Capitolo 13: succhi alla papaya, baci
notturni e
vendette d’amore
“Sora…ehy, Socchan!”
Sora sussultò su sé
stesso, risvegliandosi dal suo sonno ad occhi aperti, e si ritrovò
davanti agli
occhioni azzurri una mano svolazzante, cone le unghie tutte curate.
...conosceva quello
smalto.
Lo avrebbe
riconosciuto tra mille, Dio Santo, se
fosse stato necessario.
E, non appena
ricollegò quella manicure alla proprietaria, fece un sospiro pieno di
compassione verso sé stesso.
Che vita del
cacchio.
“Ciao, Selphie.”
Cantilenò, cercando di far trasparire che sì, era scocciato, e sì, a
volte
succedeva anche a lui, che potessero girargli le scatole.
Ma tentare di far
recepire un messaggio a Selphie senza
dirglielo chiaramente era come chiedere a un criceto di
indossare un
mantello e buttarsi giù dalla Tower Records imitando Batman.
La ragazza gli
piazzò davanti un brick di succo di frutta preso al distributore, e
sosrseggiando il suo sorrise: “Spero ti piaccia la papaya. Ah,
tranquillo,
offro io.”
Sora, non appena
sentì le ultime due parole, si svegliò definitivamente.
“Tu COSA?!”
Selhpei fece una
mezza risata, sputacchiando qua e là del succo, ma l’espressione
sembrava un
po’ offesa.
“Ehy, solo perché
non ho mai soldi non vuol dire che non sono generosa! Di tanto in
tanto, mi
piace offrire.”
Sora studiò con
attenzione il brick, quasi avesse paura che potesse scoppiare, poi,
senza
indagare oltre o porsi altre domande da deficiente, lo bucò con la
cannuccia e
iniziò a bere lentamente.
“Socchan…senti…”
“Nh?” Sora distolse
lo sguardo da Axele Demyx che surfavano per osservare Selphie.
SAPEVA che c’era
qualcosa sotto!
Avrebbe dovuto
immaginarlo…Selphie che paga per qualcun altro è una cosa da Apocalisse!
Sgranò gli occhi al
cielo, chiedendosi perché, dannazione, quando gli altri avevano un
qualche
favore da chiedere andavanoi tutti da lui.
Come se non ne
avesse già abbastanza da solo, di guai da risolvere.
“…Wakka e Tidus mi
hanno detto che…sono un paio di giorni che ti comporti…non so…in modo
diverso.”
Sora restò in
silenzio, tentando di fare marcia indietro con quel cervello di
batterio che si
ritrovava.
Un paio di
giorni…quindi due…dunquedunquedunque…cosa era successo due giorni fa?
…
Oh, merda!!!
“N-non so di cosa tu
stia parlando!!!!” si affrettò a dire, facendo oscillare il brick di
succo di
frutta e riacchiappandolo in tempo, prima che si rovesciasse tutto
sulla
sabbia.
Selphie gli lanciò
uno sguardo contrariato, poi scosse la testa, per nulla convinta.
“Oh, andiamo, Sora.
Ieri pomeriggio, mentre giocavamo a carte, avrai detto sì e no due
parole. Tu,
che di solito sei logorroico!”
Sora cercò di
riflettere un attimo, pensando che, in realtà, neanche sapeva cosa
voleva dire,
logorroico: cioè, glielo dicevano spesso, in particolare Riku, ma non
aveva mai
indagato sul reale significato di questa
specie di insulto.
Doveva controllare,
prima o poi.
Chissà se avrebbe
trovato un dizionario.
Forse avrebbe potuto
chiedere a Zexion; quello era fissato, coi libri.
“Sora…Sora, ma mi
stai ascoltando?!”
“Ah..sì, scusa.”
Borbottò distratto, sorseggiando un altrto po’ di qello schifo di succo.
…ma che razza di
gusto era, papaya?!
“Socchan…se hai un
problema, perché non ne parli con qualcuno? Che ne so, con Rox…oppure
con Riku!
E’ il tuo migliore amico, no?”
Sora saltò in piedi,
abbandonando il brick sull’asciugamano che ritraeva Genma* in versione
panda
che gli aveva regalato Kairi un anno prima, e guardò Selphie torvo, con
un’espressione di autentico terrore stampato sul viso da bambino.
Perché aveva tirato
in ballo proprio Riku?
