami è S. Valentino e tu sei qui, non dovresti, io... sono davvero mortificata.»
«Non dire sciocchezze Jen». Ti accarezzo lentamente il braccio, tentando di tranquillizzarti e tu ti appoggi completamente contro di me. Sento il calore del tuo corpo contro il petto e chiudo gli occhi, continuando a sfiorarti con carezze leggere.
«Posso farti  una domanda Colin?»
«As you wish milady..»
« solo, ti prego rispondi sinceramente... sono davvero così... » un sInghiozzo sfugge al tuo controllo e le lacrime rigano il viso.
Ti blocchi e ti volti verso di me, i tuoi occhi trovano veloci i miei. Ti vorrei portare quella ciocca  ribelle al tuo orecchio e carezzarti la guancia ma mi limito a cercare la tua mano e a stringerla.
Inizio a sentire il freddo pure io senza cappotto, ma ciò che provo non è niente in confronto alle tue labbra che hanno iniziato a dipingersi di un blu violaceo. I tuoi singhiozzi iniziano a placarsi e il vento a soffiare più forte. « Sono davvero così dimenticabile? » sussurri tra le raffiche.
Sembra una domanda che ti porti dietro da tempo, e quanto vorrei potertela togliere dalla mente.
« Insomma », ridacchi sarcastica abbassando il capo, «Conosci i miei fallimentari trascorsi sentimentali. Sono loro o sono io? sono mai contata qualcosa?  »
Mi volto per capire se stai scherzando o dici sul serio, e non posso fare altro che stupirmi.
« E’ stata una brutta giornata » dici cercando di giustificarti e di darti contegno.
Ed è per queste piccole cose che non riesco ad inquadrarti, non riesco a riassumerti in un paio di righe. Sei molto più di una parola, più di un aggettivo che ti contraddistingue. Ma infondo non siamo tutti negativi o positivi, a volte siamo tutti e due. Non siamo solo una cosa e basta, caldo o freddo, si o no. Nessuno è nero o bianco. Siamo un miscuglio di colori, siamo un casino.
Siamo le sfumature, le virgole, le mezze risposte.
« Io non capisco come tu possa pensare di farti certe domande »
Sorridi tristemente, mentre una lacrima ti scende sul viso.
 « Evidentemente non sono molto me stessa stasera ».
Infili le mani dentro il mio cappotto e ti accovacci ancora di più.
« Però non mi hai risposto Col, sono mai contata qualcosa? Sono mai contata qualcosa ...per te?» Sorridi con amarezza.
 Ti abbraccio d'impeto, avvolgendo la tua vita esile con le braccia.  Non ti ritrai così ti stringo più forte cercando di riscaldarti.
«Conti più di qualsiasi altra cosa per me Jen » confesso, mentre sento le lacrime iniziare a bagnarmi le guance .
 «Non possiamo ». Me lo sussurri contro il collo, un singhiozzo ti fa tremare convulsamente e capisco quanto mi sbagliavo pensando che tu potessi avere una relazione. E tutta colpa mia. 
Ti sento rabbrividire contro di me penso che non è ancora tempo e che forse non lo sarà mai. Ci stiamo logorando per qualcosa di impossibile.
Ed è strano che proprio quando sappiamo dove siamo non sappiamo dove stiamo andando. «Jen stai congelando, andiamo via ».
« Possiamo solo restare…così », chiedi timidamente con gli occhi chiusi.
Stiamo immobili, congelati, abbracciati l'uno all'altro perché non c’è più nessuno che ci aspetta a casa.
E se ti dico che non ti capirò mai?
Che non so cosa stai pensando e non posso mai prevedere quale sarà la tua prossima mossa. Sorridi  e sconvolgi la vita di tutti , non te ne rendi neanche conto ma  passi e lasci un segno di chi sei. Forse neanche lo sai o non ti sei ancora accorta di che effetto puoi fare. Dell'effetto che mi fai.
«è il più bel s. Valentino che potessi chiedere »mi confessi. Ancora aggrappata a me, con le dita gelide che sfiorano il mio collo. Mi sembri così fragile o forse è solo la notte che prende in giro tutti e ci spinge a esporci di più agli altri.
«Già un pò bizzarro, ma non c'è niente al mondo che desidererei  di  più che poterti stringere così sempre  ». Sono un vigliacco, un bastardo vigliacco.
Dovrei chiamarti un taxi e salutarti distaccato, ma non riuscirei a farlo, c’è qualcosa che me lo impedisce. Come posso rispedirti a casa quando non ho voglia di lasciarti andare neanche per un minuto?
Siamo un po’ come i pazzi noi attori, amiamo diversamente e se amiamo è la fine.
Ci divertiamo a parlare di avventure irrealizzabili e amori impossibili, ma la difficoltà sta nel rendere ogni cosa unica, indimenticabile. Cerchiamo di capire tutto e di comunicarlo agli altri e quando non ci riusciamo... non ne usciamo vivi, continuiamo ad ossessionarci, a crogiolarci e a strappare tutto e a ricominciare daccapo.
Ora forse capirai l’effetto che mi fai.
« Colin » dici guardandomi dal basso.
« Si? »
«forse dovresti andare. E già tardi, non voglio trattenerti oltre, probabilmente Helen ti sta aspettando a casa ma vedrai che con quel meraviglioso mazzo di rose ti farai perdonare il ritardo.» Lo dici con dolcezza e un pò di amarezza, con il tono di chi ancora una volta ha visto infrangersi le proprie speranze. Meriti qualcuno di ami quanto ti amo io Jen. Io invece non merito il tuo amore, affatto.
Non posso farti promesse, non per ora.
«Non c'è nessuno ad aspettarmi a casa, e le rose....aspetta come facevi a sapere delle rose?»
« Ti ho visto mentre le compravi, sembravi felice. Ti confesso che spero che un giorno qualcuno possa riservarmi lo  stesso sguardo che avevi mentre compravi quelle rose.»
Sorrido con tranquillità, come se avessimo tutto il tempo del mondo anche se sappiamo che tra poche ore il sole sorgerà richiamandoci ai nostri doveri. La realtà calerà inesorabile su di noi, schiacciandoci.
« Sai è curioso Jen che tu sia gelosa di te stessa»
Mi guardi confusa, è comprensibile che tu lo sia.
«Oggi è san Valentino, ci tenevo a regalarti quelle rose. Poi sono arrivato sulla soglia di casa tua, e non ne ho avuto il coraggio. Ti ho sentita piangere oltre la porta- ti vedo irrigidirti  e abbassare lo sguardo- Ho guardato le rose tra le mie mani e mi sono reso conto che tu non sei così. Tu non hai bisogno di una dozzina di rose rosse, ne basta una. Non hai bisogno di niente di straordinario perchè sei tu ad esserlo.  Sei straordinaria Jen. Così ho sfilato una rosa dal mazzo e l'ho lasciata sul tuo zerbino.» sorride.
E' bella mentre sorride, incredibilmente bella. 
Poi un bacio. Inatteso quanto desiderato.





  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: Lely_1324