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Autore: MakaWinchester    03/04/2015    4 recensioni
Daryl non vuole tagliarsi i capelli, Carol trova il modo per convincerlo...
"Carol fece scorrere le dita tra i suoi capelli, il gettò dell'acqua tiepida seguitava nella loro scia, e improvvisamente Daryl non riuscì a pensare lucidamente. Le dita di lei che si chiudevano tra i suoi capelli bagnati, massaggiandogli la cute; una sensazione che gli lasciava la pelle d'oca e il miele nelle vene. Nessuno di quelli che l'avevano toccato - e si potevano contare sulle dita di una mano - lo avevano mai fatto sentire così soddisfatto con un singolo tocco. Quasi mugolò ad alta voce."
[Storia ambientata dopo la 5x12]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Carol Peletier, Daryl Dixon
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Hi! :)

Innanzi tutto volevo dire che questa storia è frutto di una mia traduzione e ho ricevuto il permesso di pubblicare questa fanfic sul mio profilo EFP direttamente dall'autrice

Qui di seguito troverete  il link del blog tumblr dell'autrice (che tra l'altro ringrazio profondamente per avermi dato la possibilità di tradurre questa dolce fanfic) e il link della storia per chi volesse leggerla in lingua originale.

Link to the tumblr blog of the writer: x
Link to the original fanfic: x

theresnosafeharbor4myships, if you're reading, thank you again! :)

Enjoy! :)

 










