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Autore: heliodor    26/03/2015    2 recensioni
Nel palazzo di Minosse si nasconde il mostruoso Minotauro, metà uomo e metà toro. Da quando la creatura ha preso possesso della reggia, una maledizione è calata sull’isola. Solo il sacrificio di un innocente potrà spezzarla. Teseo, l’eroe venuto dal mare, affronterà il mostro con l’aiuto di Arianna e Icaro.
Ma non tutto è come sembra.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Teseo rotola sul pavimento formato dalle radici degli alberi. Sopra di lui, Asterione cerca di colpirlo al petto, ma denti e artigli trovano il metallo dell'armatura.
― Toglietemelo di dosso ― grida il guerriero tentando di bloccargli le braccia.
Asterione scatta in avanti colpendolo al petto con le corna sulla fronte.
Teseo lancia un grido di dolore.
Icaro si getta su Asterione e lo afferra per le spalle.
― Fermi ― grida Arianna. ― Smettetela. Asterione, basta.
La creatura si stacca da Teseo e rotola fino a un albero, dove si accovaccia e ringhia verso Icaro.
Il ragazzo allarga le braccia e fa un passo indietro. ― Buono. Non fare così.
Asterione si piega sulle gambe e scatta in avanti, la testa allineata con la schiena e le corna puntate verso il petto di Icaro.
Il ragazzo alza le braccia per difendersi, ma Arianna balza in avanti e viene colpita al fianco.
La ragazza vola di lato, rotola sul pavimento e si ferma sotto un albero.
Icaro corre da lei. ― Guarda che cosa hai fatto. Mostro ― grida all'indirizzo di Asterione.
La creatura ha il respiro affannato. Fissa con occhi vuoti la ragazza che giace tra le braccia di Icaro.
Teseo si rialza e afferra la lancia e lo scudo. ― Ora te la vedrai con me.
Asterione balza all'indietro e si lancia nel folto della radura, dove scompare. Teseo lo segue.
― Aspetta ― grida Icaro.
Arianna tossisce e apre gli occhi. ― Cos'è successo?
― Hai preso una bella botta.
― Mi fa male il fianco.
Icaro le rivolge un sorriso. ― Ora ti passa.
Arianna allontana le mani del ragazzo e si rimette in piedi. ― Dov'è andato Asterione?
― È scappato.
Arianna muove un passo nella direzione indicata da Icaro, inciampa. Lui l'afferra e la sostiene.
― Devo andare da lui ― dice la principessa con voce rotta dal dolore.
― Non ti reggi in piedi.
Arianna gli passa le mani attorno al collo. ― Aiutami. Ti prego.
― È pericoloso. L'hai visto anche tu.
― È solo spaventato.
Arianna scivola verso il basso. Icaro l'aiuta a stendersi con la schiena appoggiata a un albero.
― Vado io a cercarlo ― dice il ragazzo.
Arianna chiude gli occhi, il respiro si fa leggero.
Icaro si raddrizza, lancia un'occhiata alla radura e si lancia di corsa tra due alberi.
***
Minosse esce dalla stanza, il volto assonnato. Le due guardie scattano sull'attenti. ― Qualcuno mi ha cercato?
― Solo la principessa Arianna ― dice uno dei soldati.
Minosse emette un grugnito. Percorre il corridoio con passo sostenuto.
***
Nel cortile del palazzo due soldati sorvegliano l'entrata. Minosse gli passa accanto e si guarda attorno. ― Dove sono tutti gli altri?
Una delle guardie si schiarisce la voce. ― Sono andati al vecchio palazzo, Maestà.
― Per qual emotivo?
― Ordini dell'Alto sacerdote.
Minosse si sistema la tunica sulle spalle e si incammina in direzione del vecchio palazzo reale. Le guardie lo seguono a una decina di passi di distanza.
***
Davanti al cancello mezza dozzina di soldati montano di guardia con le lance e gli scudi ben visibili.
Minosse si ferma davanti al passaggio, lancia una lunga occhiata all'entrata spalancata. ― Chi ha dato l'ordine di aprire la porta?
― L'Alto Sacerdote... ― Inizia a dire uno dei soldati.
