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Autore: FoxFire    07/04/2015    2 recensioni
Cinque ragazzi, tutti con una loro storia, e con la stessa voglia di ricominciare a vivere.
Faranno un percorso, dove incontreranno molti amici, ma altrettanti nemici.
Tante amicizie si distruggeranno ed altre si rafforzeranno.
Una storia di odio e amore, cazzotti e lacrime, tradimento e passione.
Ma con la premessa che... Sopra Le Nuvole, (c'è sempre) Il Sole.
- Dalla storia:
'' Cos'hai li? ''
'' Questo? '' dice lei indicando la macchia nera che si intravedeva dai pantaloni a vita bassa
'' E' solo un tatuaggio. '' continua spostando i pantaloni un po' più giù scoprendo la scritta.
'' Sopra le nuvole, il sole ... Figo, mi piace! ''
'' Ce l'ha anche Nichi, è tipo il mantra della nostra vita. ''
Mentre si guardavano negli occhi, lui le fece un sorriso di quelli che scioglierebbero anche il Polo Nord.
Appoggiò la testa sopra la pancia di lei e rimasero sdraiati a guardare il mare.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Friends?

 

Chiara's Pov.

Erano le 5.30 di mattina e non mi stupii affatto dell'orribile riflesso che lo specchio stava sfoggiando. Un'altra notte insonne, la terza nell'ultimo periodo. Decisi di scendere e fare colazione dato che il sonno era andato a farsi fottere, anche se i ripetuti sbadigli comunicavano altro. Non avevo voglia di parlare con gli altri o con qualunque elemento del genere umano, quindi feci in fretta, volevo stare un po’ da sola. Uscii di casa senza preoccuparmi del mio aspetto trasandato senza trucco o dei capelli osceni: li legai infatti in un improponibile cucù sopra la testa, vestendomi solo con dei jeans, una magliettina a caso ed un cardigan grigio con motivi strani bianchi a farmi da coperta, sembravo quasi una nonna. Andai a fare un giro al parco, dovevo schiarirmi un po’ le idee. Mi misi sulla panchina rivolta verso il lago, quei piccoli anatroccoli che seguivano la loro mamma entrando in acqua mi fecero una tale tenerezza da farmi tornare per un momento il buon umore. Cosa mi stava succedendo? Non avevo mai visto nessun ragazzo come mio potenziale fidanzato a parte Gio. Ero sempre stata dell’idea che a quest’età l’unica cosa che avrei dovuto fare era divertirmi il più possibile, fare diverse esperienze per poi racchiuderle, confrontarle e capire cosa avrei veramente voluto per il mio futuro mettendo solo all’ora la testa a posto. Le altre non mi avevano mai giudicato per questa mia scelta anzi, per noi il sesso non è mai stato un tabù, eravamo tutte dell’idea che ognuna era libera di fare quello che voleva con il proprio corpo, che fosse una foto osé o una scopata per divertimento. Loro nonostante i loro pensieri non si erano mai sentite di farlo, io sì, e mi era sempre andato bene. Ma adesso, adesso ero proprio sicura: Louis mi piaceva. Non facevo altro che pensarlo, all’inizio credevo fosse solo un’infatuazione dal momento che era uno dei più bei ragazzi ed ero convinta si trattasse solo di una forte attrazione fisica. Ma non era così. Louis aveva un certo fascino anche nel carattere, così diverso da quelli che facevano di tutto per venire a letto con me. A me era sempre piaciuto questo: essere cercata, essere io a dare questa possibilità, amavo che erano gli altri a corrermi dietro e non io la ragazzina innamorata a fare di tutto per attirare l’uomo verso di sé. Ero io quella forte. Non potevo essere io l’oggetto. Ma Louis, Louis era così diverso dai morti di figa. Sapeva tenermi testa, sapeva ignorarmi al punto tale da farmi impazzire, sapeva prendermi nel modo giusto facendomi sempre scappare una risata, ma mantenendo quell’alone di mistero e di malizia. Ero io quella a corrergli dietro, e questo mi faceva innervosire. Ma non potevo farne a meno. Con lui stavo bene e non potevo negarlo a me stessa. Avevo una lotta così complicata dentro me stessa che ne stavo uscendo matta, Louis non mi cercava per un chiarimento, faceva due o tre battute e poi si comportava come se niente fosse successo, straziandomi internamente. Neanche dopo la mia frecciatina alla festa di Halloween parlò. Forse per lui era stato solo uno sfizio da togliersi, per capire che con me oltre quel bacio non voleva andare oltre. E se questo era il suo pensiero, sarei stata male per molto tempo. Ma conoscendomi, nessun ragazzo valeva le mie lacrime, me ne sarei fatta una ragione tornando alla mia vita di sempre, ma era arrivato il momento di chiarirsi. Erano già le 7.15, decidi di andare al bar a prendermi un cappuccino d’asporto per poi andare a scuola e aspettare le 8.00 per iniziare le lezioni.