Aveva forse scoperto
qualcosa?
Ma come era
possibile…nessuno li aveva visti, quando si erano baciati fuori dal
bungalow…
né quando, due giorni prima, avevano parlato alla fermata del bus…
“Non voglio mettere
in mezzo nessuno, tanto meno Riku!” sbottò, in tono quasi capriccioso.
Selphie inarcò un
sopracciglio, colpita da una reazione così tempestiva e strana.
Sora non si arrabbiava
quasi mai…non sul serio, almeno.
..cos’aveva detto di
sbagliato?
“...scusa,
non…volevo impicciarmi…lo so, sono affari tuoi…ma anche Kairi sta tanto
male, a
vederti così…”
Sora non trovò la
forza per rispondere.
La verità era che
lui stava una merda.
Si sentiva uno
schifo, e non sapeva il perché.
…ACCIDENTI, CHE
BUGIARDO!
Certo che sapeva il
perché…era a causa di Riku.
Non riusciva più a
capire cosa stesse succedendo dentro di lui: una parte di sé avrebbe
voluto
vedere Kairi, tornare a pensare costantemente a lei, al suo profumo
buonissimo…ma l’altra parte si ribellava, era come se gli dicesse che,
ehy, non
poteva farci niente, Kairi era ormai lontana anni luce dai suoi
pensieri.
Adesso c’era qualcun
altro.
Qualcuno che si era
fatto prepotentemente largo nella sua testa, invadendo la sua vita, i
suoi
pensieri in maniera quasi morbosa.
…e quel quaqlcunoi
era Riku.
Lo stesso Riku che
conosceva da una vita.
Lo stesso Riku che
aveva sempre visto come un fratello, senza immaginare che, un giorno,
si
sarebbe ridotto in questo stato a dir poco pietoso.
…accidenti, che
casino di merda!
“…ti prego…parla con
Kairi, So. Avete bisogno di stare un po’ da soli. “ Selphie restò in
silenzio
per un breve istante, poi buttò lì timrosa: “…dovete parlare di voi
due. Dei vostri
sentimenti.”
Sora la guardò, senza capire fino in fondo quello che stava dicendo.
…sentimenti?!
“Che diamine vuoi
dire?! Quali sentimenti?”
Selphie sbuffò,
un’aria un po’ spazientita che le animava il visetto ben truccato: “I
vostri,
So! Sora, tutti sanno quello che tu provi per Kairi…”
Sora stava per
ribattere, ma qualcosa dentro di lui lo
fermò e lasciò che l’amica continuasse a parlare.
“….anche tu piaci a
lei, So! Vuoi capirlo sì o no?! Lei ricambia i tuoi sentimenti!
Cacchio, sei
l’unico a non averlo capito!”
Sora si bloccò come
se qualcuno avesse tagliato il filo che legava un pianoforte,
facendoglielo
finire in testa.
…la situazione stava
decisamente andando fuori dal suo controllo.
…Ok, cosa stava
succedendo?!
Insomma, lui era
sempre stato innamorato di Kairi…erano quattro anni, ormai, che il suo
unico
desiderio era baciarla, toccarla, stringerla a sé senza dover avere
paura delle
conseguenze…e proprio quando lei stava scomparendo dalla sua testa
scopriva che
quella specie di creatura eterea ricambiava?!
…non poteva farcela,
questo era davvero troppo!!!
“…Kairi è innamorata
di me?!” cheise quasi urlando, e Selphie sospirò come se stesse
cercando di far
imparare l’abc ad un bambino dell’asilo.
“Certo che lo è, So!
Sveglia!! L’hanno capito tutti! Cazzo, sapevo che eri ritardato, ma non
credevo
che la tua situazione fosse tanto grave!”
“Di me?!” ripetè
Sora, alzandosi di nuovo e, stavolta, facendo cadere il brick senza
neanche
accorgersene.
Selphie tacque per
un istante, scostandosi un poco, poi inarcò un soppracciglio,
tranquilla.
“A te serve un
neurologo. Dico davvero.”
“Gwah!” riuscì solo
a dire lui, iniziando a saltellare per lo stress e tentando di
strapparsi i
capelli con le mani.
Perche, perché,
perché????!
Oh merda, che
casino…merda, che grande, grandissimo casino…
Un triangolo!
Era riuscito a
infilarsi in uno stressantissimo triangolo!
