Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Shi no hana    11/04/2015    2 recensioni
Camminava da ore in quella distesa bianca. Un bianco accecante.
"Mi sono perso".
Pensò, mentre cercava la strada di casa, ma niente. Il sentiero era svanito nel nulla e pure lui era cresciuto in quella terra ora divenuta ostile...
Un nuovo nemico da terre lontane. Un essere legato al freddo che renderà la vita della nuova regnante un inferno.
Apparirà anche il nostro caro Jack Frost e chissà cosa accadrà? ;)
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elsa, Jack, Frost, Nuovo, personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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3○
Lo spirito dispettoso del ghiaccio.






Faceva roteare il bastone nell'aria, mentre guardava i bambini correre nella neve.
Adorava guardarli, mentre si rincorrevano lanciandosi palle di neve.
Sorrise, mentre creava nel palmo della mano destra una palla di neve candida. Senza pensarci su, la lanciò verso un bambino, che in quel momento stava creando un bel pupazzo di neve.
Rise, mentre lo vedeva togliersi dalla faccia la neve e urlare contro un altro bambino.
"È un vero spasso!".
Disse Jack, mentre si piegava in due dal troppo ridere. Si riprese, alzò il bastone e chiamò a sé una brezza fredda che lo trasportò in alto. Si sentiva leggero. Socchiuse gli occhi e ispirò a pieno l'aria fredda e frizzante.
L'adorava sentirla vagare nei suoi polmoni.
Riaprì gli occhi e si lanciò verso una fontana, dove una donna stava lavando dei panni. Sorrise beffardo, mentre con la punta del bastone ghiacciò l'acqua. Corse via e si appollaiò sul tetto di una casa lì vicino.
La sentì urlare, mentre cercava invano di togliere un vestito mezzo immerso nello specchio ghiacciato.
Rise a crepapelle, rischiando di cadere di sotto facendosi del male, ma se questo fosse avvenuto lui non avrebbe sentito nulla.
Era uno spirito e questo lo aveva compreso da ormai due secoli. Era passato tanto tempo da quel giorno. Dal giorno in cui la Luna lo chiamò. Gli donò il potere del ghiaccio.
La notte era ormai calata e Jack osservava il suo lavoro da sopra un campanile. La Luna splendeva fiera nel cielo stellato invernale, facendo brillare la neve che lui aveva fatto cadere.
Era uno spettacolo meraviglioso. Sorrise soddisfatto, mentre poggiava la schiena sulla parete del campanile. Incrociò le braccia dietro la nuca. Un riposino ci voleva. Socchiuse gli occhi e d'un tratto ritornò all'episodio dell'estate scorsa.
Ripensò a lei. A quella strana ragazza dai poteri simili ai suoi. Storse il naso e riaprì gli occhi.
L'ammirava, ma al tempo stesso la detestava. Sì, perché lei la potevano vedere, invece lui no. Perché lei non era sola, come lui.
Lei aveva una famiglia e lui...era solo. Strinse gli occhi, digrignò i denti. Odiava sentirsi così. Si alzò e richiamò il vento. Doveva scacciar via il viso di quella fanciulla dalla mente, mentre la vedeva ballare nel maestoso palazzo di ghiaccio.
L'aveva guardata rapito. Voleva parlarle, lei non poteva vederlo. Sentirlo. Provò pena, mentre la vedeva sospirare la sua solitudine.
"Anche lei è sola come me".
Si disse, mentre la guardava. Ma quando la vide abbracciare sua sorella e piangere per lei, provò invidia.
"Lei non è come me ".
Disse furioso, mentre volava via. Via dal regno di Arendelle. Da quella regnante.
Il vento scompigliava i capelli albini e scuoteva la sua mantella di panno marrone, piena di chiazze di ghiaccio.
Detestava essere nervoso, doveva calmarsi. Si lanciò in direzione di una serra, entrò dentro e ghiacciò tutte le piantine. Si sentiva bene far dispetti. Alleggeriva il suo animo tormentato.
Sorrise e volò in alto fin sopra le nubi.
"La libertà è una gran cosa. Lei non sarà mai come me".
Pensò, mentre guardava la Luna in quel cielo maestoso. Riscese giù più leggero. Si era calmato.
Volò per un po' trasportato dal vento, quando decise di tornare da lei.
Sì, la detestava ma non poteva far a meno di andare da lei. Ogni volta si diceva.
"Jack, lei non è come te. La detesti, allora perché vai da lei?".
Ogni volta si rispondeva.
"Beh, sono curioso di vedere se sa utilizzare bene i suoi poteri, senza creare inverni perenni".
Era la curiosità a farlo volare da Elsa ogni volta. Sorrise e disse al vento.
"Vento portami ad Arendelle! ".
Volò verso i fiordi dove, il sole era appena calato. La neve cadeva, ma non era opera sua. Sorrise beffardo.
"La reginetta si dà da fare! Non c'è che dire".
Ma d'un tratto il vento lo respinse indietro. Chiuse gli occhi, era troppo forte. Un vento freddo e crudele. Un odio arcano.
