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Autore: Persefone3    24/03/2015    6 recensioni
Ingrid è appena stata sconfitta e Gold è stato cacciato. La normalità sembra tornata, ma quanto può durare a Storybrooke? Cosa succede a Emma se qualcuno decide di ritornare e reclamare ciò che secondo lui gli spetta di diritto? Riuscirà anche questa volta Hook ad aiutare la nostra Salvatrice nelle sue peripezie? E se la vera lotta fosse contro la parte più oscura che si cela in ognuno di noi?
Genere: Angst, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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XV . Wish You Were Here

Emma sentì il suo cuore accelerare i battiti in maniera vertiginosa. I loro visi erano così vicini, il suo respiro che le accarezzava la pelle, e sentiva la mancanza del contatto con il suo corpo. In fondo agli occhi di Hook, ad Emma sembrò di scorgere ancora qualcosa del suo Killian. Stava cercando di convincersi che non c’era molta differenza tra i due. Il capitano cominciò a far correre una mano lungo la sua gamba.

- Sono solo scivolata – disse Emma cercando di resistere a quella tentazione.
- Suona come un’ottima scusa per provare a stringermi, ma non fare complimenti la prossima volta.

E in quel momento Emma non seppe più distinguere tra quello che avrebbe voluto vivere e quella che era la realtà. Si avventò sulle labbra di Hook come se fossero quelle di Killian che conosceva così bene e amava da morire. Hook, rispondendo al bacio, fece scorrere la mano dalla gamba verso l’alto. E fu in quel momento che Emma percepì un tocco diverso da quello dolce e premuroso cui Killian l’aveva abituata. Istintivamente, per porre fine a quel gioco pericoloso, lo colpì dove lo aveva colpito quando si era presentato a New York. Il pirata gemette dal dolore.

- Se volevi che mi fermassi, bastava dirlo tesoro. Eppure mi sembrava che fossi stata tu a voler cominciare.

Emma riuscì a liberarsi dalla stretta del pirata e Hook la lasciò andare: voleva giocare al gatto e al topo con lei. Nonostante avesse voglia di scaricarle addosso tutte le frustrazioni e le umiliazioni che aveva subito per andarle dietro, provava allo stesso tempo una irresistibile attrazione per quella donna. E questo era dovuto al fatto che sia Hook che Killian avevano perso la testa per lei. Anzi forse era stato proprio Hook il primo ad accorgersi di quel fuoco di passione. Emma si alzò velocemente dalla brandina e si diresse verso l’uscita della cella. Stava per chiudersi dietro la porta di essa, quando ci ripensò. Fece cenno al pirata di uscire. Un po’ in colpa si sentiva per come lo aveva trattato un momento prima.

- Che fai, tesoro, ora ti fidi di me?
- Scopriamolo subito.

Hook uscì dalla cella sfoggiando la sua migliore camminata da spaccone e andò a sedersi proprio sul tavolo di Emma.

- Lo devo ammettere, stai mettendo in atto un grande esercizio di pazienza, chi l’avrebbe mai detto. Ma levami una curiosità: di solito le persone scappano a gambe levate da me, a parte le donne, le cui gambe si muovono in tutt’altro modo. Perché insisti? Perché cerchi in me un uomo che non c’è più?
- Questo non è vero! C’è del buono in te e Killian è ancora lì da qualche parte e non è ancora troppo tardi per fare in modo che torni a galla. Non puoi esserti scordato di quello che c’è tra noi.
- Senti da che pulpito viene la predica! Vogliamo parlare di New York? La verità è una sola: l’amore non porta nulla se non spreco di anni e infinito tormento. Mi hai fatto davvero penare: più cercavo di essere accogliente con te, più eri fredda nei miei confronti. Milah sì che mi amava davvero e non aveva paura di ammettere i suoi sentimenti per me. Mi ricordo bene ancora quando mi implorò di portarla via e i suoi occhi così espressivi che mi guardavano in quel modo. E la passione, quanta passione ci metteva nel nostro rapporto.

Come pronunciò quel nome tutte le paure più profonde di Emma emersero improvvisamente. Il confronto con quella donna la spaventava. Come Hook capì di averla ferita veramente rincarò la dose. Scese dal tavolo per fronteggiare Emma viso a viso.

- A volte mi chiedo perché ho sprecato tutto quel tempo dietro a una donna come te, una che è incapace di provare un qualsiasi sentimento o peggio che ha paura di quello che sente.

A quelle parole Emma reagì ancora istintivamente: per la prima volta le sue parole la ferirono davvero. E non importava se l’aveva pronunciate Hook e non Killian perché aveva portato a galla tutta la potenza dei suoi più profondi timori. Prima che la sua mente potesse pensare lucidamente, la sua mano aveva già scaricato la sua rabbia sulla guancia di Hook e, come se non bastasse, anche la sua bocca fu altrettanto rapida e letale.

