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Autore: Persefone3    30/03/2015    8 recensioni
Ingrid è appena stata sconfitta e Gold è stato cacciato. La normalità sembra tornata, ma quanto può durare a Storybrooke? Cosa succede a Emma se qualcuno decide di ritornare e reclamare ciò che secondo lui gli spetta di diritto? Riuscirà anche questa volta Hook ad aiutare la nostra Salvatrice nelle sue peripezie? E se la vera lotta fosse contro la parte più oscura che si cela in ognuno di noi?
Genere: Angst, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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XVI. Our Happy Ending is Being Together

Emma si strinse ancora al corpo di Hook. Gli passò una mano sul mento prima di riprendere a parlare.

- Mi dispiace per il male che ti ho fatto. E non mi riferisco solo a quello che è successo nell’ultima settimana. Lo sai perché ero così spaventata su Neverland dopo il nostro bacio? Perché non credevo che avrei mai provato qualcosa di così intenso per qualcuno. Non ho mai avuto bisogno di usare molte parole con te, sei sempre stato in grado di capirmi con uno sguardo. E vuoi sapere perché ero ancora più spaventata a New York? Perché in fondo al mio cuore ho sempre saputo quello che provavo. Ma scoprire che anche per te non era stata una cosa passeggera, mi terrorizzava: e se andando avanti avresti scoperto che non ero poi così speciale come credevi? Nessuno mi hai messo al primo posto come fai tu.

Emma fece una pausa.

- Chissà se puoi sentirmi … mi manchi così tanto, Killian. Mi manca il modo in cui prima di addormentarti, ti assicuri che sia ben coperta: sai che la notte mi muovo e hai paura che prenda freddo. Mi manca il modo in cui, quando siamo sdraiati sul divano a guardare la televisione, mi ravvii i capelli in modo che possa appoggiarmi comodamente a te. Mi manca il modo in cui, la mattina, fai in modo che sia un caffè nero bollente e le tue calde labbra a darmi il buongiorno. Prima di conoscerti, la solitudine era la mia compagna di viaggio, ora sei tu la persona con cui divido il mio percorso, che mi fa compagnia in ogni momento: sei sempre pronto a spronarmi, a sostenermi, a incoraggiarmi. E io non posso fare più a meno delle tue premure. Non ti ho mai detto quanto mi piace prendermi cura di te, prepararti da mangiare e farti scoprire le mille sfaccettature di questo mondo. Mi diverte vedere come a volte ti parlo di cose che per me sono scontate, ma per te no e quindi mi guardi candidamente senza sapere cosa dire. Eppure per il semplice fatto che sono stata io a dirti una cosa, ti fidi e basta. Quando facciamo l’amore, non importa quanta foga ci stiamo mettendo, quando pensi di essere stato un po’ più impetuoso del solito, mi guardi un momento come per chiedermi scusa di qualcosa, senza motivo alcuno, perché amo da morire quella tua dolce tumultuosità. Hai accettato tutto del mio passato e non posso non costatare quanto tu sia affettuoso e protettivo con Henry, anche quando vi alleate contro di me. Io non so dirti di preciso quando ho iniziato a provare qualcosa per te, forse sin dalla scalata della pianta di fagioli, te la ricordi? Già allora avevi capito così tante cose di me e io di te. Vuoi sapere, invece, quando è stata la prima volta che mi sono sorpresa a pensarti in quel modo? Mi vergogno un po’ a dirtelo, ma stai dormendo … ti ricordi quando sei stato investito da quell’auto sul confine della città? Bene dopo che ti abbiamo portato in ospedale e ti hanno prestato le prime cure, sono venuta a vedere come stavi. Quando sono entrata, dormivi ancora ed eri sotto sedativi proprio come adesso. Mi sono seduta vicino a te e ho pensato che eri davvero un bell’uomo. La cosa che mi aveva affascinato di te era tutto quell’ardore che dimostravi per il tuo perduto amore. Mi sono detta che mi sarebbe piaciuto essere amata da qualcuno con quel trasporto ed è stato allora che ho invidiato un po’ questa Milah, lo ammetto. Ma chi avrebbe mai pensato che di lì a poco avresti iniziato a dedicare proprio a me tutte quelle attenzioni? Da quando stiamo insieme mi sento la persona più fortunata di tutti i mondi.

Emma si tirò ancora un po’ più su e strofinò il suo naso con quello del pirata.