Aspetta un momento…forse era tutto uno
scherzo…uno di quelli che si fanno con le telecamere!
Magari era il
protagonista di uno di quei programmi che
ti rirpendono mentre credi di vivere la tua vita normale…forse era il
protagonista di una di quelle soap-opera che Naminè vedeva sempre il
Sabato
mattina…
Oppure un incubo…sì,
era sicuramente un incubo…gli sarebbe bastato ferirsi per svegliarsi…
Convintissimo della
sua teoria, si gettò un mucchiett di sabbia negli occhi, vittima di un
momento
di pura follia, ma l’unica conseguenza fu che cominciò a gridare e
orrere in
circolo chiedendo aiuto a tutti i clienti del club rimasti sulla
spiaggia, che
lo guardavano come se fosse un toro nell’arena.
In tutto questo,
Selphie era riuscita solo a spalancare la bocca, senza riuscire neanche
a
commentare.
…Riku aveva ragione,
accidenti.
Sora era davvero, davvero
un pazzo.
***
Era stato un
pomeriggio pieno di avvenimenti, e questa cosa doveva ammetterla.
Da quando si erano
baciati due giorni prima, Roxas non faceva altro che pensare ad Axel.
Più cercava di darsi
una spiegazione del suo atteggiamento impulisvo, e più sentivala voglia
di
pentirsene,
Ma il problema era
proprio questo.
Lui non era pentito.
Un po’ scioccato,
forse, e leggermente a disagio, e quasi spaventato da sé stesso.
Ma pentito no.
Gli ultimi due
giorni erano stati terribilmente tranquilli: lui e Axel si comportavano
in modo
quasi normale, davanti agli altri.
E bisticciavano di
continuo, più di quanto non avessero mai fatto in quasi tre mesi che si
conoscevano.
Ma quando la mattina
del giorno prima Axel si era fatto trovare davanti al suo bungalow e
l’aveva
baciato, sussurandogli ‘buongiorno, cagnolino…dormito bene nella
cuccia?’, lui
non era riuscito a fare altro che restare in silenzio, tentando di non
cedere
più dui tanto.
Ma ormai era
impossibile.
Perché adesso non
poteva più negarlo: Asxel gli piaceva.
Dio, Axel gli
piacvea da impazzire.
Gli piaceva quando
lo baciava senza chiedergli il permesso, gli piaceva sentire la sua
voce bassa
sussurrargli frasi vietate ai minori nell’orecchio, gli piaceva che lui
lo
guardasse spudoratamente e senza paura di essere scoperto.
Odiava ammetterlo,
ma era così,m non poteva farci niente.
“Roxas, per stasera
può bastare. Và a riposarti un po’, tra mezz’ora ceniamo.”
Roxas lasciò perdere
i pensieri nei quali si era buttato e i piatti che stava finendo di
sistemare
nella dispensa, poi mostrò a Xaldin un larghissimo sorriso colmo di
gratitudine.
“Grazie, boss!”
Fece appena in tempo
a levarsi la divisa e sentire Sora gridare da lontano “Ehy, Xaldy-chan,
perché
io non posso andare via?! Ce l’avete tutti con meeeee!” in modo
isterico che si
erea già fiondato fuori dalla sala.
Appoggiato al muro,
accanto alla prota di servizio, c’era Axel che, seduto a terra, si era
appena
accesso quella che doveva essere la cinquantunesima sigaretta del
pomeriggio.
Non del giorno.
Del pomeriggio.
Mio Dio, quanto
fumava.
Al posto dei polmoni
doveva avere due accendini.
“Sei uscito prima.”
Osservò Axel quando lo vide, aspirando e gettandogli il fumo sul viso.
Roxas rimase in
piedi e tossicchiò un poco.
Odiava il fumo.
“Xaldin mi ha dato
cinque minuti di anticipo. E buttalo dall’altra parte, sto schifo! Mi
fa venire
voglia di vomitare.” Si lamentò, sedendosi vicino a lui.
Axel sghignazzò un
poco, il viso illuminato dalla luce fioca delle stelle, poi ripetè il
dispetto
emettendo una piccola risata.
“Cazzo, Axel, basta!
Sei insopportabile quando fai così!” esclamò Roxas, agitando feenetico
le
braccia per cercare di allontanare le nuvolette.
“Ok ok, ho capito,
non ti arrabbiare.”
