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Autore: Greywolf    03/04/2015    3 recensioni
“Sai, a volte incontri qualcuno che ti sembra così bello, poi ci parli e cinque minuti dopo è pesante come un mattone. Ma ci sono persone che vedi e pensi “non male, ok”. Poi le conosci meglio e il loro viso diventa la loro anima, come se esprimesse la loro personalità e diventano all’improvviso così belle. “ (Doctor Who)
Vi siete chiesti come sia andata tra Jason e Piper, in che modo si siano messi insieme? Siccome mi è dispiaciuto non sapere com'è andata veramente, ecco una mia interpretazione, spero che vi piaccia! :)
Sesta classificata al Contest "La Lirica della Coppia Felice" di MichiGr sul forum di EFP
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jason Grace, Jason/Piper, Piper McLean
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Nickname dell’autore (su Efp e sul Forum): Greywolf
Titolo: Nessun altro...se non tu!
Tipologia: One-shot
Generi: Sentimentale, Romantico
Avvertimenti: Nessuno
Note: Collocato subito dopo “L’eroe Perduto” ma prima degli altri, nessuno spoiler quindi! ^^
Nda: Niente di particolare, se non che spero di aver reso Jason e Piper per quello che sono!


                                         Nessun altro...se non tu!


Ormai Piper ne era convinta:  Jason stava facendo di tutto per evitarla.

Avrebbe dovuto iniziare a capire che qualcosa non andava quando il figlio di Giove aveva declinato la sua proposta di andare ad assistere all’avanzamento dei lavori all’Argo 2 con la scusa che i ragazzi della casa di Ares lo stavano aspettando per una partita di basket. I suoi dubbi si sarebbero dovuti concretizzare quando da un paio di settimane a quella parte, terminata la cena si dileguava prima ancora che lei potesse anche solo pensare di avvicinarsi per fare due chiacchiere. Ma averlo visto assecondare i discorsi di Drew-che nonostante le ripetute minacce si ostinava a girargli intorno come una stupidissima mosca attirata dall’odore di un miele prelibato-non appena aveva incrociato i suoi occhi chiarissimi, era stato come ricevere un pugno in piena faccia mentre sei distratto.

Dopo essere tornati dalla Casa del Lupo, mentre Leo si era fatto assorbire completamente dalla costruzione della più figa e spettacolare nave da guerra e lei cercava in tutti i modi di avvicinarlo, Jason si era fatto sempre più distante.

Non era preoccupata delle attenzioni che la sua odiosa sorellastra gli riservava dal momento che anche il ragazzo sembrava non apprezzare i suoi modi di fare ma ciò che la impensieriva era la causa del suo allontanamento da lei. Aveva fatto forse qualcosa di sbagliato? Quel rapporto che aveva raggiunto era stato dovuto semplicemente alla missione?

Oppure- come le bisbigliava quella vocina nella sua testa che cercava in tutti i modi di evitare-era riuscito a ricordare qualcos’altro ... o meglio qualcun altro. Se così fosse stato, la figlia di Afrodite non aveva più ragione di sperare che ciò che per qualche settimana era stata una bellissima illusione creata dalla Foschia prima o poi sarebbe potuta trasformarsi in realtà.

L’impresa di salvataggio di Era le aveva dato modo di conoscere veramente Jason e di una cosa era certa: se nell’altro campo aveva lasciato qualcuno di importante non avrebbe mai fatto nulla che non avesse ritenuto corretto nei suoi confronti. Le era stato chiaro da subito, da quando aveva scansato la sua mano quando si era ritrovato sull’autobus senza ricordarsi né di lei né di Leo, ogni volta che chiedeva scusa per non riuscire a rispondere alle loro domande, ogni suo gesto imbarazzato che interrompeva perdendosi nelle sue silenziose riflessioni. Era la persona più corretta e giusta che avesse mai conosciuto.

A volte non sapeva cosa sarebbe stata disposta a fare per poter leggere i suoi pensieri. Aveva sempre la sensazione che facesse un’enorme fatica a sopportarli tutti, che lo schiacciassero con il loro peso e che lo mettessero continuamente in crisi. Anche se si ostinava a cercare di nasconderlo, Jason non poteva nasconderle più niente.

Era strano. Insomma l’impresa era durata solo pochi giorni anche se ne avevano passate di tutti i colori e quell’esperienza li aveva legati più di quanto fossero mai stati durante i suoi falsi ricordi. Eppure era sicura che quel sentimento che la spingeva inesorabilmente verso di lui, non fosse legato solamente a ciò che la Foschia aveva fissato nella sua mente. Con Jason si sentiva bene, ogni volta che parlavano, che gli stava vicino provava una sensazione di tranquillità inspiegabile e ormai le sembrava di riuscire a capire il suo stato d’animo senza bisogno che parlasse, ignorando cosa stesse pensando, le era sufficiente osservarlo. Lo guardava ... ed era sempre così bello. Inutile negarlo, persino sua madre conveniva sulla questione e diciamolo, nessuno meglio della dea dell’amore sa cosa sia la bellezza. Ma quando lei guardava il suo viso non vedeva solo l’affascinante figlio di Giove. Vedeva qualcuno che stava più in profondità di quella semplice apparenza fatta di sicurezza e certezze e sapeva di non poter desiderare una persona migliore di lui e sentiva di non potervi rinunciare in nessun modo.

