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Autore: LittleMissMaddy    23/12/2008    6 recensioni
« Manifesto. »
« Contro cosa, esattamente? »
« La mancanza di un - solo - fottuto sapone in questa fottuta - e stupida - scuola. Ma posso sempre fingere che sia contro la fame nel mondo. »
Eri sbalordita e divertita allo stesso tempo. « Ora che ci penso, non so quale dei due problemi sia più urgente. »
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash, Shoujo-ai, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Generi Generale.
Rating Verde.
Personaggi Rebecca ( La ragazza a cui la voce narrante parla ) e Sarah.
Dedicata a Lei. Me l'ha ispirata, quindi mi è sembrato carino dedicarla proprio a lei.



You exploded in my heart



La prima volta che l'hai vista - o forse è più corretto dire ''NON vista''? - è stato a scuola. Stavi entrando nel bagno delle ragazze del terzo piano e l'hai colpita di striscio con la porta. Hai chiesto scusa senza esserne troppo convinta, mentre lei ti diceva qualcosa ( « Figurati! La prossima volta però assicurati che io sia ferma, se vuoi buttarmi giù come un birillo » ) che proprio non riuscivi a comprendere, e sei andata oltre, ficcandoti in uno di quei cubicoli che ancora si ostinano a chiamare 'bagni'. Fuori dalla porta della tua occasionale trappola-umana l'avevi sentita cimentarsi negli insulti più svariati mentre qualcosa di metallico tintinnava furiosamente. Uscita dal buco-di-fogna te la sei trovata accanto, ammanettata alla maniglia della porta vicino alla tua. Ti ha guardato sfoderando un sorrisone e tu hai fatto finta di niente. Stavi per defilarti, quando ti ha richiamato con un colpetto di tosse un po' incerto. « Non è che potresti avvicinarmi lo zaino? » ti ha chiesto, indicando con un cenno l'oggetto bistrattato ed abbandonato al suo destino a pochi passi da lei. Hai annuito, ti sei avvicinata e lo hai trascinato, senza staccarlo da terra ( troppa fatica, vero? ), accanto ai suoi piedi.
« Bello zaino. Ti piacciono i Beatles? » hai indagato osservando con una certa curiosità le spillette sparse sulla stoffa nera.
« Già. Sì. Hai una sigaretta? »
« No. » l'hai guardata a lungo, sempre più incuriosita « Che stai facendo, a proposito? »
« Manifesto. »
« Contro cosa, esattamente? »
« La mancanza di un - solo - fottuto sapone in questa fottuta - e stupida - scuola. Ma posso sempre fingere che sia contro la fame nel mondo. »
Eri sbalordita e divertita allo stesso tempo. « Ora che ci penso, non so quale dei due problemi sia più urgente. »
La prima cosa che ti ha colpito di lei - sorriso a parte - erano i suoi occhi. Grandi ( immensi ) e neri. Ma anche quelli sono stati subito messi da parte di fronte alla saccente ironia che le sgorgava dalle labbra ad ogni nuova frase. Si era messa a parlare del Pianeta, delle specie in via d'estinzione e del nazismo. Hai alzato gli occhi al cielo.
« Hey »
« E poi questa cosa di Plutone che non è più considerato un pianeta non mi convince per niente ... »
« Perché non chiudi un attimo quella bocca e non ti concentri sulla tua manifestazione? »
Ma riprendiamo in considerazione il suo sorriso. Era bellissimo. Le illuminava tutto il volto, e sembrava un'altra persona. Infantile, vivace, solare. Una ragazza che sotto quell'armatura fatta d'ordinarietà pareva nascondere un mondo tutto nuovo, da scoprire.
« Okay. »
« Sai, vero, che per manifestare bisogna essere più di uno? »
Dall'espressione che si era intrufolata tra i suoi tratti dolci, da bambina cresciuta troppo in fretta, ti è parso di capire che, effettivamente, no, non lo immaginava.
Hai sorriso. Per la prima volta da quando l'hai incontrata: la cosa sembrava piacerle.
« Ne ho un altro paio. » e le hai visto indicare lo zaino.
Hai scosso la testa, risolutamente, ma è bastata una lista di malattie ( « un sacco di malattie della pelle, l'Alzheimer e - » « no scusa, ma che cosa c'entra l'Alzheimer? » « è ovvio! inizi a scordarti di lavarti le mani se non c'è sapone nel bagno della scuola! » « tu stai male, lo sai? » ) elencata con solennità per tirare giù tutte le tue proteste.
In men che non si dica vi siete trovate ammanettate l'una alla maniglia e l'altra alle manette della prima.
« Perché le mie hanno il pelo rosa? » le hai chiesto, fingendoti seccata.
E' scoppiata a ridere.
E hai pensato che era veramente bella.
« Sexy shop. » ha sbottato tra le risate, che non sono andate a scemare, ma si sono intensificate, vedendo il broncio che nasceva sul tuo viso.
« Come ti chiami? »
« Che importa? »
Ha smesso di ridere di botto. Ti ha guardata piena di stupore. Tu hai sorriso e hai scrollato le spalle.
« Non so te, ma di solito preferisco non finire al manicomio con sconosciute. »
L'ilarità si è impossessata nuovamente delle sue spalle minute che si sono alzate in un sussulto divertito.
« Sarah » l'hai sentita miagolare con una vocina sottile.
Quello che è successo dopo è storia. Il dettaglio più importante, in questo grande e colorato puzzle, è che in quel preciso istante tu hai capito che qualcosa stava per cambiare. Certo, non ti aspettavi che quella pazza - che poi ti ha accompagnato in presidenza per ricevere una sgridata di quelle memorabili - sarebbe diventata la tua ragazza, durante una serata d'estate, sedute su una panchina giù al molo, ma hai provato la netta sensazione che la tua vita stesse prendendo una curva lenta, morbida e decisiva. E hai sorriso di nuovo. A Sarah, alla vita, a voi due.
  
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