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Autore: _Giuls17_    08/04/2015    5 recensioni
Katniss e Peeta hanno vinto la guerra e adesso vivono al Dodici, stanno imparando di nuovo a conoscersi e ad amarsi, sanno che ci vorrà del tempo ma finalmente non dovranno più lottare, ma nello stesso tempo, in un luogo sconosciuto, ma in realtà vicino, Tobias scopre un'amara verità: Tris è morta, e tutto il suo mondo con lei.
Un nemico comune, una nuova guerra li faranno incontrare, poichè c'è un Mostro in ognuno di loro, ma solo Tris è stata messa davanti a quella triste realtà.
C2: -Chi sei tu?-
-Il mio nome è Tris. Ti prego non sparare.
C3: -Ti hanno detto il loro nome.-
-Sì, li hanno chiamati Hunger Games.-
C4: Cercò di reprimere l’orrore che provava per se stessa ma non ci riuscì, si odiava per come l’avevano fatta diventare: un mostro.
C6: Ricordo così bene il giorno che ci siamo visti la prima volta, [...], Io non ho dimenticato, Tris.
C8: -Quattro lasciami.-
C10: Scattò in avanti ma prima che potesse afferrarle il corpo sentì un altro ago perforarle la pelle.
C13: -Dove sei stata per tutto questo tempo?- domandò quasi sulla sua bocca.
-Stavo tornando da te.- rispose lei.
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caleb Prior, Christina, Four/Quattro (Tobias), Tris
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Tell Him
 
~Due giorni dopo~
 
Tobias posò sul tavolo la tazza di caffè che si era appena preparato e si sedette sul bordo di quest’ultimo, cercando qualcosa che sostenesse il suo cuore a pezzi, stava aspettando da due giorni.
Due giorni in cui aveva controllato spesso il tablet che gli aveva lasciato lei, due giorni passati insonni per colpa dell’ansia e della paura, due giorni in cui Tris non si era fatta sentire.
Si voltò e appoggiò le mani sul tavolo, allontanando la tazza ormai dimenticata, la mano stava già guarendo ma dentro di sé il suo cuore non aveva smesso un attimo di sanguinare.
Aveva paura che lei non tornasse, aveva paura che gli portassero il suo corpo privo di vita e che, quella volta, non ci sarebbe stato nessun magico ritorno, ma solo la morte, definitiva.
E mai come in quel momento gli fece paura, nella sua breve vita era stato sempre molto coraggioso, anche se aveva scelto gli Intrepidi per un motivo diverso si era sempre trovato bene con loro, ma adesso la sua mancanza di coraggio lo aveva svuotato, facendo emergere un lato del suo carattere che aveva taciuto per bisogno, per la necessità di salvare la sua anima.
Un leggero bussare alla porta lo riscosse dai suoi mille problemi e si diresse lentamente verso di essa, quando l’aprì il viso di Zeke gli sembrò un miracolo e riuscì a trappargli un piccolo sorriso.
 
-Lo immaginavo, Quattro.- disse, entrando, e facendo passare anche Cara e Christina.
Il ragazzo si meravigliò per l’apparizione di quest’ultima ma decise di sorvolare, per il momento, aveva altro cui pensare.
-Cosa?-
-Che ti avremo trovato come uno straccione, non hai avuto notizie?- posò sul tavolo un pacco di ciambelle e attese.
-No.-
-Vedrai che Tris si farà sentire presto, se te lo ha promesso non temere.-
-Cara, Tris non hai mai avuto molta considerazione per la sua vita, e questo non è cambiato, quindi ho paura che se continuerà a non farsi sentire dovrò pensare solo il peggio.-
-Amico, sono dell’idea che tu debba darle fiducia, è tornata ma allo stesso tempo non è più la stessa Tris, lei è diversa.- concluse Zeke.
-Anche io l’ho visto nei suoi occhi, non ti… Lascerebbe una seconda volta.- disse Christina, distogliendo lo sguardo dal suo.
-Siete molto gentili ma io conosco la mia ragazza e so perfettamente qual è il suo modo di ragionare.-
-Allora spero che ti sbagli.-
Tobias scosse la testa e si avvicinò di nuovo al tavolo da pranzo, quando un bip leggero attirò la sua attenzione verso la camera da letto.
-Cos’è stato?-
-Il tablet.- sussurrò, correndo nella sua stanza, col cuore in mano per l’ansia.
 
