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Autore: _ Arya _    26/03/2015    11 recensioni
Emma Swan è una specializzanda al quarto anno di chirurgia. Durante un tragico incidente dove presterà soccorso, riuscirà a salvare il timoniere della Jolly Roger: Killian Jones. Non ci si dovrebbe mai innamorare di un paziente, ma le regole sono fatte per essere infrante...
"-Sono la dottoressa Swan. Emma. E le prometto che la tirerò fuori di qui- cercai di sorridergli incoraggiante.
-Lei è bellissima dottoressa- sorrise di rimando, e solo allora notai i suoi bellissimi occhi blu." [dal 1° capitolo]
Genere: Commedia, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills, Robin Hood
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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With you I'm born again (part 1)


-Wow! Questo non me l'aspettavo.- constatò Regina quando finalmente riuscii a indossare il vestito per la festa. Era più corto e più scollato di quanto ricordassi, ma era tardi per i ripensamenti... e in più mi piaceva.
Era un abito rosso, che mi arrivava più o meno a metà coscia: le maniche avevano un taglio che lasciava scoperte le mie spalle, e stessa cosa valeva per la schiena se non per un po' di stoffa a forma di croce a chiuderlo, e renderlo più elegante per compensare la profonda scollatura a V.
-Merito di Ruby, è stata lei a farmi girare una ventina di negozi...
-Ci capisce in fatto di moda la bambolina, complimenti. La prossima volta che andiamo a fare shopping portala, mi sarà più utile di te.
-Ehi! Cosa vorresti dire con questo!- feci finta di offendermi, ma in realtà sapevo che aveva ragione. A Regina piaceva girare per i negozi a provare tanti vestiti diversi, mentre io non facevo che darle fretta.
-Comunque com'è andato il week end?- le domandai sedendomi sul letto, mentre lei indossava l'abito nero che si era portata da casa, una volta tornata dal mare.
Era tornata da un paio d'ore, e dopo una doccia era venuta con le sue cose a sistemarsi da me. La mia casa era diventata praticamente il guardaroba ufficiale delle ragazze per la festa dato che oltre alle mie sorelle, erano venute a prepararsi anche Ariel, Aurora e Trilli, che alla fine sarebbe andata con Neal. Ero contenta che fosse riuscito a chiederglielo, a parer mio avrebbero formato davvero una bella coppia!
-Molto molto bene...- sorrise, sistemando le spalline allo specchio.
-Sei uno schianto! Ma con molto molto bene... qualche dettaglio, magari?- insistetti, dato che faceva tanto la misteriosa.
-Aveva affittato una casetta che dava su una spiaggia isolata. Abbiamo fatto passeggiate con Roland, siamo stati in piscina... picnic in spiaggia ieri a pranzo visto che c'era il sole...
-Ahh beati voi... che bello!- commentai sognante; mentre io passavo un week end tra febbre e centro commerciale, lei e Robin avevano avuto un fine settimana perfetto. Come una vera famiglia praticamente. Però non ero invidiosa, ero solamente felice; finalmente aveva trovato la felicità meritata.
-E come avete dormito?- la stuzzicai, alzando un sopracciglio.
-C'erano due stanze sai...
-E immagino lui non abbia dormito col figlio.
-No infatti.
-Ha dormito con te.
-Esatto.
-E immagino... non solo dormito.
-Swan! Insomma, posso avere un po' di privacy...?- fece indignata, ma era arrossita così violentemente che si era tradita da sola. Era ovvio che non si fossero limitati a darsi il bacino della buonanotte e dormire.
-Lo sapevoooo! E brava Regina, finalmente!- esultai saltando in piedi, e quella mi fulminò con lo sguardo.
-Sembri una bambina di cinque anni Swan, contieniti. Magari se prendi esempio da me ti torna un po' di sale in zucca... insomma, voi due scopate mentalmente, basta solo vedervi!
Scoppiai a ridere, quella definizione stramba un senso ce l'aveva in fondo. L'attrazione tra me e Killian si era fatta molto più evidente dopo che ci eravamo sbattuti al muro a vicenda. I nostri corpi non avevano fatto altro che cercare contatto fisico nelle ore successive, anche quando eravamo stati in compagnia degli altri due. E Regina era troppo sveglia per non accorgersene.
