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Autore: ShootingZombies    10/04/2015    4 recensioni
Piers sbatte soltanto le palpebre. Claire ha appena otto anni più di lui, eppure ha già un figlio di cinque e ne aspetta un altro.
Per un secondo, Piers non sente più la voce concitata di Claire e non vede più il sorriso orgoglioso di Leon; il suo sguardo è fisso su Chris, che annuisce allegro, e su Michael, che continua imperterrito a cercare di conquistarsi la sua attenzione. I suoi vivaci zio, zio, zio diventano in fretta dei
papà, papà, papà alle orecchie di Piers.
Di ritorno dalle visite a casa Kennedy, Piers è sempre giù di morale e Chris non ne capisce il perché.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Chris Redfield, Piers Nievans
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pigtails




Febbraio 2015.         


Sei pronto, Piers?”

Piers si lancia un'ultima occhiata. Indossa una camicia bianca che mette in risalto la sua carnagione più scura, i capelli neri e folti sono in ordine e le cicatrici sul suo viso, oggi, sono stranamente meno in evidenza del solito.

Lancia al suo riflesso un sorriso sicuro di sé, e Chris fa proprio allora il suo ingresso nella stanza.

Ehi- oh. Sì, sei pronto.”

Piers si volta verso di lui, senza smettere quel sorriso e vedendone uno tirarsi anche sulle labbra dell'uomo. Chris gli sfiora una tempia con le labbra, posandogli una mano sul fianco in un gesto abitudinario, ormai inconsapevole.

Piers si muove, girandosi e incontrando le labbra di Chris a metà strada. Lascia correre i palmi delle mani sulle sue spalle, sul suo torace, giù fino ai fianchi.

Quanto tempo abbiamo?” domanda nel bacio.

Chris sorride.

Abbastanza.”


*


Non appena la porta di casa Kennedy si apre, Chris viene brutalmente assalito da un bambino fin troppo vivace.

Mike si aggrappa tenacemente alla sua gamba, strillando allegramente. Non gli arriva nemmeno al ginocchio, e Chris si abbassa ridacchiando ad accarezzare quella sua massa di capelli rossi.

Niente attenzione allo zio Piers, come al solito” piagnucola Piers, fingendosi rassegnato. Mike alza gli occhi azzurri su di lui, un sorriso enorme si apre sulle sue labbra sottili e in un secondo -appena il tempo di chinarsi per Piers, quello di saltare per Mike- il bambino abbraccia lo zio lanciando un gridolino acuto.

Claire, i fianchi più rotondi e un sorriso felice in volto, si avvicina a stringere il fratello e il cognato. Leon rimane sulla porta di casa, mostrando loro un sorriso accogliente.

Li hanno invitati per annunciargli una notizia, ma Chris ha già capito tutto; Mike lo trascina dentro casa, parlando a più non posso. L'ammirazione che suo nipote nutre per lui non ha davvero confini, pensa Piers con uno sbuffo.

Il bambino insiste per sedersi in mezzo ai due zii, e non sta zitto nemmeno mentre mangia. Claire gli lancia un'occhiata minacciosa -Leon camuffa una risata con un colpo di tosse- e Piers ridacchia sotto i baffi. Mike continua, impassibile, a raccontare la sua ultima avventura immaginaria.

Laboratori, zombie e organizzazioni criminali. Claire alza gli occhi al cielo, mentre Leon mantiene un'espressione fintamente colpevole sul viso.

Tutti i racconti di Mike ricordano proprio i suoi; Leon non ha mai fatto mistero del suo impegno per la conquista della pace, né tanto meno Claire, che qualche volta l'ha portato a lavoro con sé alla base di Terra Save.

Piers non può fare a meno di ritrovare persino alcuni lineamenti di Chris, nel viso di Mike. Ha gli occhi e le labbra di Leon e la carnagione e il colore di capelli di Claire, ma il naso ricorda quello del suo uomo. È così, non è vero? Non può essere solo una sua impressione ricorrente.

Dopo pranzo sono tutti seduti a chiacchierare sul divano. Il braccio di Leon circonda con dolcezza i fianchi di Claire, seduta al suo fianco, mentre Mike in mezzo agli zii gioca distrattamente con la fede attorno all'anulare di Chris. Ogni volta che lo fa, Piers non riesce a distogliere lo sguardo dai suoi movimenti.

Perché non è dorata come quelle di papà e mamma?” domanda ingenuamente Mike, richiamando l'attenzione dello zio mentre Leon racconta della sua ultima missione in Australia.

