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Autore: _Zexion_    20/12/2008    9 recensioni
Parliamo di altri tempi, tempi dove la civiltà era un'altra, gli attori erano diversi da ora, il teatro era più rispettato di altro, essendo la novità.
Solo persone altolocate potevano presentarvi, i vestiti erano di altri tempi e la storia di questo teatro, nasce con la compagnia di Konoha, e la loro ultima opera…
Genere: Romantico, Commedia, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Itachi, Altri, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Eccoci con l'ultimo capitolo! Mi dispiace per il ritardo, ma sono stra occupata @@ Tra una cosa e l'altra, anche internet mi da problemi u_u" vabbeh....
Ringrazio di cuore chi ha commentato, messo tra i preferiti o anche solo letto Senza di voi questa storia sarebbe rimasta a metà, inconclusa e da sola.
Il Fantasma Dell'Opera ringrazia tutti quanti, spero che vi piaccia il finale, come è piaciuto a me ^^
Ne approfitto per augurarvi Buon Natale e Felice Anno Nuovo!
Vi lascio alla lettura adesso.




Il fantasma dell'opera



Quando Sasuke aveva riportato indietro Naruto, dopo essere riuscito a vestirlo, l’aria nella sala dove si festeggiava, era diventata fredda. Senza nessuna emozione, il moro aveva superato tutti quanti, guardando con odio Gaara che rimaneva seduto in un angolo, in silenzio.
Nessuno chiese nulla in quel momento, le spiegazioni, erano state rimandate al giorno seguente. Era stato doloroso scoprire quello che era successo, per Tsunade. Agli altri, venne raccontato solo che Naruto non poteva recitare per un po’ di tempo e il teatro, venne chiuso.
Tuttavia per non dichiarare bancarotta, dovettero riaprirlo dopo una settimana, Naruto, inevitabilmente fu sostituito.
Lo sguardo del ragazzo era sempre vuoto, nonostante sorridesse. Sasuke rimaneva sempre al suo fianco, tranne quando era obbligato a scendere in scena, ma nulla era più come prima. Poco alla volta, gli spettatori diminuirono, fino a che non divennero due, o tre, e quando anche quelli se ne andarono, la compagnia era nella più totale depressione.
Nessuno però se la sentiva di dare la colpa a Naruto. Non sapevano cosa gli fosse accaduto veramente, ma era sicuramente qualcosa di brutto, se le condizioni del ragazzo erano quelle…
Il tempo trascorse, trascorse fino al giorno fatidico….

-Mi dispiace dirvi ragazzi, che dovremmo inscenare qualcos’altro…. Senza Naruto, la storia non può essere ancora interpretata e a causa dei pochi guadagni, dovremmo scegliere dei lavoretti da fare nel mentre, prima della prossima rappresentazione. Non possiamo spendere i soldi guadagnati con le recite, servono per avere una casa in cui tornare….-

La compagnia annuì, leggermente delusa. Era sempre stata allegra, Kiba che rideva insieme a Naruto facendo scherzi, Ino che litigava con Shikamaru perché era sempre svogliato, Hinata che timidamente dava aiuto a tutti, Neji che scorbuticamente dirigeva lo spettacolo e le prove, Rock Lee che stupidamente incoraggiava tutti… tutti avevano un compito, tutti avevano un ruolo che nessun altro poteva fare.
ma Naruto…. Naruto era sempre stato il sole che illuminava tutti e che invogliava a non arrendersi mai. E nessuno, si arrendeva.

-E’ tutta colpa di Naruto…-

Ino guardò Sakura, oltraggiata. Gli sembrava di avere davanti una stupida.

-Ma cosa dici? Sei forse impazzita?-

-Ragiona Ino! Se lui non facesse lo stupido così, la compagnia non si dovrebbe dividere!-

.Ino gli tirò uno schiaffo, con le lacrime agli occhi.

-Sei solo gelosa perché Sasuke è più affezionato a lui che a te…. Ma non ti credevo capace di raggiungere questo livello…-

Sakura la osservò sbigottita, e poi, infuriata, se ne andò. Raggiunse gli alloggi di Naruto, decisa a dirgliene quattro, ma proprio quando stava per entrare sentì la voce di Sasuke.

