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Autore: Lisileo    30/03/2015    4 recensioni
Immaginate Percy e Annabeth sposati. Immaginateli un po' di anni dopo... con quattro figli.
E adesso immaginate una gita di famiglia tra semidei, capitanata da Percy.
Esatto, ragazzi. E'proprio ciò che troverete qui.
I pratica noi seguiremo Percy dal risveglio al sonno di una domenica in cui lui, Annabeth e i loro figli andranno in città a fare una visita in una specie di mostra con animali da fattoria.
Incontreranno mostri? Oh, sì.
Andrà tutto rose e fiori. Nah.
Non avrete mica pensato che il salvatore dell'Olimpo abbia finito qui le sue avventure, no?
Note: è la prima storia a capitoli che scrivo, e conoscendomi so che dopo il secondo mi sarò già scocciata. Magari se leggete e vi piace (cosa di cui dubito fortemente) mi potreste lasciare 11 parole contate per dirmi di andare aventi e incoraggiarmi, eh? o magari anche solo per insultarmi.
Ah, io ho messo"comico", ma non sono proprio sicura che lo sia.
Ci potrebbe essere qualche accenno di Percabeth, ma proprio poco poco.
Genere: Comico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Annabeth Chase, Percy Jackson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Se Percy Jackson avesse dovuto scegliere il momento della giornata che odiava di più, sarebbe senz’altro stato il mattino. O, per essere più precisi, il momento in cui la sveglia emetteva il suo terzo bip, per il semplice motivo che durante il primo era ancora nel mondo dei sogni, durante il secondo non si ricordava il suo nome – e neanche quello di Annabeth, nel caso qualcuno trovasse ambiguità con la sua precedente avventura – e solo al terzo squillo capiva che una nuova giornata sarebbe iniziata.

Ma per essere ancora più precisi dello scorso più precisi, odiava quei giorni in cui il terzo bip non ci sarebbe dovuto essere e che invece c’era.

In altre parole, quando il sabato sera si dimenticava di levare la sveglia ed essa lo svegliava puntualmente alle sei e cinquantacinque del mattino.

Quando ciò succedeva (quindi praticamente tutte le domeniche) Percy lanciava un mugolio infastidito mentre Annabeth, alla sua destra, gli propinava un pizzicotto. Allora allungava una mano e spegneva la sveglia con tutta la stizza di cui era capace, poi abbracciava sua moglie perché il suo motto era “Un bell’abbraccio al mattino è migliore di uno stuzzichino!” (Sapeva benissimo che era una cosa completamente insensata, solo che lo aveva composto insieme a sua figlia e, come dovere di padre professionista di quattro bambini, due dei quali praticamente adolescenti, non poteva cambiarlo.)

Comunque, fatto ciò, si riaddormentava.

 

Veniva svegliato di nuovo alle nove precise da delle urla provenienti da di sotto o dalla camera del figlio più grande; in entrambi i casi decideva su due piedi che i bambini avrebbero potuto restare pure ad ammazzarsi nelle camere da letto o nei salotti. Annabeth lo appoggiava apertamente e come lui ficcava la testa sotto il cuscino.

Ma quella mattina evidentemente la donna non la pensava così, perché lo buttò letteralmente giù dal letto, facendolo atterrare sul morbido dei libri lasciati proprio lì da lei.

Percy si trascinò fino alla porta più lontana dalla loro camera, che era accostata. Da dentro provenivano delle urla che lui conosceva molto, ma molto bene. Spalancò la porta e si trovò davanti la seguente scena:

  • In primo piano c’era La Bella Zoe, che amava l’acqua ma aveva una notevolissima intelligenza, con i capelli neri lunghi e lisci, di età dodici e qualcosa, frutto di desiderio dei ragazzi dagli otto ai quattordici anni, che strillava a nessuno in particolare e che agitava qualcosa -un cellulare, forse?- in mano. Nonostante la camicia da notte gialla a pois, incuteva un certo timore;

  • Dietro c’era Luke il Genio o Il Guerriero del tutto figlio di Atena, bambino sui otto anni, biondo e magro ma non molto alto, con un pigiamino verde e gli aereoplanini rossi. Stringeva le braccia intorno alla vita di…

  • Bianca, la Piccola, Coraggiosa Bianca, del tutto nipote di Poseidone, più verso i sei anni che ai cinque, pigiama rosa con le paperelle, capelli biondi e ricci tagliati molto corti, era a gambe in aria, sostenuta da Luke, a cui tentava di mordere i piedi e strillava con tutto il fiato che aveva in gola;

  • Infine, sul letto era inginocchiato Ethan l’Artista, anche se in quel periodo veniva definito anche l’Innamorato (con sua grande, grande stizza), il più grande dei quattro; aveva appena compiuto quattordici anni ed era identico al padre nell’aspetto fisico,a parte gli occhi della mamma, ma aveva preso chissà dove un grandissimo talento nel disegno. Ed era l’unico con un pigiama decente, notò Percy. Stava urlando qualcosa tipo “ridammi il cellulare o ti infilzo” a Zoe;

  • Ricordiamo anche Billy, il magnifico pastore tedesco, che stava abbaiando al soffitto per darsi un poco di importanza.

Percy sospirò e urlò qualcosa per sovrastare tutto quel casino.

Poi si diresse verso i più piccoli e afferrò Bianca da sotto le ascelle, rigirandola; prese il cellulare dalle mani di Zoe e lo posò su una mensola . Sfoderò il suo asso nella manica. Annabeth non ne sarebbe stata entusiasta, ma…

- Chi vuole andare nel lettone a svegliare la mamma? –

   
 
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