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Autore: killer_joe    07/04/2015    3 recensioni
“Sanji! Che cosa ti è successo?”
“Niente che tu possa capire, idiota di uno spadaccino” rispose il biondo tra le lacrime.
“Beh… se ti ha rifiutato non farne una tragedia, ce ne sono tante, anche meglio…” cominciò il verde, dando un’occhiata in giro. Il biondo saltò su come una molla.
(...)
“Non prendo a calci la gente! Ho preso a calci quello lì!”
“E che male ti ha fatto, sentiamo!?”
“Ha cercato di portarmi via te!”.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Franky, Roronoa Zoro, Sanji | Coppie: Sanji/Zoro
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! Questa è la mia prima fanfiction... Spero che possa piacere a qualcuno e che non sia deludente!!! (panico)... Non ho messo OOC tra gli avvertimenti, ho cercato di mantenermi il più possibile fedele ai meravigliosi personaggi del sensei Oda, ma non posso garantire nulla! I protagonisti sono ovviamente il mio adoratissimo (Zoro) e il suo degno compagno! 
Commenti, consigli e correzioni sono graditissimi!! 
Grazie!


Il cuoco non pensava certo che il suo nakama potesse comportarsi così! Tutto avrebbe creduto di quello sciocco marimo meno questo. Eppure, era certo che fosse lui, quella schiena, quella zazzera verde e quel sedere così… sexy non lasciavano dubbi. E dire che aveva il coraggio di dare del pervertito a LUI…. Sanji scosse il capo e distolse lo sguardo, rivolgendosi alle ragazze della ciurma. “Mie dee, desiderate ancora qualcosa da bere?” si rivolse loro mieloso, piroettando vorticosamente e lanciando cuoricini ovunque. Robin scosse il capo tranquilla, mentre Nami chiese un’altra birra. ‘Quella ragazza potrebbe far invidia a qualunque pirata della locanda’ pensò il biondo, mentre si dirigeva al bancone del poco elegante pub. Beh, almeno avrebbe potuto sbirciare cosa stava facendo quell’idiota di un marimo… la curiosità lo stava logorando. 
Sanji fece un giro leggermente più lungo, con la scusa di non disturbare un gruppo di ubriachi piuttosto allegro, e lanciò uno sguardo a Zoro; lo spadaccino era concentrato sul terzo o quarto boccale di birra e non lo notò. Davanti a lui una ragazza giovane, dalle gambe chilometriche e un seno prosperoso, ridacchiava lanciandogli occhiate voluttuose. Zoro però dava le spalle al cuoco, che non poteva cogliere nessuna espressione del volto dello spadaccino. Mentre Sanji aspettava l’ordinazione, notò la ragazza alzarsi e, con foga, trascinarsi Zoro dietro, diretti verso le scale che portavano alle stanze superiori. Il biondo seguì la scena, allibito… Possibile che il marimo, che pensava solo ad allenarsi e a dormire, fosse minimamente interessato alle donne? E che avesse successo, poi… La tipa, anche se solo da lontano, gli era sembrata una con le curve ai punti giusti… Sanji scosse  la testa, allontanando i pensieri. In fondo, Zoro era un uomo, aveva i suoi bisogni e il biondo lo capiva perfettamente. Portando la birra a Nami, Sanji s’impose di non pensare affatto al nakama e, soprattutto, d’ ignorare quel groppo alla gola che pareva proprio trattarsi d’invidia… O forse, e Sanji ormai ne era consapevole, era più gelosia. 