-Beh, domani lo dimettono. Quindi... vedremo. Non sono proprio sicura di essere pronta.- borbottai un po' imbarazzata; non che non lo volessi, ma dopo August il mio corpo tradiva un po' troppo spesso la mia volontà... non volevo rischiare di fare casini.
-Emma...- notando il mio repentino cambio di umore, Regina venne accanto a me e mi poggiò una mano sulla spalla -Stavo scherzando. Lo so che è presto, e... mi dispiace, sono stata inopportuna.
Scossi la testa, per rassicurarla; -No, tu non hai detto nulla di sbagliato... insomma, hai ragione sai. Tra me e lui... lo vorrei seriamente! Non sai quanto! La mia unica paura è quella di rovinare tutto.
-Non rovinerai nulla- mi assicurò, prendendomi per mano -Quell'uomo ha una gran pazienza, credo ti aspetterebbe per sempre se dovesse.
-Lo so. Ma... sono io a non averne, cavolo.- ammisi, facendomi sfuggire un sorriso, che lei ricambiò alzando gli occhi al cielo.
Finimmo quindi di sistemarci; alla fine decisi di lasciare sciolti i capelli, secondo Regina quando avevo i boccoli stavo molto meglio senza legarli, e decisi di crederle.
Col trucco non ci andai molto pesante, solo matita, mascara, e rossetto. Una volta tanto non ebbi bisogno d'altro, le mie occhiaie avevano deciso di darmi tregua per un po'.
Misi un paio di orecchini e un bracciale che trovai essere perfetti col vestito, e presi in mano le scarpe decisa a metterle solo un attimo prima di mettere piede fuori di casa. Erano davvero troppo alte, era una vita che non portavo tacchi a spillo.
-Swan, ti muovi? Sono le otto meno un quarto, ci dobbiamo muovere.- mi richiamò all'attenzione la mia amica, tirandomi per un braccio.
Era davvero bellissima nel suo vestito nero, e invidiai la sua disinvoltura nel camminare sui tacchi alti.
-Ok, ok... andiamo!- acconsentii dando un'ultima occhiata allo specchio, e scendemmo; grazie al cielo non eravamo le uniche ad aver fatto tardi, c'erano ancora tutte le altre ragazze, e tutte bellissime.
-Woo, ma guardatele!- esclamò Anna, squadrandoci da capo a piedi -Quanto siete sexy! Emma, non ti avevo mai vista... così!
-Si cambia ogni tanto... merito di Ruby- risi, facendo spallucce -Ma tu e le altre non siete da meno! Farai sbavare Kristoff, fidati.
-Come sai che vado con lui?!- fece con voce squillante, arrossendo leggermente -Cioé, ehm... sarebbe la prima volta che...
-Andiamo tesoro, non ci ho mai creduto che foste solo amici, anche se forse lo siete stati all'inizio... andiamo?
Le altre annuirono, e fui costretta a mettere i trampoli non così scomodi ma a cui non ero più abituata. Ai tempi del liceo avevo portato tacchi a spillo a qualsiasi festa, ma da allora mi sembravano essere passati anni luce.
Comunque, con Regina, Elsa e Trilli prendemmo l'auto di mia sorella, mentre alle piccole lasciai il maggiolino, a patto che fosse Anna a guidare non avendo mai visto le altre al voltante.

***

Il parcheggio dell'ospedale era decisamente pieno, ma riuscii a trovare un posticino abbastanza comodo tra due grossi macchinoni neri.
Lasciai le chiavi a Elsa, e recuperai le mie da Anna che aveva parcheggiato non lontano da noi.
Per qualche strano motivo avevo il cuore in gola, neanche fossi una ragazzina al ballo di fine anno: mi costrinsi ad aggrapparmi un attimo a Regina, per prendere un respiro profondo.
-Emma, non starai male proprio ora?- fece lei allarmata, voltandosi a guardarmi.
-No, ma che male... è... sono nervosa!- confessai, facendola inevitabilmente ridere. Se da un lato era assurdo che mi sentissi così, dall'altro non lo era poi così tanto.
Non si trattava della festa in sé, e neanche al discorso che avrei dovuto tenere davanti a tutti.