Arrivai velocemente all’edificio dopo aver preso il mio cappuccio al cacao e posai i libri nell’ armadietto senza perdermi in chiacchiere con le persone che già erano lì: non ero proprio dell’umore adatto. Entrai in classe dirigendomi al solito posto sul fondo dell'aula, ma il banco accanto a Louis era già occupato da Jason, repressi l'idea di ammazzarlo ed andai a sedermi al primo banco, che cazzo ci faceva già lì a quell’ora proprio quando dovevo parlare a Louis? E perché Louis era già a scuola? La giornata andava di male in peggio, ma forse era meglio non essergli vicino e parlare con calma fuori dalla scuola. Nonostante l'aula fosse praticamente vuota, dato che eravamo parecchio in anticipo, decisi di sedermi avanti perché i miei voti ultimamente erano calati molto. Non sapevo nemmeno io il perché, ma la voglia di fare qualsiasi cosa anche la più semplice era svanita completamente; in più, rispetto agli altri, non ero mai stata così pratica con l’inglese quindi era tutto davvero molto difficile per me. La stanchezza si stava facendo sentire così poggiai la testa sul banco e la nascosi tra le braccia per non far passare la luce. Sentii il rumore della sedia accanto alla mia spostarsi ma non mi preoccupai di alzare la testa per vedere chi fosse, di sicuro non avrei iniziato una conversazione.
<< Come mai tutta sta stanchezza? Cos'hai fatto ieri notte signorina? Non me la racconti giusta! >> riconobbi la voce del castano. Le mie labbra si alzarono in un sorriso, le guance si colorarono, non era possibile che con una semplice frase avesse già fatto scomparire molto del mio mal umore.
<< Non sono riuscita a dormire tutto qui >> risposi senza alzare la testa
<< Va bene, torniamo ai nostri posti dai >> fece allora lui indietreggiando con la sedia.
<< C'è Jason al mio posto, preferisco stare qui >>
<< Si era seduto intanto che non c'era nessuno per fare due parole, andiamo ora prima che arrivino gli altri >> continuò lui ed io mi morsi il labbro ed alzai la testa. Dovevo stare ferma nella mia posizione:
<< Fa niente sto qui, vorrei seguire la lezione per una volta >> sapevo di starmi comportando da acida, ma ero confusa dal suo comportamento, stressata ed in più non avevo dormito. Louis perse un attimo la calma lasciando un sospiro dietro di sé:
<< Cosa c'è che non va? Cosa ti ho fatto? È da tempo che cerchi di evitarmi e se solo mi dicessi cosa ti dà fastidio forse potrei anche chiederti scusa >>
“Ah io? Sai, mi baci e poi non ne parli più” pensai, ma non potevo dirglielo lì. Mi misi le mani sulle tempie guardando il banco:
<< Non hai fatto niente >> lui allora con uno strano impeto mi mise una mano sul braccio obbligandomi a guardarlo.
<< No cara questa storia non finisce così, tu adesso vieni con me e parliamo >> la sua voce era seria e ferma, come per autoconvincersi di ciò che aveva appena detto. Mi tirò fino ai banchi in fondo, non aveva senso tirala ancora lunga e poi tutti ci stava guardando, mi sedetti sbuffando e lanciando letteralmente la cartella in terra. Cercai di nascondere il viso slegando il cucù e mettendo tutti i capelli sul lato destro della mia persona, formando una barriera immaginaria tra noi due e appoggiandomi al banco.
<< Allora? Parli? >> mi spinse il braccio facendomi cadere la testa ed io lo guardai. Mi fermai un attimo a riflettere. “E se glielo dicessi?” nella mia mente c'erano solo queste parole. Cosa ci avrei perso?  Niente, assolutamente niente. Avrei potuto solo guadagnarci: se avessi parlato la situazione si sarebbe potuta aggiustare con un confronto. E se non si fosse aggiustata non sarebbe cambiato niente e i rapporti sarebbero rimasti come quelli degli ultimi tempi. Alla fine sono io, voglio dire, dove è finita la ragazza che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno?  È solo Louis, una persona come un'altra, quindi perché dovrei avere paura di dirglielo?