“Piuttosto…come mai
sei qui? Da quando vieni in anticipo, per la cena? Tu ci sei nato, in
ritardo.”
“Diciamo che avevo
una voglia matta di restare da solo con te.” Disse tranquillo, per poi
aspirare
un altro po’.
Roxas arrossì un
poco, accorgendosi solo allora che erano soli.
…ormai, la voglia di
resistere gli era passata.
Vide le labbra di
Axel chiudersi intorno alla sigaretta, e quando il fumo uscì dalla sua
bocca sentì
un’improvviso desiderio di provare.
“Senti…mi fai fare
un tiro?”
Axel, incredulo, si
ovltò verso di lui sopprimendo a stento una risata.
“…TU vorresti
provare a fumare?”
Roxas gonfiò un po’
le guanciotte, assumendo un’espressione simile a quella di un criceto,
e drizò
le spalle per sembrare più alto.
“Beh, che c’è?
Guarda che non ho mica due anni!”
”Ne hai quindici, sei solo un marmocchio. Ora stai a cuccia, e fammi
finire la
mia Chesterfield**in santa pace.”
“Sedici!” lo
corresse Roxas, che, per quella che forse era la prima volta in tutta
la sua
vita, stava assumendo lo stesso atteggiamento infantile di Sora.
Il fatto era che non
lo sopportava, a quel pedofilo, quando si comportava così!
Si credeva tanto grande e saggio solo perché aveva ventidue anni…tsk,
sai
quanto gliene importava.
Avrebbe potuto anche
averne cinquanta, di anni, ma lo sostanza della cosa non sarebbe
affatto
cambiata.
Axel lo guardò per
un secondo.
“Sicuro di voler
provare? Guarda che ti fa schifo, alla prima botta. E ti verrà da
tossire.
Sicuro a palla.”
“Fammi provare.”
Ripetè Roxas, piegando in giù il labbro inferiore.
Axel allora, senza
dire niente, gli mise la mano libera sulla testa e, chinandosi, lo
baciò.
Roxas percepì il
sapore diverso dal solito della sua bocca, e sentì la nausea salirgli
su per la
gola.
Ma non ci mise molto
a capire che aveva fatto la cazzata del mese, a dare un pretesto così
stupido
ad Axel per baciarlo.
Accidenti a lui e
alla sua stupida curiosità!
Non era mai stato curioso
in sedici anni di vita, e quandè
che lo era diventato?
Davanti a
quell’istrice!
Ormai era ufficiale:
stava diventando terribilmente cretino.
Non ai livelli di
Sora, ma comunque abbastanza da capire che la sua vita lentamente si
stava
tramutando in qualcosa di patetico.
Axel
continuava a giocare con la sua lingua,
senza badare alla sigaretta che, nell’altra mano, si stava spegnendo da
sola.
Roxas seguiva i suoi
movimenti, assaporando quell’odore nuovo e particolare sulle sue
labbra, e sentendo
il cuore aumentare il battito si sollevò sulle ginocchia, tendendo la
schiena.
Axel, ora, stava
leggermente più comodo, e lasciò una volta per tutte la cicca al suo
destino,
per circondare la vita piccola e stretta di quell’esserino così
adorabile.
Più scorrevano i
secondi, più Roxas partecipava, rendendosi conto che, per la prima
volta, nella
sua testa stavano facendosi sempre più vive immagini non proprio caste.
Si staccò tutto d’un
botto, rendendosi conto di quello che stava succedendo al suo corpo, e
Axel lo
guardò come se fosse impazzito.
“Tutto ok?” chiese,
tra lo scocciato e il premuroso.
Doveva avere una
buona scusa, diamine, per aver interrotto la pomiciata del secolo.
Roxas socchiuse gli
occhi azzurri, senza però muoversi di un millimetro.
“Sì, tutto ok…è solo
che stiamo facendo tardi per la cena..” si affrettò a dire, nascondendo
la
verità.
Cosa avrebbe dovuto
dirgli? Che si era allontanato perché, per un istante, aveva immaginato
di
farlo con lui?!
Era fuori
discussione, assolutamente!
Mica era come Riku,
che riusciva ad essere freddo in qualsiasi situazione.
Axel rimase in
silenzio per alcuni secondi.
Sembrava stesse sul
punto di sbottare a piangere o mettersi a ridere: difficile dirlo.