Ma per Jason evidentemente non era lo stesso. C’era una persona nel suo passato per cui probabilmente provava i suoi stessi sentimenti e lei di certo non poteva costringerlo a dimenticarla per amare lei. Non avrebbe mai potuto fargli questo.

In quel momento prese una decisione. Aveva bisogno di sentirsi dire la verità e anche se Jason probabilmente si stava facendo degli scrupoli per non farla soffrire, non poteva più evitarla in quel modo quindi se non si fosse deciso ad andare a parlarle lo avrebbe fatto lei.

Provò ancora per un paio di giorni ad avvicinarlo ma i tentativi furono inutili. In qualche modo riusciva sempre a tenerla a distanza facendosi coinvolgere in qualsiasi attività pur di evitare il minimo contatto. A differenza dei giorni precedenti però lo aveva sorpreso qualche volta a fissarla anche se distoglieva subito lo sguardo se veniva sorpreso. Era certa, non sapeva come affrontare l’argomento e per questo ci girava intorno.

Chiese aiuto persino a Leo per riuscire a incastrarlo ma non servì a molto dal momento che il suo amico sembrava non voler minimamente collaborare. I lavori da ultimare in tempi brevi lo tratteneva nel bunker Nove quasi tutta la giornata e lei era riuscita a parlargli solo durante la pausa pranzo anche se piuttosto che starla a sentire aveva preferito assemblare quel che doveva essere un mini drago spara molliche che presto seminò il panico tra gli altri ragazzi che si ritrovarono presi di mira da un minuscolo automa impazzito. L’unica risposta all’argomento che era riuscita a ottenere sull’argomento era stata vaga e –secondo lo stile Leo- intenta a sminuire il problema:

“Miss mondo invece di preoccuparti di Jason dovresti preoccuparti che Drew non decida di strangolarti nel sonno!”

Insomma alla fine non aveva concluso niente. Non le restava che agire da sola. Quella sera lo avrebbe obbligato a dirle come stavano le cose, nel bene o nel male. Scegliendo di rimandare probabilmente era convinto di risparmiarle una delusione ma non aveva pensato a quanto quella situazione la stesse tormentando. Ma quella sera non gli avrebbe permesso di andarsene ancora.

Fingendo di prestare attenzione al suo piatto di verdure grigliate, quella sera con la coda dell’occhio non lo mollò un attimo per essere pronta a muoversi non appena si fosse alzato da tavola. Infatti non appena Chirone invitò tutti a ritirarsi nelle rispettive Case, come avesse colto le sue intenzioni nel momento in cui aveva alzato gli occhi azzurri e lei si era fatta beccare a osservarlo, lui era scattato avviandosi verso la casa Uno.

Allora anche lei aveva abbandonato la sua cena e si era gettata all’inseguimento. Nessuno dei due correva per non dare nell’occhio ma si muovevano a passo piuttosto veloce. Quando Piper si accorse che non sarebbe riuscita a raggiungerlo prima di perdere l’occasione per l’ennesima volta, lo chiamò per nome e lui si bloccò all’istante.

“Ehi ... ciao ... ” la salutò leggermente ansimante.

“ Ciao.” ricambiò prendendo profonde boccate d’aria.

“Mi stavi inseguendo?” domandò.

“E tu scappavi?”

Lui sospirò profondamente.

“Mi hai beccato eh?”cercò di sorridere ma la figlia di Afrodite non ne aveva voglia.

“Jason ascolta, non sopporto più questa situazione!” esclamò “Mi eviti continuamente da giorni, se riesco ad avvicinarti ti inventi che hai qualcosa da fare, io non ce la faccio più! Dimmi chiaramente quello che devi, smetti di girarci intorno! Io me ne farò una ragione! Non ho mai preteso di essere la migliore, la più bella o che altro quindi so che c’è chi mi supera di gran lunga in tutto per questo non mi importa chi sia questa ragazza, la cosa importante è che sia quanto ti serve per essere felice!”

Si aspettava che avrebbe sospirato un’altra volta e che le avrebbe detto che aveva ragione, che era dispiaciuto di non avergliene parlato prima, che era certo che avrebbe trovato qualcuno migliore di lui. Invece Jason aggrottò la fronte e le domandò:

“Ma che stai dicendo?”