Minosse gli fa cenno di tacere. ― Voi dovete ubbidienza a me, non a Grodyon. A quando l'Alto Sacerdote contravviene ai miei ordini?
I soldati si scambiano occhiate perplesse.
Minosse sospira e varca il cancello, dirigendosi all'entrata.
I due soldati della scorta lo seguono dopo un attimo di esitazione.
Vicino all'entrata Minosse si volta e fa loro cenno di fermarsi. ― Proseguirò da solo.
― Maestà ― dice uno dei soldati. ― Lì dentro c'è...
― Lo so che cosa c'è ― dice Minosse stizzito. ― Restate qui a sorvegliare l'entrata. Se avrò bisogno di voi vi chiamerò.
Minosse si volta, inspira una boccata d'aria e si infila nell'apertura.
***
Icaro sbuca in uno spiazzo circondato da alberi dal fusto leggero. Piante dai fiori color verde scuro crescono in ogni fessura del muro e del pavimento.
Un ringhio sommesso lo fa voltare di scatto.
Asterione lo fissa con rabbia dalla parte opposta dello spiazzo.
Icaro allarga le braccia e si accovaccia.
Asterione si piega sulle gambe.
― Senti ― dice Icaro con voce tremante. ― Arianna è ferita e deve uscire di qui. Non se ne andrà senza di te.
Asterione esita.
― Lo so che mi hai capito. Non sei stupido e non sei un animale. Se ci tieni a lei, ti conviene tornare indietro e darmi una mano.
Qualcosa brilla sopra le loro teste. La lancia di metallo supera la distanza ch li divide e si conficca a un passo di distanza da Asterione, che fa un balzo all'indietro.
Teseo sbuca dal folto della boscaglia, scudo e spada sguainata. ― Peccato ― esclama. ― Era un tiro difficile con questo buio, ma lui è un bersaglio grosso. Non dovevo mancarlo.
Asterione ringhia di rabbia all'indirizzo del guerriero.
Teseo si lancia verso di lui, la spada sollevata.
Icaro balza a sua volta e sbilancia il guerriero, che inciampa e cade perdendo lo scudo.
― Vai da lei. Scappa ― grida Icaro ad Asterione.
Questi lancia un ululato e si lancia nella boscaglia, scomparendo.
Teseo si rialza e punta la spada al petto di Icaro, che alza le mani come in segno di resa. ― Ma che ti prende? ― grida. ― Lo hai fatto scappare. Ti rendi conto?
Icaro scoppia a ridere.
Teseo gli scocca un'occhiata sbilenca e allontana la spada. ― Io non vi capisco.
Icaro si rialza e si avvia nella direzione presa da Asterione. ― Tu non vieni?
Teseo recupera la lancia. ― A questo punto, preferisco stare da solo ― dice sparendo nella boscaglia.
***
Asterione raggiunge il lago, balza sul tronco di un albero e si lascia scivolare dall'altra parte, atterrando a un passo da Arianna.
La ragazza alza la testa di scatto e sgrana gli occhi. ― Vattene via ― grida.
Una rete cala dall'alto su Asterione, avvolgendolo. Dopo un breve lotta, si ritrova incastrato con mani e piedi nelle maglie.
Piritoo e Grodyon emergono dal buio.
― A quanto pare ― dice l'Alto Sacerdote. ― La caccia è terminata.
***
Arianna si trascina fino ad Asterione che, con occhi tristi, si aggrappa alla rete e cerca di rosicchiarla con i denti.
Lo sguardo di Grodyon cade su un mucchio di rotoli di carta. Li raccoglie e li esamina con una rapida occhiata. ― Una copia del labirinto. Interessante. La terrò io, non si può mai sapere.
Piritoo gira attorno alla preda. ― È un vero mostro. Però me lo aspettavo più grosso e imponente.
Grodyon scrolla le spalle. ― Le leggende esagerano sempre. Guardalo. Ci crederesti che una creatura così insignificante ci ha causato tanti problemi?
Arianna gli scocca un'occhiata furente. ― Grodyon. Mio padre ti punirà per quello che hai fatto, liberalo subito e forse ti risparmierà.