Zoro scese di corsa dalle scale della locanda. La serata era stata piacevole e la tipa ci sapeva proprio fare, ma aveva perso completamente il senso del tempo ed era sicuro che nessuno dei suoi nakama era ancora al pub a fare baldoria. ‘Sicuro che mi tocca tornare alla nave da solo… E sicuro pure che ci metterò il resto della notte’, sbuffò scoraggiato. Mentre cercava di darsi una sistemata alla bell’e meglio, si sentì strattonare la camicia. Rimase stupefatto dal trovarsi davanti a niente meno che l’idiota di un cuoco!  “Torciglio, ancora qui sei? Hai lasciato tornare le tue “muse” da sole?” lo provocò Zoro. “Deficiente di un marimo, potevo forse lasciarti qui sperando che riuscissi a tornare da solo alla nave? Con il senso dell’orientamento che ti ritrovi, saremmo dovuti venirti a prendere dall’altra parte dell’isola! Riallacciati i pantaloni e datti un contegno, idiota depravato d’un samurai!!!” lo apostrofò il biondo, dirigendosi verso l’uscita. Il vicecapitano, seguito il consiglio, si affrettò a seguirlo, confuso non tanto per le usuali gentilezze che gli aveva riservato il biondo quanto per lo sguardo del cuoco… Più che incazzato per essere andato in bianco gli sembrava… Non sapeva bene come definirlo… Demoralizzato. Un’imprecazione del compagno lo distolse dai suoi pensieri, costringendolo a correre per non perdere di vista il nakama. 


Durante la traversata in mare, Sanji non aveva perso occasione di punzecchiare Zoro riguardo alla “brunetta del pub”, come l’aveva soprannominata il cuoco. E allo spadaccino la cosa cominciava a dare sui nervi, come se fosse stata la prima volta che si sfogava, quando scendevano a terra. Così cominciò a rinfacciarlo al cuoco, che almeno lui qualche divertimento se lo concedeva e che avrebbe fatto bene anche al biondo svagarsi di tanto in tanto, anche solo per correggere l’umore. Sanji, piccato, commentava sarcasticamente che non ci credeva proprio, che secondo lui quella sera era stata tutta fortuna. E, inevitabilmente, finiva a calci e pugni. Così anche la mattina in cui avevano attraccato al porticciolo di una piccola isola, famosa per la sua vivace vita notturna. Mentre i due nakama, dopo essersi punzecchiati a dovere, cercavano di risolvere la questione con la forza bruta, fu la navigatrice a prendere in mano la situazione. “La volete piantare!?!” gridò loro addosso, colpendoli con i pugni chiusi e procurandoli due vistosi bernoccoli in testa, “Ora basta! Adesso vi sistemo io… Sanji, sei convinto che Zoro stia raccontando balle? Zoro, sei certo che potresti aiutare Sanji a spassarsela un po’? Allora stasera andiamo a visitare uno dei locali del posto e la sfida la finite lì, a fatti e non a illazioni! Soddisfatti?”. Nami si allontanò a passo di marcia, ignorando bellamente le proteste dei due ragazzi, sotto lo sguardo divertito del resto della ciurma. Quella sera, si disse Nico Robin, ne avrebbero viste delle belle. 

Sanji, le mani tremanti, cercava di allacciare i bottoni della camicia. Tutto avrebbe voluto meno che passare una serata in discoteca, accanto a quel marimo così accattivante, con la certezza che quell’idiota avrebbe attaccato la prima ragazza disponibile e che ne avrebbe presentata una anche a lui! A lui, che altro non desiderava se non trovarsi al posto della futura, fortunata, preda di Zoro! ‘Ma la dolce Nami-chan ha deciso così…’  Sanji si diede un’ultima ravvivata al ciuffo biondo e si guardò allo specchio, critico: jeans blu chiaro, scarpe coordinate, camicia bianca con le maniche arrotolate sul gomito e il colletto aperto, niente cravatta, immancabile sigaretta. Ok, perfetto look casual, come richiedeva il locale. Uscì dalla cabina e per poco non gli venne un colpo. Zoro era già pronto, e stava aspettando gli altri sul ponte chiacchierando con Franky. Il biondo si chiese se non lo avesse fatto apposta, a vestirsi così… Sembrava una provocazione bella e buona, o forse era il destino ad accanirsi contro di lui! Zoro era letteralmente avvolto da un paio di pantaloni di pelle nera, aderenti da non lasciare nulla all’immaginazione, chiusi dentro un paio di anfibi modello elegante. La t-shirt nera che portava metteva in risalto i pettorali scolpiti e la schiena perfetta, lasciando libere le braccia, possenti e meravigliosamente delineate… Sanji dovette rientrare in cabina per qualche minuto, a riprendere fiato e a prepararsi psicologicamente per la dura prova che lo attendeva. Passare l’intera serata accanto a Zoro, vestito così, cercando di non saltargli addosso alla prima occasione! Perché in caso contrario, sarebbero stati guai… Zoro l’avrebbe fatto a fette se solo si fosse provato, Sanji lo sapeva bene. In fondo, al suo nakama piacevano le donne, e la “brunetta” della scorsa isola ne era la prova. Dopo qualche respiro profondo, recuperato l’autocontrollo, il cuoco scese sul ponte della Sunny. ‘Ready for the show’, sbuffò leggermente. Quella, ne era certo, sarebbe stata una delle peggiori serate della sua vita.