<< Potevi semplicemente dirmelo che bacio da schifo, tutto qua >> lasciai uscire le parole senza nemmeno pensare a cosa dire, ma lo guardai negli occhi questa volta.
<< COSA?! >> la sua faccia era sconvolta, dovevo averlo colto fortemente alla sprovvista, aveva le sopracciglia aggrottate e gli occhi chiari fissi su di me. Non riuscii a non arrossire. 
<< Non fare l'ingenuo adesso, non mi sarei offesa se me lo avessi detto, tranquillo >> la situazione stava degenerando ed io mi sentivo altamente in imbarazzo
<< Chiara ma cosa stai dicendo? Non capisco dove vuoi arrivare... Perché mi dici così? Non ho mai pensato una cosa del genere, ma come ti saltano in mente certe cose poi?! >> continuò sbattendo le mani sul tavolo per attirare il mio sguardo che vagava ovunque tranne che su di lui. I pochi ragazzi in classe ci guardarono.
<< Avanti Lou, da quando mi hai baciata il nostro rapporto è cambiato, non sei più come prima, tenevi fin troppo le distanze.  Non abbiamo mai parlato di quel bacio, come se non ci fosse mai stato. Ma non è così. È successo e, almeno per me, è stato significativo. Se credevi che fossi una ragazza facile da baciare solo quando hai voglia ti sbagliavi di grosso, non è così, non sono così. I fatti sono due: o non te ne importa niente, o bacio troppo male, non lo so, ma comunque sia mi hai mandato in una confusione totale. Ecco perché cerco di evitarti. Non mi va di soffrire, per un ragazzo soprattutto, sono Chiara la ragazza solare e spontanea non mi va di cambiare personalità! >> conclusi guardandolo negli occhi quando pronunciai l'ultima frase. Mi ci era voluto tutto l’autocontrollo che possedevo ed ero sicura di aver sbagliato qualcosa nel mio inglese, ma non mi importava. Dal suo sguardo sapevo che aveva capito. Si grattò un attimo la nuca perplesso per le mie parole; appena mi guardò negli occhi abbozzò un sorriso imbarazzato, come se volesse spiegarmi che avevo frainteso tutto:
<< Io non ne ho mai parlato perché credevo che ti avesse dato fastidio. La tua faccia quando mi staccai era come “bleah”: la tipica faccia da “che cazzo fai?!” In quel momento volevo sprofondare, credevo di avere fatto una cazzata e pensavo di averne la conferma quando subito dopo hai serrato la bocca come se avessi voluto tenere per te tutti gli insulti che mi spettavano per evitare di litigare o di mettermi in imbarazzo. Ecco perché all'inizio mantenevo le distanze, avevo paura che fossi arrabbiata. Ma evidentemente non riuscivo a starti lontano, mi mancavi soprattutto come amica ed ho cercato di riavvicinarmi, poi però sei stata tu ad evitarmi. Mi dispiace… >>.
Io scoppiai a ridere. Brava cretina! Subito a farmi diecimila paranoie per il niente e la cosa più fastidiosa era che aveva pure ragione. La mia faccia dopo quel fottutissimo bacio non doveva essere delle migliori: la bocca spalancata, gli occhi a palla per lo stupore, il mio silenzio tombale. Sì, ero una deficiente:
<< La colpa è mia. Non ero arrabbiata, anzi, ero euforica. Avevo fatto quella faccia semplicemente perché non me lo aspettavo, ma in quel momento non avrei potuto chiedere una cosa migliore. Scusami, non volevo farti fraintendere... Amici come prima? >> sapevo che quell’ultima parola non era la migliore che potesse uscirmi, ma avevo realmente bisogno di lui.
<< Va bene, stipuliamo questo accordo con un bacio >> disse tornando al suo solito sguardo malizioso. Mi misi a ridere per la sua sfacciataggine priva di imbarazzo dopo un momento del genere e gli diedi un affettuoso bacio sulla guancia. Tutti gli altri in classe fecero finta di fare altro.
<< Non era quello che intendevo, ma mi accontento >> concluse facendomi l'occhiolino.
Ricambiò il bacio facendolo durare qualche secondo di troppo e rendendolo più intenso del mio, il solo contatto delle sue labbra sulla mia guancia mi fece rabbrividire. Lo guardai con la coda dell’occhio e lui guardò me. Entrò la professoressa ed iniziammo la lezione.
 