Grodyon scrolla le spalle. ― Quando avrò eliminato la maledizione e rimesso le cose a posto, tuo padre mi ringrazierà, altro che punirmi. Lui l'ha sempre saputo che questa era l'unica cosa giusta da fare. Piritoo ― dice rivolto al guerriero. ― Torna dai tuoi uomini e di' loro di sigillare tutte le entrate a questa sala.
Piritoo annuisce. ― Ricordati quello che mi hai promesso.
Grodyon fa una smorfia. ― E tu ricordati chi comanda qui.
Il mercenario gli scocca un'occhiata torva.
― Piritoo ― grida Arianna. ― Sei stato ingannato.
Il guerriero si ferma e si volta.
― Non c'è nessun tesoro nascosto in questo palazzo ― continua la ragazza.
Grodyon ride. ― Sta mentendo. È una piccola bugiarda.
Piritoo gli fa cenno di fare silenzio e gli mostra la spada. ― Continua, ragazzina.
― Vedi dell'oro qui attorno? ― domanda Arianna alzandosi su gambe malferme. ― È questo l'ultimo livello del palazzo. Non ce ne sono altri, a meno che Grodyon non l'abbia scavato con le sue mani.
― Niente oro? ― chiede Piritoo.
Arianna scuote la testa.
Il mercenario guarda Grodyon, che sospira. ― Aver compiuto questa impresa ti darà molto più oro e fama di quanto tu abbia mai sognato.
Piritoo agita il pugno verso l'Alto Sacerdote. ― Mi hai ingannato ― grida. ― Te la farò pagare.
Asterione strappa le maglie della rete e si libera. Con un balzo si lancia verso Piritoo, che inciampa e se lo ritrova addosso. La spada rotola lontano, fuori dalla sua portata.
Grodyon estrae un pugnale e si china su Arianna, afferra la ragazza per un braccio e la costringe a rialzarsi. ― Visto che hai combinato? Ora dovrò cambiare i miei piani. ― Trascina via la ragazza sparendo nel buio.
Piritoo e Asterione lottano sul pavimento avvinghiati l'uno all'altro.
― Lasciami ― grida Piritoo afferrandolo al collo.
Asterione cerca di morderlo. Qualcosa cala alle sue spalle e lo colpisce alla testa.
Nel punto in cui ha colpito la creatura lo scudo di Teseo ha una vistosa ammaccatura. ― Però. Ha la testa dura.
Piritoo si rialza ed esamina Asterione. ― È vivo.
Teseo impugna la lancia.
Piritoo gli blocca il braccio. ― Non qui. Davanti a tutto il popolo. Così noi saremo gli eroi che hanno salvato Creta. Anche se hanno poco, chiederemo una lauta ricompensa per aver eliminato il mostro.
Teseo si divincola. ― Io l'ho catturato. Io devo avere questo onore.
Piritoo ci riflette. ― Mi sembra giusto. Noi avremo il denaro e tu la gloria. Affare fatto?
Teseo gli stringe la mano.
***
― Arianna ― esclama Icaro quando torna al laghetto. Si guarda attorno spaesato.
L'unico rumore è il suo respiro pesante.
Icaro guarda il pavimento e le tracce confuse. ― Dove sei andata? ― domanda con un sussurro.
***
Grodyon trascina Arianna fino alla base di un altare di pietra. Tenendo ferma la ragazza, passa una corda attorno a una colonna e la lega stretta.
Arianna cerca di liberarsi, ma cede e si accascia.
― Resta qui ― dice l'Alto Sacerdote.
― Che cosa vuoi da me? ― Arianna lo guarda con aria di sfida.
― Quello che volevo dal mostro ― dice l'Alto Sacerdote con occhi spiritati. ― Fin dall'inizio ho creduto che la fonte della maledizione fosse il tuo fratello deforme, ma mi ero sbagliato. È chiaro che gli dèi stavano cercando di darmi un messaggio.
Arianna scuote la testa.
― Siete voi la causa di tutti i mali di Creta ― ringhia Grodyon. ― Avrei dovuto capirlo subito. Siete gemelli. E i gemelli condividono tutto. Le cose belle. Quelle brutte. E la morte.
Arianna sgrana gli occhi e cerca di liberarsi. Le corde si tendono mordendole la pelle.
Grodyon da un occhiata ai rotoli. ― Non ti muovere ― dice allontanandosi.
