Starlight.
Starlight,
I
will be chasing your starlight
until
the end of my life.
I
don’t know if it’s worth or anymore.
Hold
you in my arms,
I
just wanted to hold you in my arms.
Starlight – Muse
- Ho
voglia di baciarti.-
Sente la
sua mano dietro la schiena – in quel punto così vicino al fondoschiena che
tocca i limiti della decenza – e le sue dolci labbra accanto all’orecchio.
L’alito caldo le sfiora la pelle e si sente morire, mentre deve contenersi dal
diventare rossa come un peperone.
Josh sa
dell’effetto che le fa e sorride, sornione, allontanandosi per riprendere a
guardare i fotografi e i loro flash impazziti. È così strano.
Così
bello.
- Su, Jen, sorridi un po’.- le dice ancora, pizzicandole il
fianco e girando di poco la testa nella sua direzione. È bravo, lui, nel non
farsi vedere, nel far passare tutto per naturale. Lei, invece, deve sempre
contenersi, perché la sua mancanza di filtri è deleteria.
-
Smettila!- gli intima, alzando di poco gli occhi al cielo.
Liam, al
loro fianco, vorrebbe ridere ma fa finta di nulla, perché scoppiare a ridere di
colpo, davanti a tutti e senza un apparente motivo, lo farebbe solo sembrare un
idiota.
Quei
due, pensa, sono terribili. Non fanno che stuzzicarsi, quando si vede lontano
chilometri che in realtà vorrebbero solo strapparsi i vestiti di dosso a
vicenda.
Finalmente
le fotocamere li lasciano in pace e allora sono liberi di entrare nel piccolo
locale per l’aperitivo. Josh afferra la ragazza per il braccio e la trascina al
bancone dei bicchieri. Ne prende due, pieni di Dio solo sa cosa, gliene porge
uno e l’altro se lo porta alle labbra.
Jennifer
resta col bicchiere a mezz’aria, troppo incantata da quelle morbide labbra che
si appiccicano al vetro e cominciano a bere. Si sorprende a pensare di voler
essere quel fresco liquido che adesso le bagna e poi scorre per la gola e
mentre osserva il pomo d’Adamo che va su e giù, le viene l’improvvisa voglia di
toccarlo e prenderlo a morsi, solo per saggiare la consistenza di quella pelle
profumata che sa tanto di buono. Le si azzera la saliva e sente caldo, così
butta giù quello che c’è nel suo bicchiere sperando in un po’ di sollievo, che
naturalmente non è abbastanza.
Josh
posa il suo bicchiere ormai vuoto sul bancone, mentre lei ne afferra un altro e
lo butta giù, come il precedente.
- Ti
odio.- gli dice poi, mentre l’alcol gelido le scende nelle viscere.
Il
giovane inclina la testa di lato, guardandola con quegli occhi dolci e
sorridenti. – Pensavo mi amassi.- le dice.
- No, ti
sbagli. Ti odio. E tanto anche.-
Si
concede di ridacchiare, Jennifer, poi si gira e tutta impettita si allontana da
Josh che, stupito, scuote la testa, incantato dal movimento delle sue curve
fasciate in quei vestitini corti e stretti che le stanno d’incanto.
Dio
benedica gli stilisti e la mancanza di stoffa, pensa, seguendola.
Non ha
la minima intenzione di perderla di vista in quella folla di ormoni impazziti
che non ci sono neanche alle feste degli adolescenti. Ha bisogno di averla
sempre al suo fianco per guardarla, sentire il suo odore e ricordarsi, ogni
istante, che lei è solo sua.
La
scorge appoggiata ad un tavolino, gli occhi che vagano per la grande sala e che
quando incontrano i suoi si soffermano su di lui, ridanciani.
- Io ti
odio e tu non sei capace di starmi lontano. Un po’ malsana come cosa, hobbit.- con le
dita sfiora il colletto della camicia inamidata e la cravatta azzurra, che
sparisce nella giacca chiusa.