L'ansia veniva dal fatto che questa sarebbe stata la sera in cui una nuova fase della mia vita sarebbe iniziata: l'avrei passata con Killian, che l'indomani sarebbe finalmente stato dimesso. E la nostra relazione avrebbe avuto una nuova svolta.
Era stato facile finché l'avevo 24 ore su 24 nello stesso edificio insieme a me, ma adesso? Sarebbe stato più facile? Sarebbe stato più difficile?
In fondo avremmo potuto passare ancora più tempo insieme, forse... sul lavoro era difficile riuscire a ritagliarmi più di due ore al giorno, tre se mi fermavo a cenare con lui alla fine del mio turno.
-Dai Swan, muoviti che fa freddo. Non hai motivo di essere nervosa, vedrai che quando cadi tra le braccia del tuo uomo ti rilasserai di sicuro...
-E' proprio quello il punto. Vabbé dai andiamo, hai ragione, sto congelando- neanche mi ero accorta di avere brividi e pelle d'oca per quanto mi ero persa tra i pensieri. Ma era ora di passare ai fatti, e come fosse andata, sarebbe andata.

Una volta dentro mi guardai intorno: la sala inutilizzata, com'era per la festa, dava l'impressione di essere ancora più ampio di quanto mi era sembrata. Accanto alle pareti c'erano dei banchi con cibo e bevande, e al centro di tutto un palchetto con dei fiori e un microfono.
C'era troppa gente per riuscire a intravedere Killian, e anche Regina sembrava avere qualche difficoltà ad individuare Robin.
Avevo già afferrato il cellulare, quando notai i due uomini davanti alle scale, a guardarci sorridenti.
Il mio sguardo si aprì istintivamente in un sorriso meravigliato: Killian aveva un paio di pantaloni neri, con una camicia stavolta bianca, e una giacca di pelle marrone. Era anche quello a renderlo affascinante: non era il tipo da giacca e cravatta, sapeva invece essere elegante a modo suo. Oltre che incredibilmente attraente.
Lo guardai avvicinarsi a me, incapace di muovermi, fino a che mi prese le mani e mi guardò negli occhi.
-Sarò ripetitivo, Swan... ma... sei bellissima.
-Anche tu- riuscii solo a dire, prima di stringerlo e baciarlo.
Mentre le nostre labbra ormai del tutto familiari si assaporavano, tutte le mie preoccupazioni e le paure svanirono. Non avevo più paura di cosa sarebbe successo, perché in qualsiasi caso lui avrebbe fatto parte del mio futuro. Nulla avrebbe potuto cambiare o distruggere questa consapevolezza così bella.
-Fatti vedere tesoro... sei la più bella, lo sai vero?- fece l'uomo, prendendomi in modo da farmi fare un giro su me stessa. Poi mi strinse a sé, posando la mano calda sulla mia schiena nuda e facendomi invadere dai brividi. Avrei seriamente dovuto ringraziare Ruby ancora una volta.
-Tu sei sempre meravigliosa, ma non mi sarei mai immaginato di vederti così... così sexy.
-Di solito non sono sexy, quindi?- decisi di giocare, e gli afferrai il colletto della camicia guardandolo provocatoria.
-Lo sei. Sempre. Ma sai cosa voglio dire...- sussurrò, per poi posarmi un leggero bacio sul collo.
Non c'era nulla da fare, non avrei mai potuto vincere contro di lui in quel gioco... era troppo bravo a essere sensuale e farmi perdere la testa.
-Ciao ragazzi, e giù le mani ragazzo!- esordì mio padre salutandoci. Sospirai alzando gli occhi al cielo, e mi voltai verso di lui che guardava Killian un po' torvo. Anche lui era vestito elegante, e lo stesso valeva per mia madre che indossava un raffinato vestito di raso bianco.
-Ciao mamma... papà. Lo sai che devi smettere di fare il padre iperprotettivo, vero?- alzai un sopracciglio.
-Non è facile tesoro, e non lo sarà per un bel po'... se fossi stato più protettivo prima...
-Ehi, non devi preoccuparti.- gli assicurai, stringendo la mano al mio uomo.
-Non si preoccupi, David... sua figlia è in buone mani, mi creda... beh, metaforicamente parlando- aggiunse, accennando divertito al braccio senza mano.
-Lo so, Jones. Ma sarà sempre la mia bambina, anche quando avrà 50 anni...