Arianna resta da sola nel buio. Dietro e sopra di lei si intravede il profilo di una statua che si innalza verso il soffitto.
***
La sala è un cubicolo scuro, ampio abbastanza da accogliere un piccolo plotone di soldati. Minosse vi entra quasi in punta di piedi.
La pietra incrostata di umidità reca ancora i segni sbiaditi dei vecchi dipinti. Scene di caccia e di vita quotidiana si intrecciano con raffigurazioni di divinità.
In un riquadro che occupa l'intera parete un toro viene preso per le corna da un ragazzo che vi volteggia sopra. Al suo fianco una giovane donna di profilo l'osserva come incantata.
Minosse passa la mano sul dipinto e scuote la testa. Un rumore di passi lo fa trasalire. La torcia che stringe nella mano sfugge alla presa e rotola via lungo una pendenza, fermandosi in un angolo.
La fiamma langue e si spegne quando Minosse la raggiunge.
Il rumore di passi si fa più vicino. Ora è mescolato a quello delle risate e delle grida e dei grugniti.
― Sono io ― grida Minosse. ― Il re.
L'unica risposta che gli giunge è l'eco delle sue parole che si riverbera sulle pareti di pietra.
― Aspettate ― grida con voce tremante. ― Ho bisogno d'aiuto. Mi sono perso.
Le voci si allontanano. Di esse giunge solo un'eco lontano che si affievolisce col passare dei secondi.
Minosse vaga nel buio, raggiunge la parete opposta e si appoggia con la schiena alla roccia. Tremante, si lascia scivolare sul pavimento. L'oscurità lo avvolge mentre china la testa sulle ginocchia piegate contro il petto.
***
Grodyon emerge dall'entrata e si avvicina al cancello. Il comandante delle guardie gli va incontro, l'espressione tesa sul viso. ― Il re non è con te? ― domanda all'Alto Sacerdote.
Grodyon esita. ― Lui è voluto rimanere dentro. Deve riconciliarsi con i vecchi dèi e non deve essere disturbato per nessun motivo. Qualcun altro è passato di qui prima di me?
― I mercenari giunti dal mare. Si sono trascinati dietro un fagotto.
― Dove si sono diretti?
― Al palazzo reale. Parlavano di invitare la popolazione a uno spettacolo. Devo ordinare ai soldati di bloccarli?
Grodyon scuote la testa. ― No, al contrario. Diffondete la voce. Che tutti vadano al palazzo reale per assistere a uno spettacolo grandioso. Oggi Creta sarà liberata dalla maledizione.
Il comandante annuisce.
― Bloccate tutte le strade che portano al vecchio palazzo ― ordina l'Alto Sacerdote. ― Qualunque cosa vediate o sentiate, non dovete intervenire. Per nessun motivo. Se lo farete, l'ira degli dèi ricadrà su tutti noi. È chiaro?
― Mando subito i soldati a presidiare le strade.
Grodyon si volta e rientra nel palazzo.
***
― Qui andrà bene ― dice Piritoo fermandosi al centro dello spiazzo. Alle sue spalle, il palazzo reale svetta su tutti gli altri edifici disegnando un'ombra netta nei raggi dell'alba. ― Anche la luce è l'ideale, non trovate? ― sottolinea la frase con una risata.
I guerrieri lo guardano in silenzio. Teseo attende in disparte, la lancia e lo scudo stretti tra le mani. Ai margini della piazza, Dedalo osserva la scena e scuote la testa affranto.
Teseo si avvicina al fagotto che Ceneo e Issione trattengono con le braccia. Qualcosa si agita al suo interno.  ― Si è svegliato. E deve avere una gran fame.
Teseo solleva la lancia, ma Piritoo gli blocca il braccio.
― Non avere fretta, ragazzo ― dice con aria sicura. ― Goditi il tuo momento di gloria fino in fondo.
Teseo abbassa l'arma e fissa il fagotto con furore.
Piritoo si avvicina a Dedalo e gli strappa di mano i fogli arrotolati. Il vecchio si ritrae davanti alla furia del guerriero che fa a pezzi la carta e la disperde al vento.
― Questi non servono più. Ora il palazzo è libero.
