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Autore: Meramadia94    09/04/2015    2 recensioni
E se oltre ai personaggi che gia conosciamo, ci fosse un'altra persona a sapere la verità su Aramis?
E' un piccolo esperimento dove ho riscritto alcuni pezzi di qualche episodio per me significativo con un'aggiunta: Lunette, cameriera di Aramis e sua fidata amica.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aramis, Athos, D'Artagnan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~                                                  NUOVE NUVOLE ALL'ORIZZONTE
''Sono certo che non ci deluderete...''- fece Mansonne stringendo nuovamente la mano ad Aramis con una faccia odiosa e falsa ai limiti dell'impossibile.
Aramis annuì forse per la ventesima volta.
Non aveva voglia di parlare ne di ascoltare le false lusinghe di quel lurido essere.
Si sentiva malissimo per quello che aveva appena fatto.
Sapeva che avrebbe dovuto seguire l'esempio dei suoi amici e dimettersi con loro dal corpo dei moschettieri, come lei stessa aveva proposto, ma l'occasione che le era appena capitata tra le mani era troppo per buttarla via così.
Purtroppo però... aveva dovuto pagare un prezzo altissimo.
Passare per una traditrice infame con le persone che si sarebbero buttate nel fuoco senza pensarci due volte per lei e per le quali sarebbe addirittura morta.
Aveva visto l'odio, il rancore e la delusione negli occhi di Athos e Porthos... avrebbe dovuto affrontare Lunette a breve, di sicuro...
E forse quel ''A breve'' era gia arrivato.
In fondo al corridoio vi era la figura vestita in azzurro di una giovane donna che non aveva più di diciotto anni.
''Perdonatemi Mansonne... devo dare disposizioni alla mia domestica...''
''Ma naturalmente, fate pure con comodo.''- lo congedò Mansonne.
In breve la raggiunse, aspettandosi di vederle in faccia la domanda-:''Come avete potuto tradire in modo così ignobile i vostri amici?''
Ma sul volto della giovane non vi era nulla di tutto ciò.
Certo, non poteva negare di essere sconvolta... ma sembrava come in attesa di qualcosa.
Tipo una spiegazione.
''Vieni...''- fece Aramis prendendo la bruna a braccetto per condurla in una stanza che da quel momento in poi sarebbe stata l'abitazione di Aramis nel grande palazzo del Louvre-:'' parliamone in un posto più tranquillo.''
Aramis aveva accettato ma aveva richiesto di potersi stabilire al Louvre in maniera definitiva.
Milady e Mansonne furono più che felici di acconsentire a tale richiesta, certi che il potere e il lusso avessero gia corrotto in maniera inesorabile e permanente l'anima di uno dei tre moschettieri.
Poveri illusi, aveva pensato Aramis...
Non potevano certo immaginare che aveva avanzato quella richiesta per lo stesso motivo per cui aveva accettato quella promozione.
Tenerli d'occhio.
''Lunette io...''
''Sappiate fin da ora che non ci credo ora e non ci crederò mai.''- la anticipò la bruna.
La bionda parve cadere dalle nuvole.
''Come hai detto, scusa...?''
''Ho appena parlato con Athos e Porthos.''- ripetè la giovane-:'' Ed io vi dico che non ci credo.
Mai, nemmeno per tutto l'oro del mondo, crederò che avete tradito i vostri amici.
E mai crederò che l'abbiate fatto per una stupida nomina.''
Aramis si sentì invadere il cuore da un gran sollievo.
La cosa che più l'avrebbe addolorata sarebbe stato passare  come un ipocrita bugiarda anche agli occhi della ragazza che per anni aveva iniziato ai valori più importanti della vita, come una madre faceva con i propri figli, e di vedere il viso della ragazza sfigurato dalla delusione e dal biasimo.
''So che se avete agito in questo modo avete avuto i vostri motivi. E vorrei conoscerli...''- fece Lunette con i suoi occhi tremanti-:'' Mi conoscete, sapete che vi ho sempre sostenuto in ogni vostra decisione, ma voglio sapere perchè.''
Decisamente, necessitava di una spiegazione, perchè da come Athos e Porthos le avevano spiegato i fatti, Aramis aveva letteralmente mandato la loro amicizia e il suo senso dell'onore a farsi benedire per l'occasione di fare carriera.
Quindi che ne era dell'onore, dell'amicizia, del rispetto e di tutti gli ideali che le avevano insegnato?
No, quella persona non poteva essere la stessa che anni prima l'aveva salvata da un destino che si prospettava decisamente poco roseo.
Aramis sospirò-:''Hai ragione...credimi, non avrei voluto passare come un ipocrita ai tuoi occhi o a quelli di Athos e Porthos ma...è successo qualcosa che non mi aspettavo.''
''Quindi... una ragione esiste....''- fece Lunette armandosi di speranza.
La bionda annuì.
''Tu sai che il motivo per cui oggi sono qui è per vendicare la morte dell'uomo che amavo... e di lui sai tutto ormai... come ad esempio che dalla prime indagini fu incolpato il Cammello e che la sua morte fu ritenuta la conseguenza di un furto finito male.''
