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Autore: _Giuls17_    29/03/2015    6 recensioni
Katniss e Peeta hanno vinto la guerra e adesso vivono al Dodici, stanno imparando di nuovo a conoscersi e ad amarsi, sanno che ci vorrà del tempo ma finalmente non dovranno più lottare, ma nello stesso tempo, in un luogo sconosciuto, ma in realtà vicino, Tobias scopre un'amara verità: Tris è morta, e tutto il suo mondo con lei.
Un nemico comune, una nuova guerra li faranno incontrare, poichè c'è un Mostro in ognuno di loro, ma solo Tris è stata messa davanti a quella triste realtà.
C2: -Chi sei tu?-
-Il mio nome è Tris. Ti prego non sparare.
C3: -Ti hanno detto il loro nome.-
-Sì, li hanno chiamati Hunger Games.-
C4: Cercò di reprimere l’orrore che provava per se stessa ma non ci riuscì, si odiava per come l’avevano fatta diventare: un mostro.
C6: Ricordo così bene il giorno che ci siamo visti la prima volta, [...], Io non ho dimenticato, Tris.
C8: -Quattro lasciami.-
C10: Scattò in avanti ma prima che potesse afferrarle il corpo sentì un altro ago perforarle la pelle.
C13: -Dove sei stata per tutto questo tempo?- domandò quasi sulla sua bocca.
-Stavo tornando da te.- rispose lei.
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caleb Prior, Christina, Four/Quattro (Tobias), Tris
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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That still small voice
 
Katniss osservò Tobias trascinare via Tris e sorrise.
-Staranno bene.- disse, automaticamente.
-Forse, anche se questa guerra le porterà via un altro pezzo di se stessa.-
-Perché ne sei così convinto?- chiese Gale, sedendosi scompostamente su una sedia.
-Lei è sempre stata cosi, è coraggiosa ma è anche altruista, e intelligente, è troppe cose ed anche adesso che le Fazioni sono state abolite, lei non ha trovato il suo posto.
Quello che fa è per i nostri genitori, ma la porterà alla rovina.- disse Caleb, senza staccare gli occhi dalla porta.
-Può farcela, Tobias non la lascerà crollare.-
-Forse no, ma lei non si è mai posta tutti questi problemi, più di una volta è andata contro di lui.-
-Com’è finita?-
-Lei aveva ragione tutte le volte.- disse, ironico.
-Conosco quella sensazione.- sussurrò Katniss, guardando Peeta.
 
-Non possiamo fare niente, per lei?- domandò Haymitch.
-Solo ricordarle che la sua vita è preziosa.-
-Lo faremo.-
 
*
 
Katniss strinse le braccia intorno al petto e guardò la luna.
Caleb aveva ragione su Tris, anche se la conosceva da poco, aveva imparato molto su di lei, puntava al bene superiore, alla sopravvivenza di pochi e se fosse stata l’unica vittima, le sarebbe anche andato bene, scosse la testa, si rispecchiava molto in lei, solo che le sue scelte erano sempre state diverse.
Lei aveva fatto di tutto per distruggere Snow ma nonostante la morte di Prim aveva deciso di vivere in quel mondo, mentre Tris non era ancora riuscita ad accettare quell’idea.
-Stai pensando a lei.-
Peeta l’abbracciò da dietro e appoggiò la testa sulla sua spalla.
-Sì, ho come la sensazione che sarà irresponsabile.-
-Sarà maledettamente altruista.-
-Dovremo impedirlo.-
-Credi che potremo farcela?-
-A costo di legarla a una sedia, Peeta; non sono venuta fin qua per sacrificare qualcuno inutilmente.-
-Adesso ti riconosco Katniss, in questi anni avevi perso quella scintilla.-
-La Ragazza di Fuoco era in pensione.- sussurrò, girandosi e appoggiando il viso al suo petto.
Sentì il battito del suo cuore e chiuse gli occhi, quello per lei era il suono di casa.
-Stai bene tu, invece?- lei domandò, guardandolo.
-Gli incubi ci saranno sempre, ma i dubbi sono spariti.-
-Almeno qualcosa va per il verso giusto.-
-Andrà tutto bene, possiamo farcela anche questa volta, però per questa sera basta.-
-E perché?- domandò, guardandolo.
-Perché voglio fare l’amore con te, io ho bisogno di te.-
Katniss sorrise, sentì le guance colorarsi di rosso e lo baciò.
-Anche io ho bisogno di te.- sussurrò, sfiorandogli la schiena e lasciandosi andare.
 