Chris ride. “Perché io e Piers preferiamo l'argento” scherza, incontrando il sorriso del marito che lo guarda con affettuosa complicità.

Piers scompiglia a Mike i capelli, per il puro gusto di fargli un dispetto e rapirlo dall'attenzione che rivolge allo zio. Il bambino si volta, oltraggiato, strillando che mamma mi costringe a pettinarmi i capelli ogni mattina e per colpa tua dovrò farlo di nuovo.

La risata di Claire, allegra e sincera, precede appena il suo annuncio.

Aspettiamo un altro figlio” sorride, illuminando l'intera stanza. La mano di Leon è stretta nella sua, e gli occhi di Piers si sgranano.

Mike chiude il pugno attorno alla stoffa della sua maglietta, tirandola. “Cosa, zio? Non te n'eri accorto?” domanda confuso, mentre sul viso di Chris si allarga un sorriso entusiasta.

Piers sbatte soltanto le palpebre. Claire ha appena otto anni più di lui, eppure ha già un figlio di cinque e ne aspetta un altro.

Per un secondo, Piers non sente più la voce concitata di Claire e non vede più il sorriso orgoglioso di Leon; il suo sguardo è fisso su Chris, che annuisce allegro, e su Mike, che continua imperterrito a cercare di conquistarsi la sua attenzione. I suoi vivaci zio, zio, zio diventano in fretta dei papà, papà, papà alle orecchie di Piers.

La voce di Leon, quando l'uomo si accorge di essere chiamato, lo investe come un treno. Ha le sopracciglia corrugate, quando pone la domanda che aleggia nell'aria.

Non sei contento?” chiede, perplesso. Solo allora Piers si accorge di avere attratto su di sé quattro paia di occhi confusi.

Si riscuote velocemente, sostituendo la sua espressione ferita il più in fretta possibile. “Certo che lo sono” dice, in un soffio. “Tanti auguri, Claire. E- e Leon, è ovvio. Sono davvero felice per voi.”

Gli ultimi occhi che incontra, prima di abbassare i propri, sono quelli sgranati di Claire. Enormi, azzurri e comprensivi.

La mano di Chris, calda e dal tocco così familiare, si posa premurosa sulla sua spalla. “Tutto okay, Piers?”

L'uomo annuisce sbrigativamente. “Pensavo ad altro, mi dispiace” si scusa, sincero. “Non fraintendetemi, va bene? È una bellissima notizia. Una notizia fantastica.”

Stavolta, Leon sorride persuaso e Chris stringe con affetto la sua spalla, prima di allontanarsi. Nonostante anche Claire sorrida, l'espressione della donna non è però del tutto convinta.

Per tutto il pomeriggio, sebbene coinvolto nei giochi, la mente di Piers è lontana. Mike è un bambino esuberante, dinamico, che non sta fermo un attimo e che cerca l'approvazione dei genitori in ogni cosa che fa. Parla a Chris e Piers del suo cartone preferito, li costringe a giocare ai suoi videogiochi e si addormenta, stanco, mentre i due uomini gli raccontano la storia delle cicatrici di Piers.

Leon lo porta a letto, scuotendo la testa e ridacchiando. “Meno male” ride Claire, divertita. “A volte sembra inarrestabile.”

Li accompagna alla porta, dove presto li raggiunge anche Leon. Mentre si salutano, Piers sente i propri occhi inumidirsi appena notando le mani di suo marito accarezzare con delicatezza il ventre di Claire.

La porta si chiude, e Piers lascia che Chris gli circondi i fianchi senza dire nulla.


*


Sarebbe bello, pensa Piers mentre varca la soglia di casa Redfield-Nivans, se Mike avesse qualcuno con cui giocare quando andiamo a trovare Claire e Leon

Il silenzio in casa è quasi assordante, l'ordine praticamente insopportabile; niente giocattoli, niente libri per bambini, niente mobilia colorata.

Abbassa la testa, mordendosi il labbro inferiore.

Lui e Chris sono sposati da tre anni e mezzo. Claire e Leon hanno avuto Mike quando lo erano da due.

Ehi” lo chiama Chris, con tono bonario. “Posso quasi sentire gli ingranaggi nella tua testa lavorare senza sosta.”

Piers si limita a lanciargli un'occhiata, senza rispondere. “Vado a fare una doccia” annuncia, incamminandosi verso il bagno.

