Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Flos Ignis    26/03/2015    2 recensioni
Innanzi tutto, bisogna dire che questa storia parla del Destino. Dell'Amore. Della Morte. Dell'Amicizia.
La guerra contro Voldemort è finita, ma sembra che un nuovo male, ancora senza volto e senza nome, minacci di far spargere la Disperazione come un veleno mortifero. Gli eroi che ben conosciamo combatteranno contro di esso, ma la distinzione tra ciò che è giusto e ciò che è facile non è così netta. Forse riusciranno a vincere questa nuova guerra, o forse soccomberanno. La risposta che cercano, la salvezza che anelano, giace in una Verità così antica che la memoria umana non ne conserva più il ricordo.
'Quando il mondo spirerà l'ultimo anelito di vita che gli rimane, l'Ultima chiamerà a raccolta il Potere che da sempre appartiene alle Creature , traendo forza dal Fuoco, dall'Acqua, dalla Terra e dall'Aria. Il Male saprà contrastarla, ed ecco giungere il Destino, il quale plasmerà con le sue mani sè stesso e tutti quanti noi col Giudizio Celeste.
Salve a tutti! Questa è la mia prima fanfiction, confido nella vostra benevolenza e nel vostro aiuto per migliorarmi come scrittrice e persona! Buona lettura, spero! Non fatevi ingannare dall'altisonanza della profezia, riservo allegre e rilassanti sorprese!
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Il trio protagonista, Luna Lovegood, Un po' tutti | Coppie: Draco/Ginny, Harry/Hermione, Luna/Ron
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 …e l’Inizio del Nuovo Mondo
 
 
 
 
 
C'è sempre qualcuno disposto a indossare l'armatura e a gettarsi in battaglia. Ma il vero genio sa trovare il modo per ottenere ciò che desidera anche senza doversi sacrificare. "Angelology" di Danielle Trussoni
 
 
 
Qualche volta penso che sia troppo rischioso dipendere così tanto da qualcuno per essere felice. Ma senza condividere con qualcuno almeno una parte della nostra vita, tutto sembra meno interessante, meno prezioso, in un certo senso.-
-Vale la pena di rischiare, Thirrin. Anche quando il fato ci costringe a scoprire le carte e perdiamo tutto, vale la pena di rischiare.-   "Icemark" di Stuart Hill
 
 
 
 
 
Ginny sapeva sempre quando i suoi amici erano in pericolo. Che fosse la sua preveggenza o il sesto senso magico o un’eredità di mamma Molly ancora non l’aveva capito, ma sospettava che tutt’e tre le spiegazioni c’entrassero qualcosa.
Fu per questo che nel preciso instante in cui aveva avuto la sua visione sul futuro aveva intuito che qualcosa sarebbe potuto andare terribilmente storto.
Rispetto agli altri futuri che aveva visto, quello era l’unico in cui a vincere era stata Hermione, e in cui tutti e sei loro erano ancora vivi. L’unico per cui valesse la pena lottare, l’aveva definito. Lo pensava davvero.
Quelli in cui loro perdevano li aveva scartati subito. Poi ce n’era uno in cui né Harry né Hermione erano sopravvissuti; uno in cui loro portatori morivano insieme alla loro Regina; molti non prevedevano la presenza di Harry, o di Hermione, che per la disperazione di aver perso l’altro si lasciavano morire per raggiungerlo; in altri il loro gruppo era dimezzato.
Sinceramente, quei futuri le avevano fatto più paura di tutti gli altri in cui a regnare per sempre sarebbe stata l’Apatia di Nemo, che diciamocelo, erano uno spettacolo a dir poco inquietante.
Ecco perché aveva scelto di agire come le suggeriva l’unico futuro che aveva intenzione di vivere e creare insieme a TUTTI i suoi amici. Aveva i contorni più sfocati rispetto agli altri, e molte variabili imprevedibili in corso… ma quando l’aveva sommariamente descritto agli altri, non c’erano stati dubbi. Avrebbero inciso su pietra quel cammino, o non ne avrebbero avuto uno a loro piacimento.
E al diavolo tutto il resto.
Tutti o nessuno. Alcuni non avrebbero approvato la loro scelta, avrebbero sacrificato uno o due per salvarne milioni. E davvero, Ginny capiva la loro logica. Il mondo era sempre andato avanti come una sorta di continua selezione naturale, ma molto più crudele in quanto fondata non sulla morte di chi non sapeva adattarsi al mutare delle condizioni come natura prevedeva, ma sul sacrificio. Che, permettete, era un bel po’ differente a suo parere.
‘Che si facciano avanti quelli che non sono d’accordo. Siamo stanchi di sopravvivere sui cadaveri di chi ci sta intorno, o sulla loro felicità. Vogliamo un mondo nuovo, e per averlo siamo disposti a rischiare.
La vita è preziosa, e va protetta. Che sì, il sacrificio è nobile e finora ha permesso al mondo di andare avanti. Ma dove siamo giunti? Le guerre certo non si sono fermate, il dolore e la colpa dei sopravvissuti non si placherà mai se non cominciamo a rattoppare i difetti di questa vita. Se un nuovo futuro deve essere scritto, che almeno sia migliore del passato da cui dobbiamo riscattarci, tenendolo bene a mente, a monito per gli errori che dovremo evitare.’
Non era facile, non ne avevano il diritto, forse non era nemmeno giusto.
MA ERA UMANO.
Harry l’aveva guardata, e aveva subito acconsentito. Chi meglio di lui poteva sposare quella strategia rischiosa? Subito dopo, era toccato a tutti gli altri. Proteggere i legami tra le persone era la missione che ogni uomo avrebbe perseguito in quel futuro che volevano crearsi da sé.
Non era qualcosa che tutti avrebbero accettato, ma loro avrebbero vegliato, facendo del loro meglio, come tutti, affinchè tutti potessero decidere da sé per la loro vita, solo la loro.
Vita, amore, libertà. Quello sarebbe stato il loro stemma.
‘Ma torniamo a noi… ‘
 