- Mi sbagliavo su di te Capitano, sei egoista e senza cuore ed è questo quello che ti porterà allo spreco di anni e infinito tormento. Sei un mostro e un codardo!
- Io sarei il codardo? – disse Hook avvicinandosi minaccioso a lei – Chi è che non voleva ammettere quello che provava? Chi è tra noi due quello che non ha mai accettato i propri sentimenti? Lo vuoi sapere cosa mi ha sempre ossessionato da quando ti ho conosciuta?
- Sentiamo, cosa?
- Che tutto quello che c’è stato tra noi avresti preferito viverlo con Neal e non con me!
- Sei ingiusto! E io cosa dovrei dire allora? Come credi mi sia sentita sapendo tutto quello che hai fatto per Milah? Credi che non abbia mai pensato al fatto che tutto quello che stavamo progettando insieme, tu lo avessi pensato prima con lei? Non hai mai pensato al fatto che anche io abbia avuto paura di essere un rimpiazzo per te? Hai continuato ad amare quella donna per secoli dopo la sua morte!
- Non provare nemmeno a girare le carte in tavola tesoro! Io ti ho dato un mucchio di certezze su quelli che erano i miei sentimenti per te! Sono venuto a cercarti a New York, ho rinunciato alla mia nave per poter avere la possibilità di rivederti, ti ho seguito in quel maledetto portale temporale pur di non lasciarti da sola! E tu cosa mi hai dato in cambio? Le briciole del tuo amore e io mi sono dovuto accontentare di quelle. Non puoi nemmeno immaginare come mi sono sentito quando ti ho visto tra le braccia di Walsh a New York o quando guardavi Neal nello stesso modo in cui volevo guardassi me.
- Smettila! – disse Emma in lacrime portandosi le mani alle orecchie per non sentire oltre.
- Ah ora che sai come ci si sente, vuoi che smetta? E tu hai smesso di farmi del male quando ti ho chiesto di mettere fine alle mie pene? No! Hai continuato a infierire, a girare il coltello nella piaga come se niente fosse!  

A quelle parole, Emma perse completamente il controllo su se stessa. Spintonò Killian dentro la cella per allontanarlo da lei. Sfortunatamente il pirata mise la gamba d’appoggio sulla stessa parte scivolosa di pavimento su cui era inciampata lei. Hook cadde a terra battendo la testa e perdendo i sensi. Davanti a quella scena Emma rimase paralizzata. Corse immediatamente accanto a Hook.

David stava per raggiungere sua moglie nel letto, quando il suo telefono squillò. Per un momento pensò di ignorarlo, ma poi si ricordò di quello che aveva detto a Emma. Si precipitò a rispondere.
 
- Pronto? … Emma … cosa succede? Calmati … Cosa? … Arrivo subito.

Quando David arrivò alla centrale, trovò Emma china sul corpo di Killian disperata.

- Papà! Stavamo discutendo … io non lo so … l’ho spinto … è scivolato e ha battuto la testa … Io non volevo! Non me lo perdonerò mai! – disse Emma accarezzando la testa di Hook.
- Calmati Emma, respira?
- Sì, ma ha perso i sensi!
- Vado a chiamare un medico perché lo visiti.

Dieci minuti dopo Whale era già arrivato e stava visitando Hook.

- David, aiutami a stenderlo sul letto – disse il medico.

Riprese a visitarlo con cura per cercare di fargli riprendere conoscenza. Dopo pochi istanti Killian cominciò a riprendersi.

- Hook, mi riconosci? – chiese il dottore.
- Sì, dottor Whale. Ho un gran dolore alla testa però.
- Sei scivolato e l’hai battuta – disse il medico controllando i riflessi delle pupille – ricordi cosa stavi facendo prima di cadere.
- Stavo parlando con Emma.
- Bene, rimani qui.

Whale si avvicinò a David.

- Allora?
- Sta bene, non ha riportato danni. Ma Emma?

Fu in quel momento che David si accorse che sua figlia si era allontanata per prendere una boccata d’aria molto probabilmente.

-.Deve essere uscita. Aspetti un momento.

David si diresse verso il parcheggio della stazione di polizia. Trovò Emma seduta nel suo maggiolino con le mani nei capelli e il viso affondato nella sciarpa nera di Killian.

- Emma tesoro, Whale ha finito di visitare Hook.
- Cosa ho fatto papà? Mio Dio, avevo perso completamente il controllo. Ho rischiato davvero di fargli del male. Io fare male alla persona che amo con tutta me stessa. Che razza di mostro sono?
- Non è colpa tua – disse David inginocchiandosi per poter parlare con lei guardandola in viso.
- Ma come no? Come ho potuto lasciarmi schiacciare così da quell’incantesimo? Sapevo perfettamente che non era il mio Killian a parlare, eppure …
 - Sei stata sottoposta a un grande stress in questi ultimi giorni. Ascolta, Whale ha detto che lui sta bene. Perché non vieni dentro con me, così sentiamo quello che ha da dirci? – disse l’uomo asciugandole le lacrime dal viso.