Sembrava leggermente nervoso ma non capendone il motivo, lei tirò dritta:

“So che hai ricordato tutto! Che ti sei ricordato il motivo per cui ti sei sempre trattenuto con me! Non importa sentirti dire quando lei sia unica e speciale per te mentre io a confronto non sono nulla ... voglio solo che...”

“Nulla?!” esclamò “Piper, non dire mai più una cosa simile!”

A quel punto lei rimase interdetta. Non riusciva a capire più niente, era confusa, non sapeva cosa pensare, poteva aver frainteso tutto oppure indovinato e Jason stava soltanto cercando di non farla deprimere. Si sentiva così tanto agitata per tutti quei pensieri che inconsapevolmente le si inumidirono gli occhi.

Il figlio di Giove la guardò sbigottito, chiamandola piano per nome come per chiedere che succedesse.

Lei si coprì il volto con le mani, piena di vergogna per quella reazione così stupida e infantile.

“Oh Piper ... sono davvero un’idiota, mi dispiace tanto ...”

Delicatamente lui le tolse le mani dal viso e le rivolse un sorriso dolce e allo stesso tempo tremendamente dispiaciuto. Si guardò intorno e poi la trascinò vicino a un muretto lì vicino e ci si sedette senza però lasciarla andare.

Chinò il capo, massaggiandole le mani mentre traeva qualche respiro profondo e cominciava a parlare:

“Leo me l’aveva detto ... aveva detto che dovevo venire a parlarti subito ... ma prima di farlo volevo trovare il modo giusto, le parole giuste. Ma ho combinato un casino...” strinse un po’ la presa, prima di riprendere “E’ vero, ho ricordato. So che all’altro campo c’è una ragazza di nome Reyna. Sono abbastanza sicuro che non ci sia nulla di ufficiale tra di noi ma so che lei probabilmente si aspetta qualcosa da me...

Ma io ... non riesco a pensarci. Perché da quando mi sono risvegliato nell’autobus quel giorno, c’è un pensiero che mi distrae e che mi mette in continuo contrasto con i miei ricordi e con quel che dovrei fare.”

Tenne sempre gli occhi rivolti al suo, interessati solo al terreno battuto che calpestavamo. Dopo essersi interrotto però la guardò e lo fece con un sorriso che nascondeva un certo nervosismo. Perse un battito. Ricordava quell’espressione.

“Indipendentemente dal quel che è il mio passato, l’unica certezza che ho adesso sei tu. So che mi piaci moltissimo e non da quando sei diventata Miss mondo la sera del falò, ma dalla prima volta che ti ho vista. La prima cosa che ho pensato era che eri davvero bella. Che se avessi avuto una ragazza come te, non me ne sarei potuto dimenticare. Che non potevi essere più bella dopo la battaglia contro Encelado, con la faccia piena di fuliggine, i vestiti strappati...” sorrise ancora “...con uno stivale solo...”

Non poteva credere a quello che sentiva. Il cuore si rifiutava di credere a una cosa tanto bella.

“Non cambierei nulla di te. Sei perfetta. Mi fai sentire così bene ... “ sciolse l’intreccio di mani e le prese delicatamente il viso  “... niente trucchi, niente benedizione di Afrodite, niente vestiti alla moda ... solo tu.”

Di slanciò Piper gli allacciò le braccia intorno al collo e fece incontrare le loro labbra in un bacio sognato da troppo tempo. Il figlio di Giove interdetto chiuse gli occhi e si rilassò nel sentire quelle labbra morbide lambire dolcemente le proprie soffermandosi sulla cicatrice a mezzaluna su quello superiore.

Le braccia calarono intorno alla propria vita, stringendola possessivamente e facendo aderire i loro corpi.

Avrebbe voluto che quel momento durasse in eterno.

Non appena il giovane percepì che le guance della ragazza erano bagnate, si scostò subito e la lasciò andare.

“Piper! Che c’è? Ho sbagliato qualcosa?” chiese preoccupato.

“No, no ...” sussurrò con la voce tremula per l’emozione. “E’ solo che...”

Jason la invogliò a continuare, teso e pronto a tutto.

“Se è un altro scherzo della Foschia o degli dei, giuro che bombardo senza pietà l’Olimpo alla guida dell’Argo.” disse “Non posso più accettare di vivere un altro primo bacio con te.”

Il biondo a quel punto non riuscì a trattenersi dal ridere sul serio, tirandosi contro Piper che non poteva essere più felice di trovarsi finalmente e stavolta senza interventi divini tra sue braccia.

“Sei una ragazza pericolosa Piper Mc Lean...dovrò stare molto attento a non farti arrabbiare!” dichiarò.

Lei sorrise ancora. Ne era convinta. Ciò che la Foschia aveva creato non era stata tutta una menzogna.

E la prova era in quell’abbraccio, che tutto era, tranne che un’illusione.




Note: Ringrazio tutti per la lettura, spero che come prima fiction in questo fandom vi sia piaciuta! ^^ (Immagine presa da Google, i diritti sono dell'autore!)



  
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