-
Chiamami pure masochista, spongebob.-
- Citi i
vampiri? Ora cosa farai, mi morderai?- Jennifer getta la testa all’indietro e
Josh, in un piccolo accesso di follia, avvicina la bocca al candido collo
scoperto e le lascia un piccolo bacio.
Relativamente
piccolo.
Il corpo
di Jennifer s’infiamma di desiderio e le sue guance raggiungono picchi di
rossore mai pervenuti. Si scosta di scatto, come bruciata, e lo guarda
sconvolta, indecisa tra lo scappare via e il fregarsene di tutto e baciarlo
proprio lì, in mezzo a tutti quei visi conosciuti e non che, comunque, non se
ne accorgerebbero.
- Josh,
ti prego …- sussurra, sfiorandosi il punto incriminato.
- Cosa
vuoi, Jen?- Josh si avvicina ancora di più, tanto che
il suo calore lo investe e lo inebria, tanto che gli gira la testa.
- Ti
prego …-
- Avanti
Shrader, dimmi cosa vuoi?-
-
Andiamo via.- le parole le escono quasi come una supplica mentre afferra il
bavero della sua giacca e vi si aggrappa, timorosa che le gambe non la reggano.
-
Perché? Non ti piace la festa?- Josh ridacchia, baciandole la fronte.
- Sei un
idiota.- La bionda lo lascia andare e scappa via, lasciandolo lì, con le mani
in tasca, a sospirare.
Sono
bravi nel portarsi al limite e poi nello scappare. Sono bravi a stuzzicarsi e a
tirare via la mano. Sono bravi a desiderarsi.
Jennifer
si rintana in bagno, apre la prima toilette che trova e vi si rifugia. Abbassa
la tavoletta del water e vi si siede, per riprendere fiato, mentre dentro di
lei tutto freme dal desiderio. Ha bisogno di calmarsi, o le verrà una sincope
prima della fine della festa.
Josh le
fa sempre quest’effetto e lei ancora non ha imparato a gestirsi, così ogni
volta è costretta a fuggire via prima di compiere atti di cui poi potrebbe
pentirsi. È assurdo come, negli ultimi mesi, le cose tra loro due siano
cambiate: erano semplici migliori amici, e adesso non sono in grado di far
altro che mangiarsi con gli occhi e spogliarsi nel silenzio della loro camera
da letto, al riparo da tutto e tutti, mentre si amano come non mai.
Circa un
quarto d’ora dopo, quando è sicura di poter sopravvivere ad un altro round,
esce dalla toilette, si risistema velocemente i capelli e torna in sala. Non ci
vuole molto prima che i loro occhi si cerchino e s’incontrino di nuovo: Josh è
appoggiato al bancone, un bicchiere colmo d’alcool in una mano e l’altra in
tasca.
È così
bello.
Senza
fretta, o almeno imponendosi di non averne, Jennifer gli si avvicina. Con
noncuranza gli sfila il bicchiere dalla mano e se lo porta alle labbra. È
buono.
Istintivamente
Josh le si fa più vicino, fin quando i loro corpi non si toccano.
- Bella
festa, vero?- le dice e Jennifer spalanca la bocca in una muta sorpresa.
Si
riprende in fretta, però. – Mmm, non male.-
Prende
un’altra sorsata dal bicchiere, nascondendovi il viso, di nuovo arrossato.
-
Preferiresti essere altrove?- Josh glielo sussurra di nuovo all’orecchio, come
prima davanti alle fotocamere. Lei allora si gira, e complice il buio, nasconde
una mano sotto la giacca e gli artiglia il fianco.
-
Andiamo a casa, per favore.- gli dice, avvicinando troppo le labbra alle sue. I
due bicchieri di champagne e le sorsate dal cocktail rubato cominciano a fare
effetto, lasciandola più sicura e intraprendente.
Josh le
prende la mano e la trascina via.
Jennifer
sente il rumore del motore sotto i suoi piedi e se avvicina la mano alla
piccola apertura del finestrino, sente l’aria fresca che la investe come un
tornado.