-Ehi, la vogliamo smettere?- mi intromisi -Devo rubarvelo perché ho fame, ci si vede qui in giro...
-Certo tesoro... e sei bellissima! Siete bellissimi- fece mia madre, e tutti insieme ignorammo il “ma un po' troppo nuda” mormorato da mio padre.
Li salutai e tirai Killian per mano verso un banchetto dove avevo adocchiato dei tramezzini; anche Robin e Regina si erano buttati lì, e l'uomo la stava imboccando in maniera dolcissima.
Decisi di imitarli, ma fui io a voler imboccare lui. Così presi un tramezzino e glielo avvicinai alla bocca, intimandogli di aprirla.
Glielo feci mangiare tutto, e una volta finito non mancò di mordicchiarmi anche il dito, “per sbaglio” a sua detta.
-Sei sporco di maionese- gli feci notare, indicando l'angolo destro della bocca. Prima di lasciare che si pulisse, mi avvicinai e lo feci io con la punta della lingua, per poi baciarlo con ardore stringendo le mani nei suoi fianchi.
Sarebbe durato a lungo se non fosse stato per l'ennesima interruzione, stavolta dovuta a una schiarita di voce un po' troppo rumorosa perché fosse naturale.
Mi voltai scocciata sicura di trovarmi davanti mio padre, di nuovo, ma rimasi senza parole quando quello che vidi fu niente di meno che un elegante dottor Whale.
-Scusa Emma, non volevo interrompere- disse divertito, facendomi avvampare -ma ora che sono tutti arrivati devo andare a presentare la serata... e poi, se non hai cambiato idea ovviamente, ti lascerei fare il discorso...
-Sì ok, no, cioé... non ho cambiato idea. Va bene, arrivo.
Mentre lui andava, afferrai un bicchiere di plastica e lo riempii di limoncello per mandarlo giù velocemente, nel tentativo di cercare di non pensare all'enorme figura di merda che avevo fatto davanti al mio capo.
Mi aveva praticamente vista sbaciucchiarmi con Killian in maniera tutt'altro che casta... con che coraggio avrei potuto continuare a guardarlo in faccia?
-Non credo sia una buona idea prima di salire sul palco- mi fermò l'uomo, togliendomi la bottiglia di mano divertito, prima che potessi riempire di nuovo il bicchiere.
Ma cosa aveva da ridere lui... questione di qualche ora e sarebbe uscito, mentre io avrei continuato a vedere Whale per anni!
-Dai tesoro, non è successo niente di grave... pure Whale saprà come si da' un bacio con la lingua, come si fanno i bambini, eccetera...
-Cretino.
-Lo so, lo so... ma ora andiamo, dai.
Killian mi prese per mano e mi portò a un lato del palco, dove già si stava radunando gente essendo Whale appena salito, richiamando l'attenzione dei presenti. Che erano tanti. Non ero più tanto sicura di voler parlare davanti a tutti, ma non potevo tirarmi indietro all'ultimo momento. Certo, avrei potuto fingere di non farcela, di star male, di farmi venire la tremarella... ma non potevo deludere il capo, che per me aveva chiuso un occhio più di una volta.
-Buona sera a tutti signori e colleghi, grazie per essere venuti- esordì, facendo calare un silenzio generale -Come sapete, questa festa è fatta sì per divertirsi, per staccare la spina per qualche ora, ma abbiamo uno scopo ben preciso. Lo Storybrooke Hospital ha deciso di prendere a cuore, e aiutare effettivamente e gratuitamente le donne vittime di violenze e abusi. Abbiamo sempre offerto supporto grazie ai nostri psicologi, ma recenti avvenimenti mi, e ci hanno fatto riflettere che forse non basta. E qui è nata l'idea di aprire un piccolo centro di supporto gratuito, con sedute singole e di gruppo. Per poter permettere questo, speriamo di ricevere donazioni da parte dei nostri ospiti, che destineremo completamente allo scopo. Speriamo che questo piccolo contributo possa aiutare tante ragazze e donne, che spesso hanno il timore di parlare o semplicemente non possono permettersi di sostenere le spese di cure psicologiche, ad andare avanti con le loro vite!
Ci fu un grande applauso, e potei già intravedere più di un ospite col libretto degli assegni in mano. Non si era dilungato molto, ma era stato in grado di cogliere l'essenza della serata.
