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Autore: madamina    23/12/2008    5 recensioni
Cosa può succedere quando si organizza una festa a sorpresa? Che magari è il destino a farci la sorpresa.
Qualche anno dopo la fine della guerra e di Hogwarts, Harry & Co. si ritrovano per festeggiare il Natale con gioia e serenità. Tra riflessioni e disastri vari vediamo cosa succederà nella notte più magica dell'anno, quando tutto diventa possibile...
Questo è il mio personale augurio di Buon Natale a tutti voi di EFP.
Genere: Romantico, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Silent night, holy night

b Silent night, holy night   b

Una ragazza stretta nel suo cappotto bianco di lana pesante, passeggiava nervosamente su e giù davanti alla casa dove si doveva incontrare con gli altri, che erano in netto ritardo rispetto all'appuntamento che si erano dati.

Faceva molto freddo in quel momento, nonostante fosse una giornata soleggiata, ma negli ultimi giorni non aveva fatto che nevicare, e poi era la vigilia di Natale, era ovvio che facesse freddo!

Un po' meno ovvio era che quelli che considerava suoi amici la lasciassero morire assiderata lungo una solitaria strada di Londra.

Continuò a passeggiare ancora per qualche minuto su e giù per quel vialetto, quando finalmente da dietro l'angolo spuntò una lunga chioma rossa, che iniziò ad agitare il braccio in segno di saluto.

"Ehi Hermione, ciao!" le gridò ancora lontana.

"Ciao Ginny" le rispose quando la ragazza si fu avvicinata, tentando di controllare il battere dei suoi denti, ormai prossima all'assideramento.

"Allora entriamo?" chiese Hermione indicando la casa che si trovava dietro una bassa staccionata di legno scuro, chiusa da un cancelletto. Si trattava di una villetta a due piani bianca, con tetto a spiovente in tegole di ardesia, infissi in legno scuro, così come i balconi. In un certo senso richiamava gli chalet di montagna. E poi essendo bianca, si mescolava benissimo con il paesaggio innevato che in quel momento la circondava. Nel giardino, gli abeti, anch'essi coperti da uno spesso manto di neve, contribuivano all'atmosfera invernale che sembrava essere naturale in quella casa. Infatti, sebbene fosse curata in ogni minimo dettaglio, con una precisione quasi maniacale, non si riusciva a scorgere nell'insieme un briciolo di calore umano. Qualcosa che comunicasse ai passanti che lì risiedeva qualcuno dotato di sentimenti ed emozioni. Sembrava quasi la casa di un tipico catalogo di arredamento, perfetta in ogni particolare, ma estremamente fredda ed impersonale.

"Veramente Pansy ha le chiavi, e dovrebbe essere qui già da un pezzo..."

"Ma non ci potremmo smaterializzare direttamente all'interno?" chiese Hermione speranzosa.

"No, mi dispiace. C'è un incantesimo antintrusione e l'unico modo di entrare è con le chiavi. Ma dove accidenti si è cacciata Pansy? Si congela qui fuori!".

"Dillo a me che vi sto aspettando da quasi mezz'ora..."

Come richiamata dai pensieri delle amiche, Pansy Parkinson sbucò dalla stesso angolo da cui era arrivata poco prima Ginny, ansimando per la corsa.

"Ragazze scusate per il ritardo" disse abbracciandole velocemente per mettersi a cercare subito le chiavi e poter entrare a godere un po' di calduccio.
Finalmente riuscì ad aprire la porta d'ingresso, dopo aver provato praticamente tutte le chiavi del mazzo, e le tre amiche poterono entrare e godersi un po' del tepore che la casa ancora conservava dal momento in cui il proprietario era uscito.
Hermione subito si fiondò in salotto ad accendere il camino, ravvivando le fiamme il più possibile.
Pansy e Ginny invece si fiondarono in cucina per preparare al più presto una bevanda calda.

Finalmente davanti a tre tazze di cioccolata bollente, accompagnata da abbondanti biscotti, le tre amiche, sedute in salotto organizzavano il lavoro che avrebbero dovuto svolgere quel giorno insieme agli altri ragazzi per poter preparare una festa per la vigilia di Natale che sarebbe rimasta nella storia.

"Beh il lavoro da fare è sicuramente tanto, ma anche noi siamo tanti ed abbiamo la magia ad aiutarci, per fortuna!" iniziò Pansy.

"Veramente saremmo tanti, se gli altri non fossero rimasti a poltrire sotto le coperte invece di venire a darci una mano..." le rispose ironica Hermione, che lentamente stava tornando ad una temperatura corporea vagamente umana, mentre Ginny scoppiava in una piccola risata.

"Comunque ho preparato un lista delle cose da fare". E con un agile movimento della bacchetta fece apparire una piccola pergamena su cui erano segnati degli appunti scritti con una grafia minuta e precisa. Si trattava di un elenco abbastanza lungo di cose da fare e da procurare per la perfetta riuscita della serata.

"Fa vedere" disse Pansy mentre allungava la mano per prendere la pergamena. "Uhm, abbiamo veramente parecchio lavoro da fare... Aspetta che ci penso io..." e si alzò con eleganza dal divano, per dirigersi verso il camino, nel quale gettò un po' di polvere volante e poi pronunciò il nome della persona con cui desiderava parlare.

Dovette attendere qualche minuto prima che il ragazzo rispondesse alla sua chiamata ed il suo volto apparisse tra le fiamme.

"Harry, tesoro... Sai che ore sono?" gli chiese con voce melliflua, la classica calma prima della tempesta.

"No Pansy, che ore sono?" le rispose lui con un sonoro sbadiglio grattandosi la nuca, mentre con uno sforzo titanico tentava di aprire del tutto gli occhi.

"Sono quasi le 11 amore... - si compiacque dell'espressione di puro terrore che si dipinse sul volto del suo ragazzo - Ora, se tieni al fatto che la tua testa resti attaccata al resto del corpo, MUOVI SUBITO IL TUO FONDOSCHIENA E VIENI QUI A DARCI UNA MANO! ALTRIMENTI LA TESTA NON SARA' LA PRIMA E L'ULTIMA COSA CHE TI STACCHERÒ A MORSI!!!" urlò nel camino con uno tono da fare invidia ad una banshee.

"Si.. si... Arrivo subito tesoro, il tempo di vestirmi e sono lì" tentò di balbettare Harry in preda ad una folle paura di quello che la sua dolce ragazza avrebbe potuto scatenargli contro se non si fosse presentato prima di subito al suo cospetto.

Le fiamme nel camino si spensero e Pansy si girò verso le amiche con aria soddisfatta. "Bene, almeno un aiuto l'abbiamo rimediato. Sapete, Harry è un caro ragazzo, ma a volte ha bisogno di un piccolo promemoria quando si tratta di lavorare...".

La sua risata sincera si unì a quella delle sue amiche. "Povero Harry" le disse Hermione tentando di trattenere le risate.