***
 
-Il bunker era vuoto quando la squadra di ricerca l’ha trovato, era al confine del Dodici nascosto in modo impeccabile.- disse il presidente Paylor, in olo-conferenza con Chicago.
-Il suo gruppo non ha trovato altro?-
-C’erano traccia di molti strumenti per la tortura; un computer il cui hard disk e scheda di memoria erano stati portati via e nessuna traccia di attività recenti.-
-Lo avranno liberato dopo la mia fuga.- rispose Tris, scacciò però il pensiero degli strumenti di tortura, non li aveva ancora dimenticati.
-Ho mandato due delle mie flotte a Chicago, arriveranno domani.-
-Perché?- domandò fredda Evelyn.
-Perché siamo in guerra, hanno cercato di rapire e di uccidere la Signorina Prior e non lascerò i miei uomini alla mercé di questi soggetti, combatteremo.-
-Possiamo evitarla la guerra.- sussurrò Tris, abbassando lo sguardo.
 
Aveva promesso a Tobias che avrebbe aspettato, aveva promesso che avrebbe fatto la brava e non si sarebbe messa nei guai, ma la voce della sua coscienza non era d’accordo con quella scelta.
Anche lei sapeva che tutto quel dolore poteva essere evitato solo da lei, era la sua colpa da espiare.
Lei poteva fermare David e gli Hunger Games, lei poteva evitare che la gente morisse inutilmente.
 
“Vorrà dire mettere di nuovo a repentaglio la tua vita.”
Lo so, ma non sono pronta a lasciar correre, non posso restare a guardare.
“Tocca a noi sistemare tutto questo casino.”
Sì.
 
-No.- Tobias, batté il pugno contro il tavolo e la guardò.
-Consegnatemi.- continuò, senza guardarlo.
-Come?- Johanna Reyes l’osservò, sbalordita.
-Vogliono me, le mie costanti, il mio DNA, vogliono me e basta; consegnatemi e porremo fine alla guerra.-
-Tris.-
-Tobias lo sai anche tu che questo piano è l’unico che potrà evitarci uno spargimento di sangue.-
-Forse possiamo evitare che tu muoia, stavolta.- rispose Katniss.
-Cioè?-
-Ti mettiamo una ricetrasmittente, tu ti consegni ma noi veniamo a salvarti e poniamo fine alla guerra.-
-Attacco a sorpresa.- concluse Gale, appoggiandosi allo schienale della sedia.
-Non posso rischiare anche le vostre vite.-
-Siamo noi che vogliamo farlo, Tris, non devi essere l’unica a portare quel peso sulle spalle.-
-Potremo agire solo domani mattina, le flotte di Panem potranno esserci utili.-
-Zeke potrà armare la polizia ed assistere la flotta di Panem.-
 
Tris si alzò, non riuscendo più a tollerare quei suoni che prepotenti le stavano occupando la mente.
Si affacciò a una delle finestre dello Spietato Generale ed osservò la sua Chicago, era cambiata terribilmente negli anni: i quartieri delle singole Fazioni erano stati annullati del tutto, la città apparteneva a tutti senza distinzioni.
 
Apparterrà mai a me?
 
-Sia chiara una cosa.-
Tobias le si accostò e la guardò, intensamente, negli occhi.
-Ti lascio fare questa cosa solo perché sarò io a gestire la ricetrasmittente, non metterò la tua vita nelle mani di nessun altro se non nelle mie.-
Tris sorrise, alzò una mano e gli carezzò il viso e lo strato sottile della barba.
-Non darei a nessun altro questo potere, sono felice che sia tu a governare la mia sorte.-
Lui si avvicinò e posò le sue labbra deliacamente su quelle di lei, non l’avrebbe mai capita fino in fondo, ma gli stava bene così.
Non l’avrebbe cambiata per niente al mondo.
 
-Devo chiedere una cosa a Zeke.- disse, sorridendogli e tornando al tavolo.
 
