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Autore: eolide98    02/04/2015    6 recensioni
Jasico incentrata sul tema teatrale, partecipante al contest "La Lirica della coppia felice" indetto da M I K I sul forum di efp.
dal testo:
-Nico, Chirone dice che sei perfetto per questa parte! Ti prego, parliamone... esci di lì! Avanti!-
Ma quello, intestarditosi, non era disposto a cedere. Come poteva Jason pensare che sarebbe tornato in scena dopo la figuraccia di poco prima? Si era messo a piangere davanti all'intero gruppo di attori, come fosse una ragazzina troppo sensibile. Eppure in quel momento, quando aveva pronunciato quelle parole, le lacrime gli erano salite agli occhi senza che potesse far nulla.
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L'entrata in scena fu un trauma. Le luci si puntarono tutte sul ragazzo, che si portò al centro del palcoscenico, mettendo un passo davanti all’altro.
-Tutto il mondo è palcoscenico- declamò, guardando dritto davanti a sé, -e gli uomini e le
donne sono soltanto attori.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Jason Grace, Nico di Angelo
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Nickname dell'autore su Efp: Eolide98

Titolo: All The World Is a Stage

Tipologia: raiting verde

Generi: Romantico, fluff

Avvertimenti: nessuno

Note: Partecipante al contest indetto sul blog di Efp, chiamato “ La Lirica della Coppia felice”, indetto da M I K I

N.D.A. : note dell'autore spostate a fine ff.

 

 

 

 L'amore vero si manifesta nei piccoli gesti, negli sguardi attenti, nelle carezze inattese, nella presenza silenziosa che dice più di mille parole 

 

 

 

ALL THE WORLD IS A STAGE

 

 

 

Nico camminava avanti e indietro, percorrendo lo spazio del palco a grandi falcate, misurando, coi suoi passi, la distanza fra un punto ed un altro. Un suono flebile, un bisbiglio, fuoriusciva dalle sue labbra. Se qualcuno lo avesse visto sicuramente si sarebbe messo a ridere. I capelli erano arruffati e spettinati. La camicia nera che portava era stropicciata, le maniche erano state arrotolate fin sopra i gomiti. Il ragazzo teneva stretti fra le mani parecchi fogli, agganciati con un punto di spillatrice. Il giovane mimò un movimento con la mano, volgendo lo sguardo dinanzi a sé, verso le poltrone vuote, per poi tornare in posizione, ripetendo il gesto ancora ed ancora, fino a renderlo perfetto. Nico si era sempre ritenuto una persona calma e ragionevole, in grado di affrontare le situazioni più diverse con oggettività. Eppure in quel momento il cuore del ragazzo batteva a velocità smisurata, quasi volesse balzargli fuori dal petto. Nico osservò la sala antistante al palcoscenico. Tentò di contare le poltrone, dove il pubblico si sarebbe accomodato, entrando dalla porta principale. Dieci, venti, cinquanta, cento, duecento... e perse il conto, assalito da un'improvvisa crisi d'ansia. Gli mancò il fiato per un istante. La testa girava come una trottola, e sentiva il cuore, impazzito, pompare sangue a tutta forza. Si sedette sul palco, incrociando le gambe e tenendosi la testa tra le mani, maledicendosi una volta di più per il suo illimitato orgoglio e per la propria arroganza.

 

Leo Valdez era piombato in classe con in mano un volantino, sostenendo davanti ai suoi amici di aver avuto un'idea geniale: l'ispanico voleva frequentare, assieme ai suoi amici, un corso di teatro. Nico era scoppiato a ridere. Come poteva pensare che qualcuno fosse interessato? Teatro voleva dire esporsi, mettersi in mostra, restare ore sul palco davanti a tantissime persone, insomma qualcosa che a Nico non interessava affatto. Tra scuola e sport non aveva neanche il tempo per guardarsi allo specchio, figurarsi per frequentare un corso, imparare le parti... Oh dei! Nico preferiva non pensarci. Eppure i suoi amici sembravano entusiasti. Piper si era dichiarata interessata fin da subito. Hazel e Frank avevano una vera e propria passione per la recitazione, quindi non avevano tardato a dare il loro assenso. Percy ed Annabeth si erano semplicemente lasciati trascinare. Ma Nico si mostrava irremovibile. Se anche avesse trovato il tempo, la sua timidezza lo avrebbe certamente ostacolato! Eppure l'idea lo affascinava molto. Poter essere qualcun altro, anche se solo per pochi istanti, era qualcosa di veramente straordinario.

-Scommetto che saresti una frana totale- Nico non aveva sentito Jason avvicinarsi, eppure adesso il biondo era proprio dietro di lui. -Tu che reciti? Impossibile!-

C'erano poche cose che davano fastidio a Nico tanto quanto sentirsi dire che non era in grado di fare una cosa, anzi, era il modo migliore per spingerlo a farla.

-E' una sfida, Grace?- aveva sussurrato il moro. Per tutta risposta Jason aveva tolto le mani dalle sue spalle e lo aveva abbracciato, appoggiandosi con la testa sulla spalla del più giovane.

