Six degrees of separation
First, you think
the worst is a broken heart
“Cosa vuoi da me? Mi sto
facendo in quattro per mandare avanti quello che abbiamo!”
“Questo stupido monolocale
intendi?”
“Beh non è un monolocale veramente… E comunque è tutto quello che abbiamo adesso! Dovresti
apprezzarlo invece di gingillarti in capricci da viziata!”
“Ah quindi l’idea di
trasferirci in un altro posto dove potremmo avere più possibilità di avere
successo e diventare ricche e potenti ti sembra così sciocca?”
“Successo, ricchezza, potere…” – occhi levati al cielo e risatina sarcastica –
“Per me puoi andare benissimo, ma ci vai da sola!”
Occhi spalancati, silenzio e
poi un sorriso di sfida. “Oh sì che lo farò, ci puoi giurare, darling”
Meno di cinque minuti dopo
si sentì il rumore dei tacchi sul pavimento seguito da quello sordo di una
porta che veniva sbattuta. Ursula si alzò lentamente dal divano ma non fece
alcun tentativo di andare dietro la donna; si diresse invece nella loro camera
da letto dove potè constatare con una punta di
sollievo che a parte un disordine generale nulla sembrava mancare all’appello.
Fu solo ad un secondo sguardo più attento che notò l’assenza della pelliccia e
della preziosa parure di diamanti e fu solo allora che un moto di disperazione
le invase il cuore.
Crudelia se
n’era andata davvero.
What’s gonna kill you is the second
part
Erano state felici insieme,
non lo erano forse state? Certo, ricominciare da zero una nuova vita in un
nuovo mondo non era stato facile e la fortuna non era stata dalla loro parte,
ma in quel singolo anno che avevano vissuto insieme, pian piano avevano
imparato ad ambientarsi e forse erano state davvero felici più che in qualsiasi
altro momento della loro vita. Sì, erano state felici e lo provava quella serie
di fotografie scattate alle macchinette automatiche che testimoniava i loro
sorrisi sinceri e i loro baci passionali.
Ursula guardò quelle foto
ancora una volta e poi le lasciò cadere sul tavolo, lasciandosi ad andare ad un
insolito pianto disperato. Cosa ne era adesso di quella felicità? Crudelia l’aveva lasciata e lei stessa glielo aveva
permesso. Erano passati solamente due giorni, ma la strega del mare riusciva ad
avvertire benissimo il peso di quella lontananza, il peso della solitudine.
Continuò a piangere senza freno ancora per un po’, fin quando il suo sguardo,
seppure annebbiato dalle lacrime, non si posò su un punto preciso della
credenza di fronte a lei.
C’era qualcosa che Crudelia aveva dimenticato nella sua fuga improvvisata. La
bottiglia di gin.
Un sorriso amaro comparve
sul viso di Ursula. La scolò tutta nel giro di mezz’ora.
And the third, Is
when your world splits down the middle
Chiusa in casa davanti a
film strappalacrime, in compagnia di confezioni extra di gelato e bottiglie di alcool:
ecco il riassunto di quasi due settimane della vita di Ursula – ma chiamarla
vita in fondo sarebbe stato troppo. Era rimasta in quell’orribile pigiama color
verde oliva per tutto quel tempo, non si era disturbata di farsi neppure una
doccia e l’odore di gin le si era ormai appiccicato addosso. Forse era un modo
per fingere che Crudelia fosse vicina? Beh, non
sembrava funzionare molto.
L’aveva chiamata qualche
volta ma non aveva ricevuto risposta, se non la sua irritata e irritante voce
nella registrazione della segreteria. Certe volte chiamava solamente per
sentire questo a dire il vero e se invece il telefono squillava, allora
riattaccava.
Anche Crudelia
l’aveva chiamata, meno volte ma l’aveva fatto. Solo che Ursula era stata troppo
ubriaca o troppo spaventata per rispondere.
Buffo. Forse non era
destino, forse per loro non lo era mai stato.
Aspettò che le quattro ore
di Via col vento fossero terminate, prima di riaccendere di nuovo il telefonino
dopo la tregua che si era concessa.
10 chiamate perse: nessuna
di Crudelia, tutte dell’acquario dove lavorava.
Sospirò pesantemente, poi
ricompose il numero, anche se erano già passate le dieci di sera. Era tempo di
riprendere in mano la sua vita.