Ginny sapeva sempre se un amico era nei guai. E Luna lo era. Anche nella sua visione, lei era quella che aveva visto in modo più vago, insieme ad Harry. E questo poteva solo essere un enorme segnale di pericolo. Mortale, ovviamente, o le cose per loro sarebbero state troppo facili, no?
‘Odio il dannato karma.’
Dopo essersi assicurata che lo scudo tenesse e aver strappato la promessa ad Harry che non si sarebbe allontanato dai due amici svenuti prima del suo ritorno si mise a correre verso Luna. Non era molto distante, me era difficile avvicinarsi. Stava ancora esercitando la sua magia sul portale per i morti, era evidente, ma sembrava terribilmente stanca e provata. Lanciò uno sguardo ad Hermione, che finalmente pareva giocarsela alla pari contro Nemo, improvvisamente molto meno sicuro di sé di quanto non lo fesse pochi minuti prima. O secondi. Ma che diavolo stava succedendo allo scorrere del tempo? A giudicare dal titanio scontro che stava avvenendo non lontano da lei, supponeva c’entrasse la sua storica amica.
 
Il suo brutto presentimento suonò con mille campanelli d’allarme quando Luna dovette aggrapparsi al thestral che era diventata dopo la sua morte la madre di Luna. Lo riconosceva, era Eliana, lo stesso che la sua amica le aveva presentato pochi mesi prima.

 
-Luna, basta! Adesso lascia fare a me, hai già fatto abbastanza!-
 
Nemmeno la sentì. Continuò imperterrita, e Ginny non sapeva più cosa fare per fermarla. Le era impossibile avvicinarsi, l’Aria lo impediva. O forse, era lo squarcio del Velo a tenerla lontana, ammettendo solo la Portatrice del suo stesso Elemento al suo cospetto.
 
Poi Luna sorrise, e svenne.
 
‘E siamo a tre fuori uso. Grandioso’
 
Ginny sapeva di fare pensieri tra l’acido ed il sarcastico quando era sottopressione, ma era il suo modo per scaricare i nervi tesi. Pazienza, finchè restavano solo pensieri…
 
Finalmente potè arrivare al fianco di Luna, che ora, pallida e con gli occhi chiusi, sembrava una marionetta un po’ tanto strapazzata a cui avevano tagliato i fili.
Il thestral battè il muso sul suo stomaco con una certa violenza, e al suo verso di dolore la guardò come a chiederle scusa, ma poi le afferrò la maglia con i denti, tirando e al contempo scalpitando con gli zoccoli sul terreno.
 
-Ma che hai? Cosa c’è?-
 
La mollò subito, voltando il muso con insistenza da lei a Luna. E Ginny capì, con la precisione chirurgica tipica delle cattive notizie, che Luna era in pericolo.
 