Rientrarono insieme nell’ufficio dello sceriffo per sentire cos’altro aveva da dire il dottore.

- Mi diceva dottore? – disse David come se quell’interruzione non ci fosse stata.
- Sta bene, la botta non è stata forte. Ha ripreso conoscenza ed è vigile. Gli darò un leggero sedativo in modo che possa passare la notte tranquillamente. E domani torno a vedere come sta. Tuttavia non può rimanere solo qui.
- Resto io con lui – disse subito Emma.
- Sei stanca – intervenne David – perché non vai a farti qualche ora di sonno piuttosto?
- No. Voglio essere qui quando si sveglierà e chiedergli scusa. Glielo devo in fondo: è caduto per colpa mia.
- Come vuoi. Ma non farmi preoccupare.

Dopo aver sedato Hook, Whale andò via. Emma prese uno sgabello e lo mise vicino al letto dove  Hook dormiva. Gli rimboccò le coperte e si accertò che dormisse tranquillamente. Era intenta in questa operazione, quando suo padre le fece cenno di avvicinarsi.    

- Emma sei sicura? Io non ho problemi a rimanere.
- Sono sicura, papà.
- Tua madre ha insistito perché ti portassi qualcosa di caldo. Lo lascio qui, qualora tu avessi voglia.
- Bene, dalle un bacio da parte. Danne un altro al piccolo Neal e buonanotte.

Emma aspettò che David fosse uscito prima di tornare a sedersi accanto al suo pirata. Si sentiva ancora un po’ scossa da tutto quello che era accaduto. Si stava dirigendo verso la cella, quando vide sul suo tavolo la busta che gli aveva lasciato suo padre. L’aprì: dentro c’era un panino e un thermos. Non aveva voglia di mangiare. Svitò il tappo del thermos e un caldo profumo di cioccolata si sprigionò nell’aria.  Dentro al tappo c’era una piccola bustina con della cannella dentro. Emma sorrise. Si versò un po’ di cioccolata nella tazza, aggiunse un pizzico di cannella e poi andò a sedersi accanto a Hook. Mentre stava sorseggiando la bevanda, non poté fare a meno di ravviare i capelli neri del pirata sulla fronte. Il suo viso era così rilassato ora, non c’erano i segno della tensione e della rabbia da cui era stato attraversato fino a non molti minuti prima. Il suo respiro era regolare, segno che i calmanti avevano fatto il loro dovere. Gli passò un dito sulla guancia, seguendo la linea della piccola cicatrice che aveva sul volto. E fu allora che gli tornarono in mente le ultime parole che le aveva detto, prima di cadere vittima di quella maledizione.

- Qualunque cosa dica o faccia, sappi solo che ti amo e ti amerò sempre.

Nonostante Hook le avesse scaricato addosso tutto il suo livore, aveva alternato anche momenti di passione. Lo aveva visto in fondo ai suoi occhi e sapeva che quella scintilla era sempre stata dentro di lui. quanto era stata combattuta la sua anima prima di accettare l’amore che provava per lei? Lasciare andare l’uomo che era stato per accettare la sfida di essere migliore per lei.
Emma posò la tazza per terra. Scostò leggermente la coperta e si stese accanto a lui, tra le sue braccia. Poggiò la testa sul suo petto e rivolse gli occhi verso il suo viso addormentato.

- Mi dispiace per tutto quello che è successo Killian. Non sai quanto vorrei che tu fossi qui con me.



ANGOLO DELL'AUTRICE:
Eccoci qui con il penultimo capitolo. Persefone manca un solo capitolo e non hai ancora liberato il povero pirata? *vi sento vi sento mentre state pronunciando questa frase!* Sì lo so, ma abbiamo ancora un capitolo da affrontare e vedrete che le cose si sistemeranno, forse. Lo so la litigata è stata dura così come la povera Emma è stata combattuta nel suo animo. Non ho saputo resistere al vostro suggerimento di un bacio tra Emma e Evil Pirate, mi è piaciuto subito come spunto! XD Per il finale mi prendo qualche giorno in più. Voglio scriverlo con molta cura e calma. Il titolo del capitolo fa riferimento a una delle mie canzoni preferite di sempre Wish you were here dei Pink Floyd (https://www.youtube.com/watch?v=NavVfpp-1L4 questo il link nel caso vogliate sentirla) che mi ha fatto da sottofondo per l'intera stesura.
Come sempre ringrazio l'angolo #midivertoaleggervierispondervi #leggoemidiverto #leggoeinserisco
Un bacione :*
Persefone



 
  
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