And fourth, you’re
gonna think that you fixed yourself
Aveva ripreso a farsi la
doccia tutti i giorni, aveva ripulito la casa di tutte le bottiglie vuote e
aveva ripreso regolarmente a svolgere il suo impiego all’acquario. A tre
settimane di distanza dalla fuga di Crudelia, Ursula
cominciava a credere che forse non se la cavava così male. Insomma, aveva una
casa, un lavoro e i suoi pesci, cosa poteva volere di più? Un lieto fine forse,
ma quella era una cosa che non poteva nemmeno essere ipotizzata per il momento.
Nel frattempo stava bene;
non si sentiva bene, ma stava bene.
“Sono contento di vederti di
nuovo tra noi, Ursula!” le disse il direttore dell’acquario con un sorriso
vagamente malizioso, passandole vicino in una giornata di lavoro.
Non era difficile intuire
che l’uomo di mezza età con la testa calva e il corpo grassoccio avesse un
debole per lei, ma purtroppo per lui non avrebbe mai potuto rispecchiare i suoi
gusti. In nessun senso.
“E io sono felice di essere
tornata, Roger!” replicò, forzando un entusiasmo che in realtà non provava così
tanto.
“Bene…
Mi sono preoccupato per la tua assenza prolungata e non posso che essere lieto
di sapere che il tuo periodo di malattia sia concluso…”
Periodo di malattia: la
scusa che aveva rifilato per potersi dare al
gin e alla disperazione in libertà.
Annuì leggermente e fece un
sorriso debole. “Già, adesso la malattia è finita.”
Ma certe non svaniscono mai e ti divorano.
Fifth, you see them out with
someone else
“Il ricco imprenditore Lars Feinberg, uno degli scapoli più ambiti d’ America e forse
del mondo sembra finalmente sul punto di convolare a nozze. Questa notizia ci
viene direttamente dalla bocca dell’uomo e, come se le parole non fossero sufficienti,
il vistoso e luminoso diamante sull’anulare della fortunata donna non lascia
adito a dubbi. Di chi si tratta? Una perfetta sconosciuta finora nel mondo
dorato, come avrebbero l’ardire molti di chiamarla, ma indubbiamente una
signora di eleganza e fascino che risponde al nome di Crudelia
De Mon…”
Crudelia De Mon… Crudelia De Mon… Quel nome ben conosciuto fece eco nella mente di
Ursula per qualche secondo prima che il reale significato di tutto ciò che
aveva letto le si rovesciò addosso in tutta la sua forza distruttiva. Chiuse di
scatto la rivista di gossip e quasi la lanciò lontana come se si fosse
scottata. Non sapeva se sentirsi più arrabbiata o depressa per la notizia, ma
intanto il sentimento predominante era la delusione. Davvero erano bastati meno
di due mesi a Crudelia per dimenticarla? Con quel Lars Feinberg non si trattava di
amore del resto, lo sposava sicuramente solamente per denaro ma il fatto forse
la infastidiva ancora di più.
“Tutto bene, darling?”
Sobbalzò chiaramente a
quella domanda improvvisa, ma soprattutto nell’udire il familiare appellativo
che non sentiva da tanto tempo ormai. Alzò lo sguardo istintivamente, ancora
prima di registrare che quella voce non aveva l’accento raffinato della donna
che amava. Infatti davanti a lei c’era soltanto Roger con un’espressione
incuriosita e leggermente preoccupata sul volto.
“Sì, sto bene” disse e in
quella risposta non c’era né rabbia inespressa né finta sicurezza, ma solo una
terribile amarezza.
Intanto quella sera, in
onore degli sposi, si scolò un’altra bottiglia.
And the sixth, is
when you admit that you
may have fucked up a little
Il campanello suonò
all’impazzata quella domenica mattina e si rivelò essere un suono ancora più
terribile alle orecchie di Ursula dopo la sbronza che si era concessa la sera
precedente. Una smorfia di irritazione apparve sul suo volto, mentre, costretta
ad abbandonare la tazzina di caffè a metà, iniziò a farsi strada tra il caos
del suo soggiorno verso l’ingresso.
“Per i sette mari, sto
arrivando!” esclamò ad alta voce, aprendo la porta senza nemmeno guardare dallo
spioncino.
Ma quell’assenza di
anticipazione circa l’identità dell’ospite inatteso quasi le costò un colpo al
cuore. Con gli occhi spalancati e una mano sulla bocca, fece istintivamente un
passo indietro; probabilmente ancora risentiva dell’abuso di alcool, dato che
di certo doveva trattarsi di una crudele allucinazione.