-E se anche fosse?- Nico era arrossito, ed aveva tentato di divincolarsi dalla stretta dell'amico, forse senza troppa convinzione. Ma aveva deciso di non darla vinta al biondo per nulla al mondo (era un ragazzo orgoglioso lui).

-Bene! Io mi iscriverò a questo corso, a patto che tu, Jason Grace, venga con me. E se riuscirò a recitare sul palco senza tentare di fuggire dovrai portarmi in spalla per tutto il teatro! Ci stai?- Nico si era girato, ritrovandosi il volto di Jason a pochi centimetri dal suo. Il biondo, raggiante, aveva accettato, premurandosi di stringere il suo “nanerottolo” in un abbraccio soffocante.

 

Una luce fin troppo forte inondò la sala buia: una delle porte era stata aperta. Nico però rimase immobile, del tutto convinto di sapere chi fosse entrato. Jason si schiarì la voce, mettendo un piede davanti all'altro, fino ad arrivare al palcoscenico. Il biondo si sedette al fianco del più giovane, passandogli un braccio attorno alle spalle ed attirandolo a se.

-Cosa c'è che non va?- chiese Jason, accarezzando con una mano la folta capigliatura corvina dell’altro.

Per tutta risposta, Nico aveva sbuffato, stringendosi al corpo del più grande in cerca di calore e conforto, ed aveva mormorato qualcosa che Jason non era stato in grado di capire.

-Potresti ripetere? Credo di non aver sentito...- a quel punto Nico aveva alzato il viso e si era messo nuovamente a sedere, lasciando, però, che il biondo gli circondasse le spalle.

-Ho paura...- un sussurro quasi impercettibile, che però Jason era stato in grado di cogliere. Adorava quell'aspetto della personalità del suo ragazzo. Nico sembrava così forte visto dall'esterno, imperturbabile, cinico, disinteressato, eppure, quella patina fredda nascondeva un cuore caldo, eccezionalmente sensibile ed altruista.

-Hey,- disse il biondo afferrando il mento di Nico tra le dita, -non c'è alcun motivo per aver paura. Sono mesi che ci esercitiamo e proviamo, e tu sei dannatamente bravo.-

Nico era arrossito ed aveva abbassato lo sguardo.

-Ma ci saranno moltissime persone... se non fossi abbastanza bravo? Se dovessi sbagliare qualcosa? Se...- il fiotto di parole fu interrotto dalle labbra di Jason, che andarono a posarsi, silenziose, sulle sue. Nico rispose al bacio, la tensione che pian piano si scioglieva.

-Ti darò una mano a ripetere.- Jason si era staccato dalle labbra del più piccolo, con sommo dispiacere di quest'ultimo.

Nico parve sorpreso, eppure accettò di buon grado la proposta del ragazzo: Jason forse non era granché come pubblico, ma era pur sempre meglio di niente! Il ragazzino si alzò in piedi e si portò al centro del palcoscenico, volgendo lo sguardo dritto davanti a sé.

-Allora cominciamo...- Nico si tormentava le mani, nervoso, i denti che mordicchiavano l'interno della guancia.

-Non provare a temporeggiare, Di Angelo!- lo rimbeccò Jason, mettendosi di fronte a lui. -Ho una voglia matta di guardarti mentre reciti...- Jason si leccò le labbra, prima di scoccare un bacio a Nico. -Avanti!- Il biondo si mise a sedere proprio davanti a Nico, copione alla mano, pronto ad ascoltare. Nico lo osservò; i loro sguardi si incrociarono, ed il giovane Di Angelo vi lesse fiducia, qualcosa che, in qualche modo lo spinse ad abbandonare ogni inibizione. Il moro divaricò le gambe, portandosi indietro di qualche passo. Fece un respiro profondo e puntò lo sguardo dritto davanti a se.

 

-E noi volgemmo lo sguardo verso ovest, ove il sol tramonta- Nico alzò un braccio, il sinistro, indicando l'ovest -e lì stava la grotta, tomba della coraggiosa fanciulla, un laccio legato attorno al collo- adesso le mani del ragazzo si erano strette attorno al collo, l'espressione atterrita. Jason osservava in silenzio, nascondendo il proprio coinvolgimento.

-Ed Emone presso di lei, che, abbandonato, la stringeva, incapace di lasciarla andar via, e piangeva l'amata perduta, e le nozze sottratte da Thanatos, e parole d'odio uscivano dalle sue labbra, ed il rancore ne prendeva il cuore.- Adesso le mani di Nico erano proprio sul cuore, contratte, i pugni chiusi. Lo sguardo rivolto verso terra.