"Aspetta - intervenne Ginny - so dove trovare altre due braccia!" e si diresse a sua volta verso il camino, e come aveva fatto prima di lei Pansy, vi gettò dentro della polvere e pronunciò il nome del suo ragazzo. Questo, a differenza di Harry, le rispose subito.

"Ginny cara, dimmi tutto" le disse con il solito sguardo innamorato che aveva ogni volta che la vedeva.

"Ciao Theo, hai ancora molto da fare? Sai avremmo bisogno di aiuto qui, con i preparativi della festa..."

"Si lo so Gin, ma come ti avevo detto, ho ancora un po' di lavoro da fare qui al ministero. Per fortuna Blaise e Ron mi stanno dando una mano e dovrei fare in fretta. Così poi potremo venire tutti insieme ad aiutarvi. Va bene?"

"Si Theo, grazie! Sai, penso che se ti sbrigassi un po' prima, potrei ricordarmene una di queste sere..." gli disse con uno sguardo malizioso e divertito insieme, vedendo il suo ragazzo, il burbero Theodore Nott, deglutire vistosamente ed arrossire.

"Ehm .. si... - cercò di articolare una risposta mentre con due dita si allargava il colletto della camicia - vedrò cosa posso fare. Arriverò il prima possibile trascinando con me anche gli altri, va bene?" terminò mentre un lieve velo di sudore gli imperlava la fronte.

"Si amore, grazie. A dopo" gli rispose Ginny tirandogli un bacio attraverso il fuoco e chiudendo la comunicazione.

"Cavoli Ginny! Tu si che sai come ottenere le cose!" le disse una divertita Hermione.

Tornarono in salotto per finire le loro cioccolate calde prima che si freddassero irrimediabilmente. Dopo qualche minuto sentirono nell'ingresso il tipico rumore di una materializzazione. Si alzarono per vedere chi fosse, e si trovarono davanti Harry, con l'aria stravolta, i capelli arruffati, molto più del solito, e gli occhiali di traverso. Lo sguardo non più addormentato, ma estremamente vigile, sembrava chiedere pietà a Pansy per la sua dimenticanza.
Lei gli andò vicino per aiutarlo a togliersi il cappotto, ma quello che vide la fece scoppiare a ridere, subito seguita dalle altre due.

"Oddio Harry, ma sei ancora in pigiama e pantofole!" disse tra una risata e l'altra, ormai alle lacrime.

"Ehm si - rispose Harry, rosso come un peperone grattandosi nervosamente la nuca - Hai detto di venire subito, e subito sono venuto, come mi trovavo"

"Oh Harry tesoro! - gli disse lei carezzandogli dolcemente una guancia ispida di barba - Tranquillo. Ora torna a casa e preparati con calma. Ti ringrazio per il pensiero, ma quando ti ho detto subito, intendevo il prima possibile, non entro qualche minuto"

"Ah, ok". E dopo essersi rimesso il cappotto, Harry si smaterializzò di nuovo nella sua casa di Grimmauld Place.

Ancora ridacchiando sotto i baffi, Hermione chiese: "Ma quello che abbiamo appena visto non è veramente Harry Potter, vero?"

"Ehm, temo di si..." le rispose Pansy

"Diavolo, ma che gli hai combinato? Lui, l'eroe del mondo magico, che ha affrontato più volte Voldemort e l'ha ucciso, ha il terrore della sua fidanzata, nonché futura moglie? Non è che ti sposa solo perché ha paura di dirti di no?" e scoppiò di nuovo a ridere anche per il finto broncio di Pansy che incrociò le braccia al petto.

"Molto spiritosa - scandì Pansy - veramente molto spiritosa. E tu piuttosto, quando ti deciderai a trovarti un ragazzo? Almeno ti vedi con qualcuno?"

"Beh, mi troverò un ragazzo quando incontrerò la persona giusta. Per ora non mi vedo con nessuno, ma diciamo che c'è una persona che mi interessa. Con lui mi trovo molto bene, quelle poche volte che riusciamo a trascorrere un po' di tempo insieme, e sembra che anche lui si trovi bene con me. Ma per ora non c'è niente tra noi, se non una sincera amicizia. Purtroppo ci vediamo molto poco...".

La conversazione fu interrotta dalla materializzazione, direttamente in salotto, della coppia che fino a qualche anno prima si sarebbe potuta definire la più improbabile del mondo, Daphne Greengrass e Neville Paciock. I due erano arrivati a braccetto, portando con loro dei pacchetti che il ragazzo faceva levitare con la sua bacchetta.

"Ciao ragazze" disse con un gran sorriso, poggiando a terra i pacchetti.
"Ciao Neville" risposero praticamente in coro le ragazze.
"Ciao ragazze" gli fece eco sua moglie Daphne, che corse ad abbracciare le sue amiche. "Quanto tempo..."
"Ciao Daphne" le risposero stringendola in un buffo ma affettuoso abbraccio collettivo.

"Bene ragazzi, direi che è il momento di iniziare a lavorare, se vogliamo che sia tutto pronto per questa sera!" prese in mano la situazione Hermione, mostrando la pergamena che aveva preparato, ingrandendola fino a farla diventare un poster, affinché fosse ben visibile.

"Direi di iniziare dal salone, dove dobbiamo sistemare gli addobbi, l'albero e la tavola".

Gli altri annuirono, proprio mentre nel frattempo il rumore di una materializzazione nell'ingresso attirava la loro attenzione. Finalmente Harry, lavato, vestito e sistemato per quanto possibile, era arrivato a dargli una mano.

"Perfetto! - esclamò Hermione entusiasta - Allora Harry e Neville, da bravi omini forzuti, si occuperanno di procurare l'albero e portarlo qui!" disse battendo le mani.

"Ma veramente noi..." tentò di ribattere Neville, ma si zittì vedendo l'occhiata di Harry che lo avvertiva di non contrariare le ragazze "... andiamo subito" si affrettò allora a finire.

"Bravo Neville! Così mi piaci! - gli disse Hermione dandogli una poderosa pacca sulla schiena - Ora andate e tornate presto con un bellissimo albero! Dovrà fare un figurone stasera"

"Intanto Ginny e Daphne andranno in cucina a vedere cosa c'è già e cosa invece bisogna procurare. Io e Pansy stabiliremo un piano di battaglia per il salone. Va bene?".

"Va bene Herm - le risposero gli altri in coro, facendole per scherzo un saluto militare - Sei sempre stata tu la stratega del gruppo!"

Dopodiché i ragazzi andarono a comprare un albero di Natale per rallegrare l'ambiente, mentre Daphne e Ginny si recavano in cucina per fare un veloce inventario. Tornarono poco dopo con le facce sconsolate.