Quando
si sono allontanati dalla festa, non sono andati direttamente a casa come Jen pensava – e sperava -, ma Josh l’ha bendata in auto e
adesso tace al suo fianco. L’unico segnale della sua effettiva presenza è la
sua mano sulla gamba, sulla quale lei ticchetta sovrappensiero.
- Sul
serio non hai intenzione di dirmi dove mi stai portando?- sbuffa, spazientita,
e anche un po’ in ansia. Non che sia contraria alle sorprese, ma quando sono
per lei inizia ad agitarsi e addio mondo.
- Jenny,
se ti ho bendata un motivo ci sarà, no?- Josh ridacchia e la ragazza riesce
quasi a figurarselo mentre scuote anche la testa, divertito. Fa sempre così con
lei: ride e poi scuote la testa, in un misto tra divertimento, stupore e
rassegnazione continui.
Vorrebbe
togliersi quello stupido coso dagli occhi solo per poterlo guardare meglio.
Jennifer
è convinta, nel profondo del suo animo, che non si stancherà mai di guardare il suo hobbit.
L’osserva così tanto e così intensamente che sarebbe capace di disegnare i suoi
tratti anche ad occhi chiusi, con la sua sola immagine nella testa.
Ama i
suoi occhi piccoli e un po’ all’ingiù, e le sue iridi che alla luce diventano
così verdi da sembrare un prato in primavera. Ama le sue labbra e il fatto che
quello inferiore sia un po’ più grande, così lo può mordere più facilmente. Ama
la forma squadrata della sua mandibola, che riempirebbe di baci dalla mattina
alla sera. Ama i suoi capelli, che siano biondi, neri o castani, non fa
differenze: potrebbero essere del colore del cielo e per lei sarebbero comunque
perfetti.
- Non ti
sei addormentata, vero?-
La voce
di Josh la riscuote dal lieve torpore in cui era caduta mentre lo sognava ad
occhi aperti. Nega e allora si rende conto dell’improvviso silenzio che la
circonda. È come se fosse in una scatola insonorizzata.
- Siamo
arrivati?- chiede, con la solita nota d’ansia nella voce.
- Sì.
Resta ferma, ti faccio scendere.-
Jen obbedisce mentre la
portiera dell’auto si apre e Josh la fa scendere. Non appena poggia i tacchi a
terra si sente affondare e capisce di essere in un posto erboso: si sente anche
l’odore dell’erba fresca e bagnata.
- Ancora
non me lo dici dove siamo?-
- Shh,
tutto a suo tempo.-
Josh le
passa un braccio intorno alla vita, tenendola ferma mentre richiude l’auto. –
Vuoi toglierti le scarpe?- le chiede poi, immaginando che non debba essere una
bella sensazione avere i tacchi con l’erba fresca in cui affondano.
- Ehm …
e se mi morde qualcosa?-
-
Jennifer, sei seria?-
- Non
dovrei?- La ragazza si imbroncia e Josh non riesce a far altro che baciarla.
Un
piccolo bacio su quel musetto delicato che la spiazza e la fa ridacchiare,
felice.
-
Comunque no, preferisco tenerli per ora.-
In
silenzio, strettamente abbracciati, s’incamminano. Jennifer continua a non
sentire rumori, se non quelli dei loro piedi sul terreno, e stranamente si
sente in pace. Josh, dal canto suo, comincia ad agitarsi sempre più con
l’avvicinarsi della loro meta.
- Josh?-
lo chiama ad un certo punto.
- Dimmi
Jenny …-
Lei
prende un profondo respiro. – Non hai intenzione di uccidermi, vero?-
Josh si
blocca di colpo, indeciso tra lo scoppiarle a ridere in faccia e prendersela a
morte. – Oddio, Jen, ma come ti vengono certe idee?-
le chiede poi, sconvolto come sempre.