Il locale era pieno da scoppiare. Le luci, bianche e intermittenti, costruivano strani disegni sulle pareti, mentre la musica, pompata a tutto volume, rendeva l’atmosfera perfetta. Mentre Nami, che aveva cominciato a ballare appena entrata, si allontanava con Robin, i ragazzi si avvicinarono al bancone per ordinare un drink. Sanji sudava già freddo, mentre Franky e Zoro parevano perfettamente a loro agio. 
“Che prendete?” chiese il cyborg che, sfruttando la sua altezza, ordinava sempre per tutti. 
“Quello che vuoi, basta che sia forte” esclamò Zoro, che sembrava già in caccia aperta, spostando lo sguardo da un lato all’altro della sala. Sanji annuì stancamente “….basta che sia forte”.  Poi, facendosi coraggio, il biondo si avvicinò a Zoro. 
“Allora marimo? Che stai cercando?”
“Una che ti possa piacere, idiota di un cuoco… puoi anche ringraziarmi” sputò fuori lo spadaccino, continuando a cercare.
“Come se avessi bisogno di te… Faccio anche da solo!” rispose Sanji di rimando. ‘Ma tu guarda se questo è convinto che abbia bisogno della balia’ pensò il cuoco, guardandosi intorno per scegliere una ragazza da attaccare, ‘come se non ne fossi capace… solo che non mi interessa… più!’. Poi vide una bella biondina, gambe lunghe, occhi chiari, bel davanzale. Stava sorseggiando un drink e ridacchiava con un gruppo di amiche. 
“Ragazzi, io ho trovato”, disse alzandosi, “ci vediamo tra un po’…” mentre cercava di allontanarsi, però, quel deficiente di uno spadaccino lo strattonò indietro. “Ma che cazzo fai, idiota di un marimo!” Cominciò Sanji, seriamente incazzato. “Dove staresti andando, scusa? Dalla bionda laggiù? Quella è un due di picche assicurato!” gli disse Zoro, serio. Sanji si voltò di scatto a guardare il nakama. “E tu come lo sai, di grazia? Leggi anche nel pensiero?” chiese ironico; “niente trucchi” rispose Zoro, ghignando, “solo esperienza”. Sanji lo guardò, strabiliato. “ESPERIENZA??? Ma sentiti un po’, neanche fossi il dongiovanni dell’East Blue!”. “Non eri tu a definirti così, Torciglio? Allora non lo vedi, che quella non è qui per una scopata e via?” Zoro cercava, senza riuscirci poi molto, di mantenere la calma, o lo avrebbe strozzato. “Devi cercarne una che non aspetta altro… vediamo… come quella, ecco!”. Sanji si voltò, guardando dove gli indicava Zoro, e la vide subito; una morettina, graziosa, che si guardava intorno piuttosto sfacciatamente, con il rossetto rosso fuoco e le gambe accavallate in una posa sensuale. “Vai e conquista” terminò Zoro, finendo contemporaneamente alla frase anche il drink che aveva in mano. Sanji diede la schiena ai due nakama, dirigendosi verso la mora. Sapeva perfettamente che con la bionda di prima non sarebbe andata in porto, era proprio per questo che l’aveva puntata; ma d’altronde, non poteva certo aspettarsi che quello spadaccino idiota capisse i suoi pensieri… né i suoi sentimenti.  Mentre si avvicinava alla moretta, lanciò uno sguardo verso i nakama. Franky lo stava ancora osservando, e gli fece un OK con la mano per incoraggiamento; Zoro, invece, stava guardando qualcosa in mezzo alla folla. O meglio, Sanji ne era sicuro, qualcuna. Sbuffò: la sfida, quella sera, la doveva vincere lui o altrimenti chi l’avrebbe sentito il marimo di merda? Così il biondo, sorriso sfacciato, si rivolse alla ragazza. “Ciao tesoro. Sei meravigliosa. Posso offrirti un drink?” La moretta non se lo fece ripetere due volte, e insieme si diressero al bancone. Il cuoco, continuando a conversare con la mora nei suoi soliti cavallereschi modi, sorrise vittorioso verso il luogo dove aveva lasciato i nakama. Vide però solo il ragazzo con i capelli azzurri che chiacchierava tranquillo con un tipo lungo e smilzo dall’aria stralunata. E da quel momento, l’unico interesse di Sanji divenne capire dove fosse finito Zoro.