Strinse il bastone, mentre osservava quella bufera anomala che avvolgeva Arendelle.
"Che diavolo accade!".
Disse, ma d'un tratto la bufera cessò lasciando il posto alla Luna.
"Che diavolo combina quella mocciosetta di una regnante!".
Disse in preda alla rabbia. Era convinto che la causa era lei. Elsa.
Volò verso il castello, si diresse verso la finestra del suo studio che conosceva bene. Di fatti la vedeva spesso lì, in quella grande stanza a leggere a scrivere. Sospirava ogni volta deluso. Voleva vederla creare qualcosa con il ghiaccio, ma ogni volta la vedeva al lavoro.
Ogni volta se ne andava stizzito.
"Un altro punto a tuo sfavore mocciosetta di ghiaccio!".
E ogni volta si diceva di detestarla, di non andare da lei e invece niente. La curiositàera troppo forte. Ma stavolta era diverso. Era furioso.
Si avvicinò alla finestra e guardò dentro e ciò che vide lo lasciò stranito. Elsa era seduta a terra accanto al divanetto, dove dormiva beatamente sua sorella. Fin qui nulla di strano, ma gli occhi spauriti di Elsa lo facero preoccupare, come anche la chiazza di ghiaccio si stava formando sotto di sé.
"Se non si ferma, congelerà sua sorella".
Stava per aprire la finestra, quando vide che il ghiaccio pian piano spariva. Si stava colmando, anche se vedeva sul suo viso lo sforzo. Sospirò tranquillizzato.
"Meno male ce l'ha fatta".
Però molti dubbi lo assalirono. Perché Elsa era lì a terra? Perché quella tormenta di neve spettrale?
Voltò il capo e guardò la Luna. Voleva risposte e le desiderava subito.
Un raggio argentato indicò la montagna del nord. Non se lo fece ripetere due volte e volò verso di essa.
"Una volta ogni tanto ti degni di rispondermi. Cosa davvero rara".
Disse sorridendo, mentre volava sulla montagna.
Si librava sulle distese di neve, quando qualcosa catturò la sua attenzione. Planò piano e si diresse verso qualcosa che luccicava sotto i raggi della Luna.
Si avvicinò e sgranò gli occhi. Riverso nella neve vi era un uomo completamente congelato, ma ciò che lo fece rabbrividire era il viso contorto dal terrore. Che cosa l'aveva ucciso? Che cosa aveva visto prima di morire congelato?
Si abbassò e allungò una mano verso quel viso, quando una risata spettrale lo fece trasalire.
Si rialzò subito e pose il bastone in difesa. Chi fosse, lui sarebbe difeso.
Rimase in guardia, spaziando con lo sguardo in cerca del presunto nemico, quando qualcosa catturò la sua attenzione.
Una donna vestita di biancocon lunghissimi capelli neri che toccavano il suolo, la pelle era candida e brillava sotto la Luna. Era su una collinetta e lo guardava divertita.
"Chi sei? Tu puoi vedermi?"
Lei non rispose, continuò a ridere. Jack balzò verso di lei, doveva scoprire chi fosse. Doveva capire come riusciva a vederlo.
Era vicinissimo. Poteva vedere il bel viso. Le sue labbra rosee aperte in un sorriso maligno. Jack assottigliò lo sguardo. Quella donna non le piaceva. Si avvicinò ancora di più, ma lei alzò la mano destra e con un gesto chiamò il vento e neve che lo scaraventò lontano.
"Insulso spettro come osi avvicinarti a me! Non sei degno di scontrarti con me!"
Gli urlò. Jack chiuse gli occhibe cadde nella neve. Rotolò per parecchi metri. Era la prima volta che il vento lo aveva respinto. Scaraventato a terra.
Si rialzò, sputò un po' di neve e furioso alzò il viso verso quella donna.
"Dannata!". Ringhiò.
La guardò con odio, ma lei in un vortice di neve scomparve lasciandolo solo con l'amaro in bocca.
Anche quella donna aveva il dono del vento e neve, ma era diverso, era crudele.
Scosse il capo facendo cadere la neve dai suoi capelli d'argento. Voltò il capo e vide in lontananza il povero uomo morto. La causa era quella donna e non Elsa, si sentì un po' sollevato, ma curiosità di sapere era troppa.
Chi era quella donna che lo aveva umiliato?
Richiamò il vento e si diresse verso il paese, ma diede un'ultima occhiata a quel corpo.
"Mi dispiace non posso più aiutarti".
E veloce scomparve nell'oscurità della notte...





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Eccomi, sono felice che la mia storia vipiaccia. Mi sono divertita a descrivere il carattere di Jack, anche se qui è vestito com'era all'inizio della sua nascita. Mantella di panno marrone, camiciola di lino e gilet anch'esso di panno marrone. Il pantalone è marrone lungo fino alla caviglia, ed è privo di calzatura.
Spero di non essere caduta nell'OOC. Anche se so Jack è uno spiritello dispettoso ma buono. Beh, che dire? Mi sono divertita tanto a descriverlo in questo capitolo. Un bacio e al prossimo capitolo.
Au revoir mon cher ♥

   
 
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