-Vuoi qualcosa Naruto?-

-….-

-No, non ti preoccupare… sarò presto di ritorno. Ti amo…-

Sakura si bloccò di colpo, gelando. Lo amava? Com’era possibile? Non aveva sentito la voce del biondo, troppo bassa, ma quella di Sasuke sì.
Sentì i passi del moro raggiungere la porta e si nascose dietro una tenda, aspettando che se ne fosse andato prima. Una volta che non sentì più nulla, uscì allo scoperto, ancora shockata.
Un senso di rabbia cieca la pervase ed entrò nella camera di Naruto. Il biondo si girò verso di lei, sorridendo leggermente.

-Sakura-chan…. È da tanto che non ti vedevo…-

Vedendolo in quello stato, provò pena per lui. Ma quel sorriso felice, quel sorriso felice per l’amore di Sasuke…

-Morirai, Naruto…. È colpa tua… tutto quanto. Non dovresti avere l’amore di Sasuke….-

Il biondo la guardò spaventato. Li avevano scoperti.

-Sa… Sakura-chan…-

La ragazza sorrise perfidamente, poi uscì dalla stanza. A quell’ora, erano tutti fuori dal teatro, per lavorare. Vide una lanterna e la prese. Una risata pazza solcò le sue labbra e lentamente, senza preoccuparsi di nulla, iniziò ad accendere una ad una le tende. Dapprima, le fiamme si propagavano debolmente, per poi prendere sempre più vita. Alimentata dall’odio della giovane. Buttò la lanterna con l’olio in mezzo alla sala e poi, uscì sorridendo a passa di danza.

Vedendo le persone correre, Sasuke provò di nuovo quella sensazione strana. Fregandosene del lavoro, ritornò indietro fino a intravedere delle fiamme, partire dal teatro. Spalancò gli occhi, catapultandosi lì e vedendo la compagnia osservare inerme le fiamme.

-Cosa succede?-

Neji, vedendo Sasuke sospirò, triste.

-E’ scoppiato un incendio… dicono che sia troppo tardi per spegnerlo…-

-E Naruto? Naruto dov’è?-

Sapeva che il biondo era troppo debole per muoversi dal letto. A quelle parole, si voltarono tutti verso di loro, con un moto di terrore in volto.
E Sasuke capì. Naruto era ancora lì dentro.
Ignorando i richiami degli altri, si accinse ad entrare, quando una mano lo bloccò.

-Sas’ke-kun è pericoloso!-

Sasuke guardò con odio Sakura, buttandola da parte.

-Non mi toccare mai più….-

Una voce profonda, lo bloccò, prima che varcasse le soglie del teatro.

-Sei deciso ad andare Otooto?-

Sasuke si voltò verso il fratello più grande, vedendolo agitato. Da fuori, poteva sembrare tranquillo, ma lui lo conosceva…

-Sì Aniki. Il mio cuore è là dentro…-

Per la prima volta dopo anni, Itachi sorrise, tristemente, ma sorrise.

-Allora vai a prenderlo Otooto…-

Sasuke sorrise, ricambiando quello di Itachi. Una tacita frase “Grazie… ti voglio bene….Addio”.
Perché entrambi sapevano che da quelle fiamme, Sasuke non sarebbe ritornato.

Correva, stando attento a evitare i pezzi ormai distrutti di quello che fino a quella mattina era il teatro più splendido che avesse mai visto. Urlava il nome di Naruto, lo urlava con tutte le forze che aveva con sé.
Aveva paura che fosse troppo tardi.
Giunto in camera, spalancò la porta, bruciandosi con un pezzo di legno che gli sfiorò il viso. Vide Naruto, ansimante, sotto le coperte.

-Naruto!-

Il biondo sgranò gli occhi azzurri, girandosi verso Sasuke e con difficoltà si mise a sedere.

-Sasuke idiota, esci! Non vedi che sta andando tutto in pezzi?-

Il moro si irritò a quelle parole e si avvicinò a lui, dandogli uno schiaffo. Davanti alla faccia stupita di Naruto, non fece una piega.

-Pensi che io abbandoni il mio cuore qui? Sei forse pazzo?-

Le lacrime salirono agli occhi di Naruto e iniziò a singhiozzare. Si aggrappò alle spalle di Sasuke, piangendo.

-Moriremo…-

Sasuke annuì, sorridendo. Era strano, come potesse sorridere in quel momento.