-Perché quell'uomo, che doveva amarlo più di chiunque altro, l'aveva uccisa. Antigone, somma bellezza, era morta, e lui, Emone, nulla poteva far per riportarla indietro. Ed insieme ai suoi il re si diresse presso la grotta. Come il padre lo vide, levò un gemito, e forte gridò «Misero, che fai? In che sciagura la ragione perdesti? Esci di lí, figlio, ti prego, ti scongiuro!»- Il tono di Nico si era alzato notevolmente, la voce arrivava lontano, eppure era tenue, confortante, morbida in qualche modo. E Jason la ascoltava incantato, gli occhi ormai lucidi.

-E il figlio lo guardò, occhi che non possono nascondere la rabbia, e gli sputò sul viso, e non disse nulla, e sguainò la spada. Ma il padre sfuggì al colpo di Emone. Figlio che di rabbia pieno aveva il cuore, nemmeno adesso riusciva a far del male al sangue del suo sangue; e allora, oh misero, si gettò sulla spada, e se la conficcò nel mezzo del petto, che la morte metta fine al dolore!. E, con l'ultimo fiato, si strinse, col braccio già senza forze, alla fanciulla, e un bacio, vermiglio, pone sulle labbra di Antigone. Il cadavere dell'uno è stretto al corpo inerme dell'altra. Uniti nella morte, separati nella vita. Amor che distrugge il cuor dell'anime tormentate...- Nico aveva alzato le braccia la cielo, per poi subito abbassarle. Il ragazzino si lasciò cadere sulle ginocchia.

Jason iniziò a battere le mani. Si era alzato e si dirigeva verso Nico, che, intanto, aveva sollevato lo sguardo. Il biondo gli porse una mano, aiutandolo a rimettersi in piedi. Il viso di Jason era così tremendamente vicino a quello del suo ragazzo. Il biondo non riuscì a resistere, le loro labbra si incontrarono, mentre le mani del più grande si stringevano attorno alla vita di Nico. Si staccarono solo per riprendere fiato. I loro sguardi si incrociarono, mentre le mani del biondo andavano a stringere le ciocche corvine dell'altro. La fronte di Jason, ormai, era attaccata a quella di Nico.

-Ricordi la prima volta che hai recitato questo pezzo?- Il fiato caldo del più grande accarezzò le labbra di Nico, che arrossì violentemente.

-No, non lo ricordo, e anche se lo ricordassi preferirei non ricordarlo!- disse acido il moretto, allontanandosi bruscamente dall'altro.

Jason sorrise, sebbene l'improvviso allontanamento di Nico lo avesse parecchio infastidito.

-Allora vorrà dire che ti rinfrescherò la memoria!- Il biondo si fiondò sul compagno, spingendolo per terra e bloccandogli il corpo con le gambe. -Quando arrivasti alla fine scoppiasti a piangere, rinchiudendoti in bagno,- le mani di Jason sfiorarono la pancia di Nico, che tratteneva a stento le risate, -continuavi a camminare avanti e indietro, sostenendo che l'Antigone, che è una tragedia, aveva una fine fin troppo tragica.-

Nico tentò di divincolarsi, ma la presa di Jason era forte, e lui, doveva ammetterlo, forse non aveva tanta voglia di staccarsi dal biondo.

-Non è vero!- si impuntò il piccolo Di Angelo. -Stai mentendo!-

-Mi dai del bugiardo, pulce? Bene!- le mani di Jason iniziarono a solleticare la pelle di Nico, che si contorceva, in preda alle risa.

-Ti arrendi?- urlò, quasi, il maggiore.

Nico avrebbe tanto voluto rispondere, ma gli mancava il fiato ed aveva le lacrime agli occhi.

-Allora?- lo esortò ancora.

Il moro questa volta annuì, desideroso di liberarsi di quell'insopportabile tortura. Jason si fermò, dando un bacio veloce al ragazzo, per poi rialzarsi subito.

-E, dato che sei tanto bravo... ricordi anche come riuscisti a convincermi a tornare a recitare?- chiese il moro con fare provocatorio.

-Ma certo,- rispose il biondo senza alcun tipo di imbarazzo, -ti invitai ad uscire...-

 

-Nico, ti prego, apri la porta...- la voce di Jason, supplicava l'amico ad uscire dal bagno, dove si era chiuso dopo aver recitato una parte che lo aveva coinvolto un po' troppo. Dall'altro lato, Nico Di Angelo camminava avanti e indietro, chiedendosi perché quella tragedia dovesse finire in maniera tanto... tanto tragica! Antigone impiccata, Emone morto, e tutto perché quell'idiota di Creonte non riusciva ad accettare che una donna gli dicesse cosa fare! Il moro era deciso a non recitare quel pezzo, troppo forte e drammatico per i suoi gusti.

-Nico, Chirone dice che sei perfetto per questa parte! Ti prego, parliamone... esci di lì! Avanti!-

Ma quello, intestarditosi, non era disposto a cedere. Come poteva Jason pensare che sarebbe tornato in scena dopo la figuraccia di poco prima? Si era messo a piangere davanti all'intero gruppo di attori, come fosse una ragazzina troppo sensibile. Eppure in quel momento, quando aveva pronunciato quelle parole, le lacrime gli erano salite agli occhi senza che potesse far nulla. E alla fine aveva ceduto all'emozione, accasciandosi a terra. Chirone aveva applaudito, entusiasta. Ma Nico ancora non riusciva a capire per quale motivo fosse tanto felice. Al moro non risultava che gli attori scoppiassero in lacrime in scena!

