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Autore: _Giuls17_    01/04/2015    4 recensioni
Katniss e Peeta hanno vinto la guerra e adesso vivono al Dodici, stanno imparando di nuovo a conoscersi e ad amarsi, sanno che ci vorrà del tempo ma finalmente non dovranno più lottare, ma nello stesso tempo, in un luogo sconosciuto, ma in realtà vicino, Tobias scopre un'amara verità: Tris è morta, e tutto il suo mondo con lei.
Un nemico comune, una nuova guerra li faranno incontrare, poichè c'è un Mostro in ognuno di loro, ma solo Tris è stata messa davanti a quella triste realtà.
C2: -Chi sei tu?-
-Il mio nome è Tris. Ti prego non sparare.
C3: -Ti hanno detto il loro nome.-
-Sì, li hanno chiamati Hunger Games.-
C4: Cercò di reprimere l’orrore che provava per se stessa ma non ci riuscì, si odiava per come l’avevano fatta diventare: un mostro.
C6: Ricordo così bene il giorno che ci siamo visti la prima volta, [...], Io non ho dimenticato, Tris.
C8: -Quattro lasciami.-
C10: Scattò in avanti ma prima che potesse afferrarle il corpo sentì un altro ago perforarle la pelle.
C13: -Dove sei stata per tutto questo tempo?- domandò quasi sulla sua bocca.
-Stavo tornando da te.- rispose lei.
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caleb Prior, Christina, Four/Quattro (Tobias), Tris
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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You will not have me
 
Tris si lasciò alle spalle la recensione e anche Chicago, aveva preso una delle jeep della polizia ed osservò il panorama mutare davanti ai suoi occhi alle prime luci dell’alba, niente era cambiato in quegli anni ed adesso sapeva che era così.
Vide il Dipartimento in lontananza, accelerò e in poco tempo si ritrovò là: dove tutto era iniziato e dove tutto sarebbe finito.
Scese dalla macchina ma non s’inoltrò oltre.
David uscì dalla porta principale con un seguito di guardie alle sue spalle.
-Sei venuta.-
-Non ti permetterò di fare del male alle persone che amo, quindi si, sono venuta.- ammise, mettendo le mani in tasca.
-Prendetela.-
 
Una guardia la prese per la nuca, mentre un’altra le diede un pugno in pancia, si accasciò per il dolore ma rialzò la testa, non si sarebbe lasciata sopraffare di nuovo, aveva deciso di consegnarsi ma non di perire per mano di David.
-Tu sei una mia creatura.- sussurrò David, molto vicino al suo viso.
-Io non sono di nessuno.- rispose spuntando una piccola quantità di sangue, ma l’altra guardia la colpì al labbro e sanguinò, nuovamente.
-Beatrice, i giochi sono appena iniziati. Andiamo forza, incappucciatela.- ordinò e scomparve dalla sua vista.
Tris provò a liberarsi ma un altro pugno nello stomaco le tolse momentaneamente le forze e poi fu il buio.
 