È
assurda, delle volte, la sua ragazza. Quant’è bello, però, quel ‘sua’ messo
davanti a ‘ragazza’. Non riesce ancora a credere che sia davvero sua. E non
pensa che si capaciterà mai del fatto che l’avrà al suo fianco, possibilmente
per tutta la vita, senza doverla più condividere con nessuno.
- Eddai, comprendimi un po’. È notte fonda e Dio solo sa dove
mi hai portata!- sbotta lei, cominciando a ridere.
- Oh, ma
smettila! Neanche fossi uno stalker!-
- Hobbit, per quanto mi riguarda potresti esserlo.-
Josh
alza gli occhi al cielo, contento del fatto che lei non possa vederlo.
Non è
uno stalker. L’ha solo seguita per un po’ di tempo –
ovunque – prima di prendere il coraggio di dichiararsi. Insomma, era amore il
suo, non ossessione!
Anche
attraverso lo strato di tessuto, Jennifer capisce che qualcosa è cambiato,
perché le sembra di vedere un po’ di luce. Soffusa, certo, ma è sicura che ci
sia. Al suo fianco, poi, Josh sospira: un po’ di sollievo, un po’ di paura.
- Adesso
ti tolgo la benda dagli occhi.- le dice, e le lascia il fianco, per poterle
slegare meglio il nodo alla testa.
Jennifer
ha la salivazione azzerata e le fa male la pancia. Ha paura, di cosa non lo sa
neanche lei.
Josh
trema, così tanto che ha bisogno di un paio di minuti per compiere un’azione da
pochi secondi.
Quando
finalmente il tessuto viene via, entrambi restano senza fiato.
La
ragazza si guarda attorno, meravigliata. Sono in una piccola radura delimitata
da quelle che sembrano querce e proprio al centro c’è un piccolo gazebo in
legno scuro, illuminato da centinaia di luci e decorato di fiori colorati. Al
centro, sul pavimento, c’è una coperta a quadri e un cesto.
Jennifer
si gira verso Josh che la guarda speranzoso. – L’hai organizzato tu?-
Lui
annuisce, portandosi una mano a grattarsi il naso, imbarazzato.
- Oh, honey …- Jen si sporge per baciarlo e pian piano lo sente rilassarsi
sotto il suo tocco.
- Vieni,
andiamo.-
Per
mano, si dirigono verso il gazebo e si accomodano sulla coperta. Jennifer
toglie finalmente le scarpe, ormai sporche di fango, e le lancia da qualche
parte nella terra, sotto gli occhi sconcertati di Josh. Allora gli fa
l’occhiolino e lui non può far altro che sospirare. – Sei sempre la solita.- le
dice.
- È per
questo che mi ami.- risponde lei, ammiccando. Si sente leggera, e non sa
neanche dire perché. Le piace quel gazebo floreale, le piace la piccola radura
profumata e vorrebbe rimanerci per sempre.
- A cosa
serve quel cesto?- chiede poi, indicando l’intreccio di vimini al fianco del
ragazzo, che prontamente lo prende e se lo porta sulle gambe.
- Vieni
accanto a me, ti faccio vedere.-
Gattonando,
Jennifer prende posto accanto a Josh e lo abbraccia, posando la testa sulla sua
spalla, nel gesto più naturale del mondo. Lui solleva il coperchio del cesto e
porta fuori un piccolo telescopio.