Roxas avrebbe voluto
dire qualcosa, ma riuscì solo a tornare come prima, seduto al suo
fianco, una
mano che gli reggeva la fronte.
Aveva in mente tante
di quelle domande che voleva porgli…ma non poteva certo chiedergli cose
come
“ma noi due stiamo insieme?” o roba simile.
Però non riusciva ad
andare avanti così…non poteva!
…Axel…
Chissà cosa pensava,
di lui…chissà cosa rappresentava, lui, nella sua vita…
Stavano insieme?
Si frequentavano?
Erano colleghi,
amici, compagni di scopate, insomma, COSA DIAMINE ERANO?!
“…senti, Axel…”
provò a dire, ma il resto della frase sembrava bloccato nei meandri
della sua
gola come se lo trattensse un enorme tappo.
Axel si alzò
dall’erba, pulendosi distrattamente le macchie rimaste sui jeans, e
guardò
l’ora sul display del cellulare.
Sembrava non essersi
neanche minimamente accorot che il suo cucciolo preferito stava
praticamente
collassando sotto i suoi occhi.
Capendolo, Roxas non
sapeva se esserne grato o sentirsi incazzato.
Insomma…che dimaine
di considerazione aveva, per lui?!
“Ehy, sto cercando
di parlarti!! Potresti almeno guardarmi negli occhi!”
Axel si mise a
ridere, senza distogliere lo sguardo dal cellulare.
“Non credo che ti
riusciresti a parlare, se ti guardassi. Non pensi che ti sentiresti
ancora più
nervoso? Dimmi quello che devi dirmi, così poi andiamo a cena.”
Roxas fece un balzo,
stavolta sentendosi infuriato davvero, e senza pensarci due volte gli
puntò il
dito contro, tremando di rabbia.
“VEDI?! E’ questo
lato di te che non sopporto! Te prendi sempre tutto sotto gamba, vivi
come se
tutto fosse scontato, nella vita!! Crerdi di avere sempre e comunque
ragione,
in qualsiasi occasione…”
“E allora perché ti
sei messo con me, scusa?!” sbottò all’improvviso Axel, e finalmente
Roxas
riuscì a zittirsi.
…un momento…
…cosa voleva dire
quella frase?
Axel si mise una
mano sulla bocca, come se si fosse appena pentito di aver buttao lì per
lì
parole tanto azzardate, ma ormai non poteva più tornare indietro.
Roxas, immobile, lo
osservava con gli occhi spalancati, e quando Axel lo vide non potè fare
a meno
di chinarsi e baciarlo.
Sentì Roxas opporre
una resistenza tanto minima da sembrare patetica, giusto per fingere di
non
volerlo e poi, lentamente, lasciarsi andare.
Il profumo del più
piccolo gli invase la bocca, dandogli completamente alla testa.
…accidenti.
Davvero non riuscva
a trovarlo, un difetto, in Roxas.
Eppure, doveva
esserci.
Voglio dire…aveva
sempre creduto che la perfezione non esistesse.
…forse, però, aveva
ragione Zexyon, quel giorno quando avevano appena finito di vedere quel
film
super romantico sotto Natale dell’anno
prima.
Forse, la perfezione
era davvero…solo una questione di punti di vista.
***
Naminè tirò su con
il naso, sentendo l’aria gerlide soffiarle lieve sul collo nudo.
Il giorno dopo si
sarebbe alzata con un cazzo di mal di gola, e soiciramente la voce
sarebbe
sembrata quella di un trans.
Ma in quel momento
le sembrava la cosa più stupida a cui pensare.
Nascosta dietro
quell’albero, di fronte all’ingress secondario, continuava a studiare
in
silenzio Axel e Roxas baciarsi, toccarsi, sfiorarsi senza il minimo
rumore.
Una leggera folata
di vento le scostò di un poco la frangetta, oscurandole la vista
all’occhio
destro, ma poteva ancora vederle, le sagome di quei due.
Persi nel loro
piccolo mondo di gioia e finto pudore.
Pensò per un attimo,
con insolita cattiveria, a quanto entrambi erano bugiardi: così
desiderosi di
continuare, di andare oltre a semplice bacio, eppure, allo stesso
tempo,
attenti a non mostrare all’altro segni di cedimento.
Si voltò verso la
luna, poggiando la schiena lasciata nuda dal vestito sul tronco, e,
cedendo
sulle ginocchia, mise il volto lievemente truccato tra le mani.