"Diavolo, di là non c'è quasi nulla da mangiare. L'unica cosa che non manca qui è l'alcol. Dobbiamo correre a fare la spesa, o rischiamo di digiunare stasera! Dai vieni Daphne, che prima andiamo e prima torniamo per metterci all'opera e preparare la cena"

E detto questo si smaterializzò con l'amica per andare a comprare tutto l'occorrente.

In casa rimasero solo Pansy ed Hermione, che dalla soglia guardavano il salone.

"Accidenti! - sbuffò Hermione - Ci sarà un sacco di lavoro da fare qui!"

Il salone in questione era una stanza molto ampia, arredata con gusto ed eleganza, ma piuttosto fredda e tetra. Era molto pulito, vista la pignoleria e l'estrema precisione del proprietario, ma risultava quasi asettica. Era totalmente impersonale e mancava di calore umano.
Le pareti era coperte fino ad altezza d'uomo da un arazzo bordeaux con ricami in filigrana d'oro. Le ampie finestre che si aprivano su uno dei lati lunghi poi, erano oscurate da pesanti tendaggi color panna che lasciavano filtrare poca luce. Il soffitto e la parte di muro lasciata a vista, era color panna con venature ocra, a ricreare un bellissimo effetto marmo, che però scuriva ancora di più la stanza. I lampadari, molto antichi, erano in ferro battuto finemente lavorato, quasi nero, scurito dal tempo. I mobili, molto raffinati e finemente intarsiati e scolpiti, erano tutti di legno scuro e su di essi erano poggiati dei busti in marmo dalle espressioni fiere ed altere che mettevano in soggezione chi li guardava, piuttosto che farlo sentire benvenuto.
Insomma l'impressione generale era di essere in un posto che trasudava lusso ed eleganza, ma tanto freddo che chiunque, anche il padrone, si sarebbe sentito un estraneo. Sicuramente era arrivato il momento di aggiungere un tocco femminile si disse Hermione, guardando Pansy che, quasi avesse avvertito i suoi pensieri le annuì ed avanzò verso il centro della sala.

Per prima cosa aprirono le tende, permettendo alla luce di inondare l'ambiente ed ai raggi del sole di diffondere il loro calore. Ispirata forse proprio da quei caldi raggi, Pansy appese ai lampadari, dei pendagli di cristallo che iniziarono a diffondere ovunque dei riflessi con i colori dell'arcobaleno.
Hermione fece comparire dei festoni e delle ghirlande di agrifoglio che insieme alla sua amica iniziò a sistemare alle pareti, sopra il bordo dell'arazzo.

"Certo che ne sono cambiate di cose in questi ultimi sei anni!" esordì Pansy quasi spaventando Hermione assorta nelle sue riflessioni.

"Già, hai proprio ragione! Se quando eravamo a scuola mi avessero detto che saremmo state nella stessa stanza senza saltarci al collo non ci avrei creduto. Ed invece eccoci qua insieme e per di più amiche - le sorrise sinceramente - ad addobbare un salone per passare il Natale insieme!".

"E pensare che prima di incontrare voi, io al Natale neanche ci credevo! Ho iniziato ad apprezzarlo dopo il primo che abbiamo passato tutti insieme. Ti ricordi?"

"Si, mi ricordo, e a parte il fatto che proprio allora abbiamo gettato le basi su cui si basa la nostra amicizia, non è un periodo felice a cui ripenso volentieri..."

"Infatti, neanche io... Ma come hai detto tu è stato allora che è nata la nostra amicizia e si è formata questa strana combriccola... - le rispose Pansy dolcemente - Da quel momento grazie a voi non mi sono mai più sentita sola" e corse ad abbracciare l'amica, al limite della commozione. Poi staccandosi dall'amica continuò. "La guerra stava giungendo alla fine, anche se non era per niente chiaro chi l'avrebbe vinta; da una parte e dall'altra c'erano state parecchie perdite. Fu allora che alcuni di noi "cattivi" un po' per paura della sorte che ci sarebbe toccata se fossimo rimasti tra i Mangiamorte, come me e Theo, un po' perché rimasti soli dopo la morte dei genitori come Blaise e Daphne, chiedemmo aiuto all'Ordine della Fenice, e voi ci avete accolto. Certo all'inizio eravate giustamente diffidenti, ma non ci avete mai fatto mancare niente. Ci avete trattato più come ospiti che come prigionieri, come invece avremmo meritato, per tutto il male che vi abbiamo sempre fatto..." ed una lacrima le rigò la guancia presto seguita da altre.

"Ma che dici Pansy! Non dire così. Non meritavate nulla di quello che stai dicendo, visto che non eravate voi a decidere cosa fare e come comportarvi! Lo dimostra il fatto che come avete avuto la possibilità di scegliere, siete venuti da noi..."

"Ma come fai a non pensare che non l'abbiamo fatto per convenienza?"

"E' così?" le domandò semplicemente Hermione guardandola negli occhi quasi le volesse leggere l'anima.

"No, certo che no, però..."

"E va bene. Oltre al fatto che abbiamo deciso di fidarci di voi,  ci avete aiutato nella fase finale della guerra, prima dandoci informazioni preziose e poi addirittura combattendo al nostro fianco, rischiando la vostra stessa vita, per un futuro migliore. Se vi foste solamente voluti salvare, perché rischiare comunque, cambiando solamente fronte? Non avrebbe avuto senso".

"Hai ragione, scusa. Sarà l'atmosfera del Natale che mi trasforma in una sciocca sentimentale" sorrise mentre si asciugava le ultime lacrime che ancora le rigavano il viso. "E' che questa è la parte più dura di quei ricordi, ma anche l'inizio di quella più felice. E' stato allora che ho potuto conoscere meglio Harry, ed apprezzarlo per il ragazzo meraviglioso che è. Allora stava con Ginny ed io non volevo far soffrire nessuno, stavo già abbastanza male io per tutti quanti. Ma quando poco dopo si sono lasciati, ho deciso di farmi avanti. Solo tempo dopo ho saputo che la loro storia era finita perché lui si era innamorato di un'altra ragazza. E Ginny l'ha lasciato"

"E chi era la ragazza?" le chiese interessata Hermione.

"Ma Herm! - le rispose scandalizzata - Ero io! Che domande!"

"Ah ah! Scusa Pansy, ma non ho resistito! Avresti dovuto vedere la tua faccia!" e continuò a ridere tenendosi la pancia.

"Santo cielo Herm, non si può fare un discorso serio con te!" le disse scuotendo la testa con espressione rassegnata. "Comunque, è stato allora che si sono formate quasi tutte le coppie della nostra combriccola. Poco dopo che io ed Harry ci siamo messi insieme, Blaise ha scoperto che esisteva al mondo una ragazza stramba quasi quanto lui, ed ha iniziato la sua storia con Luna. Quei due sembrano fatti l'uno per l'altra. Quando ci si mettono riescono ad essere così assurdi da rasentare il surreale!".

