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Autore: Maty2002    03/04/2015    4 recensioni
E se i personaggi di Five Nights at Freddy's non fossero altro che ragazzi normali, riunitisi all'interno di questa strana pizzeria attraverso una misteriosa telefonata che li ha strappati da un infanzia dolorosa e inesistente?
E se ora, scoprendosi a vicenda, cercando di sopportarsi e scoprendo sentimenti come l'amore, l'amicizia e la gioia, debbano superare normali giornate di lavoro accompagnate sia da momenti demenziali, sia da trisi momenti su cui riflettere?
Beh, tutto questo è stato immaginato in questa storia... spero di avervi incuriosito!
Genere: Comico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Oscurità
                                                                
Bonnie aveva paura del buio.
 
E non era una di quelle semplici fobie che si dicono in compagnia, quando bisogna snocciolare qualche difetto della propria personalità per risultare più simpatici e umani, ma uno di quei terrori che ti accompagnano per tutta la vita e gravano sulla mente.
E lui non era solamente spaventato dall’oscurità, ma dai rumori che accompagnavano il calare del sole, dagli strani cigolii delle stanze e dal passare delle macchine accompagnato da qualche colpo di clacson.
Perché, infondo, la sua fobia era quella di non avere il completo controllo della situazione.
E, sotto le tenebre, non riusciva a distinguere ciò che lo circondava, non riusciva a mantenere la calma e ad imporsi nella situazione con fare pacato.
Era quello il suo cruccio.
Era quello, il suo più grande problema.
 
Gli altri molte volte lo prendevano in giro, gli dicevano di non comportarsi come un bambino, ma più le battute si susseguivano, più le sue paure si accumulavano.
E quella già grande fobia dell’oscurità, si espandeva come una macchia d’olio.
Come potevano permettersi di insultarlo senza sapere nemmeno il perché del suo timore?
Come potevano sapere che lui temeva il buio e tutte le sfaccettature solo per i ricordi del suo passato?
No, loro sarebbero riusciti a comprendere solo le loro problematiche.
Perché immedesimarsi in qualcun altro è più facile dirlo, che metterlo in atto.
 
Non era colpa sua se la vista della notte gli bruciava la mente, lo obbligava a chiudere gli occhi con forza e a barricarsi in un angolo lontano, lontano dalla ragione e da sguardi indiscreti.
Ma ogni volta che abbassava le palpebre, altro non vedeva se non l’oscurità, e questa lo bloccava, lo pietrificava in quell’angolo della sua camera impedendogli di raggiungere quel maledettissimo interruttore della luce.
E in quegli attimi nella sua mente scorrevano veloci una marea di flashback che si accavallavano uno sull’altro.
Il ricordo di un ragazzino in piedi sul ciglio della strada, ad aspettare i soliti acquirenti di quelle sostanze che era obbligato a vendere per non morire.
Il ricordo sempre di quel ragazzino, picchiato a sangue e coperto d’insulti se non riusciva a raggiungere il prezzo migliore per quella merce.
Il ricordo di quel ragazzino, cioè lui, obbligato a crescere assumendo droghe non volute e osservando con aria di sottomissione il passare di quell’uomo, quel mostro dal cappellino viola e gli occhi neri come la pece.
Finita la crisi riusciva, barcollante, ad accendere la luce.
Infrangere quell’oscurità era la sua unica via di fuga.
 
Ma la cosa che più odiava era far vagare lo sguardo nel buio, sentendosi incapace di comprendere ciò che lo circondava.
Non sapeva perché, ma quell’effetto gli ricordava fin troppo bene quello delle sostanze stupefacenti che erano iniettate a forza nel suo corpo di bambino.
Sguardo vacuo, incapacità di ragionare.
Ecco perché odiava la stupidità e l’improvvisazione.
Sì, era proprio una di quelle paure prive di un vero senso, ma che nascono da un trauma indelebile.
Una di quelle fobie che trovi spesso, ma che non sono mai approfondite.
 
Ma, come per tutte le paure, una piccola via d’uscita, una specie di “porta” per una sorta di “giardino segreto”, c’era.
E quell’ancora di salvezza aveva il nome di Mangle.
Lei, con quell’inconfondibile aria priva di logica, con quel suo spirito traboccante d’iniziativa anche per le cose più futili, era l’unica che riuscisse a far rialzare Bonnie dal  suo stato d’angoscia.
Appariva sempre,  bussando alla porta o sgusciando, in maniera ignota, dalla finestra che stranamente era sempre aperta.
Lui spiegava semplicemente che la teneva spalancata solo per far circolare l’aria, visto che si moriva dentro quel locale, ma Mangle non ci vedeva chiaro in quella storia.
Una volta entrata, lei sorrideva e sussurrava un “Hey, Bon Bon, che ti succede?” divertito, per poi trascinare il giovane fuori dalla stanza.
Inspiegabilmente, dopo si trovavano sul tetto del locale ad osservare il cielo stellato.
Bonnie non si chiedeva nemmeno come ci fosse arrivato e perché si fosse lasciato trascinare da quella matta in una simile attività del tutto inutile.
Lui sapeva semplicemente che con Mangle era così, nulla con lei aveva apparentemente un senso logico, ma in verità racchiudeva mille significati e mille incoraggiamenti.
Perché ella comprendeva con una semplice occhiata, sapeva scavare oltre l’aspetto e raggiungere il cuore, di cui aveva la chiave.
Mangle non basava il proprio pensiero sulle apparenze e nascondeva tutto il suo sapere dietro ad un’ ingegnosa follia.
E la notte passava così, con Bonnie rannicchiato in un angolo ad osservare insieme all’amica la volta celeste, quasi senza proferir parola.
Tanto non servivano inutili frasi piene di falsa compassione ad aiutare il giovane, a lui bastava solamente Mangle e quel suo mondo fuori di testa.
E a Mangle bastava semplicemente sapere di possedere con gelosia la chiave del cuore dell’amico.
 
Sì, forse Bonnie non aveva poi così tanta paura del buio.
Non con Mangle, almeno.


Angolo autrice

Ciao a tutti!
Se l'altra volta abbiamo parlato di Foxy, oggi pubblico qualcosa su Bonnie!
Tragico, drammatico, palloso... okay, la solita solfa pseudo introspettiva XD
Però, trattando dei sentimenti di Bon Bon (soprannome di proprietà esclusiva di Mangle), non potevo non far entrare nella storia la sua migliore amica!
Amica... seeee, qui gatta ci cova XD
Comunque, spero che questo capitolo possa piacervi e anticipo subito che il prossimo sarà comico, tanto per sdrammatizzare un po' la situazione!
Ora devo andare,
Alla prossima!


 
   
 
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