…non ne era neanche
valsa la pena.
Aveva rinunciato a
lui, e per cosa?
…per dargli un
amorwe finto, un amore ingannevole.
Un amore che lo
avrebbe fatto soffrire.
Per lui, aveva fatto
di tutto.
Aveva mentito ai
suoi genitori, aglòi altri loro amici, a sé stessa.
….si era macchiata
di colpe che, se non fosse stato per lui, non avrebbe mai commesso.
Si era finta un
angelo, quando dentro in realtà il male le si insidiava in ogni vena, in ogni cellula, in ogni stramaledetto vaso
sanguigno.
E ora, più che mai,
se ne rendeva conto.
La gelosia poteva
rendere terribile anche la persona più dolce del mondo.
Era come un veleno,
una puzza che raggiungeva ogni minima parte del suo cuore, per poi
invaderlo,
bloccarglielo, quasi sembrasse stesse per uscirgli dal petto.
…ma non era ancora
finita.
Avrebbe lottato.
Perché aveva lottato
troppo, troppo, per vederlo felice.
Se non poteva essere
suo, sarebbe stato di qualcuno che davvero meritava il suo sorriso, i
suopi
occhi azzurri, i suoi capelli spettinati ad arte dal gel del negozio
sotto
casa.
“Axel…non te lo
cederò tanto facilmente.”
***
…non sapeva più cosa
fare.
Sora guardava le
onde illuminate dalla luna infrangersi a riva, sfiorandogli le punta
delle dite
dei piedi, e provò il forte desiderio di sparire.
Non di morire.
Sparire.
Schioccare le dita e
svanire nel nulla, senza lasciare alcuna traccia di sé, come quelle
stupide
majokko*** che stavano sui manga di Kairi.
Sentì il cellulare
vibrargli in tasca, e sveltò lo tirò fuori prima i perdere la
telefonata, cosa
del quale non si sarebbe stupito, dato che acadeva tutte le sante volte.
“Pronto?!” rispose,
palesemente scocciato, e quando sentì la voce dell’interlocutore maledì
sé
stesso e il suo brutto vizio di non guardare mai il nome di chi
chiamava sul
display.
“Ehy, perché ti
rode? Stavi al cesso?”
Si sbattè una mano
sulla fronte.
Che delicatezza.
“Riku, sei proprio
un aspirante principe.”
“Modestia a parte,
so di avere un vocabolario molto ricco.”
“Certo, se per te
‘cesso’ è una parola elegante, non voglio neancxhe immaginare quale sia
la tua
definizione di ‘parola volgare’.”
Udì Riku sbuffare
dall’altra parte della cornetta.
“Lasciamo perdere.
Senti, qui c’è Axel che rompe altamente le palle perché stiamo giocando
al
gioco del re**** e tu non ci sei. Sbrigati a venire che non lo soporto
più.”
A Sora si
illuminarono gli occhi di colpo, e in un attimo dimenticò tutti i suoi
crucci.
Lui adorava quel
gioco!
“Ok, arrivo!”
esclamò entusiasta, e senza perdere altro tempo infilò le cxiabatte e
abbandonò
la spiaggia, facendola tornare deserta.
Iniziò a corrrere,
superando la zona della piscina e l’anfiteatro, da dove il suono dei
balli di
gruppi si espandeva fino alla fine diei campi sportivi, ma la sua
personalissima
e discutibile maratona privata non durò molto, visto che colpì in pieno
la
schiena di qualcuno.
Sora cadde di sedere
come un perfetto deficiente, e davanti agli occhi si ritrovò un Demyx
quasi
divertito.
“Senti, Socchan, so
di assomigliare a un palo della luce, ma…”
“Scusascusascusascusa!
Non ti avevo proprio visto!!” si affrettò a dire, massaggiandosi le
natiche e aggrappandosi
alla maglietta dell’amico per alzarsi.
Demyx gli mostrò un
sorriso tanto largo da fare quasi paura, mostrado i denti perfettamente
bianchi
che masticavano una gomma.
“Tranquillo, mi hai
solo diviso la schiena in due. La prossima volta, se vuoi iccidermi,
vieni
armato di spranga! Oppure una mazza da baseball…mia nonna una volta
l’ha usata
per cacciare un ladro di casa!”