"Già hai ragione! - le rispose Hermione ridacchiando - ma è anche vero che sono molto teneri insieme. Si vede da lontano un miglio che sono molto presi l'uno dall'altra".

"Ah quello senza alcun dubbio! Ci metterei la mano sul fuoco. E sul fuoco ci metterei anche la mano di Ron! E' stato un vero idiota a lasciarti. Per la Brown poi!"

"Oh, non ti preoccupare Pansy, ti ringrazio per il pensiero, ma ti assicuro che non è per niente necessario! A quei tempi ci sono stata parecchio male, lo ammetto, e forse più del normale, perché soffrivo anche per la guerra che sembrava non finire più. Ma poi ho capito che è stato meglio così. Noi siamo solo molto amici, non c'è stato mai vero amore fra noi e alla lunga avremmo finito solo per farci del male ed essere infelici. E' stato meglio troncare tutto sul nascere, credimi"

"Se lo dici, tu. Però resto convinta che sia stato un idiota a lasciarsi sfuggire una ragazza come te per accontentarsi della Brown"

"Lo prendo per un complimento..." le rispose divertita Hermione. "E comunque se non sbaglio più o meno in quel periodo anche Ginny e Theo si sono trovati".

"Infatti non ti sbagli. Ginny era distrutta per essere stata lasciata da Harry, ancora non sapeva che si era innamorato di me, e per la verità non lo sapevo neanche io. Ha iniziato a parlare con Theo, a confidarsi con lui che è stato sempre un tipo espansivo, e lui è stato un po' la sua ancora d salvezza per non impazzire. Però si sono messi insieme parecchio dopo, sono passati quasi due anni prima che tutti e due si sentissero pronti ad iniziare una storia. E poi se ti ricordi per noi Serpeverde quello è stato un periodo molto difficile"

La sua espressione si fece seria mentre Hermione annuiva lentamente, come ad incitarla a proseguire. "Durante lo scontro finale, Voldemort, accortosi del tradimento di Narcissa che pur di avere informazioni su Draco, non aveva esitato a mentirgli e a nascondergli che Harry era ancora vivo, le scagliò contro una potente maledizione che la ridusse in fin di vita. Quando tutto finì, Draco trovo la madre morente e, non sapendo cosa fare, visto che anche suo padre era caduto in battaglia per servire il suo signore, corse a chiedere aiuto all'Ordine, che lo accolse. Ricordo ancora il giorno che varcò la soglia con la madre morente in braccio implorando che qualcuno la aiutasse. Ovviamente tutti quelli che poterono, accorsero in suo aiuto, ma per Narcissa non ci fu nulla da fare e poco dopo morì. Credo che Draco non si sia mai veramente ripreso da quella perdita. La morte del padre direi che quasi non lo toccò, visto tutta la sofferenza ed il dolore che gli aveva sempre causato, ma a sua madre voleva veramente bene. Avevano un legame fortissimo, che neanche le minacce e le punizioni di Lucius riuscirono mai a scalfire. Ed infatti tuttora Draco vive da solo e completamente chiuso in sé stesso. Non parla mai con nessuno al di fuori del suo lavoro al ministero. Passa tutto il suo tempo libero chiuso in casa a riflettere, a ricordare e pensare a cosa avrebbe potuto fare per salvarla. Si incolpa di non averla saputa proteggere. Ormai non so più che fare con lui".

"Dai Pansy, non fare così. Magari questa sera ritroverà un po' di buonumore. Abbi fiducia nella magia del Natale" e le strizzò l'occhio.

"Hai ragione. La magia del Natale può tutto. Anche far innamorare Daphne della persona più improbabile! Dai, sinceramente tu l'avresti mai detto che Daphne e Neville si sarebbero innamorati alla follia, tanto da sposarsi dopo qualche mese?"

"Beh nell'ottica che avevamo a scuola ti direi di no. Ma tieni conto che la guerra ha cambiato tutti noi, facendoci crescere, forse troppo velocemente. Neville non era più il ragazzino timido e pasticcione che viveva all'ombra di sua nonna, ma era diventato un uomo che aveva dovuto combattere con coraggio e lealtà al fianco delle persone più care. E Daphne dopo essere rimasta da sola ha capito l'importanza dell'avere qualcuno accanto. E quel qualcuno è stato Neville. E se ci pensi lo stesso Draco è cambiato moltissimo. Da ragazzino strafottente, viziato ed egoista, è diventato gentile, disponibile e molto riflessivo. Però a differenza degli altri, io credo che lui non sia cresciuto. In realtà per il suo cuore il tempo si è fermato al giorno della morte di sua madre e non è stato più in grado di andare avanti. Continua a sopravvivere, senza vivere veramente. Nessuno è riuscito a fare niente per lui, neanche voi che siete i suoi più cari amici. Gli posso solo augurare di trovare finalmente pace un giorno, magari con la persona giusta al suo fianco".

"Eh si, Herm, è tutto quello che possiamo augurarci per lui. E chissà che magari non succeda questa sera! Quindi rimettiamoci all'opera!" e si diresse decisa verso una parete, per finire di fissare una ghirlanda di agrifoglio alla parete.

"Pansy sei veramente straordinaria..." ed anche Hermione tornò al lavoro.

Poco dopo tornarono Daphne e Ginny stracariche di pacchetti contenenti ogni tipo di cibo esistente.

"Santo cielo ragazze - disse Hermione al limite dello scandalizzato - ma quanta roba avete comprato? Forse non lo sapete, ma saremo solo in dodici, non abbiamo invitato tutto il settimo cavalleggeri!" e si dette uno schiaffo sulla fronte, coprendosi poi gli occhi nella vana speranza che una volta riaperti, quella quantità abnorme di sacchetti, si sarebbe trasformata nel giusto quantitativo di spesa per preparare soltanto una cenetta per loro. Ovviamente la speranza andò delusa.

"Vabbè, vorrà dire che quello che avanza lo lasceremo in frigo, come ringraziamento al padrone per l'uso della sua casa" disse Ginny come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

"Va bene, va bene - le rispose Hermione massaggiandosi le tempie - adesso andate in cucina e buttate giù qualche idea per il menù di questa sera. Poi decideremo cosa preparare veramente". Le due ragazze si diressero in cucina sotto lo sguardo attento e pensieroso di Hermione.

Intanto un grande fracasso nell'ingresso attirò l'attenzione di Hermione, che accorse subito. Lì trovò un enorme albero di Natale, tenuto in orizzontale da Harry, Neville, Ron e Theo, mentre Luna accanto a loro faceva levitare con la sua bacchetta degli scatoloni con le decorazioni per l'albero.

"Santo cielo ragazzi - quasi gli urlò contro Hermione - che diavolo state facendo?"

