Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: FreDrachen    24/03/2015    5 recensioni
Cosa potrebbe mai accadere se un Angelo si innamorasse di un Demone? E se il Demone ricambiasse?
Non è impossibile.
A Gabriele e Lilith è successo. E sono disposti a tutto per proteggere il loro amore proibito.
Anche a costo della vita.
Saranno messi a dura prova dagli Inferi e il Paradiso.
Il loro amore riuscirà a scalfire le avversità e perdurare in eterno? O sarà sconfitto condannandoli a un'eterna divisione?
Genere: Dark, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Heaven & Hell'
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Nota pre-capitolo:
Ciao, ebbene si...ho deciso di avvisarvi adesso ^^
In questo capitolo accadrà...ciò che deve accadere, però rammentate:nulla è come sembra ^^
Penserete finisca tutto qui, ebbene non sarà così XD
No, volevo solo dirvelo...manca ancora molto alla fine.
Buona lettura <3




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Capitolo 51

Gabe assistette a ciò che accadde quasi fosse in apnea. Davvero non riusciva a credere che Beth fosse una creatura celeste così potente. O che fosse una di loro d'altronde. La mente corse al quadro che aveva dipinto quando ancora era alla Wilmington Town Of.
Un Angelo con le ali spiegate, una magnifica spada bianca e celeste diafana in pugno. Un Angelo che somigliava in modo impressionante a Beth, il volto fermo e determinato di fronte a una schiera di Demoni. Un Arcangelo, si corresse Gabe.
O il disegno che aveva trovato in camera di Beth. Era un segno inequivocabile che lei cominciava a ricordare qualcosa, un piccolo attimo della sua parte angelica assopita dentro di sé, e che adesso era scoppiata con la forza di una bomba.
Quando sentì la presa delle catene allentarsi recuperò la spada poggiata al suo fianco, cercandola con lo sguardo.
Un attimo prima si era avventata come una furia su Jake, che sarebbe morto se non fosse stato per un suo luogotenente che si era frapposto fra lui e la ragazza, permettendogli di allontanarsi.
Con un moto di stizza l'aveva vista divellere la lama dal petto del Demone e aprire in tutta la loro ampiezza le sue ali e spiccare il volo.
Poi più nulla.
Gabe alzó la spada, e come un automa si gettò contro qualunque Demone gli si parasse davanti, senza tregua.
A volte alzava lo sguardo per scorgerla, ma il caos glielo impediva.
Si imbattè in un Originario dall'aspetto vagamente famigliare. I capelli corvini, il viso pallido dagli zigomi pronunciati e gli occhi vermigli, freddi calcolatori.
Quando incrociò lo sguardo con lui gli sorrise.
«Finalmente. Da quando tempo»sibilò beffardamente.
Gabe non capì.«Come scusa?»
«Cosa si prova a essere un Arcangelo a metà?»gli domandò invece l'altro, ignorando la sua domanda.
Gabe cercò di sembrare deciso.«E cosa ti fa pensare che lo sia?»
L'Originario scoppiò a ridere sommessamente.«Un umano destinato a legarsi all'essenza di un Arcangelo eredita i suoi ricordi oltre che le sue doti. E te? Ricordi il passato del tuo predecessore?»
Notando lo smarrimento sul viso di Gabe, il Demone sogghignò.«Ho visto giusto. Mi spiace, ma in fondo è colpa mia»disse abbassando la spada vermiglia.
«Per cosa?»
L'Originario sorrise.«Chiedi a Uriel di un certo Asmodeus, e capirai».
Il Demone scomparì tra i combattenti, lasciando Gabe per un attimo spaesato. Di cosa stava parlando?
Ma in quel momento era il male minore. Doveva concentrarsi sulla battaglia. Ma la sua mente era altrove. Le parole dell'Originario gli rimbombavano nelle orecchie. Cosa voleva dire? Cosa c'era che non andava in lui?
Percorse lo sguardo sulla piana. Ovunque gettasse lo sguardo lo incrociava con i suoi compagni, animati di nuova determinazione e i Demoni, i visi stravolti dalla paura. La situazione si era notevolmente ribaltata.
E il merito era tutto di Beth.
Dove si trovava?
Il cielo plumbeo era segnato dalle fiammate infernali e il ghiaccio degli Angeli Comuni. Un tempo anche lui sarebbe stato con loro. Perché proprio adesso era cambiato? Perché proprio adesso aveva sviluppato questi poteri, e non seicento anni prima quando era morto?
Preso dai pensieri non si accorse del pericolo alle sue spalle. Di Jake alle sue spalle con la spada alzata pronto a infliggergli il colpo mortale.
Accadde tutto in una frazione di secondo. Si girò ma troppo lentamente. Sentí la pressione di un corpo che lo scostó dalla parabola mortale della spada, facendolo cadere a terra.
Alzó lo sguardo e ciò che vide lo raggeló.