La risata di Chris lo accompagna lungo il corridoio. “Hai bisogno di una mano?”

Faccio da solo” sbuffa ironico, chiudendosi la porta alle spalle.

Quando esce dalla doccia, Chris sta cucinando e un preoccupante odore di bruciato invade le narici di Piers. Alza gli occhi al cielo, dirigendosi in cucina e spalancando le finestre.

Stai bruciando tutto. Di nuovo” sospira, facendo Chris da parte e prendendo il suo posto ai fornelli, nonostante indossi ancora soltanto un asciugamano intorno alla vita. Chris ridacchia, osservandolo annusare sospettoso la carne che aveva tentato di cucinare.

È ancora commestibile” decreta Piers infine, “ma questa la mangi tu. Domani ho il turno di mattina, io.”

Mh, mh” commenta Chris, distratto. Copre i suoi fianchi con i palmi delle proprie mani, posandogli un bacio sul retro del collo che gli provoca un brivido involontario.

Non ho fame” annuncia dopo qualche secondo di silenzio, facendo aderire il proprio petto alla schiena di Piers. L'uomo chiude gli occhi, imponendosi di non mostrare il suo fastidio.

Io sì” borbotta, rivolgendo ancora tutta la sua attenzione alla padella in cui cuociono due bistecche.

Sì?” fa Chris, con tono divertito. Lo volta verso di sé con un gesto veloce e inaspettato, chinandosi a baciarlo, ma Piers non schiude le labbra quando l'uomo tenta l'accesso alla sua bocca.

Non fare il difficile” protesta Chris, senza perdere il suo tono bonario. Bloccato fra i fornelli e il corpo del marito, Piers non può allontanarlo se non premendo le mani sul suo torace, ponendo resistenza.

Chris allontana il volto, compiaciuto. “Mi piace quando-”
“Chris” lo interrompe Piers, con tono fermo. “Non mi va adesso.”

L'uomo finge semplicemente di non averlo sentito, prendendo a posare baci caldi sul suo collo. E, per un attimo, Piers considera per davvero di lasciare stare; di far finta che non sia successo nulla, di convincersi per l'ennesima volta che vedere Michael non gli provochi una dolorosa fitta al cuore, di ripetersi che non invidia a morte Leon e Claire e la loro felicità.

Ma non può.

Respinge Chris con un gesto brusco, veloce e deciso. “Ho detto che non ho voglia” ripete, infastidito. “Non ho voglia, Chris, diamine!”

Sospira nervosamente, e quando incontra lo sguardo confuso, ferito e al contempo arrabbiato di Chris sbatte le palpebre per ricacciare indietro le lacrime che, ne è sicuro, si stanno accumulando dietro ai suoi occhi. “E non ho fame neanche io” annuncia, “ho bisogno di aria.”

Raggiunge la loro camera da letto in poche falcate, indossando i primi indumenti che gli capitano a tiro e calzando le prime scarpe che trova, uscendo di casa a passo svelto e senza salutare.

Chris è immobile, sbalordito.


*


La voce di Claire, quando risponde al telefono, è dolce e rassicurante.

Sapevo che avresti chiamato.”

Si incontrano in un bar poco affollato un quarto d'ora più tardi, e le mani di Piers restano fredde anche a contatto con la tazza di cioccolata calda sul tavolo. Claire beve un sorso della propria, prima di sorridergli incoraggiante.

Allora, Piers. Volevi solo che ti offrissi una bevanda calda, o volevi anche parlarmi di qualcosa?” scherza, mettendolo a suo agio.

Piers le rivolge un sorriso triste. “Io-” inizia a dire, ma la voce gli esce fuori debole e appena udibile. Tossisce prima di fare un secondo tentativo.

Io” ripete, abbassando gli occhi, “ho litigato con Chris. Voglio dire- non abbiamo esattamente litigato, ma- insomma...”

Claire copre una delle sue mani con la propria, senza perdere quel sorriso così...materno.

Piers è costretto a distogliere lo sguardo per non scoppiare definitivamente a piangere.

Loro lo fanno spesso, vero? Piangere” specifica, cominciando a parlare in maniera concitata tutt'ad un tratto, seguendo il corso dei propri pensieri. “I bambini, dico. Piangono spesso, non è vero?”

Il sorriso di Claire si fa ancora più dolce e comprensivo. “Sì, Mike può essere un vero piagnucolone” ridacchia.

Piers annuisce, attento, inumidendosi le labbra. “Mike. Adora Chris.”

