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Autore: Deliquium    13/04/2015    2 recensioni
Una manciata di storie. Fugaci occhiate alle vite di alcuni Specters. Tra presente e passato. L'addio all'umanità. I ricordi. Le cose che non faresti mai. E un solo Dio.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Garuda Aiacos, Harpy Valentine, Wyvern Rhadamanthys
Note: AU, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Sincretismo'
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Save Our Souls


[ Colui che serve ... tutti! ]


Lui era Marchino.
Il grande, possente, insostituibile... e basta.
Marchino ne aveva le palle piene.
D'accordo, non era bello come il Re Garuda e non era potente come Lord Radamánthys, ma faceva anche lui parte dell'invicibile armata - per gli inferi! - e come lo trattavano?

Marchino, occupati del Tribunale.
Marchino, porta questo al Giudice Radamánthys
Marchino fa questo, Marchino fa quello.


Adesso chi lo spiegava a quell'invasato del Barlog che aveva dovuto lasciare il Tribunale e venire a  Hohenschwangau su richiesta della somma Pandora?
Marchinò gettò lo spazzolone a terra, si chinò, afferrò lo straccio bagnato e lo lanciò, centrando in pieno una riproduzione del Venerabile Hades.
«Perdono, Vostra Grandiosità. Perdonate il vostro umile servo.» bofonchiò mentre abbracciava la statua del dio all'altezza delle gambe.
«Marchino, cosa stai facendo?»
Marchino, colto di sorpresa, si staccò di scatto dalla statua di Hades, rischiando di farla cadere.
«Vostra Magnificienza Rune, siete già tornato?»
Lo Specter di Balrog inarcò un sopracciglio e trasse un profondo respiro.
Marchino non voleva sbagliarsi, ma trovava che il nobile Rune fosse turbato.
«È andato tutto bene con Licaone?» s'arrischiò a domandare.
«Aaah.» gridò Rune, facendolo quasi stramazzare al suolo. «Non pronunciar il suo nome. Quella vergogna. Vedrai, Marchino – vedrai! -  il nobile Minosse saprà raddrizzarlo.»
Marchino non aveva capito di che cosa stesse parlando Sua Eccellenza Rune, ma dallo sguardo che aveva intuiva che Licaone non se la stesse passando bene.
«A proposito, Marchino, che ci fai qui? Non ti avevo forse detto di occuparti del Tribunale in mia assenza?»
Marchino arretrò, spaventato dagli occhi incendiari con i quali lo Specter di Balrog lo stava guardando.
«Ecco, dunque... vedete... io»
«Smettila di tergiversare, Marchino. Tu non dovresti essere qui.»
«Sì, lo so. Avete ragione, ma Sua Grazia, l'eccellentissima Pandora, ha richiesto la mia presenza al castello.»
«La tua presenza al castello?»
Rune assottigliò gli occhi.
Marchino, che nel frattempo aveva inconsciamente raccolto lo spazzolone, si affrettò a gettarlo.
«Ecco, vedete... »
«Marchino, cosa ci fai ancora qui?»
Marchino mise accidentalmente il piede sullo spazzolone, e cadde a terra, sbattendo violentemente la faccia sul pavimento.
«Divina Pandora,» mugugnò, sforzandosi di non pensare al male cane che sentiva al naso. Me lo sono rotto. Me lo sarò rotto sicuramente. «Ecco...»
La voce di Rune si sovrappose alla sua.
«Mia Signora, sono qui per farvi rapporto.»
Marchino si alzò in piedi, tenendo la testa bassa, e affiancò Sua Magnificienza Rune, piegando un ginocchio a terra. Senza sollevare il capo, arrischiò un'occhiata alla sua destra.
Il profilo del Balrog sembrava imperturbabile, ma c'era qualcos'altro.
Che Cerbero sarà accaduto con Licaone?
«Bene, Rune.»
Marchino tornò a rivolgere la sua attenzione alla divina Pandora. La Sacerdotessa alzò il mento e guardò oltre le loro spalle. «Non vedo Minosse. Mi auguro che tu non sia qui per dirmi che ci sono problemi»
«No, assolutamente, mia Signora.»
A Marchino sembrò che Rune avesse risposto con eccessiva fretta.
«Forse qualcuno» disse a bassa voce e prima che la somma Pandora potesse intervenire, poi aggiunse con un tono più alto: «Niente che il sommo Minosse non possa risolvere.»
«Bene.»
La divina Pandora si guardò attorno.
«Sei ancora qui, Marchino?»
«Ecco... sì...»
Marchino guardò prima l'uno e poi l'altra. Se solo avesse saputo dove andare!
Pandora a braccia incrociate batté il piede, spostando alternativamente lo sguardo dallo spazzolone a Marchino. Senza proferire parola gli fece un cenno secco col capo, inarcando lievemente le sottili sopracciglia.
«Mi auguro che la Prigione sia in ordine.» lo fermò Rune di Balrog poco prima che uscisse dalla stanza.
Era uno schiocco quello che aveva sentito?
Marchino incassò la testa nelle spalle.
«S-sì, Vostra Eccellenza.»
Si passò una mano sulla fronte madida di sudore.
«Quindi, Marchino, troverò tutto come l'ho lasciato, perché tu non hai assolutamente trascurato i tuoi doveri.»
Marchino, umile Skeleton dell'invincibile armata del sommo Hades, opponeva quale difesa della sua misera persona uno spazzolone. C'era chi aveva la frusta, chi la spada, chi una clava e chi doveva accontentarsi di una scopa.
Guardando prima l'uno e poi l'altra, Marchino si rese conto che quei due erano convinti che lui avesse il dono dell'ubiquità e, pensando questo, constatò per l'ennesima volta che la sua era proprio una vita di merda.



Note dell'Autrice - So che Marchino non è così in alto nella gerarchia da essere uno Specter, ma lui mi fa la differenza in una storia. L'espressione "Invicibile Armata" chiaramente appartiene ai libri di storia... Molto armada e poco invencible, per la verità.
Nella serie, Rune uccide Marchino perché troppo rumoroso... ma poverino!!!! Ci sono rimasta male.

   
 
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