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Autore: asjarosa    23/03/2015    0 recensioni
Hope Mikaelson, per metà ibrido e strega come si comporterà quando i suoi genitori torneranno a riprenderla per portarla nella città creata apposta per lei?
Leggete per scoprirlo.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hayley, Hope, Mikaelson, Klaus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi svegliai con un gran mal di testa, sembrava che ogni piccolo rumore fosse amplificato in modo da rompermi i timpani. Appena mi alzai andai allo specchio e me ne pentii amaramente.
< Sono un mostro > Visto che era sabato mi feci la doccia tranquillamente. Quando ritornai in camera vidi il mio cellulare squillare incessantemente sul letto. C'erano almeno 20 chiamate perse di Eric e 30 di mia zia fatte la scorsa notte! Mandai un messaggio di scuse e rassicurazioni a Eric poi dopo essermi vestita e truccata scesi al piano di sotto per fare colazione. Purtroppo avevo ancora una faccia da morto tanto che mi facevo impressione da sola.
< Senti non voglio sapere perché non mi hai risposto al telefono ieri ma, Hope non va per niente bene così,chiaro?! > Ascoltai solo in parte la ramanzina di mia zia poi andai in cucina per preparami qualcosa da mangiare visto che ormai erano le 14 del pomeriggio. Per fortuna che i miei genitori non c'erano o almeno così credevo. Mio padre spuntò poco dopo dallo studio con una faccia a dir poco nera.
< Oggi partiamo per New Orleans prepara le tue cose > Ero rimasta con la bocca aperta per non so quanto tempo, non riuscivo proprio a metabolizzare quello che mi aveva detto.
" Hope calmati, non puoi azzannarlo perché alla fine è tuo padre quindi cerca di rispondere garbatamente, almeno un po' " Feci molti respiri profondi poi parlai:
< Mi dispiace ma non ho nessuna intenzione di venire con voi in quella città. Io ho un branco qui e non intendo lasciarlo > Vidi mia madre, che era appena entrata in cucina, guardarmi intensamente senza proferir parola.
< Hope non ti ho fatto una proposta, era un'affermazione e non intendo ripetertela > A quel punto la mia calma andò a farsi benedire. Avanzai verso di lui con lo stesso atteggiamento spavaldo che aveva utilizzato prima con me.
< Tu non puoi venire in casa mia imponendomi di venire con voi a New Orleans, non esiste che abbandoni tutto così, non posso farlo e mai lo farò > Senza aspettare una sua risposta uscì di casa e andai da Jackson. Lui mi avrebbe ascoltata di sicuro e poi ormai era diventato la mia figura paterna da quando avevo cinque anni. Era l'unico che conosceva mia madre ma non ho mai saputo il perché del suo allontanamento dal branco nel bayou. Mentre mi inoltravo sempre di più nel bosco la sensazione di essere seguita aumentò sempre di più. Feci finta di niente e quando arrivai alla casa di Jackson bussai subito. Mi venne ad aprire con un sorriso smagliante.
< Hope, era da tanto che non ci vedevamo > Gli sorrisi timidamente, entrai in casa e mi diressi subito in cucina dove presi una delle tante tazze che aveva e mi versai un po' di caffè.
< Già è da parecchio, ma > Non riuscii a finire la frase che la porta si spalancò all'improvviso e in un attimo riuscii a scostare Jackson da un paletto che stava per conficcarglisi nello stomaco. Una volta tanto i miei poteri da ibrido avevano servito a qualcosa.
< Grazie Hope > Jackson aveva una faccia a dir poco sconvolta, ma riuscii a mantenere la calma e ha voltarmi verso l'essere che stava quasi per ucciderlo. Mio padre stava tranquillamente fuori la porta con un ghigno stampato sulla faccia, senza batter ciglio. Presi il paletto da terra e andai verso la porta, piena di rabbia per quell'uomo che in due giorni ero riuscita ad odiare. Un record direi!
< Come hai osato, stavi per ucciderlo! >
< Veramente era mia intenzione, peccato, sarà per la prossima volta Jackson. Già che ci sei potresti invitarmi ad entrare? > Lo guardai come se fosse pazzo.
< Vai al diavolo! > Gli sbattei letteralmente la porta in faccia. Ero così furiosa che le mani mi tremavano e scommetto che ero tutta rossa.
< Come mai tuo padre è ritornato in città?Hayley non mi aveva avvisato che sarebbero tornati a prenderti >
< Quindi tu sapevi tutto, potrei sapere per quale motivo non mi hai mai detto che sarebbero venuti per portarmi in quella dannata città? > La faccia di Jackson mi diceva chiaramente che il mio viso stava assumendo le sembianze di un lupo e di un vampiro insieme.
< Scusa, sono troppo agitata, mi dispiace > Mi sedetti sulla sedia a dondolo e sentii mio padre urlarmi di uscire immediatamente.
< Non ci penso proprio Klaus > Dopo che lo chiamai per nome non sentii più la sua voce. Guardai Jackson ma lui parlò subito.
< Hope credo si sia offeso o che sia più incavolato di prima, senti ti va se andiamo insieme a casa tua così parlo un po' anche con tua madre, non la vedo da almeno 10 anni > Alla fine mi feci convincere e quando uscimmo di casa vidi mio padre poco lontano. Incominciammo a camminare in religioso silenzio manco stessimo andando a morire. In quel momento mi accorsi che la sensazione di essere seguita non era data da mio padre ma da qualcun'altro.