-Grazie mille a tutti!- continuò -E ora vorrei invitare sul palco la dottoressa Emma Swan, una dei miei migliori specializzandi che sicuramente potrà essere più obiettiva di me sull'argomento!
Se Killian non mi avesse spinta sugli scalini, probabilmente sarei rimasta bloccata accanto a lui, incapace di muovermi. Non mi ero aspettata una presentazione così in grande, farmi definire addirittura una dei migliori... era lusinghiero quanto imbarazzante.
Whale mi diede una pacca sulla spalla e mi lasciò il microfono in mano, per poi spostarsi dietro di me.
Mi guardai intorno, e anche se per la maggior parte erano tutti colleghi, c'erano visi che avrei potuto giurare fossero di potenziali finanziatori.
Ormai era fatta, quindi presi un gran respiro e pregai di non fare una figuraccia e far scappare tutti.
-Buona sera- iniziai, cercando di non balbettare -Io sono la dottoressa Swan e...
Fantastico. Nemmeno due parole e già non sapevo cosa dire, già mi ero dimenticata del tutto quel che avevo programmato.
Ma per fortuna, Regina era di fronte a me, proprio sotto il palco: mi guardò facendomi cenno di continuare, con uno sguardo che diceva “Ce la puoi fare Swan”, oppure “Parla o devo salire a tirarti fuori le parole di bocca?”. In ogni caso, funzionò.
-... e non sono brava a parlare, si vede?- conclusi, e per mio grande sollievo si levò una risata generale, che riuscì ad allentare la tensione.
-Ma ringrazio il dottor Whale per la fiducia. Vi chiederete probabilmente perché una specializzanda è qui a parlare, invece di qualcuno più competente... e beh, avete ragione- altra risata. Forse non era tutto perduto, magari avevo una vena comica che si stava rivelando soltanto adesso.
-Io sono qui, perché sono stata anch'io vittima di violenza, di recente. Non sono passate neanche due settimane in realtà.- stavolta nessuno rise, e se possibile il silenzio si fece ancora più profondo di quanto aveva parlato il primario.
-In realtà non c'è molto da dire, se non che si tratta del mio ex fidanzato... che ho denunciato, anche se a quanto pare è uscito su cauzione. Però ecco, questa è una cosa che vorrei sottolineare... non si deve aver paura di denunciare, perché in un modo o nell'altro queste persone vanno punite.
Presi una pausa per guardarmi intorno e riprendere fiato; erano tutti seri, e in attesa, e non mancò qualche espressione di pietà che cercai di ignorare.
Non volevo che nessuno avesse pietà di me, volevo solo che mi rispettassero e ascoltassero.
-Io non ho paura di parlare, e chi mi conosce lo sa bene... però ci sono ragazze che invece ne hanno, perché in parte si sentono colpevoli, in parte si vergognano... altre non vogliono parlarne con le persone loro vicine, ma non hanno neanche i mezzi per permettersi uno specialista. Quindi, potersi assicurare un'assistenza gratuita è importante, perché tenersi tutto dentro fa male. Anch'io sono stata meglio nel momento in cui ho parlato... mi dica- feci rivolta a una donna che non conoscevo che aveva alzato la mano.
-Scusi dottoressa. Vorrei solo chiederle... lei come sta affrontando il problema. Credo che chi ci è passato possa darci una visione migliore...
-Io? Beh, non sono un ottimo esempio. Voglio dire, che non vorrei far sentire a disagio altri... perché io sto bene. Certo, non l'ho dimenticato... mi capita di ripensarci, ma... sto bene. Ho un uomo nella mia vita, grazie al quale ho superato il problema piuttosto velocemente. Se posso dare un consiglio, la terapia di gruppo sarebbe un'ottima cosa. Credo che potersi confrontare non solo con uno psicologo, ma anche con altre donne che hanno subito lo stesso trauma, possa aiutare a liberarsi di certi pensieri, quesiti... e beh, tant'è. Se questo progetto andrà in porto, sarei felice di dare una mano in caso di bisogno.
Stavolta gli applausi toccarono a me, e non seppi che fare se non sorridere e ringraziare. Ero contenta e sollevata di essere riuscita a fare un discorso di senso compiuto, senza fare troppe gaffes, a parte il mutismo iniziale. Ma dopotutto, ero riuscita a sistemare anche quello.