-Ma saremo insieme…-

E Naruto lo baciò. Per la prima volta, dopo un mese, ebbe il coraggio di baciarlo. Lo baciò con la passione con la quale si era innamorato, con il desiderio con la quale facevano l’amore, con il cuore.

-Ti amo Sas’ke… ti amo…-

E Sasuke rise, rise divertito come non aveva mai fatto.

-Non era ovvio questo, Dobe?-

Naruto mise il broncio e Sasuke gli diede un buffetto sul naso.

-Ti amo anche io, Dobe…-

E poi, crollò tutto.

Fuori dal teatro, c’era chi cercava di spegnere il fuoco. Sakura piangeva, dopo aver ammesso che era stata lei e la polizia la portava via. Poco a poco, la compagnia era l’unica rimasta ad osservare le fiamme mangiare il loro teatro e i loro due attori.
Itachi mosse un passo in avanti.

-Dove vai Itachi?-

Si fermò, sentendo la voce di Tsunade. Sospirò.

-Il mio Otooto è là dentro con il suo cuore…-

-E’ un suicidio…-

-Sono sempre stato un fantasma Tsunade…-

La donna lo guardò tristemente. Ne aveva persi due, non voleva perderne tre. Eppure, sapeva perfettamente che quello che Itachi aveva detto era vero. Lui era sempre stato nascosto dietro le quinte, sopra il palco, ad osservare cosa accadeva. Proteggeva suo fratello.
Perché una volta era lui sul palcoscenico. Prima che la vista iniziasse a diventare più debole. Osservava le opere che mettevano in scena.
Itachi entrò nel fuoco.

-Sei uno stupido… questa, non è un opera…

Quella sera, prima che il fuoco distruggesse tutto il teatro, gli attori della compagnia osservarono una magia. Il fuoco si spense da sé, senza intaccare l’esteriorità del teatro. Magnifico, come lo avevano conosciuto.
La possibilità di vedere quelle fiamme spegnersi, lasciando loro un ricordo, fu l’addio di due ragazzi che si erano amati così tanto da non poter vivere senza l’altro.
E quando entrarono nelle macerie, li videro. I cadaveri sorridenti di un amore. Non erano stati intaccati da nulla, solo leggermente sporchi. La possibilità di vederli un ultima volta. Un sorriso sulle loro labbra.
Nessuno seppe mai spiegare come fosse stato possibile.

Itachi vide Seiji e Heiji asciugarsi le lacrime e sorrise.

-Voi gli assomigliate…. A Naruto e Sasuke…-

I due si guardarono stupiti, per poi sorridere leggermente, arrossendo. Itachi ridacchiò, era stato felice di vedere che ora erano insieme, l’uno con l’altro.
Il destino non li aveva divisi, Sakura, aveva fallito.

-Ma… Itachi-kun?-

Il moro osservò Heiji e gli fece cenno di proseguire. Timido, chiese:

-Lei come fa a sapere cosa successe?-

Seiji annuì con vigore, era tutto troppo strano.

-Il tuo cognome è Uchiha… come Sasuke Uchiha? Non è strano che il fratello di Sasuke si chiamasse come te? Chi sei in realtà?-

Itachi sorrise, senza dire nulla. Poco dopo, una voce svegliò i due bambini.

-Heiji-kun! Seiji-kun! Siete qui?-

I due ragazzini si voltarono, vedendo Tokiko che li osservava arrabbiata.

-Non vale nascondersi qui dentro! E’ pericoloso!-

Heiji sorrise, per poi indicare dietro di lui.

-Tokiko-chan! Questo signore ci ha appena raccontato una storia stupenda!-

La ragazzina guardò dietro di loro, per poi osservarli confusa.

-Chi? Non c’è nessuno…-

I due ragazzini si voltarono, stupiti, nel vedere il nulla dietro di loro. Tokiko sospirò, uscendo per avvisare gli altri. Heiji e Seiji si guardarono, sorridendo l’uno all’altro e raggiungendo gli amici.
E una voce divertita, una maschera bianca, un luccichio rosso e un mantello, si materializzarono sul palco.
-Io… sono il fantasma dell’opera…-

E svanì, insieme all’eco di una risata gioiosa e un appellativo stupido.




Fine.
  
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