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Autore: Sherry_Birkin    26/03/2015    1 recensioni
"Pronto?"..."Sherry!!" esclamò la voce dall'altro lato del telefono."Mamma? Cosa c'è? Qualcosa non va?" chiesi preoccupata,per l'altrettanta paura che avevo avvertito nel suo pronunciare il mio nome."No,tesoro...è che..." disse incerta,poi cambiando di nuovo tono,continuò,"Ascolta: devi andare a casa immediatamente,è successo un incidente e..."..."Che incidente?!" chiesi io quasi allarmata a quel punto."Non posso darti spiegazioni ora,amore va a casa ti prego,è troppo pericoloso restare per strada ancora,ti dirò tutto più tardi! Ma ora vai! Me lo prometti?!".Non capivo il perchè di tanta esagerazione,cosa mai sarebbe potuto accadere,da non permettermi di rimanere a scuola o per giunta stare fuori casa? Che qualche mostro si aggirasse per la città? Pensai tra me e me ironica.Tuttavia non le feci presente i mie dubbi,perchè più parlava più percepivo l'angoscia dalla sua voce."Ok mamma,te lo prometto!" le risposi incredula.
La storia di Resident Evil 2,raccontata attraverso gli occhi dell'allora piccola Sherry Birkin.
Genere: Horror, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Annette Birkin, Claire Redfield, Leon Scott Kennedy, Sherry Birkin, William Birkin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La sveglia suonò rigorosamente come tutte le mattine alle 7,spezzando il mio sonno.Non ricordo cosa stessi sognando,ma ricordo di aver pensato "Altri cinque minuti e mi alzo."La luce del sole filtrava attraverso le fessure della persiana della finestra,illuminando leggermente la stanza,nonostante quella luce,riuscivo a dormire ancora restando dov'ero,quei cinque minuti divennero 10 e poi 20,quando infine decisi di scendere dal letto.Anche quel giorno,come quasi tutte le mattine,mi ero preparata la colazione da sola,i miei non erano sempre presenti,a causa del loro lavoro che gli toglieva molto tempo,specie quello da passare con me.Mi infilai la divisa alla marinara della scuola,mi piaceva ricordava quelle giapponesi di quel tempo,mi spazzolai i capelli biondi a caschetto e scelsi di mettere un fermaglio rosso,guardandomi allo specchio con i miei occhioni color cielo,pensai che mi donasse.Uscendo di casa,chiusi la porta a chiave e mi incamminai velocemente perchè ero in ritardo,verso la mia scuola la "East Raccoon Elementary School",che non distava molto da casa,difatti ero solita andarci e tornare sempre a piedi,quando i miei genitori non potevano accompagnarmi,cioè quasi sempre.Arrivai che il custode stava per chiudere il cancello,"Aspettate vi prego!" ricordo di aver gridato con più enfasi di quanto fosse necessario."Buongiorno piccola Sherry! Siamo un pò in ritardo? Presto, su,entra pure!" mi fece Gordon,il signore che lavorava lì.Era sempre gentile con me,in realtà lo era con tutti i ragazzini,sentivo che era buono e mi ispirava fiducia,mi stava davvero simpatico anche perchè era divertente."Grazie Gordon" bisbigliai entrando di corsa e fiondandomi,dopo aver attraversato i corridoi,nella mia classe.L'insegnante faceva l'appello e quando entrai mi ammonì "Birkin,ti ho già chiamata,è l'ora di presentarsi a scuola?!"..."Mi dispiace,signora maestra....io...non.." dissi bloccandomi e in evidente imbarazzo mi sentii avvampare."Forza,vai pure al tuo posto"mi disse infine ed io rossa in viso,evitando gli sguardi dei miei compagni,con il capo calato,così feci.La lezione era noiosa,durante la spiegazione la maestra divagò chiedendoci che lavoro facessero i nostri genitori e quale avremmo voluto fare noi da grandi."Il mio papà è un poliziotto" disse un bambino "Ed io da grande voglio diventare proprio come lui,per aiutare il mondo"..."E tu Sherry?? Che lavoro fanno i tuoi e quale vorresti fare da grande?"chiese la maestra.Ci misi un pò a prendere la parola,la mia timidezza,mi faceva parlare a rilento a volte..."Io.." mormorai..."Alza la voce,vogliamo ascoltarti" disse gentilmente lei."Io..non lo so da grande cosa voglio