-Nico, apri solo la porta, prometto che ti lascerò in pace...-

-Giuralo!-

-E va bene, lo giuro... ma adesso lasciami entrare!-

Nico non fece in tempo ad aprire la porta che un sedicenne di settantacinque chili gli si gettò addosso, stringendolo.

-E' stata la cosa più dolce e tenera che io abbia mai visto! Sei stato fantastico, davvero!- le mani di Jason tenevano strette quelle di Nico, che era arrossito violentemente. Il biondo, quasi si fosse accorto solo in quel momento che le loro dita erano intrecciate, puntò gli occhi in quelli di Nico. Quanto gli sarebbe piaciuto poterlo baciare! Le labbra del moro dovevano essere davvero morbide... perso in questi pensieri il biondo continuava a guardare imbambolato l'altro ragazzo.

-Jason, ho fatto una figuraccia mondiale! Sono scoppiato a piangere davanti a tutti, sono un disastro completo...- Nico si era voltato, liberando le mani dalla presa del biondo.

-Hey, non pensarlo neanche per un istante! Sei stato fantastico, e chiunque dica il contrario è un emerito idiota.- Jason aveva stretto il ragazzo tra le braccia, la testa del moro appoggiata contro il suo petto caldo.

-Sai cosa facciamo adesso? Andiamo a casa mia e stiamo tutta la notte a mangiare pizza e guardare film in TV , ti va? I miei sono fuori casa fino a dopodomani, quindi puoi benissimo restare a dormire da me.-

-E' un appuntamento, Grace?- disse scherzosamente Nico.

-Potrebbe- le labbra di Jason si posarono su quelle del moro, come tanto aveva desiderato. Erano davvero morbide come se le era immaginate.

-Cosa?- Nico si era ritratto, staccandosi dal più grande.

-Scusami, sono un idiota... è solo che io... cioè tu...- Nico guardò Jason, era terribilmente dolce quando si sentiva in imbarazzo. Stavolta fu il moro a prendere l'iniziativa, e Jason non poté che essere felice di sentire ancora il dolce sapore del moro sulle proprie labbra.

 

-Fu una bellissima serata!- affermò Jason.

-Ma certo! L'unico problema è che alle undici e mezza ti sei addormentato sulle mie gambe, sbavando sui miei pantaloni!- sebbene Nico volesse stuzzicare il biondo, le labbra gli si incresparono in un sorriso. Sentire Jason su di sé e potergli accarezzare i capelli, tracciare il profilo delle sue labbra e bearsi del calore dell'altro... beh, c'erano sicuramente torture peggiori!

-Però non ti è dispiaciuto dormire abbracciati, o sbaglio?- Nico arrossì, dando le spalle al fidanzato. Come si permetteva di metterlo tanto in imbarazzo?

-Jason- disse girandosi verso il biondo, -non osare mai più...- La frase fu interrotta dal cigolare delle assi di legno. Il sipario venne leggermente scostato, mentre un Will Solace a petto nudo entrava in scena.

-Ciao Nico!- Will strinse Nico in un abbraccio soffocante, la pelle calda a contatto con il corpo del moro. Nico si sforzò parecchio per non saltare addosso al ragazzo. Will era davvero bello! Fisico impostato, capelli biondi, abbronzatura da urlo... insomma quel genere di cose che farebbero uscire di testa chiunque. Ma non aveva nulla a che vedere con Jason, Nico ne era certo. Will era carino, ma il piccolo Di Angelo preferiva di gran lunga il suo ragazzo, coi suoi splendidi occhi azzurri, i suoi modi gentili e quelle particolari attenzioni che gli rivolgeva.

Il biondo lasciò andare Nico, per poi salutare educatamente Jason. Il ragazzo non rispose, troppo impegnato a bruciare di gelosia. Perché Will non riusciva a stare alla larga da Nico? Ne avevano abbondantemente discusso in passato, e Jason ormai pensava che il problema “ concorrenza” fosse stato risolto...

-Perché non ti vesti, Solace? Potresti prendere freddo!- disse Jason. Will sorrise, facendo l'occhiolino a Nico.

-Non preoccuparti, Grace, sto benissimo, sento addirittura caldo. Forse dovrei togliere anche i pantaloni...- rispose, volgendo lo sguardo a Nico. Jason lo avrebbe preso a pugni, se Nico non fosse intervenuto stringendogli un braccio.

-Beh, io devo scappare... ci vediamo stasera Raggio di Sole!- dichiarò Will, posando un piccolo bacio sul capo del moro. Il ragazzo percorse la sala a grandi passi, imboccando il corridoio che conduceva all'uscita con in mano una spada ed una tunica bianca.