E Chris adora lui” aggiunge Claire.

Lo sguardo di Piers perde d'intensità. “Non- non abbastanza, forse” ribatte in un soffio.

Claire si finge confusa, e Piers sa che ha già capito tutto. “Perché?”

Piers apre la bocca per spiegare, ma non riesce a dire nulla. Non riesce nemmeno a respirare, o a sbattere le palpebre; è tutto immobile.

Claire stringe più forte la sua mano.

Lo so” dice, il tono basso e affettuoso. “Dovresti dirglielo.”

Dovresti dirglielo.


*


Hai deciso di tornare, a quanto pare.”
Piers è bagnato di pioggia e rassicuranti occhi azzurri, quando rincasa. Scuote la testa, e “mi dispiace” replica. “Non volevo andarmene in quel modo.”

Chris lo guarda storto, le braccia conserte. Brutto segno. “Già.”

Sospira dopo pochi secondi, lasciando di nuovo le braccia lungo i fianchi. “Non sono un idiota, Piers. La prima volta posso pensare che sia un caso, la seconda una coincidenza, la terza una stranezza, ma...” lascia in sospeso la frase per un istante, avvicinandoglisi, “ma sei sempre giù, ogni singola volta, quanto torniamo da una visita a Claire e Leon. Non mi parli mai di cosa ti succede, e...”

Per la prima volta, gli occhi di Chris comunicano incertezza. “E la cosa mi preoccupa.”

Piers non riesce a trattenersi. Le sue mani si chiudono involontariamente in due pugni, i suoi piedi scattano in avanti, il suo corpo si immobilizza subito dopo e il suo sguardo si incatena a quello di Chris e le sue sopracciglia si corrugano e le sue labbra si schiudono e-


Voglio un figlio.”


*


Voglio un figlio, ha detto. Dal nulla!”

Leon, concentrato, solleva un sopracciglio. “E tu?” domanda.

Chris si agita sulla sedia. “Cosa avrei dovuto fare? Non me lo aspettavo!”

Leon sospira, già rassegnato. “Hai combinato un disastro.”

Non è vero. Gli ho detto che ne avremmo parlato in seguito” sbotta Chris.

Confermo” sbuffa Leon, “hai combinato un disastro.”

L'amico si passa una mano sul viso, frustrato. “Leon. Ascolta. Non credevo avremmo mai toccato un argomento simile, nemmeno pensavo che Piers avrebbe mai voluto un figlio.”

Leon mantiene la calma, rubando un sorso dalla sua birra. Una partita di football scorre veloce sullo schermo del salotto di casa sua.

E ora cosa hai intenzione di fare?”

Dio, Leon. Se lo sapessi non sarei qui” risponde Chris, spazientito.

Rassegnato, l'uomo biondo spegne la televisione per concentrarsi su di lui. “Dimmi perché non vuoi un figlio, esattamente.”

La domanda coglie Chris alla sprovvista. “Il nostro lavoro-” comincia, dopo qualche istante.

Il vostro lavoro è perfettamente conciliabile a qualsiasi impegno” lo anticipa Leon. “Io e Claire ne siamo una prova vivente.”

Chris boccheggia, senza trovare nulla da replicare. “Okay, uhm. Non credo sarei un buon padre” confessa tutt'ad un fiato.

Sciocchezze” lo liquida Leon, “con Mike te la cavi alla grande.”

Lo interrompe prima che possa parlare. “Non pensare nemmeno di parlarmi dell'eventuale mantenimento di un figlio, Chris, perché sai meglio di me che il lavoro che facciamo è pagato davvero, davvero bene.”

Solo allora, Chris abbassa gli occhi e da voce all'insicurezza che ha nascosto perfino a sé stesso.

E, ascolta. E se- se dovesse capitarci qualcosa? Se dovesse capitare qualcosa a lui, o a lei? Se io e Piers smettessimo di andare d'accordo, a un certo punto?”

Le parole che pronuncia in seguito vengono fuori con tristezza. “So come si sente un bambino solo, Leon.”

Dopo un istante di sorpresa, la mano di Leon si posa rassicurante sulla spalla dell'amico.

Puoi sempre contare su di noi, Chris.”

L'uomo tenta un sorriso, che nonostante tutto si mostra per quel che è: riconoscente.

Grazie.”

Leon scuote la testa, sorridendo a sua volta. “Di nulla. Ti rifaccio la domanda”, riprende, “adesso cosa hai intenzione di fare?”