- Sai …-
comincia Josh, prendendo un respiro profondo e ormai in panico. – La prima
volta che ti ho vista, in quel vestito rosa …-
-
Ancora? Era bianco!- lo interrompe subito Jennifer, portandosi poi una mano
alle labbra, dispiaciuta dell’interruzione. – Scusami! Va avanti, cerco di
stare zitta.-
Josh
ride. – Il vestito era rosa e su questo non si discute. Comunque, dicevo … la
prima volta che ti ho visto, ho pensato che … al diavolo. Eri bellissima. Il
tuo sorriso, il modo in cui guardavi tutto stupita neanche fosse la prima volta
che partecipavi ad un evento. Avrei voluto venirti vicino e parlarti e dirti
che mi ero innamorato di te, così, all’istante. Poi mi hanno proposto la parte
di Peeta e tu saresti stata Katniss. Puoi, anche lontanamente, immaginare come
fossi emozionato e terrorizzato al tempo stesso? Conoscevo la storia, sapevo
più o meno tutto dei nostri ruoli e l’unica cosa a cui riuscivo a pensare era
che avrei potuto baciarti e abbracciarti. Davanti alle telecamere, certo … ma
era pur sempre un passo avanti. Innamorarmi di te, ogni giorno sempre di più, è
stata ed è la cosa migliore che mi sia mai successa dopo quel film che ci ha
avvicinati. È stato come un segno del destino, non pensi?-
Josh
s’interrompe un attimo, con la voce rotta, mentre Jennifer gli si fa più
vicina, bisognosa di sentire ogni pezzetto di pelle possibile a contatto con
lui. I suoi occhi sono lucidi di lacrime, che minacciano di scendere da un
momento all’altro perché pensa che tutto quell’amore non può meritarselo. Lei
non ha fatto nulla, in fondo.
-
Qualche sera fa ero accanto alla finestra e dopo non so quanto tempo sono
riuscito a rivedere le stelle. Pensavo a quanto fossero belle e mi sono sentito
felice. E più le guardavo, più vedevo te e, Jenny, tu sei la mia stella. Giro
intorno a te come la Terra gira intorno al Sole e non posso farne a meno.-
altra pausa, altro respiro. Prende meglio il telescopio, lo poggia sul piccolo
treppiedi e se lo porta all’occhio sinistro. Armeggia un po’ con i vari
pulsanti e quando é pronto si stacca e ritorna a guardare la sua Jennifer.
- C’era
una stella che brillava più delle altre, o almeno a me è sembrato così. Mi
attirava, come una calamita. Sono venuto qui, l’ho disegnata e il giorno dopo
ho contattato questo sito che si occupa di registrare i nomi delle stelle.
Magari non è l’idea più originale del mondo, ma adesso quella stella si chiama
Jennifer S. …-
Josh
avvicina il telescopio alla sua ragazza, che finalmente può vedere la sua
stella. Aveva ragione: brilla più delle altre. La luce è bianca, pura. Sa di
amore, e in fondo è proprio l’amore che Josh ha voluto dimostrarle regalandola.
Con le
lacrime che scorrono sulle guance gelide, Jennifer continua a guardarla ancora
un po’, poi si gira verso il suo uomo e gli butta le braccia al collo,
stringendolo forte. – Ti amo, Joshua Ryan Hutcherson.- gli sussurra all’orecchio, prima di baciarlo.
Sotto le
stelle, circondati dalle luci e dai fiori, quel bacio è una promessa.
D’amore
eterno.
Di
gioia.
È la
promessa di una vita insieme a rischiararsi la strada, l’una Stella Polare
dell’altro, uniti da un filo intrecciato di ricordi, speranze, vita.
- Ti
amo, Jennifer Shrader Lawrence.-
------
Buonsalve, ancora!
Sono di
nuovo qui a pubblicare una Joshifer perché ormai sono
un caso perso e quando mi metto a scrivere si tratta di Joshifer
o Everlark … insomma, gira tutto attorno a quei due e
io non posso farci nulla, ahimè. In realtà penso di non volerci neanche far
nulla ahah.
Comunque,
questa shot è venuta fuori senza preavviso, senza che io l’avessi premeditata e
così via. Insomma, è nata dal nulla, semplicemente perché ultimamente mi
riempio fino a scoppiare di storie d’amore e poi proietto tutto sui Joshifer. Penso che tra un po’ non mi sopporterete più e
supplicherete che io sparisca dal mondo efpiano.
Ecco,
questa volta nessun papiro lunghissimo, quindi scappo via a studiare e vi
lascio in pace per qualche tempo (?).
Un
bacio,
briciola.