 

-Potresti evitare di guardarlo imbambolato ogni volta che si toglie la maglietta?- Jason era sceso dal palco e si era seduto in poltrona a braccia incrociate.

-Geloso, Grace?- ironizzò il moro.

-E se anche fosse? Quel tipo ti sta attaccato come una cozza, è sempre vicino a te e continua ad abbracciarti, non... non lo sopporto!- Nico si avvicinò al ragazzo, sedendosi sulle sue gambe ed intrufolandosi con la testa tra le sue braccia.

-Io e Will siamo solo amici!- disse, posando le labbra su quelle di Jason. Il biondo, però, non voleva dargliela vinta tanto facilmente.

-Certo, come no! Ti ha solo abbracciato mentre non aveva nulla addosso... ed ha anche provato a togliersi i pantaloni!

-Lo sai che sei dolcissimo quando ti arrabbi?- Jason sul serio avrebbe voluto mantenere le sue posizioni, ma il commento del moro, e le sue mani che gli solleticavano lentamente il collo (Maledetto!), lo spinsero a desistere. Il biondo abbracciò, quindi, il più piccolo, facendogli poggiare la testa nell'incavo del suo collo.

-Tu hai ascoltato la mia parte- dichiarò Nico. -Adesso tocca a me! Fammi sentire...

Jason avrebbe preferito restarsene abbracciato al suo ragazzo fino all'inizio dello spettacolo. Ma lo sguardo carico d'aspettativa del suo fidanzato lo spinse ad alzarsi e a recarsi sul palco.

Jason iniziò a camminare avanti e indietro per il palco. Aveva le mani nei capelli ed emetteva sospiri profondi

-Perdio! Eppure l’ho visto io quel fazzoletto nelle sue mani! L'ho visto, il brigante mentre ci si asciugava le gote, impregnate di sudore.- Jason si era fermato in mezzo al palco sollevando entrambe le mani verso il soffitto. Gli occhi erano accesi di rabbia, quasi come se, per un momento, si fosse tramutato proprio in Otello, il personaggio che stava interpretando.

-E la gelosia mi ha colto, e nulla ho potuto fare per evitarne la morsa. La notizia del tradimento rese il mio cuore una pietra e mi costrinse ad assassinarla. L’ho visto con questi occhi, il fazzoletto! Credetemi, credetemi, vi supplico!- Il biondo si rivolgeva al pubblico, giudice silenzioso del crimine commesso. Le mani erano tornate ai fianchi, i pugni chiusi.

-Il mio amico, l’onesto Jago, mi ha raccontato la storia. Ecco, là giace Desdemona il cui respiro or ora queste mani hanno troncato. Ed ecco, la sua pelle è pallida, ed il suo viso è privo di colore, vita che fugge dal suo corpo.- Jason si guardava le mani, e a Nico, per un attimo, parve di vedere la scena comparire davanti ai suoi occhi. Era maledettamente bravo!

-Cosa dite'? Cosa insinuate? Ella mi ha tradito, ne son certo! Jago è onesto... non avrebbe mai potuto... eppure il suo sguardo vacilla, ed il suo sorriso si allarga sul volto. Che io mi sia ingannato?- gli occhi vagavano da un punto all'altro, le mani si muovevano. Jason aveva ripreso a camminare avanti e indietro.

-No! Impossibile! Eppure il dubbio mi lacera la mente, e nulla posso contro la sua forza. Ora vedo la verità... assassino di un'innocente, donna bellissima, angelo caduto in terra.- Jason si era seduto sulla gradinata che conduceva al palcoscenico, la testa fra le mani.

-Odio me stesso, odio Jago, e tento di ucciderlo!- Jason aveva afferrato un coltello di cartapesta, poco lontano dalle scale.

-Ma la mano fallisce, e allora la lama rivolgo verso di me, e allora la punta porto al cuore, ed in un attimo vedo l'ombra di Desdemona, e le fiamme dell'Inferno non temo se la sua immagine posso ammirare...- Jason si era rivolto al pubblico, portando il coltello al cuore.

Nico era rimasto in silenzio, completamente allibito da ciò che aveva visto. Jason era migliorato moltissimo. Pochi mesi prima non sarebbe riuscito a recitare un pezzo di quello spessore. Nico ricordava perfettamente i movimenti involontari e le risatine del suo ragazzo, teso, ansioso ed anche un po' in imbarazzo all'idea di esibirsi. Adesso, invece, Jason riusciva a controllare i gesti, limitava le pause e riusciva a coinvolgere lo spettatore, quasi fosse parte della scena rappresentata.

-Allora? Andava tanto male?- chiese il biondo, curioso, avvicinandosi alla poltrona sulla quale stava seduto il suo ragazzo.

-Sei stato fantastico! Eri davvero bellissi... volevo dire...- le parole gli erano uscite di bocca senza che lui avesse accordato loro alcun permesso. Il moro arrossì, sotto lo sguardo soddisfatto del più grande.