***
 
~Il giorno prima~
 
-Com’è riuscita a ricordarsi le coordinate?- chiese la Paylor osservando la cartina che Tris aveva tracciato solo il giorno prima.
-Non ho avuto molte difficoltà a farlo.-
-Certo, anche se devo immaginare che la situazione non era per niente facile.-
-In effetti non era proprio uno spasso.- ammise, portandosi un ciuffo di capelli dietro l’orecchio.
-Il suo lavoro è stato eccellente, signorina Prior, adesso sappiamo dov’è il nemico e sappiamo anche che dobbiamo intervenire con tutte le nostre risorse…-
-Se posso dire la mia.- domandò, guardando la mappa.
-Certamente.-
Tris sorrise brevemente e si avvicinò alla mappa che aveva osservato nelle ultime ore, registrò nuovamente le informazioni che lei stessa aveva dato ed alzò lo sguardo.
-Sappiamo dov’è l’Arena, non ci sono dubbi ma sono anche sicura che qui.- indicò un punto della mappa non troppo distante dall’Arena, -David abbia creato una basa propria, ovvero il suo punto d’appoggio a Panem.-
-Come fai ad esserne così sicura?- domandò Gale.
-Quando mi stavano torturando hanno detto che volevano  il mio DNA per lanciare il logaritmo che avrebbe trovato gli altri Divergenti, per farlo devono avere a loro disposizione un computer abbastanza potente e che controlli i dati di tutta la popolazione, sia di Panem che di Chicago, e quale posto migliore di una vecchia fabbrica abbandonata?-
-Ma non era segnata nella mappa.-
-Esatto ma Nina l’ha puntata quando mi ha parlato dei test, è un riflesso incondizionato della nostra mente ma quale indizio migliore abbiamo?-
-Nessuno, dovremo dividere le nostre forze armate.-
-Sì, un gruppo si dirigerà alla fabbrica ed un altro all’Arena stessa.- disse Katniss, tracciando i punti sulla mappa.
-Se non vi dispiace io vado all’Arena.- chiese Tris, appoggiandosi al muro.
-Perché?-
-Perché sono convinta che David sia lì a organizzare qualche scherzo per i poveri sfortunati, ed io devo fermarlo, a qualsiasi costo.- disse, sottolineando l’ultima parola.
-Signorina Prior non posso acconsentire spontaneamente ad un omicidio predeterminato ma in guerra nessuno ha idee delle conseguenze delle proprie azioni, verrà affiancata da Gale e da un altro plotone, signorina Everdeen e il signor Mellark andrete alla fabbrica invece.-
-Perfetto, prendiamo però due plotoni, meglio essere certi di non arrivare impreparati.-
-Convengo con lei.-
-Quando?- domandò Gale, curioso.
-Domani mattina.-
 
 
Tris lasciò l’ala del palazzo usata per la riunione e si diresse verso le strade della città, Panem le piaceva, era vitale, allegra, piena di vita e di spensieratezza, tutte cose che lei aveva dimenticato, tute cose che non aveva mai provato nella sua vita.
Alzò il volto per guardare la luna, posò le mani in tasca e per la successiva volta da quando aveva lasciato Tobias a Chicago provò un vuoto all’altezza del cuore: si sentiva sola.
Sola e persa.
Scosse la testa e tornò al presente, aveva una missione da portare a termine, doveva scrivere la parola fine su quel capitolo della sua vita e provare ad andare avanti, nonostante provasse quella terribile sensazione che l’aveva accompagnata durante ogni guerra: era consapevole che avrebbe messo a repentaglio la sua vita se fosse stato necessario.
 
“Istinto suicida? Masochismo? Non so ancora quale sia il più adatto.”
In realtà neanche io lo so.
 