-Tobias?-
-Christina.- osservò quella che era stata la sua migliore amica per quei due anni e sentì una morsa di rimpianto per come erano andate a finire le cose, ci teneva a lei, nonostante tutto.
-Volevo chiederti scusa, il mio comportamento non è stato dei migliori e ti ho messo in una posizione scomoda.-
-Come?!- chiese, non riuscendo a credere a quella parole.
-Sei il mio migliore amico e non smetterai mai di esserlo ma mi sono resa conto di aver fatto delle pretese che erano eccessive, tu l’hai sempre amata e lo capisco, anch’io amavo così Will, ma cercavo in te qualcosa che non trovavo, scusami.-
-Christina voglio che tu sia ancora mia amica ma non potrà succedere se…-
-Non sono innamorata di te, Tobias, adesso l’ho capito; amavo il ricordo dell’amore, le farfalle nello stomaco e il ritmo veloce del mio cuore, li cercavo in te, ma tu non mi hai mai illusa: l’ho fatto io.-
-Sono…Contento che tu mi abbia confidato queste cose.- ammise.
-Vorrei parlare con Tris, ma è… Distante.-
-Lei cerca di essere la ragazza che abbiamo conosciuto, ma dentro è distrutta, devi darle un po’ di tempo e vedrai che tornerà anche da te.-
-Lo spero, mi è mancata in questi anni.-
-Lei è mancata a tutti.-
-Dov’è andata?- chiese Christina.
Tobias si voltò e osservò la stanza dello Spietato Generale, praticamente vuota, erano rimasti Evelyn, Johanna, Haymitch e la Paylor in olo-conferenza.
-Tris.- sussurrò, uscendo velocemente dalla stanza.
 
***
 
-Quindi i tatuaggi non sono stati aboliti?-
-No Tris, quelli adesso li fanno un po’ tutti.- ammise Zeke, camminando vicino a lei.
-Oh peccato, era una prerogativa degli Intrepidi.-
-Una volta, adesso siamo un po’ tutto, è strano.-
Tris e gli altri girarono l’angolo e s’inoltrarono tra le strade, ormai ristrutturate, di Chicago.
-Perché?- domandò Katniss.
-Perché una volta potevi essere una sola casa e crescevi con quella consapevolezza, i miei genitori erano Intrepidi ed io ho scelto gli Intrepidi perché ero come loro, non sarei riuscito a vivere in nessun altro modo, ma adesso possiamo essere tutto quello che vogliamo: studiosi, o agricoltori, possiamo fare beneficenza ma far rispettare la legge.-
-Ne parli come se ti mancassero le Fazioni.- gli fece notare Tris.
-Non so se mi mancano però sono sicuro che sia difficile per tutti.-
-Così è come mi sono sempre sentita io, un’anomalia persino tra i Divergenti: Erudita, Abnegante e Intrepida. Troppi aspetti contrastanti, non posso essere altruista e coraggiosa e intelligente, io… Mi sono sempre sentita persa.-
-Tris…-
-Va bene così Zeke, ero solo curiosa.- sussurrò, avanzando velocemente e si ritrovarono davanti all’entrata della Guglia, troppo vicino alla sua ex casa.
-Qua dentro abbiamo allestito un piccolo centro, qualcosa che ci ricordasse casa, l’unico posto dove fanno tatuaggi.-
-Perfetto.-
 
Tris spalancò la porta e si ritrovò immersa nel suo mondo, quasi tutte le persone portavano pantaloni neri, anche se molti avevano abbinato magliette colorate come se fossero Pacifici, parlavano e facevano casino, come i veri Intrepidi.
-Vieni.-
Zeke le fece percorrere un paio di corridoi e poi entrarono dentro una stanza, apparentemente piccola per via degli innumerevoli disegni attaccati alle pareti ma in realtà notò la sua ampiezza.
-Ciao Connor, lei vorrebbe farsi un tatuaggio.-
-Sei venuta nel posto giusto…?-
-Tris.- rispose velocemente.
-Come vedo hai già dei tatuaggi.-
-Tre, ma ne vorrei uno qua.- alzò mano destra e indicò il polso.
-Cosa vorresti? Ah tieni, disegnalo sul tablet.-
Allungò la mano e in pochi gesti tracciò con le dita il suo tatuaggio, non sarebbe stato troppo grande ma le avrebbe ricordato lui.
-Ecco.-
Connor osservò il disegno e sorrise.
  • -4?-
  • -Puoi farlo?-
-Certo ma sarei curioso del significato.- ammise iniziando a prendere tutto l’occorrente.
-E´il nome di una persona molto importante per me.-
-Quattro?- domandò curioso.
-Connor?- lo richiamò Zeke, per sviare il discorso.
-Certo certo.-
Tris si sedette sul lettino e girò la mano per lasciare libero il polso ed attese, aveva preferito non dire niente a lui poiché sapeva che non avrebbe accettato, aveva mentito ancora una volta.
 