Fede's Pov.
 
Ero ferma a fissare le paperelle del laghetto. Una sigaretta stretta tra le mani e lo sguardo vago. Una figura mi si affiancò ed io mi girai lentamente verso di lui:
<< Ciao Niall >> gli sorrisi leggermente e lui ricambiò. Guardò la sigaretta e poi parlò:
<< Devi smetterla con quello schifo >> lo fissai in silenzio ed alzandomi gli feci segno di camminare; avevo voglia di fare due passi
<< La situazione fa schifo non le sigarette. E guarda che anche la tua fiamma fuma >> risposi mantenendo lo sguardo sui sassi del vialetto.
<< Per essere una ragazza fidanzata non sembri molto felice. E con Nichi ne parlerò poi, grazie per avermelo detto >> rispose venendomi accanto e facendo sbattere i nostri gomiti.
<< Zayn è perfetto è il contorno che fa schifo >> lui tacque qualche secondo per poi sospirare tornare a parlare
<< Vuol dire che la tua storia non è abbastanza forte >> io mi fermai nel mezzo della strada guardandolo.
Il vento gli smuoveva i capelli biondi, Le guance erano arrossate dal freddo e la sua espressione non era arrabbiata, ma paziente e lievemente paterna.
<< Non sei d'accordo con la mia scelta, vero? >> lui guardò per terra e poi di nuovo me, mi fece segno di continuare a camminare e titubante accettai.
<< No, ma comunque sia non è una mia decisione. Tralasciando questo, volevo solo dire che ora stai con Zayn e devi concentrarti su di lui non su tutto quello che c'è intorno >> mi sorrise ed io non potei fare altrimenti, la sua allegria era fin troppo contagiosa
<< Come se fosse facile, non voglio essere io la causa della rottura di un'amicizia che esiste da anni >>
<< Tutto si aggiusterà se tu dimostrerai a Zayn di tenerci a lui. Non potrà perdonare Harry fino quando si sentirà la ruota di scorta per te >> io rimasi ferma un attimo a fissare il cielo grigio di Londra. Era davvero così semplice?  Forse no, ma ci avrei provato, per lui, per me ed anche per Harry. Non sarei stata io la causa dei problemi tra di loro, dovevano fare pace ed io li avrei spinti a farlo.
<< Vedrò cosa posso fare >> conclusi appena arrivammo alla gelateria.
<< Lo sai di essere l’unica persona al mondo a mangiare il gelato a dicembre? >> dissi e lui rise leggermente arrossendo, sia per il freddo sia perché in gelateria c'era davvero solo lui.
<< Grazie al cielo esisti tu Niall, se no questo posto andrebbe rovina >> parlò un uomo sulla quarantina d'anni pelato e con degli enormi occhiali poggiati sul naso aquilino. Indossava un grembiule bianco che rendeva la scena molto esilarante.