Teseo si avvicina a Dedalo e lo trascina lontano. ― Piritoo è troppo distratto dallo spettacolo che sta organizzando per pensare a te. Se te ne vai ora non noterà la tua assenza.
Dedalo si volta, fa qualche passo e poi torna indietro.
― Sei ancora qui ― dice Teseo triste.
― Perché?
― Tu sei Dedalo, il padre di Icaro.
― Sei amico di mio figlio? Come sta?
― Stava bene quando l'ho visto l'ultima volta. Siamo entrati nel labirinto passando per il pozzo di scarico ― spiega Teseo. ― Volevamo salvare quel mostro.
Dedalo impallidisce. ― Che follia ― esclama. ― Dov'è ora?
― Credo sia uscito. Avevamo una copia dei tuoi progetti per orientarci. Vai da lui.
― E tu che cosa farai?
Teseo scrolla le spalle.
― Sembri una persona decente. Perché ti sei unito a quelle persone?
Teseo agita la lancia. ― Questo è il mio momento. Ucciderò il mostro e diventerò un eroe.
― Ci sono molti modi per essere un eroe.
― Ma nessuno di questi rende il tuo ricordo immortale.
Dedalo indica con un cenno della testa il sacco in cui Asterione geme e si agita. ― Allora vai. Uccidi il tuo mostro. ― Si volta e si allontana.
Teseo rimane a fissarlo per qualche secondo, poi rivolge la sua attenzione al sacco.
Piritoo fa tintinnare una pesante catena legata a un ceppo infisso nel terreno. ― Ora ci divertiamo sul serio.
***
Icaro emerge dal pozzo. È coperto di polvere dalla testa ai piedi. Le bracca e le gambe hanno lividi e tagli. Si guarda attorno. La strada è deserta, fatta eccezione per un paio di passanti che non guardano dalla sua parte.
― Arianna? ― chiama con voce affannata. ― Per gli dèi, dove ti sei nascosta?
Si allontana di una decina di passi, getta un'occhiata in un vicolo. ― Vieni fuori. Sono io. Icaro.
Si ferma nel vicolo successivo col fiatone. Passi che avanzano al ritmo di marcia lo fanno sobbalzare.
Una dozzina di soldati emerge dalla strada principale e si dispongono a due alla volta lungo il perimetro del vecchio palazzo reale.
Icaro si avvicina ma viene bloccato dai soldati che mostrano minacciosi le lance.
― Nessuno può avvicinarsi al palazzo ― dice una delle guardie. ― Ordini dell'Alto Sacerdote.
― Sentite, ho dimenticato la mia borsa vicino a quel pozzo. La prendo e torno subito. ― Cerca di superare le guardie, ma questi l'afferrano e lo rimandano indietro.
Icaro inciampa e perde l'equilibrio, finendo su di una persona che sopraggiunge di corsa alle sue spalle. Si ritrova a terra tra le braccia del padre.
Dedalo sgrana gli occhi. ― Icaro. Meno male che sei tutto intero.
― Padre ― esclama il ragazzo con voce rotta dall'emozione. ― Anche tu stai bene.
I due si rialzano.
― Come ti è venuto in mente di seguirmi? ― domanda Dedalo con tono di rimprovero.
― Dovevo fare qualcosa per aiutarti.
Dedalo lo stringe al petto. ― Andiamo a casa. Ne abbiamo già passate troppe per oggi.
Icaro si libera dell'abbraccio del padre. ― Non ci sono andato da solo. Con me c'erano Teseo e Arianna.
Dedalo lo fissa sbalordito. ― La principessa?
Icaro annuisce. ― Non riesco più a trovarla. Spero si sia nascosta da qualche parte con il mostro.
Dedalo scuote la testa. ― Ti sbagli. Asterione è con Piritoo e Teseo.
Icaro sgrana gli occhi. ― Che cosa? Arianna non sarebbe mai uscita senza di lui. Deve essere ancora dentro. ― Si volta verso il vecchio palazzo.
Le guardie sono ancora lì, le lance bene in vista.
― Quei due non mi lasceranno mai passare ― dice Icaro. ― Padre, tu hai costruito quel palazzo. Non esiste un'altra entrata segreta o qualcosa del genere?