Sora ringraziò
mentalmente Dio per quella stupenda figura di merda, dopodichè pose le
mani
come se stesse pregando.
“Mi dispiace! Ti ho
colpito proprio dove sei caduto ieri! Ti ho fatto tanto male?”
“Eeeeh…stavo meglio
prima” buttò lì Demyx, al quale sembrava che un SanBernando lo stesse
morsicando proprio sul livido.
“Sai, i rischi sono
sempre tanti, quando si fa surf…”
“Mi dispiace così
tanto! Che posso fare?!” Sora cominciò ad agitarsi, dimentico degli
altri che
lo stavano aspettando, troppo preso dai sensi di colpa, e frenetico
cominciò a
guardarsi intorno.
Demyx smise di
sorridere di botto, e Sora non fec nemmeneo in tempo ad accorgersene
che sentì
qualcosa prenderlo per il mento…
***
Aaaaah, quella
stupida scimmia!
Non riusciva neanche
a tornare al ristorante da solo!
Cosa gli serviva, la baby-sitter ventiquattr’ore su ventiquattro?
Con quello scemo,
non ne sarebbero bastate quindici, di Mary Poppins.
Riku lanciò un
calcio a un sasso che gli ostacolava il passaggio, e avvicinandosi ai
pressi
dell’anfiteatro sentiva la musica dei lenti dell’animazione sempre più
forte.
….lui odiava i
lenti.
Era uno di quei tipi
che, come dire, non erta proprio il re della pista da ballo, ecco.
In realtà, non ne
era assolutamente capace.
Insomma, come fai a
muoveerti con la stessa agilità di una barretta di kit-kat davanti a cento persone e definirti un figo (cosa che
Wakka ostentava a fare, e ogni volta che succedeva, in discoteca, lui,
Sora e
gli altri cercavano di scappare, fingendo di non conoscerlo)?
A direil vero, il
suo odio verso il ballo era fortemente causato da una brutta esperienza
avuta
da piccolo.
Non ci teneva a
ricordarla, comunque: vi dico solo che tale incidente era collegato ad
una
rampa di scale, dell’acqua per terra e un paio di scarpe da tip-tap.
Comunque.
…ma insomma, dove
diavolo s’era cacciato, quella specie di cavalluccio marino amante dei
Pokèmon?
“Sora, dove sei?! Ti
avverto, se non esci subito fuori ti do un pugno la dove non batte il
so…”
Riku non finì la
frase e si fermò di colpo, spalancando gli occhi come mai in vita sua.
Davanti a lui,
accanto alla rete del campo da tennis, c’era Sora.
E, sopra di lui, che
gli teneva fermo il mento, Demyx.
Che aveva le labbra
premute sulle sue.
Le stesse labbra che
nessuno, apparte lui, aveva mai toccato.
Note dell’autrice:
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!!
BANZAIIII! Lo so, lo so, alcuni di voi mi credevano morta XD A dire il
vero, a
essere defunto era il mio pc…fortunatamente, come avrete visto, ora
l’ho
aggiustato! Yeah!
Allora…Demyx ha
baciato Sora! O___O Oh my god!! Aspettate…mi sembra di sentire qualcuno
che
ringhia XD! Tana per Riku! Ahahahah!
E Axel e
Roxas…uaaah, cominciano a fare gli sporcaccioni! ^////^ Tanto se io non
vado a
parare lì non sono contenta….ma non so ancora se riusciranno a
combinare
qualcosa XD! Insomma, sono ancora ingenua, io *w*
Ok, passiamo alle
note ^^
*Genma= avete
presente Ranma? Ecco, vi ricordate che il padre di lui si trasformava
in un
panda, a contatto con l’acqua fredda? Sora ha un asciugamano con lui
disegnato
sopra…lo voglio anche iooo! Chissà dove l’ha comprato Kairi??
** Chesterfiled= una
marca di sigarette! A dire il vero, inizialmente Axel doveva fumare
Malboro, ma
poi mi sono detta che forse erano una marca troppo banale…allora ho
scelto
queste, che sono quelle che fuma il mio migliore amico! Mi raccomando,
ragazzi,
non dovete seguire l’esempio di questo scemo! Non si fuma, chiaro?!