<< Solito gusto? >> chiese il signore strano mentre il biondo annuiva con gli occhi luccicanti.
<< Vuoi un gelato pure tu bella signorina? >>
<< No, grazie >> lui storse il naso con un'espressione corrucciata. In quel momento la porta si aprì ed entrò con mia sorpresa Nichi, aveva le guance arrossate ed il cappuccio tirato sulla testa per coprirsi le orecchie.
<< Ehi ciao… >> Disse lei abbassandosi il cappuccio.
<< Ciao Nic, già finite le lezioni? >> Chiesi alla mia migliore amica non capendo il perché non era a lezione di “storia della danza”.
<< La prof era malata e allora ci hanno fatto uscire prima e volevo un gelato >> rispose ridendo e guardando Niall mangiare il suo.
<< Questa ragazza è perfetta per te Niall! >> disse l'uomo dietro al bancone, i due guardarono in terra per l'imbarazzo ed io mi morsi l'interno delle guance per non ridere.
<< Che gusto vuoi biondina? >> continuò poi il tizio inquietante.
Prima però di prendere le cialde mi lanciò uno sguardo di disgusto, come se fossi io quella strana che non vuole il gelato con meno cinque gradi all’esterno. Vidi Niall guardare Nichi che fissava il tipo che metteva il gelato del cono e pensai che non ci fosse niente di più dolce.
<< Grazie mille, wow me ne hai messo tanto! Grazie davvero >> rispose Nichi piena di gratitudine prendendo il gelato e porgendogli i soldi, ma l'uomo scosse la testa.
<< Te lo offre la casa... Niall non fartela scappare, altro che quell'acida della tua ex, questa è perfetta >> il biondo avvampò e Nichi di conseguenza. Questa volta non riuscii a trattenere una risata, in quel momento pensai che fosse il momento giusto per lasciarli soli.
<< Ragazzi io vado >> mi avvicinai mettendo le mani sulle spalle di ognuno dei due. Niall mi guardò velocemente, ancora leggermente rosso, ed alzò un sopracciglio.
<< Dove vai? >>
<< Devo uscire con Zayn >> gli sorrisi e lui capì che mi riferivo al discorso che avevamo fatto prima.
Diedi un bacio sulla guancia a ciascuno e feci l'occhiolino a Nichi che mi spinse leggermente. Uscii dal locale andando verso la casa dei ragazzi. Mi girai indietro sentendo la porta della gelateria riaprirsi, probabilmente stavano andando a fare un giro, li vidi parlare animatamente, Niall con lo sguardo radioso e lei con un sorriso enorme. Il ragazzo si chinò e gli assaggiò il gelato, stessa cosa fece lei dopo. Mi sembrava strano vederla così dolce, non era nel suo carattere. Mi girai con un sorriso per la scena e mi avvicinai verso casa.
 
