- A me stessa,
- alla mia insicurezza,
- alle notti passate in
paranoia,
- alla mia vita e ai
miei sacrifici.
- Alla mia scrittura,
per tutte le volte che c’è stata e ci sarà.
-
- # Prologo
- Gli disse che l’amore era un sentimento contro natura,
- che dannava due sconosciuti
- a una dipendenza meschina e insalubre,
- tanto
più effimera quanto più intensa.
- Gabriel
García Márquez
- Era
finita così.
- Per
miei pensieri ambigui, e per il senso che
sembravo voler dare ad ogni cosa.
- Per
la sua testardaggine, per il suo amor
proprio.
- Per
il suo maledetto, maledettissimo egoismo.
- -È troppo tardi per chiedere scusa. Troppo tardi Lorenzo.
- Nonostante
tutto, non potevo non ricordare.
Perché noi donne siamo così, ci riempiamo la testa di parole inutili
come
“nonostante tutto”, “per sempre”, “anche se”.
- Che
poi “nonostante tutto” e “anche se”
un’emerita cippa.
- Il
fatto è che dal Paleolitico ci ripropongono la
storia del sesso debole.
- E noi neghiamo
ovviamente – la chiave della vita è negare, anche davanti all’evidenza-
ma non
riusciamo mai a farlo bene. Mai. Perché? Perché ci sarà sempre una sola
piccolissima ma importantissima parte del nostro cervello che
continuerà in
maniera del tutto- o quasi- indipendente dal nostro volere a macinare
le parole
di qualcuno che in noi il segno l’ha lasciato.
- E in me l’aveva
lasciato di brutto, marchiato
a fuoco. E come in ogni cliché che si rispetti, ci ero
rimasta con la
pelle, e con il cuore, secca, arida come una pianta in mezzo al
deserto.
- Gli avevo regalato
l’anima. E mi era stata
tornata indietro, tutta stropicciata, puzzolente di naftalina, pronta
per
prendere fuoco.
- Sì, faceva male.
Scommetto più di quanto ne
facesse a lui.
- E così ritorniamo al
discorso del sesso debole…
Siamo così noi donne, ci facciamo impapocchiare dal primo che mostra
qualche
segno apparente di processi neurali vivi e pimpanti, diventiamo piccole
così, e
magari ci crediamo anche. Ma eccolo lì!
- Il problema di fondo
è essenzialmente questo:
crederci. Non lo si dovrebbe fare, non così spesso. O comunque, non con
le
persone sbagliate.
- Sarebbe sempre meglio
tenersi addosso la
corazza, così per sicurezza.
- Beh, io la mia
l’avevo gradualmente sepolta,
insieme all’ascia di guerra. Poi avevo levato lo scudo. L’avevo
lentamente
scostato da me, pronta a rischiare tutto.
- E col senno del poi
sarebbe davvero stato meglio
se quella corazza ammaccata e quello scudo arrugginito me li fossi
tenuti strettI,
pronta a parare i colpi.
- Ligabue docet: non è
il male né la botta, ma
purtroppo il livido.
- Non credo nelle
persone che pensano di poter
morire d’amore. Io per esempio, non ero morta. Semplicemente, avevo
smesso di
fidarmi. Avevo chiuso le mie porte, blindando il blocchetto delle
possibilità.
Negandole a chiunque, ma anche negandomele.
- Perché io avrei
continuato a cavalcare la mia
vita, ma la mia ferita non si sarebbe rimarginata. Mi sarei laureata,
avrei
incontrato nuove persone, avrei riso e pianto.
- Ma mai di gusto.
Semplicemente perché tutti non
sarebbero mai stati lui.
- E non ci sarei più
rimasta fregata, non sarei
mai più cascata nello sguardo di nessuno.
- -Ogni volta che ti
penso mi viene da vomitare Lorenzo. Per te, per me. Per
quello che eravamo e che non saremo mai più. E faresti bene ad odiarmi,
perché
ti schifo.
- -Ti amo.
- In realtà credo che
l’amore abbia innumerevoli
effetti collaterali che i film e i libri sembrano non accennare.
Altrimenti,
chi li guarderebbe? Illudiamoci signore! Ma ricordatevi di tenere
chiuse le
cinture di sicurezza!
- Beh l’ammore, sì,
l’ammore, se non è Amore, vi
taglia in tronco. Nausea, diarrea, gastrite, colite, emicranie.
- Insomma, notti
passate a rileggere conversazioni
su Whatsapp, a piangere guardando c’è posta per te, a magnare come se
non ci
fosse un domani.
- In realtà, proprio
perché sono una persona
cinica e razionale -cogliere l’ironia della frase- piango anche adesso.
- Non per lui. Per me.
Vorrei davvero non averlo
mai incontrato.
- È come se la mia vita
avesse perso il suo colore
originario, come se si fosse scolorita dopo averlo perso.
- Come dicevo prima, la
chiave della vita sarebbe
mentire davanti all’evidenza.
- Ma io non potrei mai
farlo davanti ad
un’evidenza talmente evidente.
- Sono passati due
anni, ma io non l’ho
dimenticato e, forse, se l’amore non è una barzelletta, lo amerò
sempre. Ma
l’amore ti toglie il fiato e quando scompare, a volte, più che vivere
sopravvivi.
- “L’amore è
irrazionale, più ami qualcuno, più
perdi il senso delle cose”
- Lo perdi sì, e non lo
recuperi più. Ragion per
cui mi prostro dinnanzi al sesso debole e mi elevo a rappresentante:
noi donne
ci cadiamo spesso e volentieri, e quando lo facciamo siamo delle pere
cotte.
- Celo malamente e
spesso con ironia il mio timore.
- Il timore lecito di
poterlo rivedere, di poterlo
toccare, sentire. Il timore di poterlo dimenticare.
- Celo male anche il
fatto che, nonostante sia
passato del tempo, ogni tanto mi arrabbio ancora con me stessa.
- Una certezza in
questi anni è rimasta immutata:
- non poter e non voler
dimenticare, perché se lo
facessi perderei il colore anche dentro di me.
- Io in fondo, a
quell’amore, e a Lorenzo, devo
tutto.
- E quindi, care donne,
stavolta allacciate bene
le cinture e preparate gli airbag…
- “Vuolsi così colà dove
si puote ciò che si vuole”.