***majokko= termine
che si riferisce alle protagoniste dei manga che si trasformano in
maghette o
ragazze più grandi…tipici esempi di
majokko sono: Doremì, Creamy, Magica Emi…
E ora si risponde
alle recensioni! Yatta! (ormai sta frase è sempre la staessa…la
banalità regna
sovrana XD)
SoRifan:
davvero sono una delle tue autrici preferite? Grazie infinite! Come al
solito,
sapere che il mio modo di scrivere mi piace mi rende davvero felice…e
pensare
che io ho sempre la sensazione che potrei fare meglio….spero che col
tempo
riuscirò a migliorare sempre di più! A proposito di Riku….come vedi,
ancora non
si è dichiarato XD vabbè, lo sai com’è fatto…è così
orgoglioso…però…chissà,
forse ora che ha visto Demyx e Sora baciarsi si darà una svegliata..
CrAzYtEn: la
tua recensione è davvero bellissima! Sei stata deliziosa! ...certo,
non mi sarei mai permessa di paragonarmi a Dante o a Manzoni…io scrivo
perché mi
piace, perché mi diverto, perché sento il bisogno di scappare via da
questa
realtà tanto stressa e buttarmi, di tanto in tanto, in un mondo di
sogni e
fantasticherie. Sarà una cosa da bambini, ma a volte è l’unico modo che
ho per
non pensare ai problemi. E sapere che voi vi sostenete e che, a mia
volta, io
sostengo te e altri mi fa sentire a un palmo da terra. Grazie davvero.
KairiChanRules: accidenti, incredibile quante persone mi dicano “tu mi hai
convertita all’Akuroku”!
Devo avere una specie di potere ipnotizzante XD Sarà che questa coppia
mi piace
infinitamente…perché il loro rapporto è delicato ma, al contempo,
solido e
sicuro…grazieeeee per i complimenti e per la passione con cui mi leggi!
Te ne
sono grata ^^
kiaaxel18:
come vedi, impiego parecchio ad aggiornare…spero mi perdonerai! E spero
anche che il capitolo ti sia piaciuto! Eheh,
siete tutte super in fermento riguardo a Riku….però, se lui non
si dà
una mossa, mi sa che Sora cadrà nelle braccia di qualcun altro….*tutti
guardano
Demyx*
Nancy92: già
già, Roxy direi che ormai ce lo siamo bello che giocato xD mi sembra
abbastanza comodo, tra le braccia di Axel…anzi, comincia anhe a fare lo
sporcaccione XD Spero che ti sia
piaciuto anche questo capitolo
Il_Trio_Infernale: felicissima che la scena tra Axy e Roku ti sia
piaciuta! Quando scrivo di loro tengo
molto a dare la giusta impressione…grazie infinite per aver aggiunto la
storia
tra i preferiti ^^
sakura182blast: oddio, una decina di volte?! Ma come fai XD? Beata te, io
riesco a
rileggerli sì e no due, soprattutto se si tratta di miei lavori vecchi,
che
sono obrobriosi (mi riferisco alle prime one-shot shonen-ai che ho
pubblicato…stanno
anche qui, ma non le rileggo quasi mai, anche se dovrei)….chebello,
vedo che il
bacio è piaciuto a tutte! Meno male! Grazie mille per i complimenti
psyduck64:
sapere che leggi la mia storia shone-ai anche se ti piace un raiting
diverso non può che farmi un enorme piacere! Riguardo agli sviluppi
Riku/Sora/Kairi…mi spiace, ma per il momento non mi sbottono…sappi solo
che,
dopo questa fiction, ci sarà anche il seguito ambientato in inverno,
quindi
quello che succederà alla fine di questa fanfiction non è detto che non
potrà
cambiare nel continuo…mi raccomando, continua a difendere i tuoi gusti!
E’
bello sapere che vai avanti con la lettura di questa storia, nonostante
il RiSo
non ti piaccia…grazie per i complimenti ^^
INFINE, UN ‘GRAZIE’
ENORME A TUTTI COLORO CHE RECENSISCONO, CHE MI LEGGONO, MI AGGIUNGONO
TRA I
PREFERITI O CHE COMUNQUE MI SEGUONO E MI SOSTENGONO!!
APPROFITTO DELL’OCCASIONE
PER AUGURARVI UN NATALE E UN CAPODANNO STUPENDI, A VOI E ALLE VOSTRE
FAMIGLIE!!
BUON NATALE E UN
GRANDIOSO INIZIO DI 2009!!
MagikaMemy