***
 
Ero davanti al cancello della loro villetta ed aspettavo che Zayn uscisse dalla casa. Durante quel tempo avevo organizzato una sorpresa particolare per il mio ragazzo. Buttai la sigaretta in terra pestandola ed in quel momento uscì il moro. Mi sorrise sistemandosi la giacca di pelle sulle spalle. Si avvicinò e poggiò una mano sulla mia guancia. Fece arrotolare la mia ciocca di capelli tra le sue dita magre, si avvicinò lasciandomi un bacio a stampo, ma non lo dilungai per molto perché stare così vicino alla loro casa mi imbarazzava. Alzai lo sguardo per un microsecondo: la camera di Harry aveva le luci spente. Lo tirai per un braccio e mi sorrise guardandomi. Presi le chiavi dalla tasca del giubbotto e mi guardò con un sopracciglio alzato, io scossi la testa:
<< Perché tutti sti segreti oggi? >> mi chiese ridendo.
<< Volevo solo vederti >>
<< Va bene >> sorrise, mi prese la mano e mi tirò verso di lui
<< Ora però voglio un bacio decente >> avevo le mani sul suo petto, indossava un maglione nero, il busto era stretto; era dimagrito molto.
Mi alzai sulle punte, lui chiuse gli occhi ed io feci toccare i nostri nasi. Dopo lo baciai ed il bel moro mi strinse a sé. Gli misi le mani al collo facendo diventare il bacio più intenso. Aveva le labbra screpolate e odorava di fumo. Ci staccammo e gli sorrisi, ma lui non mi fece allontanare:
<< Che c'è? >> gli chiesi, mi diede un bacio nella fronte e poi mi lasciò.
<< Vieni >> continuai sentendo il suo silenzio.
Chiusi la mano sul suo polso e lo trascinai con me. Arrivammo davanti all'entrata del negozio di musica. Lui guardo l'insegna con un sopracciglio alzato, io gli sorrisi ad aprii la porta. Le luci erano spente e c'era odore di chiuso.
<< Dove hai preso le chiavi? >> mi chiese appoggiandosi al pianoforte.
<< Ho le mie conoscenze... Ho rubato le chiavi al custode >> mi misi a ridere sedendomi sullo sgabello dello strumento.
<< Che brava la mia ragazza >> e dopo un attimo di pausa continuò 
<< Perché siamo qui? >>
<< Perché qui è stato dove abbiamo davvero parlato per la prima volta e dove mi hai promesso le lezioni di piano, avevo voglia di tornarci >> lui mi venne vicino facendo correre distrattamente le dita sui tasti
<< Me lo ricordo sai? >> disse e continuò
<< Eri così bella e poi adoravo come ti si illuminavano gli occhi per qualunque cosa >> io mi avvicinai al suo petto e lui mi strinse a sé. Alzai la testa e incrociai i miei occhi con i suoi oro. Due pezzi di oro persi in mezzo a chili di bronzo:
<< Mi dai un bacio? >> mi chiese. Io mi avvicinai e lo accontentai.
<< Non dovevi insegnarmi a suonarlo? >> gli domandai, lui mi accarezzò sorridendo. Aveva le mani sudate, ma non davano fastidio.
<< Non sei una brava alunna >> portai il labbro in fuori.
<< Non è vero, sei tu che non sei un bravo insegnante >>
<< Tu mi distrai >>
<< Un bravo professore non si fa distrarre >> a quel punto suonò il suo telefono rompendo l'atmosfera. Lo guardò e vide che era Liam, lo avvertì di tornare a casa per cena. Ci alzammo ed uscimmo. Mi accompagnò a casa e se ne andò, non prima di avermi dato un dolce bacio sulla fronte:
<< Grazie per oggi, ti adoro >> concluse poi baciandomi un ultima volta e avviandosi nella casa accanto.
Era stato tutto così strano, così freddo. Tanto freddo che per la centesima volta se fossi davvero felice.


 
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ANGOLO AUTRICI          
   
 
Ciao ragazze, eccoci tornate.
Un'altra volta in ritardo, non cambieremo mai!
Allora, non staremo qui a fare un poema su Zayn.
Lui fa parte degli One Direction, continueremo la FanFiction e faremo finta che nulla sia successo, anche perchè
le cose sembrano essersi già aggiustate e molto probabilmente, anzi quasi certamente, lui tornerà.
E che sia così o no, la FanFiction andrà avanti con lui dentro.
Quindi per quelle sensibilissime che solo a leggere il nome viene l'istinto suicida, vi consigliamo di non leggerla più.
Detto questo, speriamo che il capitolo vi sia piaciuto, dal prossimo in poi si animeranno di più le vicende, quindi se siete curiose vi invitiamo a leggere :)
Ultimamente le recensioni sono calate davvero molto, quindi se la storia non vi sta piacendo potreste scrivercelo, anche solo nei messaggi normali, tanto per capire cosa ha che non va.
Ci teniamo davvero tanto a questa storia, quindi per favore, più ci dite in dove migliorare più siamo felici, assolutamente nessun'offesa!
Detto questo, vi consiglio di leggere questa storia (su Zayn)
"Do you wanna dance with me?", ecco il link:
 http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2889042&i=1
Ed infine abbiamo il trailer della nostra storia "Sopra Le Nuvole, Il Sole" , ecco il link:
http://youtu.be/nTEubql5afk
Vi lasciamo alle immagini, a presto, un bacione
-FoxFire
-Nichi&Fede


 Chiara
 
  
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