Appena Sanji si allontanò, Zoro smise di preoccuparsi per lui. Tanto era sicuro che il biondino, in fatto di donne, fosse imbattibile, perlomeno ad attaccare discorso. Forse avrebbe ottenuto qualcosa anche dalla bionda di prima, in fondo la cosa principale era presentarsi bene e Zoro non era per nulla pratico dell’argomento. Si limitava ad un ghigno e un cenno, e chi voleva starci ci stava. E il più delle volte funzionava. Con uno sbadiglio leggero voltò la testa. Si sentiva osservato. Piegò il capo e mise a fuoco un ragazzo dai capelli rossi che lo guardava insistente; lo spadaccino ricambiò lo sguardo, squadrandolo dalla testa ai piedi… era di sicuro più alto di lui di buoni dieci centimetri, non che fosse difficile, lui si lamentava sempre della sua altezza; fisico costruito, spalle larghe, capelli color del fuoco e una buona dose di strafottenza. Non male. Il rosso continuò a fissarlo incalzante e si passò la lingua sulle labbra. Ok, non era intenzionato a iniziare una rissa. Zoro sogghignò. “Oi Franky, io vado…” disse staccandosi dal bancone. “Trovato qualcuna d’interessante?” chiese Franky, complice, “No, diciamo che… lui ha trovato me” rise Zoro, spiazzando il cyborg. “Addirittura? Sei una sorpresa continua, fratellino” commentò il carpentiere, che guardò subito nella direzione presa dal nakama per osservare la conquista dello spadaccino. “Buon divertimento” continuò con un occhiolino. “Lo sarà di certo” rispose Zoro, dirigendosi deciso verso il rosso dall’altra parte della sala.
 
Sanji, anche se stava parlando con la ragazza mora, aveva la testa impegnata in altro. Si guardava continuamente intorno, cercando di scorgere i capelli dal colore improbabile che tanto gli facevano battere il cuore. La moretta se ne accorse. “Aspetti qualcuno?” chiese accigliata. “Eh? No, perdonami mia cara, stavo solo guardando dove si è cacciato un mio amico” rispose il cuoco, baciandole leggermente il dorso della mano “sai, ha un senso dell’orientamento pessimo… potrebbe finire chissà dove! Gli avevo detto di restare fermo lì…”. Il biondo si girò di nuovo, leggermente in ansia. Ad un tratto, tra la folla, gli sembrò di vederlo. Difficilmente poteva sbagliarsi, solo il marimo aveva quella camminata sensuale e quel fisico ‘… da stupro’ concluse il biondo. Arrossì vistosamente dei suoi stessi pensieri e si voltò subito verso la sua accompagnatrice, sparando carinerie a tutto spiano. “Ma non preoccuparti, mia dolce sirena, ci penserò più tardi… non sarà un problema se rimane qui dentro. Ma piuttosto, dimmi qualcosa di te! Sei così bella che mi stupisce che non sia tu, ad aspettare qualcuno…”  La ragazza ridacchiò e cominciò a dialogare con Sanji. Questi, per tutta risposta, si adagiò con la schiena sul bancone per poter vedere, da dietro le spalle della mora, dove stava andando il suo vicecapitano. Per poco, il biondo non si strozzò con il sex on the beach che stava sorseggiando al vedere Zoro perdersi in palesi effusioni con un… RAGAZZO!!!! Certo di aver visto male, Sanji distolse lo sguardo, sbatté le palpebre più volte e poi guardò di nuovo. No, aveva visto bene! Zoro era in mezzo alla pista, gli occhi chiusi, e un tipo ben piazzato dai capelli rossi lo abbracciava da dietro, coprendolo di baci e carezze audaci. Il cuoco deglutì più volte, e ormai non c’era più nulla attorno a lui; la musica, le luci, tutto arrivava attutito ai suoi sensi. L’unica cosa che riusciva a vedere era il suo nakama che, a tradimento, gli aveva rubato il cuore. Il suo compagno, quello che non perdeva l’occasione di stuzzicare e, perché no, di pestare per bene e che nel profondo non avrebbe voluto altro se non abbracciare e baciare, come stava facendo in quello stesso istante quello sconosciuto. Sanji sentì le lacrime pungere prepotentemente ai lati degli occhi, pronte ad uscire. Ed era certo che non sarebbe riuscito a trattenerle a lungo. Si voltò di scatto, finendo il drink con un solo sorso. Sentì l’alcol scendergli lungo la gola e le lacrime, che temeva tanto, scivolargli lungo le guance senza che lui potesse farci nulla. In un soffio si scusò con la mora che, preoccupata, tentava di soccorrerlo, e cercò l’uscita. Aveva bisogno di aria fresca. 