Prese la daga di Luna, avvicinandola al volto: non si appannava. Luna non respirava. Cercò di percepire il battito del cuore… le pareva d sentirlo, debole ma presente, ma non era sicura di non confonderlo con il suo, accelerato e impazzito dalla preoccupazione.
 
Adottò le tecniche di primo soccorso babbane che Harry ed Hermione avevano insegnato loro tempo prima, ma rendendosi conto che non funzionavano si decise.
 
Le sue mani si ricoprirono di fuoco bianco, Fuoco di Vita. Le posò sul petto della bionda corvonero e le trasmise forza. Se Luna fosse stata morta, non avrebbe potuto fare nulla, ma era sicura che non lo fosse, non poteva aver mollato, non poteva averli lasciati.
 
Lei non poteva ridare la vita come Hermione… e nemmeno guarire le ferite come Luna, ma poteva fare qualcosa lo stesso. Se il cuore dell’amica batteva ancora poteva dargli la forza per non smettere di farlo. Si trattava solo di eccessiva debolezza dopotutto, no? Non era ferita, si era solo sforzata troppo, ed era suo dovere darle la forza di cui necessitava…
 
Mandò mentalmente al diavolo il suo cervello che le faceva fare pensieri dal sapore della disperazione, e con orgoglio ingoiò le lacrime che volevano uscire. Qualcuna le sfuggì, ma le ignorò, limitandosi a ingoiare i singhiozzi.
 
-Ginny…-
 
Un singulto di sorpresa le fece perdere la concentrazione necessaria a mantenere l’incantesimo, ma non se ne curò. Non serviva più. Luna aveva aperto gli occhi, e la stava fissando con uno sguardo stanco e confuso. Ma respirava ora, e i suoi occhi azzurri la trapassavano come sempre, solo velati di confusione.
 
-Perché hai le mani sul mio seno?-
 
Le venne un improvviso attacco di riso, che usò per mascherare un decisamente meno dignitoso singhiozzo. Prese quella ragazza straordinaria tra le braccia, stritolandola come ogni membro della famiglia Weasley avrebbe riconosciuto come ennesima eredità di sua madre.
 
-Che spavento mi hai fatto prendere…-
 
-Mi dispiace…-
 
-Mai più, Luna. Non devi dimostrare niente a nessuno, chiaro? Per l’amor del cielo, evita di rischiare così tanto di nuovo, o ti ripescherò dal mondo dei morti solo per rimandartici io stessa, e con te verrà anche mio fratello, perché è così ovvio che gli piaci, e subito dopo Draco, che non sembra sai, ma è peggio di una chioccia isterica e protettiva con te e morirebbe di dolore, e io odio ammetterlo ma se lui morisse dopo io non…-
 
-Ginny? Basta, ok? Stai straparlando.. oh, non è colpa tua, aspetta che ti aiuto a liberarti di questi Tongui… sai, questi dispettosi fanno parlare senza fine la gente…-
 
Luna era decisamente guarita… e decisamente avrebbero dovuto fare una chiacchierata a proposito della discrezione necessaria su certi argomenti trattati quando quei Tongu o come si chiamavano erano nelle vicinanze.
 
 
 
 
 
Inside an endless conflict, the man has begun to understand the reason he fights.
Tsubasa Reservoir Chronicle’
 
 
 
 
 
-Com’è che adesso non ridi più?-
 
Ok, non era proprio da lei fare la spaccona nel bel mezzo di uno scontro del genere, ma il suo cervello era andato allegramente in vacanza da tempo. Quel bislacco scorrere altalenante del tempo la stava mandando leggermente in confusione, e tutta la sua concentrazione residua era devoluta immediatamente alla magia in corso.
 
Intorno a lei si erigeva una cupola di fulmini, che alimentava continuamente dal nulla, e non era semplice tenerli a bada, ma nonostante si trovasse praticamente nel mezzo di una tempesta priva di pioggia, riusciva lo stesso ad avere un quadro periferico della situazione.
 
Aveva seguito passo passo le azioni dei suoi amici, e doveva ammettere che il loro piano stava funzionando alla grande.
 
Ron era stato davvero un genio nel tessere un nuovo Bozzolo Magico: aveva ridato stabilità alla magia e il modo in cui l’aveva costruito poteva tranquillamente passare per un’opera di imponente ingegneria avanzata. Praticamente era indistruttibile, fitto e inestricabile come gli intrecci di un tappeto persiano, e dove prima si trovavano gli incroci tra le linee di forza, ora Ron aveva posto delle immaginarie colonne che facevano da perno agli infiniti fili che ci giravano attorno, si intrecciavano fittamente e poi si allontanavano. La ciliegina sulla torta era stata però la sua idea di rendere ogni colonna connessa alle altre con molte trame, ma sostanzialmente indipendente.
 