"Portiamo l'albero" le rispose Harry scuotendo le spalle come se fosse la cosa più ovvia del mondo. "Forza ragazzi portiamolo di là" disse poi rivolto agli altri puntando verso la soglia del salone. Peccato che non si fosse accorto che con la sua manovra, aveva fatto sbattere alcuni rami contro i soprammobili che si trovavano su una elegante cassapanca di  legno scuro tutta scolpita con figure di animali mitologici. Un rumore di cocci decretò la fine di un bellissimo vaso Ming e di alcuni preziosi quanto fragili soprammobili di cristallo.

Se lo sguardo di Hermione avesse potuto uccidere, in quel momento nell'ingresso ci sarebbero stati quattro cadaveri a terra e molto probabilmente un albero di Natale in fiamme. Mormorò un veloce Reparo e poi con tutta la pazienza che le era rimasta si rivolse ai ragazzi che aveva davanti che la guardavano con espressione contrita: "Ma scusate, non lo potevate rimpicciolire per trasportarlo e poi riportarlo alle dimensioni normali solo una volta arrivati nel salone?"

"Hai ragione Herm, non ci abbiamo proprio pensato" le rispose Ron con lo sguardo ancora basso.

"Piuttosto dov'è Blaise? Non doveva venire insieme a voi?"

"E' rimasto in ufficio ad aiutare Draco, in modo che si potesse sbrigare anche lui per stasera" le rispose Theo.

"Va bene, va bene - disse rassegnata Hermione massaggiandosi le tempie, per ritrovare la calma e la concentrazione - Allora, rimpicciolite l'albero e portatelo in salone. Io intanto vado a fargli posto e a disporre i mobili".

Arrivata lì, infatti, con l'aiuto di Pansy, mise il tavolo che sarebbe servito per la cena, vicino al camino, in modo da goderne il calore più tardi mentre erano a tavola. Indicò ai ragazzi di sistemare l'albero vicino alla parete, tra due finestroni, in modo da non intralciare il passaggio nel caso qualcuno fosse voluto uscire. Infine spostò il divano e le poltrone presenti, a ridosso dei muri liberi, per creare un ampio spazio per ballare se qualcuno ne avesse avuto voglia dopo cena, dandogli anche la possibilità di riposarsi di tanto in tanto. Sui mobili liberi poi, dispose tantissime candele con profumazioni speziate, per la maggior parte cannella, che con il suo profumo penetrante, si sposava bene all'aroma dolce ed intenso della vaniglia, ma anche a quello pungente dello zenzero. Il tutto, mescolato al profumo degli aghi di pino gettati nel fuoco e della resina dell'albero, creava una suggestione natalizia a cui era praticamente impossibile sfuggire.

L'albero, sistemato nel posto indicato da Hermione, era veramente immenso. Torreggiava nella stanza, arrivando quasi fino al soffitto e lasciando a malapena lo spazio per il puntale.

"Santo cielo ragazzi, ma non conoscete proprio le mezze misure? L'anno scorso mi avete portato una miniatura di albero a cui Dobby ha messo il puntale senza bisogno della scaletta. Stavolta avete portato un abete secolare che entra nella stanza solo grazie alla megalomania del padrone di casa che ha voluto questi soffitti altissimi. Per decorare la cima ci vorranno le scope!"si lamentò Hermione.

All'idea suggerita dall'amica, a cui non avevano minimamente pensato, lo sguardo di tutti i ragazzi si fece raggiante, di una gioia quasi incontenibile, che Hermione lì per lì non comprese. Così decise di dedicarsi ad altro. Prima di andare a vedere come procedevano i preparativi per la cena in cucina, si rivolse ai ragazzi davanti a lei chiedendogli di iniziare a decorare l'albero, visto che a causa della mole ci sarebbe voluto molto più del previsto. Dopodiché si avviò in cucina. Giunta lì, le sembrò di sentire dei fruscii provenire dal salone, ma non vi badò più di tanto, scosse velocemente al testa e rivolse tutta la sua attenzione alle sue amiche, Ginny e Daphne. Insieme decisero il menù per quella sera.

"Allora Herm, avremmo pensato a una cena tutta a base di pesce, nel caso qualcuno voglia rispettare la tradizione". Ad un cenno del capo di Hermione, Daphne continuò: "Abbiamo pensato di iniziare con un antipasto, con tartine al salmone, al tonno e al caviale. Come primo spaghetti alle vongole, poi per secondo, salmone affumicato e salmone arrosto, ed infine i dolci, pandoro farcito con crema al mascarpone e tronchetto natalizio al cioccolato. Che ne dici?"

"Dico che sono ingrassata di tre chili solo a sentirvi, ma mi sembra che abbiate fatto un ottimo lavoro! Dovrete cominciare subito però se vogliamo che tutto sia pronto per questa sera! E' già ora di pranzo ormai... Credo che avrete bisogno di una mano, ma come sapete in cucina io sono proprio una frana..."

"Dai Herm, il mio Theo è un genio ai fornelli, ci aiuterà lui. Vallo a chiamare per favore!" le disse Ginny con un gran sorriso.

Hermione tornò in salone canticchiando un motivetto natalizio, ma arrivata sulla soglia, quasi non le venne un infarto. Quattro ragazzi davanti a lei volavano in sella alle loro scope attorno all'albero, passandosi palline e decorazioni come fossero pluffe e le lanciavano verso l'albero, fissandole con la magia ai rami, giusto un secondo prima che cadessero a terra. I ragazzi abbassarono lo sguardo istantaneamente, nel momento in cui sentirono un ringhio minaccioso provenire dal basso. Videro Hermione, rossa in viso, quasi con il fumo che le usciva dalle orecchie, che con una voce bassissima, quasi da oltretomba gli ringhiò contro: "Cosa. State. Facendo." scandendo ogni singola parola.

"Ma Herm - le rispose con sguardo angelico Harry - stiamo decorando l'albero. Ci hai dato proprio tu l'idea delle scope..."

Neanche terminò la frase, che lo spirito di una banshee si impossessò del corpo della sua amica. "SCENDETE SUBITO DA LI', RAZZA DI IDIOTI, O VI ABBATTO IO A SUON DI STUPEFICIUM!"

A molti chilometri di distanza, Draco e Blaise notarono delle increspature sulla superficie del thè nelle tazze poggiate sulla scrivania davanti a loro.

Riportato l'ordine in salone e riassunta la propria forma umana, Hermione chiese a Theo di aiutare le ragazze in cucina, mentre agli altri ingiunse di terminare velocemente il loro lavoro dell'albero. Interruppero solo brevemente i preparativi per un pranzo veloce, dopodiché tornarono alle loro occupazioni.