Zoro si era accorto che il rosso lo stava aspettando. Ma non avrebbe fatto lui la prima mossa. Era arrivato fino a metà pista e, con un ghigno a metà tra il divertito e il seducente, si era voltato spalle al tipo e aveva cominciato a ballare. La musica era travolgente e, sebbene nella ressa non si potesse fare molto se non ondeggiare, lo spadaccino aveva ottenuto il suo scopo. Dopo neanche un minuto, aveva sentito due braccia muscolose abbracciarlo da dietro e il corpo dell’altro aderire alla sua schiena. “Ti fai desiderare, ah?” gli sussurrò il rosso nell’orecchio, sensuale. “Temporeggio un po’, ma poi nessuno si pente dell’attesa…” rispose di rimando lo spadaccino, provocante. “E ci credo… figo come sei..” il rosso cominciò subito a baciargli il collo, prima delicato, poi sempre più appassionato, succhiandogli la pelle e mordendolo leggermente, come a marchiare il territorio. Intanto, lo accarezzava sensualmente sulle braccia e sotto la maglietta, seguendo con le dita gli addominali e i pettorali scolpiti per poi scendere giù, fino alle cosce. Zoro fece un sorrisino appagato. ‘Il tipo sa farci…’ pensò, soddisfatto per non averlo valutato male. In quel momento, aprì leggermente le palpebre giusto in tempo per vedere Sanji. Zoro si stupì: nonostante fosse in compagnia della morettina con cui l’aveva lasciato, il biondo sembrava nervoso. Lo vide bere tutto d’un fiato il suo drink e allontanarsi, barcollando come un ubriaco, verso l’uscita, tenendo un braccio davanti agli occhi come se si fosse accecato. Il ragazzo dai capelli verdi si preoccupò non poco, soprattutto sapendo della passione che il suo nakama aveva per le donne. “Scusami un secondo…” disse piano al rosso, divincolandosi dalla stretta. 