Il suo migliore amico era davvero un genio.
 
A quel punto aveva iniziato a ricevere energia, prima come brevi respiri affannosi dopo una lunga apnea, ma poi quella boccata d’ossigeno era diventata costante e i polmoni avevano smesso di bruciarle. Come Draco fosse riuscito a trovare la forza di chiedere a migliaia e migliaia di maghi di ogni parte del mondo di mandarle energia rimaneva un mistero, ma non grande quanto il come diavolo fosse riuscito a farsi capire da tutti.
 
Del resto, Draco non le aveva mai detto di aver appreso, dato il suo dono di dare una seconda possibilità alle anime, di saper parlare direttamente ad esse, senza bisogno delle parole e della conoscenza delle lingue. Questo, lo avrebbe scoperto solo in seguito.
 
Per il momento, Hermione decise di limitarsi a ringraziarlo silenziosamente.
 
Si commosse quando notò le bacchette di tutti gli occupanti di Hogwarts levate al cielo, e percepì la speranza che riponevano in lei nonostante il dolore di quel momento. Per un attimo ricordò l’addio silenzioso a Silente, con tanti lumos che circondavano di luce il corpo dell’anziano mago che aveva fatto la storia. Ma quelli non erano incantesimi, erano sentimenti positivi che le stavano trasmettendo.
E che le dessero pure della pazza, ma lei percepiva anche la fiducia di Minerva. Sapeva che non era possibile, prima che potesse tornare lo spirito della sua mentore ci sarebbe voluto un anno… forse era solo una sua impressione. O forse, erano quegli sbalzi temporali a fargliela percepire… non lo sapeva, e questo non lo avrebbe mai saputo probabilmente, ma non le importava. C’era, la sentiva, e pazienza se per una volta non aveva una risposta. A volte non era importante averla.
 
E la forza di Nemo calò bruscamente, tanto che finì abbondantemente ferito dai suoi fulmini, finalmente liberi di aggredirlo senza l’ostacolo del piccolo vortice di Fiamme Nere che aveva eretto a sua difesa e per un pronto attacco.
 
Durò solo per pochi secondi, perchè poi la battaglia riprese quasi ad armi pari. Lei era sfinita, lo sforzo di mente e cuore che stava facendo era logorante, ma anche il Capitano dava cenni di stanchezza, ed era debilitato dai danni che aveva subito combattendo contro lei ed Harry. Quell’ultima aggressione elettrificata doveva averlo quasi stroncato.
 
Vedeva chiaramente che era furioso… ma lo vide quasi incendiarsi d’ira quando una melodia si innalzò e giunse fino alle loro orecchie, oltre il ruggito delle fiamme e lo stridio dei fulmini.
 
Hermione rimase stranita per un millesimo di secondo… ma poi sorrise. Era una chitarra. E l’unica a saperla suonare era Ginny, che aveva imparato ad usarla in connubio con il suo potere.
Il ritmo allegro ed incalzante narrava di feste intorno ad un fuoco, o forse di natali passati tra le montagne innevate davanti ad un fuocherello che scaldava famiglie di amici riunite, o forse ancora di matrimoni pieni di passione in riva al mare…
 
Hermione non lo sapeva, ma quella musica le diede forza e coraggio. Sentì la magia scorrerle impetuosa nelle vene, irrorando ogni cellula del suo corpo stanco e della sua mente sfinita. Le era familiare quella nuova energia che le stava mettendo in mano l’arma con cui avrebbe vinto.
 
Ora capiva come Harry si era sentito, quando mesi prima aveva attraversato la Foresta giungendo davanti al suo nemico giurato scortato da guardiani invisibili.
 
Si diede un secondo per strizzare l’occhio alla sua amica, ringraziandola silenziosamente, prima di tornare a concentrarsi sul suo obiettivo. Del resto, non sapeva quanto Ginny avrebbe potuto mantenere attivo l’incantesimo Kreiazomai Summakoi. *
 
Era abbastanza pericoloso, ma era stata un’ottima idea. Chiedere in prestito magia ai loro stessi del futuro… un colpo da maestro, non c’è che dire.
 
Mettendo tutte le energie residue in una bordata esplosiva di fulmini, riuscì a spezzare le ormai deboli difese di Nemo, che finì ferito gravemente al ventre, con gravissime ustioni che gli avevano bruciato la carne in profondità, ed altre più lievi ma comunque dolorose in altre parti del corpo.
 
