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Autore: Sherry_Birkin    26/03/2015    0 recensioni
"Pronto?"..."Sherry!!" esclamò la voce dall'altro lato del telefono."Mamma? Cosa c'è? Qualcosa non va?" chiesi preoccupata,per l'altrettanta paura che avevo avvertito nel suo pronunciare il mio nome."No,tesoro...è che..." disse incerta,poi cambiando di nuovo tono,continuò,"Ascolta: devi andare a casa immediatamente,è successo un incidente e..."..."Che incidente?!" chiesi io quasi allarmata a quel punto."Non posso darti spiegazioni ora,amore va a casa ti prego,è troppo pericoloso restare per strada ancora,ti dirò tutto più tardi! Ma ora vai! Me lo prometti?!".Non capivo il perchè di tanta esagerazione,cosa mai sarebbe potuto accadere,da non permettermi di rimanere a scuola o per giunta stare fuori casa? Che qualche mostro si aggirasse per la città? Pensai tra me e me ironica.Tuttavia non le feci presente i mie dubbi,perchè più parlava più percepivo l'angoscia dalla sua voce."Ok mamma,te lo prometto!" le risposi incredula.
La storia di Resident Evil 2,raccontata attraverso gli occhi dell'allora piccola Sherry Birkin.
Genere: Horror, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Annette Birkin, Claire Redfield, Leon Scott Kennedy, Sherry Birkin, William Birkin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avevo varcato il cancello che mi espose al cortile della stazione di polizia e mi sembrò strano non scorgere nessuno "Dove sono finiti tutti,oggi?" cominciai a pensare con un pò di inquietudine.Stavo attraversando il piccolo cortile,quando notai un cane rannicchiato che dormiva.Non mi avvicinai,anche perchè avevo sempre avuto timore dei cani randagi e proseguendo oltre.Proprio mentre passavo oltre il punto in cui si trovava,lo vidi rizzare l'unico orecchio che aveva e alzarsi di scatto: mi bloccai un attimo e lo fissai,mentre lui faceva lo stesso.Il cane però era strano: a parte la mancanza di un orecchio,aveva del sangue che gli colava dalla bocca,la carne decadente.Ricordo perfettamente il modo raccapricciante con cui mi fissava attraverso gli occhi vitrei e come subito avesse iniziato a ringhiare,era sicuramente lo spettacolo più orribile a cui avessi mai assistito.D'istinto cominciai a correre non riuscendo a non emettere grida,il cane invece prese a inseguirmi,abbaiando minaccioso.Per mia grande fortuna,il portone dell'edificio era a pochi passi: lo aprii velocemente e lo richiusi pesantemente senza voltarmi indietro,mentre udii il tonfo con cui la "bestia" era sbattuta contro di esso,continuando a sbraitare.Mi allontanai dalla porta,quasi pensassi che l'avrebbe sfondata e pensando che sicuramente quel mostro di cane,mi avrebbe continuato a inseguire nei peggiori incubi di notte.Ero totalmente terrorizzata,respiravo affannosamente,avevo portato le mani al petto e con una di esse ascoltai il mio cuore che batteva in modo veloce e all'impazzata,poi guardandomi intorno e capendo di essere ormai al sicuro,feci alcuni profondi respiri e mi resi conto che il battito stava ritornando regolare.Scrutai meglio l'ambiente: vi era un'immenso atrio,oltre gli scalini su cui mi trovavo,al centro della Hall,raffigurato a terra invece,un grosso stemma della polizia della città "Raccon Police" c'era scritto all'interno; più in avanti notai una specie di monumento con una grossa statua di una donna dall'aspetto di una dea,per ciò che emanava la scultura e la lunga veste,con in mano un grosso vaso.Per quanto fosse d'ornamento non ne trassi particolarmente piacere,anzi quella grossa statua mi incuteva paura; guardai in alto e vidi il balcone del piano superiore che dava sulla Hall appunto,contornare l'intero ambiente.Mi decisi a scendere definitivamente gli scalini,e mi recai al bancone della reception,anche qui come avevo presunto fin dall'inizio entrando lì,non avendo udito rumori,non c'era nessuno: rimasi delusa.Per un attimo mi sfiorò il pensiero che fosse uno scherzo di cattivo gusto,insomma possibile che quel giorno non incontrassi nessuno?.Rimasi alcuni secondi immobile,appoggiata al banco.Sentivo il panico all'altezza dello stomaco,per quanto mi sforzassi di sdrammatizzare,capivo però che qualcosa non quadrasse davvero in tutto ciò.Mi mancavano i miei genitori,in quel momento avrei voluto che fossero con me,perchè...perchè semplicemente non c'erano mai stati e io ne avevo continuo bisogno.Mia madre aveva parlato di un incidente ma non aveva voluto dirmi di cosa si trattasse,lasciandomi nel dubbio e una sensazione amara.Decisi che era l'ora di chiamarla: aveva detto ci saremmo risentite,perchè non mi richiamava? Avrei voluto raccontarle di quel cane terrificante,fuori dal dipartimento,che mi aveva spaventata a morte,ma quando il cellulare squillò a vuoto,ad un certo punto la linea telefonica cadde.Niente,nessuna risposta...che stesse arrivando anche lei qui? o che le fosse successo qualcosa di brutto?!Scacciai quell'ipotesi subito dalla mente,non era nemmeno lontanamente accettabile,ma non potetti fare a meno di sentire le lacrime agli occhi e lottai con me stessa affinchè non mi rigassero il viso,mi sentii sprofondare in un sentimento ancor più forte di solitudine,quello che fin da piccina,mi accompagnava.Guardai le porte che c'erano nell'atrio e fiduciosa pensai che probabilmente non ero l'unica a stare lì,che qualcuno in realtà ci fosse all'interno e decisi di cominciare la mia ricerca da una porta a due ante sulla destra.Percorsi una stanza e poi mi ritrovai in un corridoio,le pareti di questo erano imbrattate di una sostanza rossa,che inconfondibilmente doveva essere sangue,a quella vista spalancai gli occhi,se era tutto uno scherzo,ci avevano preso gusto davvero in modo sgradevole.Svoltai a destra e percorsi un altro corridoio,qui i muri sul lato sinistro erano ricoperti di assi di legno saldate l'una sull'altra a coprire i grossi buchi presenti.Pensai di proseguire,ma mentre camminavo lentamente qualcosa,seguita da un lamento acuto,fuoriuscì tra le fessure delle asse di legno: era un braccio che mi afferrò per le spalle,bloccandomi,"Ahi!" gridai scossa,in preda al terrore,agitandomi per svincolarmi da quella morsa,finchè non ci riuscii e correndo via dritto verso la prima porta che mi ritrovai difronte.Se il mio cuore aveva retto a quello spavento,probabilmente non avrei mai più avuto rischio di infarto.Cominciai a sudare questa volta e mi sentii mancare l'aria.Appoggiando le mie mani sulle ginocchia ripresi fiato,pensai che forse stessi sognando,eppure la mamma aveva detto che quello sarebbe stato un posto sicuro,anche se non sapevo cosa stesse accadendo fuori.Mi portai istintivamente le mani al collo sul medaglione e lo strinsi forte come se quell'oggetto potesse essermi davvero di fortuna e darmi la forza per andare avanti: d'altronde era un regalo dei miei genitori e io lo indossavo spesso,perchè era come se loro fossero sempre con me anche quando non lo erano fisicamente,come in quel momento.
   
 
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