- Lo sai qual è la verità, alla fine dei conti? Ti amo Killian Jones, come non ho mai amato nessuno prima. Non ho più paura di ammetterlo ora. E amo anche Capitan Hook. Perché siete la stessa persona ed io ti accetto per quello che sei: luci e ombra.

Mentre pronunciò quelle frasi, le guance della salvatrice furono solcate da calde lacrime. Una di esse scivolò sul viso del pirata per andare poi a lambire i suoi occhi chiusi. In quel momento una sgargiante luce bianca invase la cella e si concentrò intorno a loro. Emma strinse saldo il corpo di Hook, come a volerlo proteggere da qualsiasi cosa stesse accadendo in quel momento. Tornò a guardare l’uomo e si accorse che la lacrima stava percorrendo le lunghe ciglia del pirata. Ma c’era qualcosa in più. Quando la lacrima percorse la guancia del suo uomo, vide che stava lavando via anche il frammento che Walsh aveva scagliato per cercare di distruggere il loro amore. Il frammento si dissolse come cadde via dal volto del pirata. Emma non ebbe il tempo di dire niente che Killian cominciò a riprendere i sensi. Iniziò ad accarezzargli le guance dolcemente.

- Killian, sono io … come ti senti?

Hook si passò una mano sopra gli occhi come se fosse in preda ad un atroce mal di testa. Si tirò lentamente su a sedere sul letto.

- Emma … - disse lui a fatica.
- Fermo, non alzarti, sono qui proprio vicino a te – disse Emma con la voce rotta dall’emozione.
- Ho un gran mal di testa. Che diavolo è successo? Dove mi trovo?
- Sei alla centrale, hai battuto la testa.

Hook cominciò ad aprire lentamente gli occhi. Ci vollero un paio di secondi prima di riuscire a mettere a fuoco il volto di Emma che tanto amava. Come tornò pienamente in sé, ricordò tutto quello che era successo. Si tirò su a sedere di scatto, lasciando Emma sorpresa, e si portò una mano alla bocca. Emma vide crescere l’agitazione nel suo uomo senza capire da cosa ciò dipendesse. Hook si alzò di scatto e si rannicchiò in un angolo della cella, al buio come se non volesse farsi vedere.

-Cosa ti ho detto? – disse Killian terrorizzato – cosa ti ho fatto?
- Niente – disse Emma avvicinandosi per cercare di tranquillizzarlo.
- Non è vero: cose orribili, come ho potuto? Tutto quello che a fatica ero riuscito a farti vedere di buono in me è andato distrutto.
- Era la maledizione quella, non eri padrone di te!
- Hai conosciuto la parte peggiore di me, quella da cui avrei tanto voluto proteggerti. Come puoi ancora vedere del buono in me? Ti ho delusa, e ora non ti fiderai mai più di me. E capirò se non mi guarderai più con gli stessi occhi di prima.

Emma si gettò tra le sue braccia. Killian rimase fermo, quasi incredulo della reazione di Emma.

- Non dire sciocchezze! Non mi hai affatto delusa!
- Non hai idea di quanto possa essere facile subire il fascino dell’oscurità. Ho cercato di contrastare l’ombra ma più cercavo di contrappormi ad essa più prendeva il sopravvento in me. Era come se fosse un incombente promemoria di qualcosa: sono un cattivo.
- Non è vero, non lo sei più.
- Neanche Regina e guarda cosa è successo con Robin: ha perso il suo lieto fine. Forse è davvero così, i cattivi non possono avere un lieto fine. E dopo tutto quello che è accaduto, non mi sorprenderei se stessi anche io per perdere il mio.
-Se hai così paura di perdere il lieto fine, vuol dire che l’hai trovato. Qual è?
- Non l’hai ancora capito? Sei tu.

Emma si strinse ancora più forte a lui che la avvolse con le sue braccia per ricambiare l’abbraccio con ancora più impeto.

- Mi dispiace per tutto … - disse Hook in un soffio.

Emma non gli diede il tempo di finire la frase che si avventò sulla sua bocca. Si persero in un lungo e lento bacio.

- Henry mi ha portata a Storybrooke perché riportassi il lieto fine, è questo il mio lavoro. E non sarà finito finché non l’avrò fatto per tutti quanti, compreso te. Killian, non importa quello che dovremmo affrontare, niente cambierà quello che c’è tra noi due.  Perché io ti amo e questo è un punto saldo dentro di me, che non vacillerà tanto facilmente.