Hermione vide con la coda dell’occhio Ginny accasciarsi a terra ansimante, mentre la chitarra magica, che aveva usato per aiutarsi a compiere quello che più che magia sembrava un piccolo miracolo, si dissolveva nell’aria. Vide Luna aiutarla a mettersi al riparo vicino ai loro amici, spossati come non mai ma vigili ed in salute.
 
Sentiva Harry avvicinarlesi da dietro, riscaldandole le membra tese e gelide a causa della tensione con la sua sola presenza. Non le disse niente, semplicemente si mise al suo fianco, teso e sollevato al contempo. Nemmeno lei gli disse nulla, gli strinse solo forte la mano che le aveva teso. Sapevano entrambi che il momento decisivo era arrivato.
 
Secondo il sogno che avevano fatto, ora Nemo avrebbe cercato di ucciderla, e lui si sarebbe messo sulla linea di tiro per salvarla.
 
Gli aveva già detto addio poco prima, altre parole sarebbero solo suonate ridondanti e vuote in quel momento intenso.
 
Anche i suoi amici, esaurito il compito di Cavalieri della Regina, stavano un passo indietro… chiedendosi il perché di quella tensione forse, visto che non li aveva edotti sulla sua situazione precaria, o forse cosa sarebbe successo in quel momento, carico di aspettativa.
 
 
 
 
 
 
Quando il battito del cuore supera le ombre del passato l'amore potrà trionfare sul destino. Nicholas Sparks
 
 
 
 
 
Anya aveva osservato ogni singola mossa dalla sua postazione privilegiata, non vista e non percepita… ma a quello era abituata. E per quanto le fosse costato, era abituata anche a vedere, una Guerra dopo l’altra, il suo antico amore e le sue sorelle più giovani ammazzarsi l’un l’altra. E indipendentemente da chi vinceva, alla fine entrambi morivano. 
Aveva avuto molti millenni per pentirsi e maledirsi per l’anatema che aveva scagliato sulle giovani donne che l’avrebbero succeduta, e in quello stesso lasso di tempo era stata felice alle volte di averlo fatto, dato che in caso contrario, Nemo avrebbe spento ancora più vite di quante non avesse già fatto.
 
Aveva una paura tremenda per come sarebbe andata a finire quella volta. Tutto si stava decidendo in pochi secondi…
 
Vide l’amore della sua vita e della sua morte ghignare, morente com’era, mentre si rivolgeva alla più piccola e ultima delle sue ‘sorelline’. Aveva uno sguardo che in vita le avrebbe fatto tremare le vene ai polsi. Stava escogitando qualcosa… e non era l’unica ad essersene accorta.
 
-Cosa hai in mente Nemo? Sei spacciato ormai, non farai più del male a nessuno. Il tuo ultimo respiro è l’unica cosa che manca al mondo nuovo che verrà-
 
-Ed è qui che ti sbagli. Sai, tutta la bontà, l’amore che continui imperterrita a professare… tutte le persone che continui a proteggere… tutti gli ideali per cui combatti… non sono niente, NIENTE. Questa sarà anche la mia vera ultima ora in questo mondo, ma questo non vuol dire che con me sparirà ciò contro cui hai combattuto in tutte le tue vite. L’odio non sparirà-
 
Anya sentì il cuore stringerlesi, e pregò affinchè tutto finisse il prima possibile. Pregò che il suo amore perduto ritrovasse la ragione… e che la ragazza sulle cui esili spalle aveva gravato una così grande responsabilità, CAPISSE. Era la sua ultima possibilità.
 
-Nemo, sei un povero sciocco- Hermione fece un sorriso di scherno, sapendo che a nulla sarebbe servito spiegare ad un tipo del genere ciò in cui credeva. In cui credevano tutti loro, quel qualcosa per cui avevano combattuto fin dalla più tenera età. –Non hai capito in diecimila anni, non capirai di certo ora. I concetti di gentilezza, amore sincero, senso di giustizia… cosa vuoi saperne tu?-
 
-Sono concetti astratti di cui gli umani si riempiono la bocca… ma in questi diecimila anni in cui non mi sono mai ricreduto, come hai detto tu, non ho mai visto un buon motivo per farlo… -
 
-E ti compatisco per questo. Stai morendo, e ti assicuro che non vedrai mai più la luce del sole. Ma se la parole non servono… forse un’azione pratica ti dimostrerà cosa vuol dire compassione.-
 
Anya non capiva cosa volesse fare Hermione, ma poi la vide alzare un braccio. Con le dita disegnava linee di un tenue color smeraldo in aria, mentre piantava all’improvviso gli occhi nei suoi. Anya ne fu talmente scioccata che ci mise una manciata di secondi a capire che davvero la vedeva. E non solo. I disegni che aveva tracciato in aria adesso formavano uno strano disegno che Anya ricordava di aver visto in qualche occasione… erano rune celtiche se non si sbagliava.
 