“Sanji!”. Il biondo voltò la testa, guardando da sopra la spalla chi lo avesse chiamato. “Ohi! Tutto ok? Ehi, aspetta!” Zoro corse dietro al biondo che, anche se era sicuro che l’avesse sentito, non si era fermato anzi, aveva accelerato. “Sanji! Ma che combini? Dove stai andando?” Zoro raggiunse il biondo, stringendolo per un braccio e costringendolo a fermarsi. “Ma che hai?” chiese lo spadaccino. Poi si accorse che il nakama era in lacrime.
 “Sanji! Che cosa ti è successo?” 
“Niente che tu possa capire, idiota di uno spadaccino” rispose il biondo tra le lacrime.
“Beh… se ti ha rifiutato non farne una tragedia, ce ne sono tante, anche meglio…” cominciò il verde, dando un’occhiata in giro. Il biondo saltò su come una molla.
“Non capisci davvero un cazzo, Zoro!” tagliò corto, cercando di darsi un contegno, “non mi ha certo rifiutato… anzi!”.
“Allora qual è il problema?”, chiese Zoro, realmente confuso “Non capisco…”. Sanji lo fulminò con un’occhiataccia.
“Perché tu non capisci mai niente, sei un coglione! Quell’unico neurone che ti gira in quella testa verde non riesce a farti superare il livello degli istinti animali!” sbottò il biondo, sentiva il bisogno di sfogarsi.  Zoro, invece, cominciava a stufarsi. 
“Ma che ti prende, mi vuoi spiegare? E smettila di piangere come una ragazzina mestruata!”. Per Sanji fu l’ultima goccia! “MA CHE CAZZO NE SAI!?!” gli urlò addosso “NON SAI NIENTE DI ME, NIENTE!”. Zoro era allibito. Mentre parlava, Sanji non si era reso conto che le lacrime continuavano a sgorgare, più copiose di prima. “Ok… adesso calmati” cominciò lo spadaccino, cercando di tranquillizzare il compagno. 
“Vai a farti fottere”  sibilò Sanji, incazzato e frustrato,  “tanto vedo che…” indicò con un cenno del capo il rosso che, braccia conserte, aspettava dietro a Zoro “… ti riesce benissimo!”. 
 Sanji capì di aver esagerato. Lo vide per come Zoro irrigidì i muscoli, per come serrò la mascella, ma, soprattutto, lo vide nel lampo di dolore che, per un solo istante, passò nei suoi occhi.
“Benissimo” gli rispose, apparentemente calmo, gli occhi ridotti a due fessure. Si voltò con una lentezza esasperante. “Buona continuazione”. Poi si diresse verso il rosso e lo baciò con prepotenza.

Sanji non ci vide più.
Come in un film, si vide avvicinarsi al rosso.
Come in un cortometraggio di serie B, con le immagini sfuocate e i suoni in differita, si vide strattonarlo per un braccio.
Si vide caricare un calcio, potente.
Vide la sua gamba scaricarsi, con violenza, sull’addome dell’altro.
Si vide voltarsi verso il suo atterrito compagno.
Vide le proprie labbra sulle sue.

Si svegliò come da un sogno. Il rosso stava in terra, scaraventato dall’altra parte della pista come fosse stato vittima di un maremoto. La gente, sbigottita, parlottava indicandoli. Sanji attaccato al suo volto, gli occhi chiusi, il respiro affannato. Zoro si riprese e indietreggiò. “Sanji, che cazzo…” ma il biondo non lo lasciò finire, lo afferrò per un braccio e lo trascinò fuori dalla sala. L’aria fredda li colpì in viso, affievolendo i pensieri vorticosi e calmando le emozioni contrastanti nei loro cuori. Il biondo lo lasciò andare e fece qualche passo avanti, accendendosi una sigaretta. Il ragazzo dai capelli verdi scosse il capo, ancora incredulo; cioè, il cuoco idiota, lo stupido Torciglio… era innamorato di lui? ‘Troppo bello per essere vero…’ si sorprese a pensare. Meglio non rischiare troppo, poteva solo essersi alterato per il suo comportamento. Così, lo spadaccino si appoggiò con le spalle al muro, aspettando che fosse l’altro a parlare. Sanji tirò ancora qualche boccata nervosa, aspettando che l’aria gli asciugasse quelle stupide lacrime. 
“Non capisci un cazzo, Zoro” sentenziò senza voltarsi. Zoro si accigliò. 
“Ah sì? Potresti anche provare a spiegarmi, invece di insultarmi e prendere a calci la gente…” 
“Non prendo a calci la gente! Ho preso a calci quello stronzo!” 
“E che male ti ha fatto, sentiamo!?”
 “HA CERCATO DI PORTARMI VIA TE!”. Dopo questa dichiarazione, Sanji si gettò su Zoro, trovando le sue calde e forti braccia ad aspettarlo. “Idiota di un cuoco…” fu l’unica dichiarazione dello spadaccino, prima di catturare le labbra del biondo in un dolce bacio.
   
 
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