Comunque, stavo meglio sotto il palco, quindi feci un cenno a Whale, e tornai giù lasciandogli lo spazio per ringraziare e augurare buona serata.
Per la tensione, ovviamente presi male l'ultimo scalino e senza esitazione mi lasciai afferrare dalle braccia di Killian, che per fortuna mi aspettava ancora lì, evitandomi così un bel scivolone.
-Sta attenta dolcezza...- sussurrò sulle mie labbra, tanto eravamo vicini ora.
Sorrisi, ma quando con la coda nell'occhio mi accorsi che più di un paio di occhi erano puntati su di noi, lo tirai per mano per allontanarci da lì.
Lo portai fino alla porta d'ingresso, e nonostante facesse freddo uscimmo a prendere una boccata d'aria.
Una volta chiusa la porta, potemmo godere di un bel silenzio, tempestato di stelle che quella sera avevano deciso di essere più luminose che mai.
-Domani sera, se il tempo resta così voglio portarti a fare una passeggiata sotto le stelle...
-Ci sto...- sussurrai sovrappensiero, mentre mi stringevo al suo braccio per cercare di scaldarmi un po'. L'uomo si accorse che tremavo, quindi si sfilò la giacca e me la sistemò sulla spalle, e poi mi cinse con un braccio.
Chiusi gli occhi lasciandomi cullare da quel dolce calore, senza il quale non avrei più potuto immaginare di vivere. Era incredibile quanto a fondo si era fatto spazio nella mia vita, come nessun altro prima di lui. Neanche Neal o August.
La relazione con Killian era più vera e profonda, e nonostante fosse ancora giovane ero sicura fosse più forte di una roccia. Nulla avrebbe potuto separarmi da lui, perché in cuor mio sapevo che non mi avrebbe mai fatta soffrire, neanche per sbaglio, nonostante il suo passato.
-Anche voi qui?
Mi voltai, per vedere Regina e Robin avere la nostra stessa idea e lasciare la sala per raggiungerci.
-Già... farà anche freddo, ma volevo una boccata d'aria...- spiegai, con una scrollata di spalle.
-Sei stata brava, prima. Hai detto cose giuste...
-Ehm grazie. In realtà io... mi ero preparata delle cose da dire... ma me le sono dimenticate tutte- ammisi.
Gli altri risero, poi Killian mi strinse più forte e mi diede un bacio sulla fronte.
-Che ne dite se entriamo a farci una bevuta? Qui si gela- propose quindi Regina, che nonostante indossasse la giacca di Robin tremava più di me. Lui la strinse per cercare di scaldarla, ma annuì e si voltò a vedere che intenzioni avessimo noi.
-Ok, andate- dissi -io chiamo Granny per sentire come sta andando... e chiedo anche di Roland- mi rivolsi al padre del ragazzino. Alla fine la nonnina che aveva il locale chiuso per quella sera, si era fatta convincere da sua nipote, Ruby, a tenere i bambini di chi avrebbe partecipato alla festa. Quindi aveva organizzato una piccola festicciola all'interno del suo “Diner” per una dozzina di bambini tra i cinque e i 12 anni.
-Grazie. Spero non abbia fatto danni considerato che è tra i più piccoli...
-Ma no, Roland è dolcissimo!- intervenne Regina -Lui non fa casini. Ok, allora ci vediamo dentro Emma...
-Ok! Killian vai anche tu o per colpa mia prendi freddo. Due minuti e arrivo!
Lui annuì e rientrò insieme agli altri, mentre io recuperavo il cellulare componendo il numero di Granny. Inizialmente ero stata preoccupata perché a una certa ora i bambini dovevano andare a letto, ma aveva assicurato che ci avrebbe pensato lei a preparare nel b&b dei piani superiori due camere, uno per i maschietti e l'altro per le femmine. Per una volta potevamo anche lasciar divertire i bambini, magari sarebbe nata qualche nuova amicizia... già a Henry piaceva molto Roland, e aveva promesso di prendersi cura di lui.
-Ehi... Emma?
Mi voltai velocemente, incredula, nella speranza di aver sentito male. Eppure quella voce avrei potuto riconoscerla ovunque, e infatti era proprio lui.