Anche il ragazzo che si ergeva a protezione della sua sorellina la guardò, abbagliandola con il verde luminescente degli occhi, che diventava più chiaro e abbagliante rapidamente.
 
Si sentì risucchiata da quegli occhi, e poi non sentì più nulla…
 
Fino a quando riaprì gli occhi. Davanti a lei c’era Nemo, e di fianco Hermione. Si sentì pesante, e il dolore si era come espanso, amplificato a tutto il suo corpo. Corpo? Un corpo!
 
Alzò le mani, perché ne aveva un paio. Mosse un passo, perché aveva due piedi e due gambe. Si toccò il volto, e lo trovò bagnato, ma sotto l’umidità che sentiva c’era pelle calda. Cosa importava se ora le sue mani erano bagnate dalle lacrime che aveva versato e dal sangue che sgorgava da una ferita?
 
-Ciao, Anya-
 
Si voltò verso Hermione. Era stata lei… lei le aveva dato un corpo, ma come aveva fatto?
 
-Tu… cosa…?-
 
-Non preoccuparti… Anya, sai, è strano vedere i tuoi occhi azzurri sul volto di Harry, e sentire la tua voce femminile uscire dalle sue labbra. Comunque, Harry ha acconsentito ad aiutarmi. Volevamo farti un dono. Questo incantesimo che ho usato sfrutta la magia delle rune di luce. Finchè sulla tua mano destra avrai impresso “corpo’’ potrai stare in quello di Harry… ma hai solo pochi minuti. È il nostro regalo… tra poco, potrai riposare. La tua eternità di logoramento è finita-
 
-Io… grazie. GRAZIE- Anya strinse le mani con calore della ragazza che le aveva fatto quello splendido regalo – le sue mani erano più grandi, maschili senza dubbio ora che ci pensava.
 
-Mio Capitano…-
 
-Sei… tu? Anya… quegli occhi non posso dimenticarli, ma tu sei morta! Sei morta!-
 
-Ho poco tempo, la runa sta iniziando a sbiadire… volevo solo dirti, che sono sempre stata al tuo fianco. Ho cercato di impedirti con qualunque mezzo di fare follie… non ci sono mai riuscita, ma ho continuato a sperare che, vita dopo vita, le mie sorelle avrebbero potuto riuscire dove io ho fallito…-
 
Lo abbracciò teneramente, perché quella era la prima volta che poteva farlo da tanto, così tanto… e l’aveva sempre desiderato intensamente. Si sentiva strappare via dal corpo, l’incantesimo stava dissolvendosi… ma aveva una cosa da dire ancora.
 
-Ti aspetto nell’aldilà. Forse, almeno lì, potremo amarci liberamente. Ti ho amato tanto, anche se hai fatto tanto male… Chi lo sa, magari in questo nuovo mondo potremo rinascere puri come la neve che cade in quei paesi che volevamo visitare insieme, prima che il Destino decidesse altrimenti. Ti aspetto… l’ho sempre fatto-
 
Quelle furono le sue ultime parole in quel mondo. Restituì il corpo al legittimo proprietario, e mentre si dissolveva insieme agli ultimi frammenti di luce della runa che le aveva concesso quegli istanti di pace, sorrise felice.
 
 
 
Restò a lungo con gli occhi fissi nel vuoto, Nemo, preda di chissà quali pensieri. Harry, ritornato in sé dopo quella breve possessione, volle azzardare un moto di contentezza, sorridendo. Tutto stava finendo bene, avevano vinto la guerra, Nemo stava morendo e non sarebbe più tornato. Erano tutti salvi, anche Hermione sembrava stare bene. Quell’ottimismo cauto che gli stava nascendo nel cuore lo portò ad abbassare la guardia.
 
Piccola distrazione che avrebbe potuto costargli cara.
 