-Stai bene?-
La voce calda di Katniss la riportò alla realtà e scosse la testa, ammettendo per la prima volta di avere un problema.
-Hai paura per domani?-
-No, perché so qual è il mio destino.-
-Tris non puoi parlare di destino, né di fato, siamo noi che scegliamo la nostra strada! Tu puoi anche non farlo.-
-Se non lo faccio io, chi lo farà?- chiese, cercando di sorridere.
 
Katniss chiuse brevemente gli occhi e si rivide in lei quando scelse di essere la Ghiandaia Imitatrice, anche lei aveva avuto quel pensiero, nessun altro l’avrebbe potuto fare, nessun altro si sarebbe preso sulle spalle quel fardello e così era diventata quello che voleva la Coin; forse lei non sarebbe stata chiamata in quel modo, ma aveva lo stesso suo ruolo.
Ancora una volta i potenti decidevano per loro.
-Qualcun altro.-
-Non ci credi neanche tu.- disse, tranquilla.
-Lo so, ma avrei voluto che qualcuno lo avesse detto a me, a mio tempo e non è successo e credo che anche tu possa pensare a un’altra alternativa.-
Tris si avvicinò e le posò le mani intorno al collo per stringerla in un dolce abbraccio, Katniss rispose senza esitare e sentì lo stesso suo dolore, la sua stessa pena.
-Voglio stare un po’ sola, vorrei scrivere una cosa per Tobias.- disse, mostrando il tablet che aveva conservato gelosamente in quel poco tempo.
-Credo che anche a lui farebbe piacere.-
-Lo spero.- sussurrò, dandole le spalle per dileguarsi lungo le strade di un’affollata Panem.
 
 
*
 
Tobias, ho finalmente trovato il coraggio di aprire questo tablet e di scriverti.
Non sto cercando il tuo perdono, non me lo merito, anche perché non mi pento della mia scelta: tu devi vivere.
Per tutti questi anni hai vissuto una vita a metà, priva di affetto, di amore e di felicità; poi sono tornata io ed ho potuto vedere, ancora, la scintilla che mi aveva fatto innamorare ma quella scintilla non può dipendere da me.
Tobias devi essere coraggioso, devi esserlo anche per me, forse soprattutto per me.
Fin dal primo giorno che ho rimesso piede a casa, avevo scelto di non coinvolgerti, ma il sentimento che mi legava a te era troppo forte per ignorarlo e ti ho di nuovo fatto carico dei miei problemi, non me lo perdonerò mai e proprio per questo ho deciso di non portarti con me a Panem.
Voglio che tu sappia che nonostante il dolore patito per colpa delle torture, rivedere il tuo viso ha alleviato le mie pene, ha fatto sparire alcuni dei miei demoni: anche se loro non andranno mai via del tutto.
Se non torno da questa guerra ricordati che tu per me sei stato la mia casa, il mio punto di riferimento in un mondo che stava crollando a pezzi, però stavolta, devi giurarmi che andrai avanti Tobias, che darai al tuo cuore la possibilità di amare, anche se quella non sarò io.
È il destino degli esseri umani morire e io, nonostante le mie anomalie, sono pur sempre una di loro.
Sii coraggioso, sii altruista, sii l’uomo che hai sempre voluto essere Quattro, sii Tobias ogni giorno, anche per me.
Sarò con te sempre, anche dopo, perché ti amo, Tobias, ti amo e non ho mai smesso di provare questo sentimento per te.
Neanche dopo tutta quella lontananza.
Però adesso devo lasciarti andare e devi farlo anche tu.
Addio Tobias.
 
Tua Tris.
 
La ragazza chiuse il tablet e si asciugò gli occhi fatti di pianto, gli aveva detto tutto stavolta, aveva deciso di non lasciare altre questioni in sospeso, di essere sincera per una volta e di non nascondersi più.
Sapeva, ma non lo sperava, che domani si sarebbe deciso il suo destino: vivere o morire; e secondo il suo cuore l’ago della bilancia puntava prepotentemente verso la seconda delle due opzioni, per questo non si era risparmiata.
Voleva che Tobias fosse felice, ancora, anche se non con lei.
Quel pensiero le strappò un singhiozzo più forte degli altri e un’altra considerazione le tolse il fiato.
 