-Cosa vuoi August- biascicai, guardandolo negli occhi con odio. Solo odio. Non volevo mostrare di avere paura, anche perché non avevo motivo di averne. Ero lucida, e potevo sopraffarlo se solo avesse provato a sfiorarmi.
-Volevo parlare con te. Ero pronto a tutti gli insulti, in caso fossi entrato ma... sono stato fortunato a trovarti qui.
-Mi dispiace deluderti, ma io non ho proprio niente da dirti. Quindi se non ti dispiace, ma anche se ti dispiace, io torno dentro- mi voltai pronta a rientrare di corsa, ma quando mi afferrò per il braccio mi paralizzai.
Avrei voluto reagire, dargli un pugno, scrollarmelo di dosso, o qualsiasi altra cosa: ma non ci riuscii. Il suo tocco bastò per riportare a galla quella notte orrenda, quella notte in cui aveva dimostrato di essere peggiore di quanto credessi. Mi aveva fatto del male, mi aveva umiliata, usata, aveva ignorato il mio dolore, le mie preghiere di smetterla.
-Hai paura di me?
-No! Non ho paura né di te né di nessuno- mi costrinsi a voltarmi, e strinsi i denti per non lasciar uscire le lacrime, già pronte a scivolare via.
-Allora lasciami parlare...
-Lasciami andare.
-Se lo facessi tu correresti dentro e non me ne daresti la possibilità. Per favore, Emma...
Scossi la testa, impegnandomi con tutte le mie forze per non crollare. Non era da me, io ero sempre stata forte e decisa, non potevo cedere adesso. Non potevo essere una debole per colpa sua!
-Sta lontano da lei!
Ebbi appena il tempo di vedere August aprire la bocca confuso, che fu colpito con forza e finalmente mi lasciò andare.
Ripresi a respirare e mi aggrappai al braccio del mio salvatore, che mi strinse forte. Respirare il suo profumo mi aiutò a rilassarmi e riprendere le mie facoltà sensoriali.
-Ti ha fatto male tesoro?- mi domandò preoccupato, accarezzandomi i capelli.
-No, no. Sto bene. Rientriamo dai...
-Aspetta! Io volevo soltanto chiedere scusa!- esclamò l'altro, che si era ridestato.
-Ma con quale coraggio, August!- feci arrabbiata, sciogliendomi dalla stretta di Killian e avvicinandomi a lui, ora più sicura avendo il mio uomo vicino -Hai pagato la cauzione invece di scontare la pena. Non è un buon modo per iniziare con le scuse!
-Me l'ha pagata mio padre. Però... aspetta.
Restai senza parole... suo padre! Certo, si trattava di suo figlio, ma avevo sempre considerato Marco un uomo d'onore e gentile. Come aveva potuto permettere che August, invece di pagare per ciò che aveva fatto, potesse girarsene liberamente e magari fare del male ad altre persone?
-Cosa dovrei aspettare.
-Rifiuterò la cauzione- disse, guardandomi negli occhi, e catturando finalmente la mia attenzione -Ne ho parlato con mio padre e... passerò due anni in carcere, e altri quattro a fare servizio pubblico. E ovviamente ti risarcirò i danni...
-Non voglio soldi, lascia perdere quelli.- dissi, studiandolo bene. Certo, due anni di reclusione erano pochi, e magari si sarebbero trasformati anche quelli in arresti domiciliari... ma il fatto che volesse pagare per i suoi errori mi stupì. Non era da lui. E nonostante tutto, non riuscii a non apprezzarlo... poco mi importava del risarcimento, non avevo bisogno di soldi, ed ero certa valesse anche per Aurora.
Anche se con difficoltà, nei suoi occhi riuscii ad intravedere l'uomo che una volta avevo tanto amato, quello che aveva amato me.
-E' giusto che ti ripaghi. Mi dispiace molto.- ripeté.
-Non è coi soldi che puoi ripagarmi. Ripagami tornando la persona che eri quando ti ho conosciuto. Sconta la tua pena, che sia in prigione o chiuso in casa... usa quel tempo per riflettere. E smetti di bere. E forse... forse un giorno potrò perdonarti.
Non ero sicura di farcela, ma forse... forse non era del tutto impossibile. Forse c'era la possibilità che tra qualche anno sarei riuscita a perdonarlo per quello che mi aveva fatto... ma prima doveva trovare il modo di perdonare sé stesso, doveva essere il primo a credere di poter cambiare ed essere una brava persona.