Quando Hook le sentì pronunciare quelle parole si sentì stordito, leggero come dopo una sbronza madornale di rhum, anzi molto meglio.

- Dimmi che non è un sogno e che hai davvero pronunciato quelle parole …
- Killian Jones, io ti amo e basta – ripeté Emma seria.

Hook la baciò con un nuovo impeto come se davvero tutto quello che era successo in quella dannata settimana fosse stato cancellato con un colpo di spugna. Emma gli aveva detto che lo amava. Quanto aveva agognato sentirle dire così? Quanto aveva sperato che fosse ricambiato in quel modo così profondo e intenso? Secoli, notti intere passate da solo sulla nave a domandarsi se c’era anche per lui qualcosa di buono in cui sperare. E poi era comparsa quella bionda a stravolgergli la vita. Si sentì attraversato da una frenesia mai provata prima. La sua mano le corse lungo la schiena e Emma ne riconobbe subito il deciso ma morbido tocco della passione del suo uomo. Nell’oscurità un sorriso tornò ad incresparle il viso. Quando percepì quali erano le inequivocabili emozioni che stavano attraversando non solo il corpo del pirata, ma anche il suo, gli prese la mano e la strinse nella sua.

- Piano tigre, la cella è sotto sorveglianza e la telecamera riprende tutto. – disse Emma sorridendo.
- Scusa, è che non sai quanto ti voglio. Ti amo così tanto che mi manca il respiro quando non ti ho vicino a me.
- Che ne dici se ce ne andiamo da qui? Non hai ancora visto come ho risistemato il mio appartamento. – disse Emma allusiva.
- Cosa stiamo aspettando allora?
- Mando un messaggio a mio padre per dirgli che stai bene e poi c’è un’altra cosa che devo fare.

Emma si girò verso la telecamera e con la magia cancellò gli ultimi minuti di registrazione.

- Non vorrei mai che vedesse quello che stavamo per fare. – disse Emma ironica.
- E che non lo so? Mi ucciderebbe all’istante se solo sapesse quello che faccio con la sua dolce bambina … E sono contento di vedere che hai di nuovo la tua magia.

Uscirono dalla centrale che era quasi l’alba. Si diressero immediatamente all’appartamento di Emma. Come vi misero piede, la passione ebbe il sopravvento. Tutto quello che erano stati costretti a reprimere in quei giorni venne a galla prepotentemente. Erano oramai diventati le due perfette metà di una sola anima. Salirono le scale per raggiungere la zona notte, non senza rischiare di cadere: l’ultima cosa di cui si stavano preoccupando erano i gradini. Una volta arrivati in camera, si abbandonarono completamente alla forza dei loro sentimenti in maniera incondizionata e complice. Fu come se si fossero riscoperti per la prima volta perché entrambi sapevano che in un certo senso quello era l’inizio di una nuova fase del loro rapporto: più matura e consapevole ma non per questo meno passionale. Non si accontentarono di smarrirsi una sola volta l’uno nell’altra, anzi, ogni qual volta tornarono a farlo in quella lunga alba, sembrava che un nuovo piccolo tassello si aggiungesse alla vasta gamma di emozioni che stavano provando insieme. Si addormentarono così, semplicemente stretti l’uno all’altra.

Era mattina inoltrata quando Killian aprì gli occhi. I raggi del sole erano già da un bel po’ alti nel cielo. Si ritrovò nel letto di Emma ma solo. Sentì il suo telefono vibrare. Lo trovò nella tasca della sua giacca di pelle che era andata a finire non lontano dai piedi del letto: era Eric che gli chiedeva che fine avesse fatto. Gli scrisse che stava bene e che quella mattina non sarebbe andato al porto. Aveva appena inviato la risposta che la porta alle sue spalle si aprì. Ne entrò una raggiante Emma in vestaglia che stringeva tra le mani un vassoio con la colazione.

- Buongiorno Capitano. – disse Emma poggiando il vassoio sul letto e sedendosi accanto al pirata.
 - Buongiorno amore mio – disse Hook rinfilandosi sotto le coperte.
- Problemi?
- No. Era solo Eric. Stamattina dovevamo fare delle cose in porto, ma gli ho detto che mi prendevo ancora un giorno. Penserà a tutto lui.
- Sei sicuro? – chiese Emma titubante.
- Assolutamente. Mi deve più di qualche favore per le sue assenze per stare con la sua dolce sirenetta

Risero di gusto.