Hermione e Pansy si occuparono di decorare la tavola natalizia, con una bellissima tovaglia di broccato rosso scuro, finemente ricamata in oro, con al centrotavola lo stemma della famiglia del padrone di casa. Disposero poi dei cestini con dentro delle pigne e dei rametti di pino, affinché diffondessero l'odore aromatico della resina durante tutta la cena. Disposero poi dei portatovaglioli in argento su cui con la magia fecero crescere delle foglie di agrifoglio. Sistemarono anche due candelabri in oro finemente cesellati, che davano un senso di tradizione, visto che facevano parte del tesoro di famiglia da generazioni ormai. Infine i piatti, di porcellana finissima con bordi in oro zecchino, incorniciati dalle posate in argento lavorato. A completare l'opera i bicchieri ed i calici in puro cristallo di Boemia che riflettevano tutt'intorno la luce che li colpiva, inondando la stanza di arcobaleni.

Già così la stanza aveva assunto tutto un altro aspetto. Non era più fredda ed impersonale, ma calda e pronta ad accoglierli in quella che si sperava sarebbe stata una serata eccezionale, specialmente per il padrone di casa. 

A pomeriggio inoltrato, la cena era praticamente pronta, così come l'albero, a cui mancava solo il puntale.

"Dai Herm, vieni qui! Tocca a te mettere il puntale! E' stata tua l'idea di organizzare qui la festa e di fargli questa sorpresa. Quindi è giusto che il puntale lo metta tu" le disse dolcemente Harry porgendole un puntale rosso  brillante con decorazioni opalescenti, che Hermione, rossa in volto, prese delicatamente e poi con un gesto fluido della bacchetta fissò sulla cima dell'albero. Era venuto molto bene, e rispecchiava pienamente la personalità di coloro che l'avevano decorato, ma anche di tutti quelli che avrebbero preso parte alla festa. Le palline portavano i colori delle quattro case di Hogwarts, e di tanto in tanto era possibile scorgere tra i rami dei piccoli stemmi di Grifondoro, Serpeverde e Corvonero, in onore ai rappresentanti delle tre case, che erano lì. Anche le ghirlande, che risplendevano alla luce, erano nei colori delle loro case, rosso-oro, verde-argento e azzurro-nero. Attorno all'albero volavano delle piccole scope da Quidditch in miniatura che, una volta afferrate si trasformavano in ottimi torroncini al cioccolato. Molto bello poi era l'effetto delle centinaia di candeline, che erano state incantate affinché la cera non colasse giù, che davano l'impressione di una nuvola di lucciole. Infine il tocco personale di Luna era ben riconoscibile: Una catenella di tappi di burrobirra, a cui di tanto in tanto erano appesi dei ravanelli, formava una spirale tutt'intorno all'albero. 

"Bene allora - disse Hermione guardando soddisfatta intorno a sé - Ormai è tutto quasi pronto. E l'albero è bellissimo. Si vede che è stato fatto col cuore". Poi chiamò tutti intorno a sé e abbracciandoli ad uno ad uno disse commossa: "Grazie. Grazie a tutti, per aver reso possibile tutto questo. Vedrete che ne sarà estremamente felice. Finalmente capirà che è circondato di persone che gli vogliono bene e che si preoccupano per lui! Direi che ora possiamo sistemare i regali".

Ed infatti nel giro di qualche minuto, lo spazio ai piedi dell'albero si riempì di tantissimi pacchetti dai colori sgargianti con biglietti d'auguri variopinti e dai nastri luccicanti. Hermione incantò i pacchetti perché non fosse possibile prenderli in mano prima della mezzanotte, in modo da evitare sbirciamenti vari, con disappunto di molti dei ragazzi che già si vedevano a scuotere i propri pacchetti per indovinarne il contenuto.

Fu Ginny ad accorgersi qualche minuto dopo che fuori aveva iniziato a nevicare. Una soffice pioggia di fiocchi bianchi stava cadendo ed invitava tutti ad andare a giocare all'aperto. Ed infatti non persero tempo e dopo essersi imbacuccati per bene corsero nel giardino a divertirsi tutti insieme.

Hermione si avvicinò alla finestra, osservando i ragazzi che sotto la neve ridevano e scherzavano, tirandosi palle di neve e rotolandosi a terra come dei bambini. Appoggiò la mano al vetro, che sentì gelido sotto le sue dita. Alla scena di fuori mancavano Blaise e Draco. Già... Draco. Quel ragazzo così solo, che non era riuscito a lasciarsi il dolore alle spalle, o almeno a superarlo. Lui continuava a vivere nel dolore, dandosi la colpa di quello che era successo sei anni prima. Non era riuscito ad andare avanti. Si era chiuso in sé stesso e non aveva mai permesso a nessuno di raggiungerlo, neanche ai suoi migliori amici. Il suo cuore era rimasto fermo a quel giorno di sei anni prima. E lei? Lei poteva sinceramente affermare di essere riuscita ad andare avanti? Di non essersi sentita così travolta da quella che sentiva essere una situazione troppo grande da gestire, da riprendere a vivere una volta finita la guerra? Forse le interessava tanto il destino di Draco perché lo sentiva simile al suo. Solo che lei non aveva avuto un trauma forte come il suo. Semplicemente si era rifiutata di affrontare il suo dolore ed i suoi sentimenti, ed aveva chiuso il suo cuore, affinché non dovesse davvero affrontare la realtà. La realtà di una guerra che era finita da anni, ma che aveva lasciato conseguenze eterne. Molte persone a lei care non c'erano più e lei non le aveva mai veramente salutate né si sentiva veramente in grado di farlo. Non aveva mai davvero accettato che se ne fossero andatie E si sentiva un po' come il pupazzo di neve nel giardino. Esisteva, circondata da tante persone, che si preoccupavano anche per lei,ma dentro era fredda, il suo cuore ghiacciato aveva smesso di battere tanti anni prima rifiutandosi di affrontare la realtà.

Ormai completamente fradici, dopo più di un'ora tutti rientrarono, trovando Hermione ancora assorta nelle sue riflessioni, che seduta a terra su un soffice tappeto, fissava le fiamme che danzavano nel caminetto.

"Dai Herm! Andiamoci a preparare, ormai è quasi ora e sta per arrivare! Che sorpresa potresti fargli vestita così?". Daphne si inginocchiò sul tappeto accanto ad Hermione e le posò delicatamente una mano sulla spalla.
"Herm, è tutto a posto? E' tutto il pomeriggio che sei distante e pensierosa. Non sei neanche uscita in giardino per giocare con noi...".

"No tranquilla Daphne, è tutto a posto. Ti ringrazio comunque. E' solo che il periodo natalizio mi spinge ad essere più riflessiva del solito. Ma ti assicuro che non c'è nulla che mi turba".

"Se lo dici tu... - le rispose non molto convinta - Comunque sai che se hai bisogno di qualunque cosa, anche solo di parlare, siamo tutti qui". E dandole una affettuosa pacca sulla spalla si allontanò per andarsi a cambiare. Anche Hermione si alzò e si diresse verso la camera da letto, dove tutte le ragazze avevano lasciato i loro abiti da sera e si stavano già preparando per la serata. Infatti avevano deciso, o meglio le ragazze avevano deciso, che quella sarebbe stata una sorta di festa di gala, dove avrebbero tutti indossato abiti da sera, in onore della serata importante e del loro padrone di casa, che tuttavia era all'oscuro di ciò che stava succedendo nella sua dimora.