***
 
-La stanno portando via dal Dipartimento.- disse Tobias, osservando lo schermo del tablet collegato alla ricetrasmittente.
-Bene, la polizia è pronta.- asserì Zeke, comparendo ai suoi occhi.
-Le truppe di Panem stanno iniziando la discesa.- disse invece Katniss, posando un auricolare sul tavolo.
-Dovremo muoverci.-
Tobias guardò nervosamente la recensione attorno a lui, avevano dato vita a un campo improvvisato per monitorare l’andamento della missione, ed era stato lui a chiederlo espressamente, così sarebbe stato abbastanza vicino a lei da non lasciarla sola.
-Dieci minuti e partiamo.- comunicò Gale, portando le armi al tavolo generale.
-Queste ci possono servire.-
-Certo.-
Tobias continuò ad osservare il tablet senza staccare gli occhi dalle coordinate, non l’avrebbe persa di vista per un secondo.
-Lei starà bene.-
Katniss sistemò il suo arco dietro le spalle e contò le frecce per sicurezza, non voleva essere impreparata.
-Perché cercate tutti di rassicurarmi?-
-Perché Tris mi ha spiegato come sei fatto ed ho capito da me che, anche se siete Intrepidi la paura fa parte di voi.-
-Ho paura di perdere di nuovo qualcosa di caro, puoi farmene una colpa?-
-No, ma se non liberi la mente, la paura ti accecherà e tu non potrai aiutarla.-
-Touché.- sorrise.
Guardò il tablet e la prima cosa che notò fu l’assenza del segnale.
-No, cazzo!- esclamò, iniziando a schiacciare una serie di tasti per recuperalo.
-Cosa succede?-
-Le hanno trovato la trasmittente, non ho più il segnale e non ho le ultime coordinate.- sentì la paura scorrergli nelle vene e il cuore iniziò a pompare sangue troppo velocemente, troppo veloce anche per lui.
-Aspetta, Tobias, dammi.-
Katniss gli sfilò il tablet dalle mani, aprì una pagina differente, ed attivò un secondo segnale.
-Cos’è?- esclamò, senza nascondere il terrore.
-Ieri le ho fatto ingoiare un’altra ricetrasmittente, per essere sicura.-
-Ne ha una nel corpo?-
-Questa non la troveranno.- disse seria.
-Allora muoviamoci!-
Le prese il tablet, sentì la paura scemare ma non del tutto poiché la vita di Tris era di nuovo a rischio e lui non avrebbe perso altro tempo ad aspettare, l’avrebbe portata a casa e messo fine alla minaccia di David, una volta per tutte.
 
***
 
Qualcuno le tolse il cappuccio ed improvvisamente il suo mondo ebbe di nuovo dei colori ben definiti, l’oscurità, nonostante sapesse che fosse passato poco tempo, l’aveva devastata, interiormente.
Sbattè un paio di volte le palpebre per far abituare i suoi occhi e con sua grande amarezza si rese conto di trovarsi dentro a un altro bunker.
Osservò il tavolo di metallo al centro della stanza, alcuni degli strumenti di tortura che già conosceva erano appoggiati là sopra, poco lontano trovò il computer generale, molto simile a quello del Dodici, ma l’unica cosa che attirò, veramente, la sua attenzione era una cartina geografia appesa alla parete, dove un punto ben preciso era stato segnato con delle coordinate.
 
Non è Chicago, sarà sicuramente Panem, o meglio ancora…
“L’Arena.”
 
-Adesso siamo momentaneamente al sicuro, credevi che non ti avremo perquisito? Facciamo delle analisi Nina, dobbiamo recuperare i risultati e compararli, prima di spostarla.-
-Spostarmi?-
-Andremo a Panem ma credo che lo avessi capito; qua non siamo al sicuro.- David la guardò attentamente e senza aggiungere altro andò via con la sua sedia a rotelle.
-Stai ferma adesso, okay?-
 
Nina occupò il suo campo visivo, Tris provò a muovere le mani ma solo in quel momento notò che erano legate con delle manette alla sedia, come anche i suoi piedi, era bloccata, come un topo in trappola.
-Non ti farò male.- allungò una siringa e senza alcuna delicatezza l’inserì nel suo braccio per prelevare del sangue.
Tris si morse leggermente il labbro ma non si lamentò più di tanto, doveva carpire delle informazioni prima che Tobias facesse irruzione.
-Mi sono sempre chiesta che cosa ti ha spinto a seguire David.- chiese, sapendo che Nina avrebbe colto la sua domanda.
-Lui ha una mente aperta, noi e il Governo ci siamo sempre impegnati al massimo nella ricerca dei GP, ha occupato tutta la nostra vita ma quando voi siete arrivati al Dipartimento, abbiamo compreso che niente sarebbe stato più uguale, che tu avresti creato dei problemi.-
-Non sei la prima persona che me lo dice.- ammise, ricordando la voce di Jeanine nella sua mente.
-Sì, un’anomalia anche tra i Divergenti, sei speciale ed io non lo posso nascondere, ma quando nel mondo ci saranno altri GP, tu sarai una di tante, non ci servirai più a niente.-
-Perché ci tenete così tanto? Gli Hunger Games porteranno solo morte e distruzione e la ricerca della razza perfetta vi annebbierà la mente, commetterete degli errori, che vi rimarranno sulla coscienza.-
-Proprio tu osi parlarci di errori? Tu che per prima hai ucciso il tuo migliore amico? Tu che hai tradito Tobias in tutti i modi possibili? Tu che hai sacrificato vite innocenti per fermarci?
Perché credi si essere tu nel giusto?- domandò irata, il viso leggermente rosso per colpa dello sfogo.
-La mia coscienza.- rispose semplicemente.
Nina la guardò ma non rispose, non domandò altro e Tris capì che per il momento non avrebbe ottenuto altre informazioni, cercò di fare una stima del tempo, rendendosi conto che forse erano passate da poco le nove del mattino e che la squadra di salvataggio sarebbe arrivata a breve.
 