“Non perderai il rispetto di nessuno1, sai.”
Senza muovere la testa, Daryl alzò lo sguardo dalla balestra che stava pulendo. Se non lo avesse conosciuto bene, Carol avrebbe pensato che quello fosse uno sguardo d’avvertimento. “Cosa intendi?”
“Acquietarsi2. Camminare attorno alla recinzione. Farsi una doccia. Lavarsi i vestiti.” Fece una pausa ad effetto. “Tagliarti i capelli.”
“Non li taglio.”
“Non devi. Posso farlo io per te,” si offrì lei dolcemente, la sua voce divertente e strana reminiscenza di una tipica madre di famiglia3 che gironzola per Alexandria tutto il giorno. 
Ora la stava guardando torvo, si accorse la donna. 
“Va bene così, lasciami stare.” L'arciere riprese a giocherellare con la sua arma. 
“Daryl.”
Daryl notò il suo timbro di voce, morbido e compassionevole e imperioso allo stesso tempo. “Non ci inteneriremo” disse lei gentilmente. “So che non ti piace questo posto, non ti fidi. Non mi fido nemmeno io. Ma finché siamo qui, possiamo almeno sfruttare le risorse a nostra disposizione.”
Il ragazzo sembrò prendere la cosa in considerazione per un attimo. “Smetterai di infastidirmi se te lo lascio fare?” mugugnò. 
Carol si trattenne a mala pena dal ridere. “Assolutamente sì. Vieni con me,” disse, prima che lui potesse cambiare idea. 
Si incamminò lungo il corridoio, verso il bagno, afferrando qualche asciugamano dall'armadio della biancheria mentre avanzavano. Appena prese le forbici dal cassetto del bagno, i passi di lui divennero strascicati, esitanti. 
Daryl si stagliava sulla porta con una faccia sconvolta; Carol, appena incontrò il suo viso, soffocò una risatina. “Non è la fine del mondo,” scherzò. 
Lo sguardo minaccioso di lui si fece più profondo. “Facciamola finita al più presto con questa merda.” Si avvicinò per chiudere il coperchio del water e ci sedè sopra. 
“Umm-umm, non lì.”
“Dove?”
“Per lei, signore, oggi è in programma un trattamento termale completo,” lo stuzzicò, aprendo il rubinetto della vasca da bagno. Lasciò cadere un'asciugamano vicino alla vasca. “In ginocchio.”
Daryl le lanciò uno sguardo scettico. “Trattamento completo, eh?” 
Carol sorrise dolcemente, facendo la finta tonta. “Andiamo, non ti farà male. Te lo prometto.”
“Ho già lavato i capelli.”
Quasi rise davanti alla sua agitazione. “Assecondami!” Afferrò il manico della doccia mentre regolava la temperatura dell'acqua. 
“Non ho mai avuto uno di quelli,” mugugnò mentre si toglieva l'ormai pulito gilet e lo lasciava cadere ai suoi piedi, vicino alla vasca. 
“Non hai mai ricevuto nemmeno uno dei miei tagli di capelli,” lo ammaliò lei, gli occhi sfavillanti. “Sporgi la testa.”
Daryl sospirò pesantemente solo per far scena e si chinò sulla vasca, sentendo il calore del corpo di lei mentre si avvicinava, la sua anca che gli toccava la spalla. Non poteva vederla, la sua guardia era completamente abbassata, e mentre tutto ciò avrebbe dovuto metterlo in agitazione, al contrario la vicinanza di lei lo cullò. 
Carol fece scorrere le dita tra i suoi capelli, il getto dell'acqua tiepida seguitava nella loro scia, e improvvisamente Daryl non riuscì a pensare lucidamente. Le dita di lei che si chiudevano tra i suoi capelli bagnati, massaggiandogli la cute; una sensazione che gli lasciava la pelle d'oca e il miele nelle vene. Nessuno di quelli che l'avevano toccato - e si potevano contare sulle dita di una mano - lo avevano mai fatto sentire così soddisfatto con un singolo tocco. Quasi mugolò ad alta voce. 
“La temperatura è okay?” chiese lei morbidamente, mentre le sue mani facevano magie sulla sua cute. 
Stava per caso cercando di sedurlo? Non si fidava abbastanza di se stesso per parlare, perciò scelse quello che sperava fosse un borbottio affermativo. 
“Non ti preoccupare. Userò lo shampoo inodore,” lo rassicurò lei, mentre le sue mani abbandonarono per un attimo il suo cuoio capelluto e Daryl si sentì come se gli mancasse qualcosa. Un momento dopo, entrambe le mani si fecero di nuovo strada tra i suoi capelli, mentre i polpastrelli  gli massaggiarono la cute in cerchi rilassanti,  spargendo lo shampoo tutt'intorno. E lui chiuse gli occhi, inebriato dal tocco della donna; era tutto quello che poteva fare per non scivolare sul pavimento in una poltiglia di membra. Alcuni momenti dopo, un flusso d'acqua bollente lo colpì sul collo, i suoi capelli si snodavano lungo la testa, finché non si sentì riempire di calore e poi soltanto dei tocchi di Carol. Rabbrividì in estasi. 
“Non è così male, eh?” mormorò lei, chiudendo l'acqua. 
Gli mancò il calore delle sue mani quando si scostò, ma un momento dopo Carol poggiò un'asciugamano sulla sua testa, riprendendo a massaggiare attraverso la stoffa. Dio, se era brava. Neanche dieci minuti e lo aveva in pugno a tal punto da fargli consegnare le armi e farlo cadere ai suoi piedi pur di poter godere di quelle cure per qualche secondo in più.
“Okay,” disse in conclusione, le sue mani che tracciavano il percorso del suo collo e al di sopra della schiena. “Ho fatto.”
Daryl si raddrizzò pigramente, l'umido asciugamano drappeggiato sulle spalle, il corpo languido e gli occhi pesanti. 
Con una lieve carezza Carol gli scostò i capelli dal viso, proprio come aveva fatto in quel prato, anche se quella volta il suo corpo era come bloccato, affamato e disidratato e spezzato da tutte le perdite che avevano subito e dalla sua incapacità di porre rimedio. Ma questo momento era arrivato, atteso, cercato - aveva fatto fusa di anticipazione; i tocchi di lei meno esitanti, il corpo di Daryl più reattivo, in allerta con Carol così vicina. 
“Stai bene?”
Lei davvero non sapeva cosa gli stava facendo. Distruggendo tutte le sue barriere così attentamente costruite con soffici e accennati tocchi e parole innocenti. “Mmm,” farfugliò appena lui, girandosi per sedere sul bordo della vasca. 
Carol afferrò il pettine dal bancone e iniziò a passarlo delicatamente tra i suoi capelli. Daryl chiuse di nuovo i suoi occhi, contento di farle fare qualsiasi cosa volesse, a patto che non si fermasse dal toccarlo. 
“Vorrei potessi vedere.”
“Hmm,” bisbigliò lui, trovando difficile formulare qualsiasi parola con le sue mani ancora addosso. Sentì uno snip e seppe che lei aveva iniziato a spuntargli i capelli. Adesso, non riusciva a ricordare  perché prima gli importasse così tanto di non farseli tagliare. Avrebbe firmato per questo mille volte ancora se avesse saputo quello che avrebbe comportato questo taglio di capelli. “Vedere cosa?”
Carol aspettò per così tanto tempo prima di rispondere che Daryl pensò di aver immaginato di aver parlato, lo snip delle forbici era l'unico suono che riempiva il silenzio. 
“Che non sei solo. Nessuno vuole abbandonarti. Tanto meno me,” gli promise. Voleva fingere di non sapere di cosa lei stesse parlando, ma entrambi sapevano che non era così. Le sue parole gli caddero addosso come un balsamo effervescente, lasciandolo formicolante e fiammeggiante. “Tu sei importante, sai. Per tutti noi. Non pensare mai il contrario.”
Era davvero così facile da leggere? Con chiunque altro, avrebbe avvertito un imbarazzo strisciante e il dubbio, sulla veridicità di quelle affermazioni, penetrare la sua mente. 
Ma non con lei. 
“Tu sei la mia famiglia,” continuò Carol, la voce carica di sincerità. “Non mi importa di chi altro arriverà o come andrà a finire tra di noi. Non ti libererai mai di me4.”
Di loro spontanea volontà, le sue mani trovarono la sua vita e la trattenerono di fronte a lui. Daryl aprì gli occhi socchiusi e li alzò ad incontrare quelli di lei. “Mai un peso4,” disse, il calore nei suoi occhi e il fuoco nel suo tocco. 
“Siamo a posto, allora.”
L'arciere non riusciva a capire se si trattava di una domanda o di un'affermazione, ma un momento dopo Carol passò le dita tra i suoi capelli corti, gli occhi che seguivano quei movimenti. “Molto meglio.”
Daryl allentò la presa sulla sua vita ma non la lasciò andare, e quando il suo sguardo si posò di nuovo su di lui, un luccichio dispettoso aveva preso il sopravvento. “Te l'avevo detto che ti avrei sommerso con una sistola5.”
Gli occhi di Daryl si fecero scuri. “E io ti avevo detto che sembri ridicola con questi vestiti.”
“Allora credo che faresti meglio a togliermeli di dosso, hmm?” lo guardò speranzosa. 
Le sue mani cominciarono a liberare le asole della camicia di Carol. “Come desideri,” soffiò. 












