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Autore: Kaho    22/12/2008    7 recensioni
Raccolta di flash-fic, con colonna sonora consigliata. Possibili Spoiler.
12. Voice that comes to me tonight [Ren/Reira]
La ragazzina cantava nel retro di un bar di periferia, brillando alle luci del neon e assaporando l’aria della notte in piccoli, tremolanti ansiti.
Non aveva la voce energica di Nana; era un suono bassissimo, da farfalla, che avrebbe potuto schiacciare prendendo il basso che portava sulla schiena e strimpellando qualche nota un po’ troppo tonante. Eppure aveva l’impressione di avere qualcosa di viscoso nelle orecchie, come sangue.
[We are broken, Paramore]
Genere: Romantico, Song-fic, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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8. Sing for absolution
[NanaRen]

 

 

 

C’era sempre la neve in quel periodo dell’anno.

Scendeva a fiocchi grossi come mandarini e si attaccava alla strade, accumulandosi e compattandosi fino a ricoprire ogni margine della città, dai tetti alle strade, rese impraticabili dalla lenta avanzata della neve.

Nana pensava che la neve avesse un momento magico ed era quando scendeva; quando diventava regina di ogni cosa, si impossessava dello spazio, degli occhi e del cuore degli uomini, li rapiva in un dolce limbo che poteva dissolversi nel momento in cui tutto si rituffava nel quotidiano e nel banale.

Era seduta sul terrazzo proprio per non perdersi quell’attimo: si sentiva intorpidita e gelida, aveva gli occhi lucidi per il freddo pungente e gli stivaloni bagnati dai fiocchi che si scioglievano a contatto con il cuoio.

Ma respirava come spesso non le capitava; il freddo le sbloccava i polmoni e le placava il mal di testa, causato da qualche birra di troppo.

La neve, indifferente, cadeva e cadeva e appesantiva le chiome degli alberi, piegandoli senza spezzarli. Con dolcezza. Tuttavia, prepotentemente le rubava un sorriso accennato, la tristezza, la durezza, sciogliendo le sue preoccupazioni con chissà quale calore. Lo stesso effetto della voce di Ren, accanto a lei.

La radio era posizionata sulla destra e non tra di loro. «Niente barriere, oggi» aveva sorriso Ren, misterioso, sedendole accanto senza altri commenti inutili.

Dalle casse usciva una vecchia canzone dei Nirvana e la voce strascicata di Kurt Cobain, scivolosa come la chitarra, si sovrapponeva al canticchiare lento e sommesso di Ren, che teneva il naso rosso e ghiacciato per aria, gli occhi chiusi.

La sua postura era fissa e immobile e Nana si era chiesta più volte se non si fosse congelato, ma poi prendeva coscienza che quel sibilo nelle orecchie non era il suono della neve, ma la voce di Ren. Allora spostava gli occhi dalla neve sulle sue labbra, che si muovevano appena, accennando un sorriso.

Nana cominciava a non sentire più le punta delle dita e rabbrividiva; Ren, al contrario, non pareva assolutamente subire il freddo, nonostante fosse a petto nudo sotto la solita giacca di pelle rovinata.

Nana gli invidiava il distacco dalla realtà, la simbiosi che aveva con la neve: diventava silenzioso, invadente, e la sua presenza le rubava il fiato e il riso, riscaldandola.

Inconsciamente alzò la mano e la posò sul suo torace, sfiorandolo con le dita gelide. Ren socchiuse gli occhi – neri, non bianchi come aveva immaginato – e li puntò su di lei, con quell’aria bonaria che gli aveva fatto guadagnare il titolo di sex-symbol al liceo e che Nana non aveva mai amato troppo.

«Hai le labbra viola.» Le disse distrattamente.

Nana sentì le guance scottare, ma avvicinò l’altra mano al viso di Ren, anche se sapeva bene che il calore che le nasceva toccandolo era illusorio.

«E chissene frega!» sbottò, acida, avvicinandosi impercettibilmente al suo corpo.

Ren rise, allora, e la prese tra le braccia, portandosela al petto come se non pesasse niente, facendola volare come un fiocco di neve.

Le baciò le labbra – sapeva di birra e sigaretta – e fece vibrare nella gola il suo stesso riso, in uno scambio di voci particolare, che la spiazzò completamente.

«Andiamo dentro o moriremo assiderati!» commentò Ren, infine, allontanandosi da lei mentre ridacchiava ancora, piano, portandosela in braccio dentro all’appartamento caldo.

Nana fece una smorfia, fissando dalla sua spalla la neve fuori dalla finestra, odiando Ren per aver interrotto quel piccolo attimo d’infinito, dove “domani” è una parola sconosciuta.

Si sentì improvvisamente impaurita; il giorno dopo, fissando dal letto la finestra, ascoltando distrattamente il respiro pesante di Ren, capì il perché.

La neve era ormai di tutti e non più dei suoi occhi soltanto; e chissà se il suo cuore si trovava in uno di quei mucchi.

 

 

 


Lips are turning blue

A kiss that can't renew

[…]
Tiptoe to your room
A starlight in the gloom
I only dream of you
And you never knew
Sing for absolution

         Sing for absolution, Muse

 

[625 Parole]

 

 

 

 

________

 

 

Sì, signori, con questa flash-fic ho vinto il concorso su Nana indetto da Ladyshadow. :)

Nonostante la coppia, sono soddisfatta della flash, ho voluto dare una visione un po’ mia alla neve, diversa dal solito concetto di purezza.

Ed è un po’ autobiografica; le ho pensate, queste cose, proprio durante la prima nevicata dell’anno! *_*

Volevo ringraziare Tya e Kay per il supporto che hanno dato alla flash, per i loro pareri e le piccole sbavature che aveva, ora sistemate. GRAZIE RAGA! *_*

Complimenti alle altre partecipanti del concorso.

 

E, infine, AUGURI DI BUON NATALE A TUTTE LE LETTRICI/LETTORI DI QUESTA RACCOLTA!

Buone feste. <3

 

Kaho

 

  
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