“Veramente sei scappata.”
Non avrebbe capito.
“Hai una poca considerazione di questo ragazzo.”
Lo so, ma dovevo farlo.
“Prima di morire, intendi?”
Volevo qualcosa che mi ricordasse lui e che ricordasse a me stessa la ragazza che ero stata qualcosa tempo fa.
“Simbolo azzeccato allora: -4.”
Lo so.
 
***
 
-Dov’eri finita?- esclamò Tobias, guardando Tris arrivare all’hovercraft.
-Dovevo fare una cosa.-
-Sarebbe? Perché poi non mi hai avvertito.-
-Non me l’avresti lasciata fare.- disse, alzando le spalle ed aprendo il portellone, -Perché lui è qui.-
Indicò Caleb, seduto su uno sgabello.
-Mi ha seguito, voleva parlare con te.-
-Bè io no.- asserì categorica.
-Tris perché non lo ascolti.- disse Katniss, entrando dentro la navicella.
-Perché io…-
-Perché credi che io non abbia sofferto, ma ti sbagli.- sussurrò suo fratello.
-E va bene, ma fuori.-
 
La ragazza senza aggiungere altro uscì nuovamente e avanzò di pochi passi per appoggiarsi a un palo della luce, osservò suo fratello uscire e notò per la prima volta il colorito pallido, i capelli ormai gli ricadevano sul viso e non erano più tenuti dal gel e i suoi occhi erano spenti.
Sentì qualcosa dentro sé, qualcosa che gli ricordò suo padre e sua madre: la sua famiglia; le si strinse il cuore al pensiero dei suoi genitori.
 
-Tris io… Mi sono comportato male con te, e non una sola volta, ho lasciato che Jeanine facesse su dite quegli esperimenti e ti ho permesso di morire al mio posto perché non ero abbastanza coraggioso da affrontare la mia punizione, ma adesso che sei qui davanti a me, io non riesco ad essere indifferente: mi sei mancata.
Mi hai chiesto tempo, ma di tempo tu ne hai sempre di meno, la tua vita è una corsa contro il tempo.
Domani ti consegnerai e chissà cosa succederà, non intendo avere altri rimpianti. Tu sei la mia famiglia.-
-Te lo sei ricordato solo dopo la mia morte.- sussurrò, sentendo le lacrime scenderle lungo il viso.
-Me lo sono ricordato quando hai deciso di prendere il mio posto, ma era troppo tardi per fermarti.
Eri già andata via.-
-Cosa vuoi da me Caleb? Che ti abbracci? Che torni a stare con te? Cosa.Vuoi?- domandò a denti stretti, sentendo il dolore emerge dal suo petto e irradiarsi per tutto il corpo.
-Ti ho vista il primo giorno che sei arrivata: eri un fantasma, il ricordo di te stessa, non eri mia sorella ma adesso Tobias ha fatto su di te il miracolo.
Sembri più forte, più sicura di te, sei ancora troppo magra per i mie gusti ma i tuoi occhi brillano, non li vedevo brillare dal giorno della Scelta e io voglio questa sorella, voglio questa Tris.-
-Tu non mi puoi avere.-
-Non intendo in quel modo, voglio che continui ad essere questa ragazza e se per farlo devo sparire dalla tua vita: lo farò.
Stavolta farò di tutto per te.-
Lei rimase in silenzio, asciugò una lacrima distrattamente e guardò suo fratello.
-La mia è sola apparenza, la gente deve potersi fidare di questa Tris: stanno affidando la loro vita a me e io non posso deluderli.
Dentro però.- disse toccandosi il cuore, -Mi sento morire, sono passati pochi giorni è vero, ma mi sembra di svegliarmi sempre nella mia cella, mi sembra di poter sentire il rumore dei loro strumenti quando in realtà è solo la macchina del caffè di Peeta, ho segni che non spariranno mai dal mio corpo, Caleb.
Però ogni giorno combatto contro la parte di me che vuole soccombere e ci riesco, ci riesco perché vedo che la gente ha fiducia in me, vedo che…-
-Ti vogliono bene.- concluse per lei.
-Ed è difficile mantenere le apparenze quando vorresti solo spezzarti e lasciarti andare.-
-Non puoi farlo.- rispose, frettolosamente.
-E perché no? Per Tobias? Per te? Perché non posso desiderare la pace?-
-Perché hai avuto una seconda occasione per vivere, non sprecarla Tris, devi essere felice, anche senza di me.-
-Sai… Per quanto ti abbia odiato in questi due anni, per quanto avessi sperato che ci fossi tu al mio posto adesso non riesco a pensare le stese cose, non posso chiederti di sparire dalla mia vita.
Se mio fratello, l’unico legame che mi resta dei miei genitori e loro non vorrebbero questo.-
-Quindi mi stai perdonando?-
-Ti sto sopportando, per il momento.- alzò le spalle, asciugò le lacrime con il polso e si diresse verso l’hovercraft, cercando di ignorare il sorriso di quel fratello che le aveva causato anche troppo dolore.
 