-Sì, in effetti sono un gran figo. Tutti mi dicono che sono carino!- scherzò Jason. Nico non si rese conto del tono ironico del ragazzo, e lo prese sul serio. Decise quindi di punzecchiare il biondo a dovere.

-Anche Will è molto carino. E mi riempie di complimenti, forse dovrei frequentarlo un po' di più...- le sue parole ottennero l'effetto desiderato. Will era, per Jason, una sorta di Kriptonite. Bastava nominarlo, ed il biondo andava immediatamente in paranoia.

-Cosa vuol dire che ti riempie di complimenti?!? Credevo che la ramanzina dell'ultima volta gli fosse bastata!- dichiarò Jason, poco prima di essere travolto dal moro. E, quando le labbra di Nico si poggiarono sulle sue, ogni traccia di gelosia svanì. Insieme erano perfetti, il loro legame era davvero forte, nulla avrebbe mai potuto dividerli...

 

Will stava davvero esagerando! Bastava che Jason si voltasse un attimo, ed ecco che il biondo compariva al fianco di Nico, passandogli un braccio attorno alle spalle, abbracciandolo o accarezzandogli i capelli. Jason ebbe paura di essere diventato verde di gelosia. Will era carino, palestrato, alto e simpatico, suonava perfino in una band. Insomma era il tipico Don Giovanni al quale è praticamente impossibile resistere. Certo, Nico aveva messo da subito in chiaro le cose con il ragazzo. Potevano essere amici, certo, ma lui stava con Jason, e questo non poteva cambiare.

Avvolto in questi pensieri, Jason interpretò la sua parte, e, per la prima volta, riuscì ad entrare pienamente nel personaggio di Otello. Finalmente capiva quanto la gelosia potesse farti star male. Terminò la sua esibizione, e Chirone, il suo regista, si complimentò con lui per l'ottima interpretazione. Ma Jason non parve farci caso, lo sguardo perso ad osservare le mani di Will che accarezzavano dolcemente la testolina di Nico, che pian piano scendevano al collo del suo ragazzo, tracciandovi piccole spirali. Jason avrebbe tanto voluto prenderlo a pugni, ma sapeva che Nico non ne sarebbe stato felice. Il moro, dal canto suo, tentava di ritrarsi. Sebbene le dita di Will gli dessero i brividi, Nico continuava a ripetersi di avere un fidanzato. Perciò quando Jason si sedette al suo posto a braccia conserte, il piccolo Di Angelo decise di cambiare posto. Si andò quindi a sedere al fianco del suo ragazzo, lontano da Will e dalle sue maledette carezze.

-Che c'è? Ti sei ricordato di avere un fidanzato?- disse Jason acido, fissando i suoi occhi in quelli del moro.

-Jason, sai benissimo che Will non mi interessa...- sussurrò Nico, tentando di non attirare l'attenzione degli altri. -Potremmo parlarne fuori di qui?-

Jason non se lo fece ripetere due volte. Afferrò la mano del moro e lo condusse fuori dalla piccola stanza dove si svolgevano le prove. Le dita di Nico erano intrecciate alle sue, e quel minimo contatto bastò a scaldargli il cuore.

-Io non ci riesco... vedo come ti osserva, come ti tocca! Ti sta sempre addosso! Non riesco a sopportarlo!- disse Jason tutto d'un fiato.

-Ho già chiarito a Will che tra di noi non potrà mai esserci nulla. È con te che voglio stare, Grace!- Nico si era sollevato sulle punte, mettendo le mani sul volto di Jason ed appoggiando le sue labbra su quelle del ragazzo. E Jason dimenticò la gelosia, e tutto perse di significato. C'erano solo loro due, soltanto loro due, insieme erano perfetti, e nulla sarebbe stato in grado di dividerli. Jason strinse il moro in un abbraccio, affondando le dita nei capelli del suo ragazzo. Erano così tremendamente morbidi!

-Io rientro in sala- dichiarò Nico, sfuggendo a quel piacevole contatto. -Adesso tocca a me provare!- ma, proprio mentre il piccolo Di Angelo entrava in sala, da lì usciva Will Solace.

-NICO!- urlò Chirone, dall'interno della sala prove. -TOCCA A TE, SBRIGATI!-

Il corvino, riluttante, si diresse verso il centro dell'aula, lanciando uno sguardo ammonitore a Jason.

Will si avvicinò al biondo, dandogli una leggera pacca sulla spalla.

-Ascolta Grace... voglio parlarti da amico. Tu e Nico, beh, non siete fatti per stare insieme. Cioè, sul serio, tu sei un fanatico dello sport e a lui piace leggere, lui adora i fumetti e tu giochi ai videogame. Siete troppo diversi! Lascia campo libero al vecchio Will Solace! Io e Nico siamo molto simili: ci piacciono gli stessi film e le stesse serie Tv. Tu saresti sicuramente più felice con qualcuno come Austin o Leo- disse Will, dandogli delle leggere pacche sulle spalle. Jason si infuriò. Con una mano scansò quella del ragazzo dalla sua spalla.