Hermione nel suo abito color panna sembrava quasi un angelo. Indossava un vestito di lana a maniche lunghe che le lasciava scoperte le spalle ed il collo, ornato da una semplicissima catenina con ciondolo in oro bianco. La schiena era scoperta per buona parte e per questo indossava un morbido scialle in tinta col vestito, che drappeggiato morbidamente, dava l'impressione di un paio di ali. Infine ai piedi portava degli stivaletti anch'essi panna, semplicissimi. Il trucco leggerissimo ed i capelli sciolti ma pettinati in morbidi boccoli, uniti alla sua grazia naturale, conferivano il tocco finale perché chi non la conosceva potesse scambiarla per una creatura celeste.

Una volta pronta, si diresse verso il salone dove si sedette in attesa del padrone di casa. L'attesa durò poco, perché dopo qualche minuto dal camino emerse Blaise che, prima di correre a sua volta ad infilarsi il suo abito da sera, li avvisò che il padrone di casa a cui desideravano far la sorpresa sarebbe arrivato entro pochi minuti. Così spensero tutte le luci e si accomodarono al buio.

Di lì a poco sentirono distintamente il suono di una materializzazione nell'ingresso ed una serie di passi diretti proprio verso di loro, nel salone. In quell'istante li raggiunse anche Blaise a tentoni, attento a non farsi scoprire.
Quando finalmente il padrone di casa giunse in salone, Hermione con un colpo di bacchetta accese tutte le luci, illuminando il volto estremamente stupito di Draco Malfoy.

"Sorpresa!" gridarono tutti in coro, avvicinandosi per salutarlo. Le ragazze lo abbracciarono affettuosamente, mentre i ragazzi gli strinsero la mano e gli dettero delle grandi pacche sulla schiena, facendogli gli auguri di Natale.

Quando si fu liberato di quella piccola folla, finalmente Draco poté chiedere, con tono gelido: "Che diavolo ci fate in casa mia?"

"Draco... - gli rispose Pansy - siamo qui per festeggiare il Natale insieme a te".

"Grazie, ma non ho bisogno di nessuno. Lasciatemi solo"

"Ma Draco - intervenne Daphne - abbiamo lavorato tanto per prepararti questa sorpresa..."

"Ed infatti sono molto... sorpreso di ritrovarmi tutta questa gente in casa, quando vorrei solo starmene in santa pace".

"Senti amico - stavolta era Blaise, che gli mise le mani sulle spalle - forse ti sembra che siamo inopportuni e che ti abbiamo invaso la casa, ma se l'abbiamo fatto è perché siamo veramente preoccupati per te. Sei sempre da solo, e vorremmo che almeno per la vigilia di Natale ti unissi a noi. Sapevamo però che non saresti mai venuto ad una delle nostre feste, così abbiamo deciso di portare la festa da te. Per favore stai con noi. Tutti si sono impegnati tantissimo per rendere tutto questo possibile".

"Blaise, per favore, lo sai che desidero soltanto restare da solo. Però non voglio rovinarvi la festa che avete organizzato con tanta cura. Quindi restate pure qui quanto vi pare, io vado in camera mia, e gradirei non essere disturbato. Auguri a tutti e grazie comunque per il pensiero". E detto questo uscì dal salone, lasciando dietro di sé un'atmosfera di delusione ma anche di malinconia ed amarezza.

Draco, sdraiato sul suo letto, si era di nuovo perso nelle sue riflessioni, incurante della festa che nel salone si stava pian piano animando senza di lui. Un lieve bussare lo distolse dai suoi pensieri, ma decise di fare finta di nulla. La persona dietro alla porta però insistette, finché non fu costretto con uno sbuffo a togliere l'incantesimo che bloccava la porta e permettere l'ingresso dello scocciatore.

"Avevo detto che non volevo essere disturbato" disse ancora disteso sul letto, con gli occhi chiusi, in modo da non vedere l'importuno visitatore.

"Malfoy... Draco - gli disse Hermione con tono rammaricato rimanendo sulla soglia, con una mano sulla maniglia della porta - Sono venuta solo per scusarmi. E' stata una mia idea questa festa. Quindi ti prego di non prendertela con i tuoi amici. Ti prometto che staremo qui il meno possibile per non disturbarti, ma se veramente preferisci stare da solo, allora ce ne andiamo subito, giusto il tempo di portare via tutto..."

"Hermione, non ti preoccupare, è tutto a posto. Restate pure quanto volete. Non mi sembra di aver mai negato ospitalità a nessuno di voi. Solo che non mi sento dell'umore adatto per festeggiare. Oltre al fatto che desidero realmente restare da solo, credo proprio che rovinerei l'atmosfera. Quindi resterò qui in compagnia dei miei pensieri. Ora vai pure a divertirti con gli altri. E riferisci che apprezzo molto lo sforzo".

"Come preferisci... Comunque giù ci sono dei regali anche per te. Li lasceremo sul tavolo, in modo che se lo vorrai potrai scartarli domattina. E non ti preoccupare, prima di andarcene sistemeremo e puliremo tutto"

Draco annuì brevemente, come segno di intesa ma anche di saluto, e lei uscì dalla stanza, richiudendosi lentamente la porta alle spalle.

Rimasto di nuovo solo, sdraiato sul suo letto, perso nei suoi pensieri, sentì un lieve battito di mani ed una voce alquanto infastidita apostrofarlo: "Ma bravo Draco, complimenti, sono veramente fiera di te!"

"Madre... Ma che stai dicendo?"

"Che sto dicendo? Hai degli amici che ti vogliono bene, che si preoccupano per te, e tu che fai? Ti rinchiudi qui e non vuoi neanche passare un po' di tempo con loro"

"Madre, sai benissimo che non ho alcuna voglia di stare con gli altri. Preferisco immergermi nei miei pensieri"

"Adesso basta, Draco. Non ne posso più di vederti così. Sono anni ormai che vivi nel mio ricordo e sinceramente non riesco più a sopportarlo. Hai tutta una vita davanti e vorrei vederti viverla felice insieme ai tuoi amici, e non a parlare con il mio quadro, sempre più triste, depresso e chiuso in te stesso. Come posso essere felice secondo te se ti vedo sempre così? Sapevo quello che facevo, e se l'ho fatto è stato per darti una possibilità, un futuro diverso da quello che era stato deciso per te, ma che ti avrebbe totalmente distrutto. Ma tu stai gettando tutto al vento. Stai rendendo tutto inutile. Stai rendendo vano il mio sacrificio".

"Ma madre..."