Lunette annuì-:''Si... e se invece era un omicidio premeditato, l'assassino ha pensato bene di coprirlo con una rapina...''
''Ed oggi ho scoperto dove si trova uno dei gioielli rubati a casa di François quella notte.''- le confidò Aramis, facendola sussultare.
''Dove?''
''Appeso al collo di Mansonne.''- e qui si che Lunette divenne pallida come un cadavere. Ormai non c'erano più dubbi, anche se avrebbero dovuto fare delle verifiche per accertarsene... Mansonne o il Cammello, o in qualsiasi altro modo si fasse chiamare e l'assassino di François erano la stessa persona.
''Ma ne siete certa...?''- balbettò la ragazza nonostante stesse morendo dalla voglia di crederci. Sarebbe stata l'occasione perfetta per fargliela pagare, per tutto.
''Purtroppo non ho dubbi... quando ci siamo fidanzati ufficialmente io ho donato a François un medaglione d'oro con al centro una pietra rossa. All'interno vi è anche un mio ritratto.''- le spiegò la bionda.
Non avrebbe mai creduto di rivedere quel ciondolo... come non si aspettava che l'assassino saltasse fuori così all'improvviso.
''Capisci, non avrei mai per nessun motivo tradire te e gli altri ma... questa è l'occasione che stavo aspettando per fare giustizia.''
''Non lo avete fatto.''- fece Lunette trattendo l'impulso di abbracciare la bionda-:'' Voi non avete tradito le persone che amate.
Meno che mai per il lucro o la carriera... vi siete comportata in tal modo per rendere giustizia a qualcuno che amate. Niente potrebbe rendervi più onore di questo.''
Aramis sorrise.
Aveva gia visto la rabbia e la delusione negli occhi dei suoi amici... temeva di vederla anche in quelli della ragazza che a poco a poco si era trasformata nell'equivalente di una sorella... no.
E proprio perchè ormai le voleva bene come una sorella, il suo compito era quello di proteggerla.
''Lunette, ti sono grata per la fiducia e la stima che mi hai accordato in questi anni...''- fece la bionda prendendola per le spalle-:'' stavolta però la scelta è tua.''
''Come prego?''- fece la ragazza confusa.
''Ti ho insegnato tutto quello che ritenevo potesse tornarti utile e ti ho sempre chiesto di accompagnarmi in missione ed in battaglia... ma quelle battaglie riguardavano Richelieu.
E non avrei mai pensato di dirlo ma... Richelieu non è nulla in confronto al pericolo in cui potresti metterti se decidi di affrontare Mansonne.''
''Quindi...?''- fece Lunette c on aria di sufficienza inarcando le mani sui fianchi.
''Quindi, non mi opporrò se decidi di ritirarti. Hai il libero arbitrio. Usalo.''
''Devo decidere se andarmene e lasciarvi sola a combatte o restare?''- fece Lunette fingendo  di doverci pensare.
Sapeva benissimo cos'avrebbe fatto, e non c'era certo bisogno di pensarci per saperlo.
''Bene, in tal caso ai vostri ordini.''- fece la ragazza accennando un leggero inchino tenedosi i lembi del vestito tra pollice ed indice.
Aramis non si stupì più di tanto.
Del resto... era pur sempre cresciuta in una caserma ed allevata dai moschettieri del re.
Ma ciò non le impediva di preoccuparsi per lei.
''Lunette...''
''Dite pure quel che volete.''- fece la bruna con un sorriso sbarazzino-:'' ma mi sono affezionata alla vita domestica di giorno e combattente quando nessuno lo nota... e non ne vorrei una diversa. Soprattutto in questo momento.''
Athos aveva toppato.
Non era stata Aramis a trascinare Lunette in un covo di serpi.
Casomai era il fato ad aver trascinato Aramis da un covo di serpenti all'altro.
Ma almeno non era sola.
Lunette era forse l'unica amica su cui poteva contare lì dentro.

Passato lo shock della promozione a capitano di Aramis e del suo apparente tradimento verso tutti coloro che l'amavano, Lunette trovò più che naturale stabilirsi con lei a palazzo per aiutarla nelle indagini ad incastrare Mansonne per omicidio.
Non intendeva lasciarla sola nemmeno per un istante in quel posto che rendeva vero come non mai il detto ''Non tutto è oro quel che luccica''.
Si sarebbe accomodata negli alloggi della servitù con gli altri domestici, ma prima c'era una cosa importante che doveva fare.
Alcune giacche di ricambio, vestiti, oggetti personali... ad Aramis avrebbe fatto piacere avere qualcosa in quell'enorme palazzo dove tutto era esageratamente troppo che le rammentasse la bellezza e la semplicità della loro modesta abitazione.
Un po' la intristiva il pensiero di dover lasciare la casa che da una ragazzina orfana spaurita l'aveva vista diventare una donna combattiva e determinata, pronta a tutto pur di star vicino alle persone a cui teneva, ma il pensiero che presto Aramis si sarebbe tolta dal cuore quel macigno che la stava tormentando decisamente da troppi anni e che magari avrebbe potuto ricominciare da capo... la tristezza si dissolveva.