Impazzito dal dolore, il loro nemico si mise a urlare ed a sprigionare fiamme da tutto il corpo. Erano verdi però, non nere. Un verde acido che feriva la vista, e che si avvicinava a loro ad una velocità spaventosa. Istintivamente, i due ragazzi seppero che quelle erano la versione Elementale di un Avada Kedavra. Una magia che avrebbe bruciato loro l’anima pezzo per pezzo.
 
I loro amici eressero prontamente una barriera potente abbastanza da contenere quelle fiamme, ed al suo interno rimasero solo loro tre.
 
-Sto morendo… sto raggiungendo Anya… tutto ciò che è stato verrà con me… ANCHE TU, giovane Creatura… la nostra Era è giunta al termine… se devo morire, porterò con me tutto ciò che ha avuto parte al dolore della mia amata!-
 
Esplose. Dopo il suo urlo folle, perché evidentemente folle lo era davvero, il corpo che Nemo aveva occupato esplose letteralmente, e le fiamme divennero all’improvviso più calde dell’inferno, e bruciarono così tanto ossigeno che i due ragazzi quasi svennero.
 
-Hermione, stai giù!-
 
-Harry, dobbiamo uscire di…-
 
Le si mozzò il fiato in gola. Non era solo la mancanza d’aria respirabile, né la paura per quel fuoco maligno che si avvicinava sempre di più, qualcosa dentro di lei aveva cominciato a divorarla. Era il veleno che consumava le Creature una volta compiuta la loro missione. Era un veleno che attaccava il cervello, e subito dopo il cuore. Si sentiva la mente annebbiata, come se fosse sul punto di svenire,  e il cuore batteva in modo irregolare. Nonostante il tempo stesse ricominciando a scorrere normalmente, per lei si era come fermato. Solo il dolore costante, e il tempo immobile mentre tutto intorno a lei correva freneticamente.
 
-HERMIONE!-
 
E dopo l’esplosione, fu il silenzio sospeso di un limbo.
 
 
 
 
 
 
 
 
Solo chi trova il coraggio di seguire le proprie emozioni... per quanto folle sembri... potrà sentirsi libero e felice.   A. Vanligt
 
 
 
 
 
 
-No no no no no no! Hermione no!-
 
Lei non poteva davvero morire… non poteva essere morta!
 
Harry non sentì più le fiamme, non sentì più il dolore o la stanchezza, la disperazione o la paura coprivano tutto il resto.
 
Lei aveva il viso contratto dalla sofferenza anche ora che aveva perso i sensi, ed era una cosa semplicemente insopportabile.
 
Non sapeva cosa stava succedendo intorno a lui; che le fiamme fossero state racchiuse in uno scudo di roccia vulcanica, combattute con vento impetuoso e pioggia improvvisa e localizzata, per poi essere assorbite in una fiamma ancora più potente, gliel’avrebbero raccontato solo in seguito. In quel momento, i cinque sensi di Harry erano completamente diretti a cogliere ogni particolare della ragazza stesa vicino a lui. Non anche lei… non sarebbe morta anche lei per il ‘Bene Superiore’.
 
-NOOOOOO!-
 
Sentì chiaramente, da qualche parte nella sua anima, uno schiocco, come di vetro infranto. Non vedeva null’altro se non un denso nero inchiostro che inghiottiva ogni fonte di luce intorno a lui, ma soprattutto intorno a lei; lei che vedeva brillare fiocamente, la sua stella che moriva e lo lasciava solo.
 
Non l’avrebbe permesso.
 
Seguendo solo il suo istinto, certo che la sua mente paralizzata dal terrore fosse solo d’intralcio, spalancò le braccia e rivolse un ruggito al cielo. Dai suoi occhi ora spalancati la luce verde che vi aveva sempre abitato aveva raggiunto il massimo del suo bagliore. Una luce di speranza, verde smeraldo e giada, bianco bagliore lunare e caldo sole primaverile, che sgorgava dai cocci rotti dentro di lui.
 
La barriera di nera ossidiana che custodiva quel potere tra le pieghe del suo spirito era stata infranta, e nel momento di maggior bisogno la Profezia si era avverata.
 
Ora, era perfettamente chiara nella sua mente. Sapeva come salvare la sua amata.
 
Alimentò con tutta la magia che riuscì a racimolare in pochi secondi quella luce, e la lasciò fuoriuscire. Da lui si espanse oltre i confini del suo corpo, colorando di speranza la sua aura, e poi ancora, sempre più, fino a spezzare l’oscurità che aveva avvolto a sé Harry ed Hermione.
 