Ho riacquistato la mia umanità.
 
-Non posso farcela così.- sussurrò, cercando di far cessare le lacrime.
Tutte le volte che aveva lottato la sua umanità l’aveva bloccata, le aveva impedito di porre fine alla guerra nei modi più sbrigativi, chiedendole sempre di percorrere la strada più giusta ma stavolta non avrebbe potuto ascoltarla, stavolta si era resa conto che se lo avesse fatto David l’avrebbe fatta nuovamente franca.
E lei doveva impedirlo.
 
“Spegnila.”
 
Quel pensiero la fece rimanere bocca aperta, poteva farlo? Poteva veramente spegnere la sua umanità e continuare a vivere come se niente fosse, o meglio sarebbe riuscita a combattere?
 
“Sì.”
Come faccio a spegnerla? Non siamo delle macchine, non possiamo comandare il nostro cervello.
“Gli altri forse no, ma tu sì. Sei una Divergente, puoi manipolare il tuo cervello, puoi manipolare quella parte di te, puoi fare quello in cui Jeanine ha sempre fallito.”
Potrò riaccenderla?
“Non lo so, Tris. Sarà come tornare in prigione, proverai solo rabbia, spegnere i sentimenti vuol dire smettere di essere umani.”
Devo farlo o David mi annienterà, di nuovo.
“Spegnili.”
 
***
 
Tobias lasciò cadere il tablet sul letto e rimase per un paio di secondi a fissare il vuoto davanti a se.
Gli aveva detto addio, lo aveva lasciato di nuovo, ma stavolta era stata chiara: voleva che lui si rifacesse una vita, voleva che fosse felice.
-Cosa dice?-
Zeke entrò nella stanza dopo pochi attimi e vedendo la posa dell’amico, allungò il braccio e prese il tablet, lesse velocemente quelle frasi e lo riposò.
-Cerca solo il tuo bene.-
-Ed ogni volta lei sa bene cosa voglio.- commentò acido.
-Tris vuole che tu vada avanti.-
-Non posso farlo Zeke, non posso andare avanti quando lei sta andando a morire, di nuovo!- urlò, non riuscendo a contenere la rabbia.
-Lei non sta andando a morire, ma mette le mani avanti dicendoti che in caso le succedesse qualcosa vorrebbe che tu andassi, veramente, avanti con la tua vita.-
-Lo sai che io amerò solo lei, non importa quanto tempo passerà. Ci sarà sempre e solo lei.-
-Quattro andrà tutto bene, devi avere fiducia in lei.-
Zeke gli posò una mano sulla spalla e lo avvicinò a se, stringendolo in un saldo abbraccio, voleva che il suo amico capisse i pensieri della sua ragazza, ma neanche lui ci era riuscito altrettanto bene; Tris era sempre stata un mistero anche per lui.
-Andrà tutto bene.- sussurrò al suo orecchio.
Sentì le lacrime dell’ex Intrepido ricadergli sul collo e poi sulla spalla, lo strinse più forte non riuscendo a dire niente che lo potesse fare stare meglio.
 
Ti prego Tris, torna stavolta!




∞Angolo dell'Autrice: Buonasera a tutti :) Oggi sono felice non solo perchè posto questo capitolo che può essere inteso come una svolta per Tris ma anche perchè è il mio Onomastico ^^
Allora, veniam a noi !! Tris ha preso la sua scelta di affrontare David e Gale sarà con lei, ma quello che le preme è ucciderlo ma sa che con la sua "umanità" non potrà farlo. Come avevo già detto Tris non può annullarsi del tutto, può ritardare il dolore e per farlo può spegnere la sua umanità, ma questo cosa comporterà? Sarà capace di riaccenderla?
Credo fermamente che una Divergente come lei possa fare molto su se stessa.
Tobias è caduto in depressione ma si riprenderà nel prossimo capitolo, lo giuro :D
Adesso vi voglio come semore ringraziare per il vostro sostegnoe e vi lascio allo spoiler:


-Se non lo vuoi fare siamo ancora in tempo.- sussurrò.
-Gale, accendi questo maledetto hovercraft e partiamo.-
 
   
 
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