< C'è qualcuno che ci sta seguendo, da un po' anche > Nel giro di un secondo mi ritrovai per terra sotto il corpo di mio padre a farmi da scudo.

< Hope chiama gli altri! Siamo sotto attacco > Volavano frecce a bizzeffe quasi come nel film di Troy. Chiamai subito Eric.

< Eric avrei un grosso problema porta tutti gli altri nel bosco, velocemente! > Mi girai per vedere la faccia di Jackson abbastanza preoccupata.

< Vorrei tanto sapere come ci hanno trovato, pensavo di aver risolto il problema dopo l'incantesimo fatto l'anno scorso >

< Chi hai chiamato? > Devo dire che il mio carattere è uguale sicuramente a quello di mio padre, non c'è dubbio.

< Quelli del mio branco che ci aiuteranno, oppure stai pensando di poterli sconfiggere tutti da solo? > Mio padre si alzò senza rispondermi e incominciò a staccare teste a destra e a sinistra. Ero devvero scioccata, ok sapevo che noi ibridi siamo forti ma non fino a questo punto. Anche io che non ero mai stata sconfitta da nessuno fin dai dieci anni pensavo che la mia forza fosse illimitata ma non sarei mai riuscita ad uccidere così tante persone nel giro di due minuti. Mi alzai da terra dopo che l'ultima testa dei tanti uomini cadde per terra. Mio padre era ricoperto da capo a piedi di sangue. Gli andai vicino, l'osservai poi gli dissi:

< Necessiti assolutamente di una doccia, puzzi terribilmente di sangue >

< Pensavo ti sconvolgesse più il fatto che ho ucciso una ventina di uomini armati fino ai denti, nel giro di pochi minuti, che il mio odore nauseante > Gli sorrisi timidamente.

< Comunque quello che è appena successo è uno dei tanti motivi per cui non rimarrai mai qui >  Lo guardai con un broncio, il più dolce possibile. Notai nei suoi occhi un qualcosa che forse gli avrebbe fatto cambiare idea.

< Scusate se vi interrompo ma è meglio se ce ne andiamo subito da qui >  Mio padre gli lanciò una sguardo infuocato ma riuscii a dissuadere entrambi da qualche azione stupida e insieme ci incamminammo verso casa mia. Improvvisamente sentii una strana sensazione alla testa come un leggero bruciore che arrivava alla spalla sinistra, dove c'era il segno della mezzaluna, simbolo del branco a cui appartenevo.

< Hope è tutto apposto li? Ti prego rispondimi, è successa una cosa terribile >  Mi bloccai in mezzo al bosco quando lo sentii nella mia mente. Ancora oggi mi risultava difficile pensare a quanto sia stato positivo aver creato il legame tra di noi, ci eravamo salvati la vita a vicenda innumerevoli volte.  Quello che mi disse fu la conferma di nemici in arrivo. Forse la proposta di Esther non era così male.
  
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