Portarmi a Panem, credono davvero che glielo lascerò fare?
“Hai un piano?”
Certo.
 
Tris osservò le sue manette e ringraziò che fossero di cuoio, anche se spesso e non di metallo, iniziò a girare lentamente i polsi; col tempo era diventata brava in quel genere di cose, anche perché più di una volta era riuscita a liberarsi, durante gli anni di prigionia, ma l’avevano sempre scoperta e punita per le sue azioni.
Sentì la carne scivolare, anche se lentamente, sotto il cuoio, percepì la pelle irritarsi a quel contatto prolungato e non si sorprese nel sentirlo più scivoloso: le sue vecchie ferite non si erano mai del tutto rimarginate e i suoi polsi erano ancora troppo delicati, ma in quel momento li trovò utili.
L’avrebbero aiutata ad uscire di lì.
 
-Perché volete il mio DNA? Le mie costanti sono davvero così importanti?- domandò, cercando di distrarre Nina, intenta a esaminare il suo campione.
-Sì, sei risultata perfetta per tre Fazioni e mai nessuno lo ha fatto, Jeanine cercava un siero per controllarti, quindi capirai che il tuo DNA è molto speciale.-
-Come lo userete?-
-Sarà il computer a fare tutto, e troverà altri GP che si avvicinano alle tue credenziali e poi…-
-L’Arena.- concluse Tris, sussurrando, e sentì il primo polso uscire dalla manetta di cuoio.
 
Tris alzò lo sguardo e notò alcuni schermi che prima non aveva notato, schermi delle guardie di sicurezza e notò in lontananza, una macchia lontana in avvicinamento.
Il cuore prese a pompare forte e veloce, Tobias, stava arrivando a salvarla, cercò di mantenere i nervi saldi ma sentì l’adrenalina scorrerle per le vene e inibirle il cervello.
Doveva liberarsi prima che David facesse qualcosa di stupido, ma fu lei la prima a tradirsi: Nina si era voltata ed aveva osservato anche lei l’immagine sullo schermo.
-DAVID!- urlò, correndo verso la sua stanza, -Ci hanno trovati, dobbiamo andare via!-
 
Osservò la scena con la bocca leggermente spalancata, ma si riscosse e cercò di liberare l’altro polso, aiutandosi anche con la mano libera, non sarebbe andata con loro a Panem.
-Prendetela, sta cercando di scappare!-
Alzò il viso e vide delle guardie precipitarsi contro di lei, esaminò la situazione e si rese conto di avere ancora le gambe bloccate ma le mani libere, capendo che sarebbe stato uno scontro non alla pari si preparò al peggio.
-Tu vieni con noi.-
-Prima dovete prendermi.-
 
Tris scansò il colpo proveniente da destra e colpì una delle guardie allo zigomo, si alzò dalla sedia e nonostante non si sentisse perfettamente in equilibrio rimase in piedi e si preparò a combattere, lanciò un’occhiata veloce allo schermo e stavolta riuscì a distinguere le jeep, doveva solo recuperare un po’ di tempo.
Vide una guardia brandire un piede di porco, portò le mani davanti al viso per difendersi e si abbassò in tempo per schivarlo, spostò il peso verso destra e si lanciò con tutta la sedia su di esso, non sentì neanche le sue urla ma percepì chiaramente il colpo della successiva guardia, che aveva recuperato il piede di porco e l’aveva colpita alla pancia.
Si mosse e notò, con sua grande sorpresa, che la sedia si era distrutta dopo l’impatto, ringraziò ancora una volta la sua buona sorte e cercò di fare un piccolo calcolo del numero delle guardie.
 