Dedalo scuote la testa. ― Anche se ci fosse, senza i miei rotoli non riuscirei a orientarmi nel labirinto. È troppo complesso anche per me.
Icaro si lascia cadere con la schiena appoggiata al muro, l'espressione affranta. ― Eppure deve esserci un modo per... ― Il viso si illumina. Scatta in piedi. ― Io conosco un'altra entrata. Ci sono passato ieri mattina.
Dedalo lo guarda stupito. ― Tu hai cosa?
Icaro scuote la testa. ― Poi ti racconto. Tra il secondo e il terzo livello c'è un condotto che scende fino al primo.
Dedalo annuisce. ― Me lo ricordo bene, sì. Ma è impossibile accedervi dall'esterno.
Icaro fa schioccare le dita. ― Invece sì. Basta scavalcare un cancello e arrampicarsi lungo un cornicione.
― Dimentichi che tutte le entrate sono sorvegliate.
Icaro sbuffa. ― È vero. Non c'è proprio un altro modo per arrivarci?
Dedalo scuote la testa affranto. ― Nessuno. A meno che tu non sappia volare.
Padre e figlio si scambiano un'occhiata.
***
Icaro si sporge dal cornicione. Sotto di lui, la città sembra un modellino in scala. Rivoli di gente convergono verso il palazzo reale. Il flusso viene incanalato dai soldati di guardia attorno al vecchio palazzo.
Dedalo sistema l'imbracatura sulla schiena del figlio. Con le mani stringe una cinghia. Due ali piumate si dispiegano ai due lati. Il vento leggero che spira dal mare le fa ondeggiare e vibrare. ― Sei sicuro che le piume funzioneranno?
― E tu sei sicuro che non mi spiaccicherò contro il muro di un palazzo?
― Forse dovrei fare un volo di prova ― dice Dedalo guardando di sotto. Subito dopo si ritrae tremante.
Icaro sorride e scuote la testa. ― È già tanto che tu sia salito qui sopra.
Dedalo guarda il figlio dritto negli occhi. ― Non devi farlo per forza.
― Padre ― dice Icaro traendo un profondo respiro. ― Perché Arianna è così legata a quell'essere? Cos'ha di così speciale?
Dedalo abbassa gli occhi. Quando li rialza sono umidi. ― È suo fratello gemello.
Icaro sgrana gli occhi. ― Non ne avevo idea.
― È una lunga storia. Minosse proibì di parlarne a tutti quelli che conoscevano la verità. Non volevo metterti in pericolo dicendoti qualcosa. Tu eri solo un bambino e non puoi ricordare.
Icaro guarda la città sotto di lui.
Dietro di lui, Dedalo ha l'espressione triste. ― Quel Piritoo ha organizzato uno spettacolo coi fiocchi. Chissà che cosa faranno al povero Asterione.
Icaro si volta verso il padre. ― Vai da Teseo e convincilo a risparmiargli la vita. Digli che Arianna si è persa nel labirinto ed è in pericolo.
A quelle parole un intenso chiarore appare all'orizzonte. Dal vecchio palazzo reale si levano alte fiamme nel punto in cui si trova il cortile.
Icaro le guarda allarmato. ― Sta succedendo qualcosa di grave. Devo andare. ― Fa due passi indietro e corre verso il bordo. I piedi fluttuano nel vuoto, le ali vibrano e lo sbatacchiano. Precipita per alcuni secondi, poi una corrente d'aria lo riporta in alto.
Icaro stringe i denti e piega un'ala, stabilizzando il volo.
In lontananza si vedono la torre e Dedalo che gli lancia un saluto prima di sparire.
Un vuoto d'aria lo fa precipitare. Icaro vede la strada allargarsi. Apre le ali e riprende a salire. Il vento gli scompiglia i capelli.
Ride.
― È bellissimo ― grida tuffandosi verso il suolo e poi virando di nuovo verso l'alto per guadagnare velocità. Sotto di lui alcuni passanti sollevano la testa e lo indicano.
Icaro gira la testa di lato e individua il palazzo del labirinto. Le fiamme hanno invaso il terzo livello, arrivando a lambire il secondo. Con una secca virata si dirige verso l'edificio.

 
  
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