Era Beth che si era frapposto tra lui e la morte. La punta della lama di Deimos che le spuntava dalla schiena. Il colpo fu così violento che miriadi di gocce di sangue vermiglio punteggiarono l'aria intorno. Rimasero l'uno davanti all'altra per un secondo e immobili. Fino a quando Beth non abbassò lo sguardo sulla lama che le attraversava il petto e Jake sorrise vittorioso.
Senza alcuna pietà diverse la lama, lasciando scappare alla ragazza un grido di dolore, mentre si accasciava lentamente a terra.
Gabe si lancio su di lei, urlando il suo nome, prendendo la sua testa tra le mani prima che toccasse terra, e poggiandola delicatamente sulle sue gambe. I rumori della battaglia arrivavano ovattate alle sue orecchie. Tutto aveva perso importanza di fronte dal viso pallido e cinereo e il respiro irregolare e gorgoglianti, segno che il sangue aveva cominciato a invadere i polmoni.
Jake alzò la spada.«Oh, povero piccolo, piccolo Angioletto»lo beffeggiò duramente.«Credi di essere un eroe, ma non lo sei. E non lo sarai mai. Ora che mi sono appropriato dell'essenza della tua amata, mi occuperò della tua».
Fece per colpirlo, ma Raphael lo intercettò appena in tempo.
«Prima di prendertela con il mio compagno, dovrai fare i conti con me Demone».
Jake lo fissò sprezzante, ma si allontanò. Non doveva correre il rischio di morire, o tutto sarebbe andato perduto. Avrebbe dovuto dire addio al divertimento che lo avrebbe aspettato all'Inferno al suo ritorno.
Raphael cercò di richiamare alla realtà il compagno. Ma a Gabe non interessava di ciò che accadeva intorno. Stringeva la mano di Beth, come se temesse potesse svanire da un momento all'altro.
«Beth…non avresti dovuto…perché…»
Beth tossì violentemente.«Dovevo farlo. Non potevo perderti…». Lo fissò intensamente negli occhi.«…un'altra volta». Chiuse gli occhi, il respiro si fece debolissimo e piano piano si affievolì definitivamente.
Gabe si portò la mano alla guancia, le lacrime gli scendevano giù per le goti.
E quando la vita lasciò definitivamente la ragazza, il corpo cominciò a svanire, come l'acqua quando si trasforma in vapore. Era questo che accadeva dopo la seconda morte. In genere, l'anima scompariva dal luogo della sua morte per proiettarsi all'Inferno, già priva d'essenza per essere gettata nella Fossa. Gli Arcangeli dovevano invece subire un ulteriore processo per svuotare l'anima dall'essenza.
Raphael gli poggiò una mano sulla spalla.
«Gabriele…»
Ma Gabe non ascoltava. Ogni suono sembrava essersi dissolto intorno a lui. La sua mente sembrava essersi bloccata alla morte di Beth. Una rabbia improvvisa cominciò a infiammargli il cuore.
Jake. Avrebbe pagato ogni cosa.
Scostò malamente la mano di Raphael, stringendo violentemente la spada ed evocando le ali.
Come una furia spiccò il volo, sorvolando con lo sguardo la piana. Invano furono i tentativi dei Demoni di fermarlo. Con la sua spada fiammeggiante li attaccava senza pietà, e l'odore di carne bruciata impregnava l'aria.
Ma di Jake non ne scorse neanche l'ombra, fino a quando non sentì la sua voce sovrastare le urla disperate dei suoi:«Ritirata!»
Gabe  vide alcuni Demoni in prossimità del Cancello, alcuni feriti, altri che cercavano di tener lontani gli Angeli. Atterró a terra, il volto travolto dalla furia. Eh, no. Quel bastardo sarebbe morto sedutastante.
Caricó la sua spada di Fuoco Celeste e con un grido l'affondó a terra. Lingue di Fuoco si sprigionarono dall'arma e dal suo corpo, annientando qualsiasi Demone incontrasse sul suo cammino.
Il Fuoco si fermó ai Cancelli, non potendolo sorpassare. Jake era già dall'altra parte, a fianco ad Annabel.
Il Demone lo fissó con occhi di fuoco.«Hai rovinato i piani ancora una volta Gabriele». Il suo viso si aprì poi in un sorriso. «Ma almeno ho un bel premio di consolazione che mi aspetta. Stai tranquillo, faró in modo che il Suo soggiorno all'Inferno sia indimenticabile».
«Maledetto!»insorse Gabe furente. La morte di Beth bruciava ancora e infiammava il suo cuore come un incendio indomabile.
«Vorrei rimanere per chiacchierare ancora con te Angioletto, ma la tua amata mi sta aspettando. In quanto suo assassino posso divertirmi come mi pare con lei, prima di gettarla nella Fossa. E non immagini da quanto tempo attendo questo momento» .
S'inchinó con fare, peró, beffardo.«Au revoir* Angioletto»disse dandogli poi le spalle ed evocando le nuove ali da Originario, che avevano rimpiazzato le sue amputate da Lilith, nel suo primo giorno al potere.
Gabe fece per scattare contro di lui, ma le gambe non lo ressero. Il Fuoco Celeste che aveva evocato, aveva bruciato parecchie energie.
«Gabriele...»
Il suo nome uscí dalla bocca, di chi? Mike? Raphael? Non lo sapeva.
Ma fu l'ultima cosa che sentì prima di perdere i sensi.
 