E poi un giorno vi sarebbero tornate.
Si, ne era certa.
E per quel giorno anche Athos e Porthos avrebbero capito di quanto si stavano sbagliando su Aramis.
Sarebbero tornati di nuovo ad essere una famiglia.
''Lunette.''- a riscuoterla dai suoi pensieri una voce.
Una donna.
Peccato che non fosse esattamente la persona con cui Lunette desiderasse fare conversazione e magari prendere una tazza di tè come due vecchie amiche.
''Milady...''- la ragazza rispose atona.
Voleva andarsene da lì il prima possibile... solo perchè nel sapere che era stata condannata a morte per omicidio in Inghilterra aveva provato pena per lei, ciò non voleva certo dire che aveva dimenticato tutto il dolore che aveva causato alle persone che amava.
''Vedo che tu non mi hai ancora perdonato per le nostre piccole incomprensioni.''- fece Milady con fare teatrale.
Lunette non seppe mai cosa la trattenne dallo scoppiare a riderle in faccia.
''Piccole incomprensioni? E' così che definite dei tentativi di omicidio ai danni di due persone innocenti e di chi sta loro attorno?
E tanto per sapere, dal vostro punto di vista... che cos'è un gigantesco equivoco?''
''Ad ogni modo...''- continuò Milady-:'' credo che io e te dovremmo diventare... come dire... un po' più amiche.''
Si, ti piacerebbe!- pensò Lunette optandò però per un-:''Ah davvero? Ed in nome di che cosa, di grazia?''
''Andiamo mia cara...''- fece l'ex spia del cardinale-:'' E' finita l'era in cui complottavo contro i moschettieri del re... adesso siamo entrambe serve della Francia.''
''Su questo avrei seri dubbi se permettete.''- per un brevissimo istante Lunette giurò di aver visto sul volto dell'inglese un espressione di sconcerto-:'' Dal mio punto di vista... essere una serva dello stato è molto diverso dal servirsi dello stato.''
Probabilmente Milady era sconcertata dal vedere che una ragazzina le parlasse con quel tono di voce, soprattutto data la sua attuale posizione.
Ma di questo, a Lunette non importava nulla.
Milady poteva essere sia la dama di compagnia del re che la donna più importante del mondo finora conosciuto, ma niente le avrebbe fatto cambiare idea sul suo conto.
''Ora, se questa bella chiacchierata è finita... avrei un trasloco da organizzare.''- e senza nemmeno aspettare un cenno da parte della donna se andò, fiera di se stessa per averle detto ciò che pensava.

Quella sera i tre banditi avevano organizzato un brindisi nella propietà di Mansonne, luogo in cui il povero Bonacieux languiva prigioniero, per festeggiare l'ottimo andamento del loro piano.
Ma Milady era perplessa.
Davvero non riusciva ancora a capire.... Lunette.
Quella ragazzina che quel pomeriggio l'aveva affrontata.
''Qualcosa vi preoccupa Milady?''- fece Maschera di Ferro.
''Quella ragazza...''- fece la donna-:'' la serva del nuovo capitano... sono abbastanza certa  che sia rimasta per un motivo particolare...''- certo, non ci aveva visto male, ma non aveva nemmeno centrato il bersaglio se era per questo.
''Ah certo... la donzella con il pugnale.''- fece Maschera di Ferro identificando la giovane. E non poteva negare di essere rimasto colpito da quella ragazzina, poco più di una bambina, che in due volte che l'aveva incontrata non aveva esitato un attimo a puntargli contro un pugnale.
''E' una serva... e allora?''- fece Mansonne che non capiva.
''Aramis l'ha salvata quando era una bambina... si vocifera inoltre che loro due siano anche innamorati...ed è stata allevata dai tre moschettieri. Loro si fidano di lei... e lei farebbe di tutto per loro.''- spiegò Milady-:''E adesso che è la domestica personale del nuovo capitano dei moschettieri non da nell'occhio se qualcuno la vede in giro per il Louvre...''
Mansonne iniziò a capire dove Milady intendesse andare a parare e cominciò a pensare che suggerendo Aramis come capitano dei moschettieri avessero commesso un errore madornale.
''Se è vero che i moschettieri si fidano di lei... Athos e Porthos potrebbero chiederle di spiare per loro, in caso s'insospettissero.''
''E lei non si farebbe certo pregare, credetemi.''- fece Milady memore di tutte le volte in cui la giovane fanciulla si era unita ai moschettieri per combattere al loro fianco, soprattutto per arrestarla quando aveva quasi ucciso Costance e D'artagnan e durante la corsa contro il tempo per salvare la regina Anna dallo scandalo.
''E' una possibilità da non sottovalutare.''- fece Maschera di Ferro-:'' dobbiamo fare in modo che non si avveri.''
Milady ridacchiò leggermente-:''Lasciate fare a me... ho gia in mente un bel trucco per fare in modo che la sua carriera di informatrice dei moschettieri finisca qui.''

  
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