- Lo so che è un po’ tardi per la colazione, ma ho pensato avessi fame.
- Verissimo amore mio. Mangiamo?

Emma si stese nuovamente nel letto e cominciarono a mangiare le ciambelle che teneva sempre pronte nel surgelatore. Si insinuò dolcemente tra le sue braccia prima di riprendere a parlare con il caffè in mano.

- Ti ricordi cosa mi hai detto quando Elsa arrivò per la prima volta in città a creare tutto quello scompiglio?
- Sì, che avresti dovuto vivere la tua vita a prescindere dalle crisi se non volevi perdertela.
- Volevi che cogliessi gli attimi, nonostante le cose terribili che possono succedere. Prima che questa storia iniziasse, credevo di non potermi permettere il lusso di godermeli quegli attimi. Ogni volta che ho pensato di potermi rilassare succedeva sempre qualcosa. Credevo  che quello che volevo avere non era nei piani della Salvatrice. Ma poi quando ho rischiato di non poter più avere quegli sprazzi di serenità, ho capito che non vi avrei mai rinunciato per nessun motivo al mondo. Ed è quello che farò d’ora in avanti a qualunque costo. Insieme a te.

Hook posò la ciambella e accarezzò la guancia di Emma. La fece poggiare al suo petto e la strinse ancora. Era incredibile come non si stancasse mai del suo contatto fisico.

Il sole era particolarmente caldo quel giorno nonostante fosse pieno inverno. Una sfida era stata appena superata con successo, ma altre ancora erano da venire. Immersi nella loro ritrovata tranquillità gli abitanti di Storybrooke non potevano sapere che un’ombra stava serpeggiando al confine della città: Rumple stava facendo ritorno in città accompagnato da tre figure tutt’altro che rassicuranti e sicuramente non piene di buone intenzioni.  

Ma questa sarebbe stata un’altra storia e finché quell’ombra non si sarebbe palesata in tutta la sua forza, Emma e Killian rimasero a godersi il sole del loro consolidato amore.


ANGOLO DELL'AUTRICE:
Eccoci qui. Scusate se ci ho messo un po' ad aggiornare ma ho riscritto il capitolo varie volte prima di giungere a una stesura definitiva. Spero di essere riuscita a dare una degna conclusione a questo piccolo volo pindarico della mia mente. Quando ho iniziato avevo solo una buona idea, almeno così speravo, e tanta voglia di cimentarmi. Siete stati voi a renderla speciale: con i vostri commenti, le vostre visualizzazioni e i vostri apprezzamenti. Spero di avervi fatto una buona compagnia fin qui. Mi sarebbe piaciuto terminare la storia prima dell'inizio della 4b perchè, lo ripeto, idealmente si collooca tra i due filoni. La Storia mi è nata in testa come un modo per superare la noiosissima pausa invernale. Il modo in cui Emma libera Killian è quello originale del racconto della Regina delle Nevi. A settembre, menre ripulivo la mia stanza e la mia libreria, mi è capitato in mano un vecchio libro di fiabe di quando ero una pupa (quanto tempo è passato da allora T.T). Nell'indice ho trovato la storia di Andersen e sapendo che il "malefico" duo avrebbe incentrato la 4a su questa storia, ho deciso di approfittarne per dare una ripassatina #PersefonechesimetteastudiareOnce XD. Lo so mi direte, ma a noi che ci ferga che a settembre hai fatto le pulizie anticipate, o troppo posticipate di pasqua? Avete ragione ma è in quel momento che questa storia ha iniziato a maturare lentamente nella mia testa: mi ero detta che era un bel finale da riproporre. Le cose poi sono andate in maniera leggermente diversa, ma sono dettagli. In compenso questa 4b ci sta regalando un'emozione dopo l'altra, non so voi ma a me sta prendendo un sacco. #adorodamorirelapiegadarkettona. Detto questo mi congedo dal mio ultimo #maxispiegonepersefone salutandovi e dandovi appuntamento alla prossima avventura. Ho altre due cose aperte ergo non vi libererete facilmente di me ... a meno che non decidiate di fare fuoco con i famosi Kalashnikov per questo finale che non vi ha soddisfatti ... *.* a questo non avevo pensato ... Devo cominciare a ordinarmi le corone di fiori? XD
Vi abbraccio calorosamente e ci leggiamo in giro come sempre. Un bacione
Persefone
 
  
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