 
-Hai deciso la sua sorte?- domandò Tobias, una volta che lei si fu seduta accanto a lui.
-Sì, per il momento non è più nella mia lista nera.-
-Bene e a proposito, i tuoi amici non mi vogliono dire cos’hai fatto con Zeke, ma io sono curioso.- ammise, sorridendolo.
Tris sentì tutto il dolore, tutto il nervosismo, sparire improvvisamente, Tobias era la sua cura, il suo calmate e avrebbe avuto sempre un posto speciale nel suo cuore.
-Questo.-
Girò il polso destro e gli lasciò vedere il tatuaggio.
-Oh, Tris.- sospirò, -Perché?-
-Perché sei l’unico legame che mi è rimasto in questa vita, perché ti amo, perché io senza di te non sono niente. Ci sarebbero altri motivi ma credo di averti elencato i principali.-
Tobias si sporse e la baciò con prepotenza, poco gli importava della presenza degli altri ragazzi, voleva che lei si ricordasse quanto gli fosse mancata.
-Prendetevi una stanza ragazzi, potreste scioccarci.- disse ironico Peeta.
-Ahah, peccato che debba riposare per domani.-
-A tal proposito.- Katniss si avvicinò e le mostrò la ricetrasmittente.
-Stasera lo posizioniamo sul tuo petto, così facciamo le prime prove. Evelyn ha per caso dato un orario?-
-Secondo la Paylor le truppe arriveranno per le otto del mattino.- comunicò Haymitch.
-Sarà tardi, devono credere che io sia scappata per venire da loro, dovremo anticipare di un’ora.-
-Non senza il sostegno delle truppe.-
-Allora avverti Zeke intanto, dobbiamo far si che il piano sia perfetto.- asserì decisa Tris.
-Va bene.-
Tobias si rassegnò e acconsentì, non avrebbe potuto fermarla in nessun modo neanche inchiodandola alla sedia, doveva solo sperare che il piano andasse per il verso giusto.




∞Angolo dell'autrice: Buona domenica a tutti, spero che vi siate riposati e siate pronti a questo nuovo capitolo ^^ La mia salute oggi vacilla, quindi ragazzi perdonatemi ma risponderò alle recensioni del precedente capitolo nel corso del pomeriggio, ma non mancherò!
Per me è davvero importante ed è un modo per ringraziarvi del vostro impegno.
Tris alla fine fa la proposta, che viene anche accettata da tutti, anche se Tobias è restio come al solito. Ma questo cosa comporterà?
Bè, staremo a vedere nel capitolo di mercoledì, per il momento godetevi lo spoiler:


David non mi avrai mai.


 
   
 
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