1. to think less of someone: perdere a poco a poco rispetto per una persona. 
Non sapevo come renderlo bene in italiano; spero di aver reso l'idea. Scusate. 

2. to sleep inside: se qualcuno sa come tradurre in italiano questo concetto, non esiti a dirmelo! XD 
Nel dubbio, ho optato per  “acquietarsi”. Comunque credo che qui sia usato per dire
 “rammollirsi/abbassare la guardia”.

3. l'autrice usa il termine soccer-mom: espressione idiomatica che indica generalmente una donna
 sposata  della  classe  media  con figli in età scolare. Viene solitamente rappresentata dai media come 
una donna sempre impegnata a guidare un SUV la quale antepone sempre gli interessi della 
propria famiglia e soprattutto quelli dei figli, ai propri interessi e propri sogni. [fonte: Wikipedia]

4. Queste due frasi Non ti libererai di me & Mai un peso in inglese rispettivamente sono 
You're stuck with me & Never stuck. Ancora una volta, non so come renderle al meglio in italiano. 
Credo che il senso sia meglio espresso così, ma se qualcuno sa come farlo meglio, non esiti! XD

5. to hose you down: sommergere d'acqua con una sistola; in gergo viene usato per dire "ti faccio a pezzi". 
Ha un doppio senso che in italiano è impossibile da tradurre.












 
NdT

Non so se vi siete mai trovati nella posizione di dover 
tradurre una fanfic o un libro, ma vi assicuro che non è facile! XD 
L'inglese è una lingua molto "libera" a mio parere e purtroppo ci 
sono frasi che non possono essere tradotte, non rendono bene in italiano;
 ho cercato di fare del mio meglio per rendere la lettura il più scorrevole 
possibile e per adattare come si deve il tutto alla lingua italiana - 
ovviamente non senza l'aiuto di una beta (grazie ).

Se qualcuno ha una conoscenza dell'inglese migliore della mia 
(non ci vuole molto XD) e ha dei consigli di traduzione, si faccia avanti! 
Sono consapevole che il mio non è un lavoro perfetto, voglio migliorare. 
Detto questo... scusate per gli eventuali errori!

Spero che la storia vi sia piaciuta, riporterò ogni vostro commento all'autrice stessa. 


Grazie, 
MakaGD :3
  
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