Chris, stavolta, sa cosa rispondere.


*


Piers, raggomitolato su sé stesso e vestito di una sua maglia troppo larga, con le spalle rivolte verso di lui e gli occhi testardamente chiusi, ma dall'aspetto ugualmente gonfio, è quasi irriconoscibile.

Chris si stende al suo fianco, sapendo che è tardissimo e che meriterebbe una sfuriata anche solo per quello -ma aveva bisogno di riflettere, su una cosa così importante. Incerto, allunga un braccio sul suo fianco, attirandolo con delicatezza verso sé fino a fare aderire i loro corpi.

So che sei sveglio” mormora, baciandogli una spalla. Piers sospira, senza trovare il coraggio di voltarsi.

Mi dispiace” sussurra, debolmente. “Non volevo- sono stato egoista. Non ho voluto credere che tu non volessi un figlio, una responsabilità così grande, io-”

Piers” lo interrompe Chris, tranquillo. Lo stringe di più a sé, intrecciando la sua mano alla propria, e lasciandole riposare sul suo ventre. “Non è così.”

Per un secondo, un perfetto silenzio aleggia intorno a loro. Poi, “cosa?”, sussurra Piers.

Chris gli posa un bacio fra i capelli, morbidi e profumati. “Ho paura, e non posso negarlo. Ho paura di non essere un bravo padre, di mettere per sempre il mio lavoro prima di ogni cosa, di non sapere bene come educare un figlio.”

Prende un profondo respiro prima di continuare. “Ma, ci ho pensato” continua, il suono di un sorriso nella sua voce, “e anche io voglio un figlio, Piers.”
Piers si volta di scatto, tirandogli quasi una gomitata nello stomaco. “Davvero? Davvero, Chris? Se è uno scherzo, io-”

Nessuno scherzo” ride Chris, guardandolo negli occhi arrossati. Anche al buio, riesce a distinguere la luce che li illumina. “Voglio un figlio, insieme a te.”

Adotteremo un bambino?” chiede ancora Piers, la voce che trema di felicità. L'uomo freddo e concentrato che è sul campo di battaglia è ora lontano anni luce.

Anche due” replica Chris bonario, e Piers gli getta le braccia al collo in un moto di assoluta, irrefrenabile felicità.

Ti amo, sarai un papà bravissimo, non vedo l'ora, ti amo, grazie, è fantastico, ti amo.

Ti amo, ti amo, ti amo.


*


Novembre 2018.    


Marsha aggrotta le sopracciglia, concentrata. La lingua sbuca tra le labbra a forma di cuore, mentre gli occhi si assottigliano attenti.

Lascia ricadere le braccia lungo i fianchi, rilassando la fronte e lanciando un'occhiata esitante allo specchio.

No!” esclama subito dopo, stringendo i pugni e pestando un piede a terra. “Papà!” strilla, spazientita.

Chris la raggiunge nella sua stanzetta pochi istanti dopo, guardandola in attesa. “Che succede?”

Gli occhi verdi grigi di Marsha sono umidi, quando la bambina rivolge al padre il loro sguardo. “I miei due codini non sono uguali!” singhiozza.

Chris occhieggia il suo riflesso nello specchio. Effettivamente, sono tutt'altro che alla stessa altezza.

Oh, uhm” sorride, tentando di non lasciarsi scappare una risata. “Sai che io e papà Piers non ce la caviamo granché con i capelli...”

Piers li raggiunge proprio in quel momento. Lancia uno sguardo a Chris, poi alla figlia, poi di nuovo a Chris; sospira.

Fammi indovinare. Di nuovo i codini, eh?” mormora, rassegnato.

Marsha sgrana gli occhioni, implorante. Piers sospira ancora, chinandosi a sistemare il disastro alla meglio.

Ce la faremo ad arrivare in orario dagli zii?” domanda Chris, divertito.

Giuro” borbotta Piers, “se stavolta Claire non mi insegna, se la vedrà con me.”

Chris ride, osservando la sua piccola famiglia.

E, notando le luci gemelle che brillano negli occhi di suo marito e di sua figlia, decide che questa è davvero la vita che voleva.






Non è davvero nulla di che, ma spero che vi piaccia. Volevo ringraziare Ria, che ha letto questa storia in anteprima e mi ha dato la sua benedizione. E mi scuso per eventuali stranezze (si può portare i propri figli sul posto di lavoro quando si è agenti speciali? Boh.)

Se vi va, lasciatemi un commento.


Mars







   
 
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