-Ascoltami tu! Solace!- Jason si rivolse al biondo con disprezzo, quasi fosse un insetto.

-Smettila di importunare Nico! Io e lui stiamo assieme ormai, e tu non puoi farci nulla. Forse non abbiamo gli stessi interessi, non facciamo le stesse cose, ma quando il sabato sera guardiamo la Tv assieme e lui si appoggia a me, io mi sento benissimo, mi sento completo, e maledettamente felice. E non permetterò che un fighetto palestrato si porti via la cosa più bella della mia vita!- dichiarò, sventolando una mano davanti agli occhi di Will con fare minaccioso.

Will non replicò. Scostò il biondo e si diresse verso la sala prove, una smorfia dipinta sul viso.

Will non avrebbe dato più problemi a Jason.

 

Nico non aveva mangiato nulla ed ora il suo stomaco iniziava a brontolare. Erano appena passate le sette e mezza, lo spettacolo sarebbe iniziato a breve. Il ragazzo si diresse in camerino. Accanto all’accappatoio stava appesa una casacca bianca in stile Barocco, perfetta per il ruolo che avrebbe dovuto interpretare. A Nico, infatti, toccava introdurre lo spettacolo recitando un brano tratto da “As You Like” di Shakespeare. Sbottonò la camicia nera e se la tolse, appendendola poi all'attaccapanni. Proprio mentre era svestito, dalla porta entrò Jason. Il biondo si fermò davanti al piccolo Di Angelo con la bocca spalancata: Nico aveva messo su un gran bel fisico e Jason non riusciva davvero a staccare lo sguardo dal corpo del suo ragazzo.

-Ehm... Jason... potresti smetterla di guardarmi? Mi metti a disagio!- dichiarò Nico, che era leggermente arrossito. Il biondo, imbarazzato, chiuse la bocca e si voltò, mentre il suo ragazzo si infilava il costume di scena.

-Puoi voltarti adesso- disse il moro.

-Sei davvero carino-

-Grace! Puoi smetterla di fare lo sdolcinato per un secondo?!?- Nico tentò in tutti i modi di non arrossire, ma ogni sforzo sembrava essere vano.

-Allora pronto?- Jason gli prese le mani, stringendole tra le sue. Nico annuì ed immediatamente il biondo lo strinse in un abbraccio.

Finchè sono con te posso affrontare qualsiasi cosa” pensò il moro, abbandonandosi tra le braccia del suo ragazzo.

 

Quando Chirone gli diede il segnale, Nico credette che sarebbe impazzito. Pensò di andarsene e desiderò con tutte le forze fuggire dal teatro, ma la mano di Jason sulla sua spalla ed il calore che quella stretta gli trasmetteva lo spinsero a desistere.

-Stendili tutti, campione!- disse il biondo, baciandogli la fronte.

 

L'entrata in scena fu un trauma. Le luci si puntarono tutte sul ragazzo, che si portò al centro del palcoscenico, mettendo un passo davanti all’altro.

-Tutto il mondo è palcoscenico- declamò, guardando dritto davanti a sé, -e gli uomini e le

donne sono soltanto attori.- Nico parve rendersi conto della silenziosa presenza del pubblico, proprio davanti a lui. Si fermò un attimo, assalito dal panico. Un silenzio imbarazzante piombò in sala. “Non posso arrendermi,” pensò Nico, “non dopo tutto il lavoro che ho fatto, non dopo averci messo tanto impegno!”

-Hanno le loro uscite come le loro entrate,- continuò, scendendo i gradini che conducevano al palco -e nella vita ognuno recita molte parti, ed i suoi atti sono sette età.

-Prima,- esclamò, puntando gli occhi su Maria, sua madre -l'infante che miagola e vomita in braccio alla nutrice.

-Lo scolaro poi, piagnucoloso, la sua brava cartella, la faccia rilucente nel mattino, che assai malvolentieri striscia verso la scuola a passo di lumaca.- Nico si avvicinò a Bianca, stringendole teneramente le mani.

-E poi l'innamorato,- dichiarò, lasciando andare la sorella -che ti sospira come una fornace, e in

tasca una ballata tutta lacrime sopra le ciglia della sua adorata.

-Poi, un soldato,- con una mano si batté il petto, mentre l'altra era chiusa a pugno, - armato dei moccoli più strambi, un leopardo baffuto geloso dell'onore, lesto di mano, pronto a veder rosso, che va a cercar la bubbola della reputazione persino sulla bocca d'un obice.

-E poi il giudice,- un sorriso si dipinse sul volto del ragazzo, le cui mani scesero a toccarsi la pancia, -con un bel ventre tondo, farcito di capponi, occhio severo, barba ritagliata a regola d'arte, gonfio di sentenze e di luoghi comuni: e in questo modo recita la sua parte.

-L'età sesta ti muta l'uomo in magro pantalone in ciabatte, le lenti al naso, la borsa sul fianco, e quelle braghe usate da ragazzo, ben tenute ma ormai spaziose come il mondo per i suoi stinchi rattrappiti, e il suo vocione da maschiaccio che ridiventa un falsetto infantile, un suono fesso e

fischiante.