La prima volta che aveva compiuto quella magia, si trovava in un sogno premonitore condiviso con Hermione. Le cose che avevano previsto si erano avverate, anche se in modo differente da come le avevano viste. Sentiva ancora nelle orecchie le parole della Profezia che gli rimbombavano nelle orecchie, temibili nella loro inevitabilità.
 
Ma lui poteva fare qualcosa, anche Ginny gli aveva detto che in uno dei futuri che aveva previsto tutti loro erano salvi, ed era esattamente quello che desiderava. Tutti gli altri avevano svolto con successo i loro rischiosi compiti, ora era il momento di fare la sua parte. Ginny lo aveva abbracciato, dicendogli di fare attenzione, che ciò che aveva visto lo avrebbe fatto camminare sul filo del rasoio.
 
Non aveva paura.
 
La magia di guarigione che aveva lanciato istintivamente era stato il primo passo: Hermione ora non aveva più un’espressione angosciata, pareva semplicemente addormentata. La sua pelle però stava diventando sempre più fredda ogni momento che passava, ed il suo cuore batteva lentamente, troppo lentamente. Non gli restava molto tempo per agire, ma da quel momento in avanti non aveva più direttive. Ginny aveva visto solo nebbia da quel momento in avanti.
 
Poco male, avrebbe improvvisato. Era sempre stato bravo, davvero bravo, in poche cose: cacciarsi nei guai, giocare a Quiddich, risolvere i guai. Non necessariamente in quest’ordine.
 
Non pensò alle conseguenze del suo gesto, troppo preso dal pensiero di salvare Hermione, non pensò affatto.
 
La luce che aveva dissolto il veleno che stava uccidendo la sua ragazza non si era ancora dissolta del tutto… ancora non gli era chiaro cosa fosse di preciso, se non qualcosa di così potente da non avere eguali tra le magia di guarigione; la raccolse intorno a sé, ignorando le urla spaventate in lontananza, e anche gli incitamenti e le raccomandazioni degli amici che gli erano così cari decisamente più vicini… non poteva permettersi un secondo di distrazione, con la decisione impulsiva e a dir poco folle che aveva preso. Ma se avesse funzionato… beh, non aveva idea di quel che sarebbe successo poi… ma voleva fidarsi del suo istinto, lo stesso che in quelle settimane aveva scoperto essere nato dentro di lui con il preciso scopo di proteggere la coraggiosa leonessa che ora ballava sul confine tra la vita e la morte, in equilibrio sempre più precario.
 
Senza più indugiare, richiamò a sé tutta la luce che aveva sprigionato a la concentrò in una solida cupola attorno a loro due. Non voleva che nessun altro fosse coinvolto in quel gesto estremo. Il mondo ormai era salvo, ed il mondo nuovo aveva aperto i battenti. Sarebbe riuscito a raggiungerli prima che si richiudessero sul  passato con la sua amata in tempo?
 
Sorrise. Tempo…
 
Prese la collana d’oro di Hermione tra le mani e ci si avvolse ancora una volta, come fece cinque anni prima.  La differenza, era che stavolta la Giratempo non sarebbe servita a tornare indietro nel tempo per salvare più di una vita innocente…
 
Pregando di non star commettendo la peggiore cazzata della sua vita, e la sua top ten era davvero degna di nota, spezzò a metà la Clessidra della Giratempo.
 
 
 
 
 
NOTE:
 
Beh gente, che dire… questo era l’ultimo capitolo. Ormai manca solo l’epilogo, per il momento vi lascio nel dubbio di come sia finita… perché, ragazzi, è finita davvero. Dopo un anno e passa, finalmente sono giunta alla fine di questa avventura con cui sono entrata tra gli autori di efp.
Vi ringrazio per il supporto datomi in tutto questo tempo. Chi di voi ha seguito, ricordato, preferito, recensito, o letto silenziosamente… a tutti voi, GRAZIE.
 
Spero seguirete i lavori che ho in cantiere, sperando che l’ispirazione non mi abbandoni… per il momento, vi lascio questo capitolo, e con un ultimo dubbio che scioglierò nell’epilogo.
 
Non posso giurarlo, ma spero di scrivere degli spin-off di questa mia storia… ogni tanto date un’occhiata, okay? J
 
Beh, spero vi sia piaciuto, per saluti più approfonditi ci vediamo la prossima, ultima, volta. Bacioni,
 
Flos Ignis
 
 
Kreiazomai Summakoi : greco, letteralmente ‘invoco alleati’
 

 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Flos Ignis