-Sei una persona speciale Emma. Non mi perdonerò mai per aver sbagliato tutto con te.
-Vedi di rimediare allora. Forse un giorno riuscirai a trovare un'altra donna... che ti vorrà per come sei, e accetterà gli sbagli del tuo passato... sta a te- gli porsi una mano, che lui prima guardò e poi strinse. Era il massimo che riuscii a concedergli al momento, ma era pur sempre qualcosa.
Ci sorridemmo, mentre Killian restava dietro di me a tenermi saldamente per i fianchi, e farmi sentire protetta. Non avevo mai voluto che qualcuno mi proteggesse, avevo sempre voluto essere io quella forte, io quella che si prendeva cura degli altri... ma finalmente capii che non era così male avere un uomo in grado di farmi sentire al sicuro.
Lasciai la mano di August, che con un cenno del capo mi salutò, e poi si voltò per andare via.
Avevo avuto paura, per un momento. Avevo avuto paura che la sua comparsa rovinasse tutti i progressi che ero riuscita a fare, ma fortunatamente non fu così. Mi sentivo bene.
-Killian... come mai sei venuto a cercarmi, comunque?- mi voltai verso di lui e gli presi le mani, facendolo indietreggiare per rientrare.
Il calore della sala fu un sollievo, e mi fece tornare la sensibilità nelle dita.
-Giusto... ci sono quegli assistenti sociali, alla festa. Mi hanno detto che potevo dirtelo...
-Dirmi cosa?- sgranai gli occhi, improvvisamente ansiosa. Avevano preso la loro decisione? E perché Killian non me lo diceva subito? Il responso quindi era stato negativo, e Lily non mi sarebbe stata affidata?
-Dirti che la bambina è tua, Swan.
Nemmeno io riuscii a spiegarmi la gioia che provai in quel momento. Dopo quasi un mese di sofferenze, con pochi spiragli di pace, avevo ottenuto tutto ciò che avrei potuto desiderare dalla vita. Un uomo perfetto, un chiarimento con Neal, e perfino con August, la prospettiva di un gran bel futuro, a cui si era appena aggiunto un nuovo membro. E chi meglio dell'uomo che amavo poteva darmi la notizia?
Non mi importò che potessero vederci, che potessi fare una figura di merda, e mi gettai tra le sue braccia baciandolo con passione. Quando mi strinse la schiena iniziai ad indietreggiare, senza smettere di baciarlo fino a che non raggiungemmo la porta che dava alle scale in fondo alla sala. Senza esitazione la aprii, e lo tirai per un braccio per poi baciarlo ancora, e trascinarlo sulla scalinata.
-Che cosa stai... cosa stiamo facendo Swan...
-Stiamo andando in camera tua.
 



Ci sono delle sensazioni che si rifiutano di lasciarci,
sono piccole distrazioni che ti bisbigliano nell'orecchio.
Certe cose ti restano sotto pelle...
per quanto ci provi non puoi ignorare il tuo istinto.
È vero ciò che si dice segui sempre il tuo istinto. (cit. Grey's Anatomy 9x19)



















 

Angolo dell'autrice;
Ciao a tutti! Questa era la prima parte dell'ultimo capitolo, finalmente ce l'ho fatta xD Mi è servito qualche giorno in più per poterla scrivere in maniera decente, e spero di esserci riuscita. (è anche parecchio lunga, 8 pagine di word praticamente xD)
Per essere buona, per una volta, non ho concluso il capitolo con avvenimenti ansiosi...anche se probabilmente ho chiuso in un momento clou, non odiatemi.
L'ultimo credo lo posterò domenica, oppure lunedì... vedremo quanto mi ci vuole a mettere per iscritto ciò che ho in mente, ma voglio farlo bene.
Grazie a tutti quelli che recensiscono, leggono, ed inseriscono nelle categorie... non avrei mai immaginato sareste stati così tanti! Nell'ultimo ringrazierò tutti uno a uno 

Buonanotte! (ho fatto le 4 di nuovo, olé!)

 





Gli outfit di Emma e Regina:

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