“Posso entrare, darling? Fa piuttosto freddo fuori…”
Le orecchie confermarono la
percezione degli occhi e quel darling stavolta non
era frutto di nessuna immaginazione. Crudelia era
davvero lì, davanti a lei, con un accennato ma anche stranamente imbarazzato
sorriso sulle labbra e addosso l’inseparabile e inconfondibile pelliccia,
ovviamente. E poi diceva di sentire freddo, dannazione!
La strega del mare non
rispose inizialmente, continuando invece semplicemente a fissarla. Aveva ancora
paura di scoprire che era tutto un gioco della sua mente, o forse al contrario
paura di aprire gli occhi di fronte al fatto tutto era fin troppo concreto.
Cos’avrebbe fatto se Crudelia fosse tornata per
restare? Se si fosse dimostrata pentita, avrebbe cancellato e perdonato quei
due mesi di lontananza, tradimento annesso? In ogni caso, a giudicare dalla
valigia ai piedi della donna, quei se non erano poi tanto così ipotetici.
“Ursula, mi dispiace… Ho mandato tutto al diavolo” riprese Crudelia adesso in un tono completamente serio, che tradiva
anche quasi una sorta di vergogna verso sé stessa. “Ho guidato tutta la notte
per venire qui… Questo monolocale fa schifo – e
lasciamelo dire non hai fatto un buon lavoro a tenerlo in ordine – e non mi
piace vivere in povertà… Ma è qui che voglio stare,
qui con te”
La confessione che tanto
faticosamente era uscita dalle sua labbra, fece perdere un battito del cuore
all’altra donna e anche quasi immediatamente dissipare i suoi dubbi. Ad essere
sinceri, non era stata completamente colpa di Crudelia;
lei se n’era andata certo, ma era stata Ursula a lasciarla andare.
La signora De Vil era sì affranta e piena di vergogna, ma il tutto era
accompagnato da una forte sensazione di speranza; sembrava non essere
preoccupata che Ursula le chiudesse la porta in faccia e nemmeno Ursula del
resto pensò realmente di farlo. Non dopo averla sentita parlare, non dopo
averla vista negli occhi.
“Hai ancora l’anello di quel
Feinberg però…” obiettò
tuttavia la padrona di casa, mantenendo qualche riserva e indicando con lo
sguardo il vistoso diamante che spiccava sull’anulare dell’altra.
Crudelia
seguì la direzione del suo sguardo e quando anche i suoi occhi si posarono sul
gioiello, sorrise apertamente. “Ovviamente, darling.
Hai idea di quanto vale questo diamante? Rivendendolo, potrei comprarti un vero
acquario!”
Ursula ridacchiò
prontamente, ma stranamente anche delle lacrime cominciarono a formarsi nei
suoi occhi. Probabilmente non avrebbe mai realmente scambiato il diamante con
un acquario, ma sinceramente neppure gliene importava.
Ci aveva pensato, era
tornata, aveva scelto lei. Tra la ricchezza e l’amore aveva scelto l’amore.
Questo era l’importante. Per
una donna come Crudelia questo voleva dire tutto.
Senza rispondere, la strega
del mare esitò solo qualche altro istante, prima di afferrarla delicatamente
per un braccio e attirarla verso di sé, coinvolgendola improvvisamente in un
bacio quasi aggressivo. E quell’aggressività era la forza dell’amara rabbia
dell’abbandono e della separazione. Ma mentre il loro bacio cominciò a farsi
più carico di dolcezza e cominciarono a farsi strada quasi naturalmente verso
la camera da letto, Ursula comprese che quel singolo bacio valeva tutti gli
stadi di separazione che aveva attraversato.
Ma anche che non sempre la
separazione è la conclusione.
Oh no there’s no starting over
without finding closure
you take them back no
hesitation
that’s how you
know you’ve reached the sixth degree of separation
NDA:
Ho scritto la
storia un po’ di getto, quindi al momento non ho realizzato che alcune cose
(tipo chiamate perse e segreteria telefonica) sono un po’ fuori tempo, perciò
vi chiedo di perdonarmi e fare un piccolo sforzo di “sospensione dell’incredulità”
(come la mia migliore amica che studia recitazione mi ha insegnato ahah).
Spero vi sia
piaciuta in ogni caso, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate! A presto,
LadyPalma