fare" risposi con un tono più alto,"Ma so che sicuramente non voglio fare un lavoro che mi faccia stare lontano dalla mia famiglia,abbandonandola",pensando a quanto mi fossi sentita sola molto spesso.La maestra e gli altri dinanzi quelle parole rimasero in silenzio,lei stava come pensando con le mani giunte e la fronte leggermente corrucciata. Capii che stava per chiedermi qualcos'altro,ma poi la campanella suonò e lei cambiando espressione,disse "Bene ragazzi,è ora della ricreazione".Uscii nel cortile della scuola e stavo mangiando la mia merenda in disparte,quando sentii vibrare il cellulare dalla tasca dell'uniforme."Pronto?"..."Sherry!!" esclamò la voce dall'altro lato del telefono."Mamma? Cosa c'è? Qualcosa non va?" chiesi preoccupata,per l'altrettanta paura che avevo avvertito nel suo pronunciare il mio nome."No,tesoro...è che..." disse incerta,poi cambiando di nuovo tono,continuò,"Ascolta: devi andare a casa immediatamente,è successo un incidente e..."..."Che incidente?!" chiesi io quasi allarmata a quel punto."Non posso darti spiegazioni ora,amore va a casa ti prego,è troppo pericoloso restare per strada ancora,ti dirò tutto più tardi! Ma ora vai! Me lo prometti?!".Non capivo il perchè di tanta esagerazione,cosa mai sarebbe potuto accadere,da non permettermi di rimanere a scuola o per giunta stare fuori casa? Che qualche mostro si aggirasse per la città? Pensai tra me e me ironica.Tuttavia non le feci presente i mie dubbi,perchè più parlava più percepivo l'angoscia dalla sua voce."Ok mamma,te lo prometto!" le risposi incredula e senza aggiungere altro e passando il telefono alla maestra,ebbi il permesso di andare a casa.Allora non sapevo spiegarmi bene il motivo,probabilmente sarà stata l'agitazione di mia madre a influenzarmi,ma corsi per tutto il tragitto.Giunta a casa,accesi la tv e sintonizzai sul canale dei cartoni: almeno mi sarei distratta un pò.Dopo qualche ora il cellulare squillò di nuovo e io risposi."Sherry! disse nuovamente mia madre; mi sembrò di rivivere le stesse sensazioni di poche ore prima già dall'udire come pronunciasse il mio nome,quasi si meravigliasse di ascoltare la mia voce.Ci fu silenzio,"Pronto mamma,ci sei?"..."Si...oh grazie al cielo Sherry stai bene,sei a casa?"..."Si che sto bene,perchè non dovrei?" le risposi perplessa."Tesoro ora non ho il tempo necessario per dirti cosa sia successo,ma per l'amor di dio,fa quello che ti dirò,intesi?".Questa volta restai io in silenzio per pochi attimi,prima di rispondere un timido "si"."Devi andare alla stazione di polizia,sai che è vicino casa,ci arriverai in poco tempo.."..."Mamma che sta succedendo?!" ora la mia voce tremava."Cristo!..." pensò ad alta voce lei "Sherry una volta lì,restaci! Ti ritelefonerò più tardi! Perdonami se non ti dico altro...ma...".." va bene mamma...andrò alla stazione.." dissi con gli occhi lucidi."Un'ultima cosa: porta con te il medaglione che ti piace tanto va bene? Ti proteggerà stai tranquilla,ora devo andare...scusami amore..." la telefonata si interruppe,proprio mentre lei sembrava singhiozzare."Da cosa dovrà proteggermi?! Mamma?! Pronto??! Pronto??!!".Lasciai il cellulare cadere dalla mia mano a terra,con gli occhi persi nel vuoto: non sapevo cosa stesse turbando tanto mia madre,ma capii che doveva essere qualcosa di molto serio,così decisi di non insistere nel richiamarla per farle altre domande.Corsi in camera mia,presi il mio medaglione dorato e lo indossai,uscii di casa e mi accorsi di avere il fiato corto,corsi lungo le strade e mi meravigliai di quante poche fossero le macchine e le persone in circolazione,di solito la città era molto più trafficata.Finalmente arrivai a destinazione: ero di fronte il cancello del palazzo della stazione di polizia e pensai che fortunatamente ora niente sarebbe potuto accadermi e mia madre ne sarebbe stata felice e sarebbe potuta essere serena,non sapendo che mi sbagliavo di grosso e che da lì a poco,mi sarei dovuta ricredere.
   
 
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