Aprí gli occhi.
Riconobbe il soffitto bianco dell'infermeria sopra di lui, il materasso duro a contatto con la sua schiena, e la coperta accanto ai suoi piedi.
Cosa ci faceva li?
«Gabriele».
Voltó la testa in direzione della voce. Michael era seduto al suo capezzale, sinceramente preoccupato.
Gli tastò la fronte madida di sudore.
«Come stai?»
«Mi sento come uno investito da un tir. Come mai sono svenuto?»
«Solo un sovraccarico di potere nel tuo corpo».
Gabe si lasciò andare sui cuscini con un gemito. I ricordi piano piano ritornarono dolorosissimi.
«Beth…»mormorò, mentre le lacrime cominciarono a uscire dagli occhi inarrestabili. Non aveva timore a dimostrare la sua debolezza in quel momento, contava solo che aveva perso per sempre la sua Beth.
Michael si fissò a disagio le mani.«Da quanto tempo…»
Gabe alzò lo sguardo.
«Da quanto tempo…l'amavi?»
Il ragazzo si morse il labbro.«Fin dal primo momento in cui l'ho vista»ammise.
Mike annuì, scostando lo sguardo dal fratello.«E ti sei mai chiesto il motivo per cui eri attirato da lei?»
La domanda gli suonò un po' strana, per questo rispose:«Avrei dovuto?»
«Si».
«E per quale motivo scusa?»
Mike strinse le labbra.«Voleva essere Uriel a darti tutte risposte Gabe».
Uriel.
Per lui era sempre stato un Arcangelo misterioso e ambiguo, e l'unico che gli poteva dare la risposte a cui tanto aspirava.
 
Uriel era davanti alla finestra della sua stanza, quando sentì bussare alla sua porta.
«Avanti»disse con voce ferma.
Quando Gabe entrò come una furia nella stanza, bianco come uno straccio e visibilmente ancora provato, l'Arcangelo si allarmò di fronte all'espressione dipinta sul volto del ragazzo.
«Gabriele, cos'hai? Sembri alterato».
«Alterato?»domandó rosso in viso.«Non direi alterato. Oserei funereo, arrabbiato, indignato, infuriato. Devo andare avanti?»
Uriel annuì comprensivo.«E a cosa devo la tua rabbia?»
Gabe lo fisso gelidamente. «Voglio la verità su cui mi hai tenuto all'oscuro».
«La verità su cosa?»
 
 
*trad dal francese:arrivederci











Angolino dell'autrice(vero e proprio) ^^:
Hallo ^^
Allora, il capitolo vi è piaciuto?
Questo è un capitolo di svolta, per quello che ho intenzione di fare...credetemi...come ho detto prima manca ancora tanto alla fine XD
Ringrazio tutti voi che seguite la storia(chi preferisce, ricorda, segue, recensisce, e anche i lettori silenziosi ^^).
A presto <3

Drachen



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