Kaori aveva previsto
tutto.
Eriko le aveva fornito anche uno dei suoi ampi soprabiti neri che a Ryo
andavano molto bene. Fortunatamente! Altrimenti, senza dubbio, sarebbe stato
capace di indossare il suo sempiterno impermeabile grigiastro...
Da un certo punto di vista, ci aveva guadagnato. Poteva così nascondere la sua
rivista in una delle immense tasche interne.
Kaori, quanto a lei, indossò solo una leggera giacca attillata per coprire le
spalle durante il tragitto.
Finalmente pronti, scesero nel garage. Ryo si avvicinò alla mini.
»Vuoi guidare?« propose innocentemente.
»Con questo abito, tu scherzi spero?«
»Beh in realtà, speravo di poter approfittare del tragitto per portarmi avanti
nella mia lettura...«
»Dovrai rimandare questa appassionante occupazione a più tardi...«
Lei aprì la portiera del suo lato e gli lanciò le chiavi.
Ryo scivolò al posto del conducente... ma la sua socia non era al suo fianco.
»Kaori?«
Lei passò la testa per la portiera.
»Ho dimenticato di fare una cosa!« e ritornò correndo
verso l’appartamento.
»Sbrigati Kaori! Finiremo per essere veramente in
ritardo« le urlò lui.
Lei rispose senza neanche voltarsi.
»Oh va bene Signor lasciami-ancora-due-minuti-per-finire-il-mio-“articolo”« e sparì dietro il vano della porta.
Ryo borbottò: »Giuro è sempre la stessa storia... Non poteva fare la sua “cosa”
mentre io mi cambiavo... pfuit... Non riuscirò mai a
sedermi accanto a Miki se arriviamo per ultimi!«
Si apprestava a chiamare la donna, quando lei ricomparve e si sedette al suo
fianco. Era un po’ senza fiato e leggermente imporporata. Per aver fatto di
fretta o per un'altra ragione?
Il viaggio fino al “Saint Louis” si svolse in
silenzio... insomma, quasi...
Ad un incrocio, Kaori esclamò e strappò il volante dalle mani dello sweeper.
»Hai sbagliato strada, bisognava girare a destra!«
»Sei pazza a prendermi il volante così! E poi, sono
sicuro che questa è la via giusta!«
»No, ti dico che ti sei sbagliato!«
»Da quanto tu hai un buon senso dell’orientamento?«
»Forse non c’è l’ho, ma io so leggere un cartello stradale...«
E dopo un breve silenzio, continuò: »Senti, non lo fai apposta per arrivare in
ritardo, spero?«
»Ma che vai ad inventarti ancora! Certo che no!
Pensare a Miki e Kazue in abito da sera mi ha semplicemente fatto perdere la
concentrazione cinque minuti... Non preoccuparti, ritroveremo la strada...« e con una sterzata semi-padroneggiata ripartirono per
la giusta direzione.
”Come potrei dirle che per un istante ho voluto credere che noi fossimo una
coppia delle più normali che ci sono...
Nessuno che ci insegue... Per il momento, nessuno che ci minaccia... e
soprattutto non lei semplicemente perché è con me.
Ho approfittato di questo istante... un momento d’aberrazione... questa non è
che la sola cosa che mi resta... delle illusioni che costruisco tra due
combattimenti!
Fino a che l’illusione non prende il sopravento sulla realtà ed io metto il
piede in fallo...”
Ed aggiunse per fare una bella figura ed avere l’ultima parola.
»La mia strada era una scorciatoia!«
Di fronte a tanta malafede, Kaori non riuscì ad impedirsi di ridere di cuore.
Lui amava la sua risata.
Arrivati in prossimità del “Saint Louis”, dovettero arrendersi
all’evidenza. Nessun parcheggio! La serata della vigilia era già cominciata...
Dovettero posteggiare a cinque strade dall’ingresso. Ryo ritenne che avrebbero
fatto meglio a prendere la metro... Lei gli rispose che così vestiti avrebbero
fatto furore sui binari.
Uscendo dall’auto, la donna alzò gli occhi al cielo. Si accorse che aveva
ricominciato a nevicare! Un dolce sorriso venne a perdersi sulle sue labbra.
Amava veder cadere la neve in piena notte! Era magico come un miracolo!
Normalmente, sarebbe stata felicissima di camminare con il viso offerto al
vento. Ma si ricordò che non era vestita per una lunga passeggiata sotto la
neve.
Fece una piccola smorfia. Avrebbe dovuto avanzare così poco coperta, con una
giacca così leggera. Era perfetta per buscarsi l’influenza di Natale! Senza
contare che il leggero trucco che portava non avrebbe resistito per molto al
vento pungente! Che peccato, aveva pure ben seguito i consigli delle sue
amiche!
Improvvisamente, si sentì riparata. La neve non cadeva più sui suoi capelli.
Un’oasi asciutta si era richiusa attorno a lei.
Ryo si era tolto il suo ampio soprabito e l’aveva fatto passare sopra le loro
teste, proteggendoli dell’attacco della tramontana e della neve.
Le rivolse un tenero sorriso e con un soffio sussurrò:
»Ovviamente non hai previsto l’ombrello...«
Non era un rimprovero... non proprio. Piuttosto una constatazione, uno dei
dettagli che caratterizzavano Kaori. Lei, così spesso previdente, non aveva
semplicemente pensato a questo. Indubbiamente persa nell’anticipazione di una
serata da sogno...
Lei non rispose nulla e si incollò a lui per godere ancora di più della calda
protezione che lui le offriva. Si sentiva così bene. Non solamente protetta...
ugualmente accettata... completa... invincibile...
Questo rifugio sembrava impedire alla stessa realtà di raggiungerli.
Avanzarono assieme, in silenzio, creando, senza saperlo, il loro universo.
Per Kaori, era come se Ryo le stesse facendo un
regalo... Il più bel regalo di Natale che lei avesse mai ricevuto...
Stranamente, sentiva tutto il calore che si emanava da loro.
Non era un abraccio, ma significava talmente tanto. Era uno di quei momenti che
lei amava più di ogni altro al mondo. Quei momenti dove erano soli, dove le
possibilità tra di loro diventavano più numerose... dove comprendeva che non
avrebbe potuto lasciarlo, qualunque cosa lui dicesse, qualunque cosa lui
facesse.
Bisbigliò un debole grazie... ringraziava Ryo ma anche
la qualunque divinità che regolava l’universo per questo istante di pura
felicità.
Ryo fece finta di non aver sentito e represse la voglia di stringersi ancora di
più a lei.
”Ti dono dei souvenir Kaori...
Perché sono consapevole che non saranno mai dei momenti presenti?
Il romanticismo della situazione non sfugge a me come a te... ma sono allo
stesso modo cosciente che questi instanti sono sinonimo di tristezza... poiché
sono il limite massimo di quello che posso offrirti... la sola dolcezza
possibile...”