"Niente ma, figlio. Non ti posso e non ti voglio imporre niente, ma questo è quello che penso. E' giusto che tu lo sappia. Ora sta a te fare la tua scelta. Restare qui con me, perso nel ricordo di un passato che non tornerà più, oppure andare dagli altri ragazzi che ti stanno aspettando di là ed aprire le porte ad un futuro che finora non ti sei mai concesso di vivere".

Draco rimase molto colpito dalle parole della madre, dolci ma anche dure allo stesso tempo. Alla fine si alzò lentamente dal suo letto per dirigersi verso l'armadio.
"Se non sbaglio sono vestiti tutti da sera" disse al quadro della madre, che si limitò ad annuirgli con un sorriso.

Si infilò quindi con gesti fluidi un paio di pantaloni neri da smoking, e sopra una camicia di seta panna, fermata al collo con un cravattino nero di raso che annodò con un fiocco. Poi indossò un morbido mantello di lana nera lungo fino ai piedi, chiuso sul davanti da una serie di alamari d'argento. Infine sui polsini indossò dei preziosissimi gemelli in oro bianco e diamanti. Le scarpe nere e lucide a punta in pelle di drago completavano il suo aspetto da principe delle tenebre.

Quando fece il suo ingresso nel salone, tutti si girarono a guardarlo stupiti, sia per la sua stessa presenza, che per il suo abbigliamento estremamente curato ed elegante. Notò che si erano appena seduti a tavola e stavano per iniziare a mangiare.

"Ehm - si schiarì la voce - Posso unirmi a voi per la cena?" chiese rimanendo sulla soglia.

"Ma certo Draco!". Subito Pansy e Daphne gli corsero incontro e presolo a braccetto lo scortarono verso il posto di capotavola che gli era stato riservato, di fronte ad Harry che annuì in segno di approvazione. Anche Hermione gli sorrise contenta vedendolo lì con loro.

Si sedette al suo posto, e poi si schiarì di nuovo la voce. "Vi ringrazio per essere venuti qui stasera. Ho così potuto capire che forse per me è arrivato il momento di lasciarmi alle spalle i fantasmi del mio passato e di andare avanti insieme ai miei amici. Sempre se mi vorranno ancora, dopo il modo in cui li ho tenuti distanti negli ultimi anni".

Nella sala calò il silenzio. Nessuno osava rispondere a quelle parole così profonde e così vere, per paura di dire una banalità e rompere l'incanto che si era creato. Harry riempì il suo bicchiere di vino e lo alzò in direzione del ragazzo che gli sedeva di fronte. 
"Bentornato Draco!" e bevve il vino tutto d'un sorso. Fu seguito subito da tutti gli altri che dopo il loro "Bentornato Draco!", bevvero alla sua salute.
Non aveva bisogno d'altro ora. Passò lo sguardo sui visi dei ragazzi che gli sedevano intorno  e capì che potevano essere la sua nuova famiglia se solo lui glielo avesse permesso.
Ed in quel momento decise di fare una cosa a cui pensava già da tempo ma che aveva relegato in un angolino buio del suo cuore tormentato. Ma ormai aveva deciso di rimescolare le carte della sua vita, ed era arrivato il momento di calare il jolly...

Terminata la cena, ballarono un pochino nell'ampio salone addobbato a festa, che sembrava fatto apposta per quel tipo di ricevimenti, anche se non se ne erano mai svolti. Mai, fino a quel momento. Ma Draco si ripromise che quella era una delle tante cose che voleva cambiare.

Continuarono a ballare spensierati, scambiandosi spesso le coppie, cosicché anche Draco, che era da solo, ballò sempre con una dama. Si fermarono solo quando ormai era quasi mezzanotte. Spensero le luci dei lampadari, lasciando che l'ambiente fosse illuminato solo dalla tenue luce delle candele. I ragazzi, in piedi con un calice di champagne in mano, erano tutti pronti e schierati ai piedi del grande albero di Natale.

Hermione sentì una presenza dietro di lei, qualcuno che con un tocco gentile le poggiò le mani sulle spalle nude e le chiese di seguirlo. Docilmente si fece guidare verso un angolo del salone, al riparo dagli sguardi degli altri, tutti rivolti verso il grande albero ed i regali accatastati sotto, pronti per il brindisi di mezzanotte. Le mani sulle sue spalle la invitarono gentilmente a voltarsi, e lei si trovò di fronte due occhi grigi che la guardavano teneramente. Draco le sorrise e poi senza dire nulla, con espressione angelica, le indicò il soffitto. Lei alzò lo sguardo, notando un piccolo ramoscello di vischio, che era sicura che fino a pochi minuti prima non ci fosse. D'altronde si era occupata lei degli addobbi e non aveva proprio portato il vischio!
Draco le poggiò delicatamente le mani sui fianchi e si avvicinò al suo volto lentamente, dandole modo di allontanarsi se lei avesse voluto. Ma Hermione non si spostò ed i suoi occhi diventarono brillanti di una nuova luce. Di un nuovo sentimento che stava finalmente lasciando emergere.

Si scambiarono un bacio dolcissimo, in quella magica notte di Natale.

Due anime sole si fusero quella notte e non si sarebbero lasciate più.
Era arrivato il momento di riaprire i loro cuori e lasciare che il tempo riprendesse a scorrere anche per loro.
 

Intanto più in là gli altri festeggiavano allegramente, apparentemente ignari di quello che stava succedendo a pochi passi da loro. Intanto di fuori cadeva la neve. Intanto in cielo la luna illuminava radiosa tutto quanto. Intanto le due parti separate di un unico cuore, ritrovavano l'altra metà. Intanto in un vecchio quadro sulla parete, Narcissa sorrideva finalmente felice.

 

Note autore: Questa one-shot è il mio personale modo di fare gli auguri di Natale a tutte le fantastiche persone che ho conosciuto in questo sito, ma anche a tutti coloro che saranno stati così pazzi e masochisti da leggere tutto quanto fino ad arrivare qui. L'intenzione era di scrivere una flash-fiction, ma le cose mi sono sfuggite di mano, i personaggi hanno iniziato a fare di testa loro e a combinare disastri e quant'altro. Spero che apprezzerete comunque il pensiero, che a quanto dice il proverbio, è quello che conta veramente.

In particolar modo, i miei auguri  più sinceri vanno al mio Gryffindor Prince, a  sakura_87 e whateverhappened  che mi hanno supportata e sopportata in questi ultimi mesi, durante la stesura e la pubblicazione della mia prima long-fiction.

Beh non mi rimane che farvi tantissimi auguri di Buon Natale e Buon Anno Nuovo, con la speranza che il 2009 porti ad ognuno di voi tutto ciò desidera nel più profondo del suo cuore.

Per quanto mi riguarda, un bellissimo regalo da parte vostra, sarebbe che spendeste qualche minuto del vostro tempo per lasciarmi una recensione! ;)

A presto, madamina

  
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