-L'ultima scena infine, a chiuder questa storia strana, piena di eventi, è la seconda infanzia, il mero oblio, senza denti, senz'occhi o gusto, senza niente- il sorriso scomparve dal suo viso, mentre Nico saliva le scale, riportandosi al centro del palcoscenico. Salutò il pubblico con un inchino e si diresse verso l'uscita, mentre alle sue spalle il pubblico applaudiva.

 

Lo spettacolo durò poco più di un'ora. Jason rappresentò il suo brano con grande maestria, stimolato, forse, dalle battutine pungenti di Will Solace. Quando poi venne di nuovo il turno di Nico, tutto gli parve estremamente più facile. Il frammento dell'Antigone tolse il fiato agli spettatori, una donna, addirittura, si commosse.

Quando tutto finì, gli attori vennero richiamati sul palco. Jason intrecciò le dita con quelle del suo ragazzo mentre, in silenzio, entravano in scena. Ci fu un momento di silenzio, un attimo che parve durare un'eternità, alla fine del quale il pubblico esplose in un applauso caloroso. E Nico ne fu dannatamente felice, era riuscito a superare la sua più grande paura. Si era esibito davanti ad un centinaio di persone senza bloccarsi imbambolato davanti alla folla.

 

Nico e Jason avevano deciso di festeggiare a modo loro: pizza e cartoni animati. Si erano quindi diretti a casa del biondo in auto, dopo aver salutato parenti ed amici. I genitori dei due ragazzi sarebbero rimasti fuori casa per cena. Quella sera avrebbero guardato Hercules, il cartone animato preferito di Nico. Le pizze arrivarono immediatamente; il moro ne aveva ordinata una ai peperoni, mentre Jason aveva optato per quella con le patatine. Dopo aver mangiato si erano stesi sul divano, vicini, vicini. Il film era partito. Le dita di Jason disegnavano piccoli cerchi dietro al collo di Nico. Un braccio del biondo andò, distrattamente, a circondare le spalle del più piccolo. Il moro appoggiò la testa nell'incavo della spalla del suo ragazzo, beandosi del calore che l'altro gli trasmetteva. Jason lo fece sdraiare sul suo petto, abbracciandolo.

-Jas...- si lamentò Nico -dovresti controllare questa tua mania per gli abbracci. In pratica passi tutto il tuo tempo a stringermi tra le braccia!-

-Ma sei dannatamente caldo e poi, hai un odore fantastico! Profumi di caffè- si giustificò il biondo. I due stettero in silenzio per un po', ma l'atmosfera non era per nulla pesante o tesa. Erano soltanto molto stanchi, avevano iniziato a provare alle sette del mattino, e lo spettacolo era finito solo a sera inoltrata.

-Jas...- chiamò Nico, voltando la testa verso quella del biondo, -non hai avuto paura lì sul palco?-

-Certo!- esclamò Jason. -Ero terrorizzato, non mi piace stare al centro dell'attenzione!-

-E allora, di grazia...- si impuntò il moro, -potresti dirmi perché ti sei iscritto ad un corso di teatro?-

-Bhè, io ti conosco, pulce! Sapevo che non ci avresti mai provato se non ti avessi sfidato. Ed immaginavo anche che saresti stato bravissimo. Quindi ti ho provocato, e tu hai abboccato all'amo.-

-L'hai fatto per me? - Nico era stupito, la bocca leggermente aperta.

-Certo! So quanto ti piaccia il teatro!-

-Ma...- Nico tentò di ribattere, ma Jason gli mise l'indice sulle labbra, bloccandolo.

-Sai Neek, ho sempre pensato che l'amore vero si manifesti nei piccoli gesti, negli sguardi attenti, nelle carezze inattese, nella presenza silenziosa che dice più di mille parole. Ed io credo proprio di amarti, piccola pulce!- Nico emise un gemito, voltandosi verso il suo ragazzo.

-Anche io ti amo, Grace- disse, appoggiando le labbra sulle sue.

 

 

N.D.A.

Eccomi qua... erano mesi che non pubblicavo una one-shot, ed adesso, finalmente sono tornato. Questa è la mia prima ff scritta per un concorso indetto dal forum di Efp... quindi, siate clementiii. Recensite, per favoooore...

La storia è dedicata alle mie due beta ( Roberta ed Elena) che mi hanno aiutato nella correzione del testo e a tutti i ragazzi con cui ho recitato ( Luca, Eli, Rocco, Chiara, Francesca, Misa, Carola ecc.)

Per finire questa storia rappresenta una sorta di riscatto ( prendi questo stupida Silvia)!

Avvertimento: sto per partire, quindi è molto improbabile che io riesca a pubblicare il prossimo capitolo di Remember Me per tempo. Tuttavia non disperate, gli dei sono dalla mia parte!

Vi abbraccio forte

Che il vento soffi sempre a vostro favore.

Ad Maiora

E.f.

   
 
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