Cinque.
“Credo che sarà difficile.”
Oh almeno ci possiamo divertire un poco.
 
Afferrò al volo una gamba della sedia e si lanciò verso sinistra, colpì la prima alla testa e cadde sulle ginocchia per scansare il colpo successivo, una però l’afferrò per il piede e sbattè il mento contro il pavimento, per il contraccolpo sentì in bocca l’amaro del sangue ma non se ne preoccupò, non sentiva niente in quel momento.
Scalciò e colpì in faccia, si alzò velocemente e avanzò verso l’entrata, doveva muoversi.
-Bloccatela maledizione!- urlò Nina, che stringeva ancora la sua fiala di sangue tra le mani.
Tris senza pensarci troppo, prese dal tavolo uno dei coltelli, ruotò il corpo verso la ragazza e lanciò: la fiala s’infranse tra le sue mani, così velocemente, che neanche Nina se n’era resa conto.
Sorrise a se stessa e riprese ad avanzare verso l’entrata, contrastando le guardie, vide non troppo lontano la porta leggermente aperta e un raggio di luce la colse impreparata, come anche i rumori delle auto sulla sabbia del deserto.
-Fatelo esplodere.-
Quelle parole non furono urlare, ma lei riuscì benissimo percepire David pronunciarle, si voltò per guardarlo sparire da dietro una porta con Nina ed altre poche persone, provò a rispondere ma un colpo in testa la spinse verso la porta e lontano dal suo nemico.
Il sangue le colò lungo il viso, appannandole leggermente la vista, si appoggiò alla parete e osservò il bunker quasi del tutto vuoto, doveva scappare prima che fosse troppo tardi.
Tenne una mano sul muro e avanzò, anche se sentiva le gambe troppo pesanti, il colpo alla testa le aveva destabilizzato l’equilibrio interno.
 
“La verità è che adesso senti il dolore.”
Non posso permetterlo.
 
Quel pensiero le strinse il cuore e notò la porta sempre più vicina, sorrise al pensiero di poter rivedere Tobias ma in quel momento il rumore di un conto alla rovescia le fece gelare il sangue; lasciò il muro, nonostante non si sentisse per niente sicura sulle proprie gambe, camminò, cercando di aumentare il passo, si morse il labbro e toccò con mani tremanti la porta.
L’aprì e il sole la investì in pieno, dovette abbassare lo sguardo e notò un gruppo di persone correre verso la sua direzione, doveva fermarle, prima che fosse tardi anche per loro.
-Sta per esplodere!- urlò con tutte le sue forze, sentì il segnale al suo interno diventare sempre più forte, fece qualche altro passo e si buttò a terra.
Si coprì la testa con le mani e aspettò che tutto fosse finito, ma prima di svenire di nuovo seppe con certezza una cosa.
 
David non mi avrai mai.




∞Angolo dell'Autrice: Buonasera a tutti/e, scusatemi per il piccolo ritardo ma oggi ci hanno trattenuto all'Università essendo l'ultimo giorno prima di Pasqua ma di pome il Diritto Commerciale ha richiesto la mi attenzione, ma adesso sono tutta per voi ^^
Tris vuole ottenere delle informazioni, questo è il vero motivo del suo piano, ma allo stesso tempo spera che l'arrivo di Tobias costringa David ad arrendersi, ma in realtà fallisce: su tutta la linea.
Il prossimo capitolo verterà su una decisione importante, forse la più importante di tutta la storia, e proprio perciò sono felice di avere il vostro appoggio, che mi trasmettete sempre nell vostre recensioni.
I love you -4
Adesso vi auguro una buona serata e vi lascio allo spoiler:



-Lei cammina tra di noi, eppure non è una di noi.- disse Evelyn come ultima cosa quando ormai le aveva dato le spalle.

~Cit Lost~
 
   
 
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