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Autore: winnie343    13/04/2015    2 recensioni
Il ritorno alla NYADA segna per Rachel un nuovo inizio, l'ennesimo. Il ritorno a New York le porta l'incontro con l'amore: un nuovo vecchio amore. Impegnata a fronteggiare, nuovamente, la sua insegnante di danza Cassandra e il suo assistente Brody (nonché suo ex), Rachel dovrà vedersela con i suoi sentimenti per Jesse e con il ricordo ingombrante di Finn. Goodbye Finn, Hello Jesse.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brody Weston, Cassandra July, Jessie St. James, Kurt Hummel, Rachel Berry | Coppie: Jessie/Rachel
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo II

Nick e Nora



Prima che iniziate a leggere il capitolo una precisazione. Al suo interno c’è un riferimento alla Serie Tv The Good Wife e ad un evento che accade durante la quinta stagione. Non so in Italia a che punto è la programmazione e visto che non voglio rovinare la festa (per modo di dire) a nessuno lascio un avviso a non leggere se non volete scoprire qualcosa di cui magari vi pentirete.




E’ un incubo. Come quelli che si vivono dopo aver visto un film horror. Si. Un incubo.

Rachel ne aveva visti tanti di film horror. Suo padre, uno dei due, ne era un grande appassionato e benchè lei fosse troppo giovane per vederli, nessuno si curò mai di impedirglielo. Esperienze per nuovi ruoli teatrali. Ecco la motivazione con la quale Hiram la portava al cinema.

Quanti incubi. Oggi ne sto vivendo un altro. Troppi film horror, papi.

  • Allora Schwimmer!! Questo anno sabbatico ti ha appesantito le gambe oltre che il fondo schiena??

Lei, sempre lei. Cassandra July. Il suo incubo alla NYADA. Era convinta che dopo la festa in suo onore per il ruolo di Funny Girl tutto fosse sistemato, ma si sbagliava. Una settimana di NYADA e le sue gambe erano ormai tronchi di legno. Ma non l’avevano cacciata? Non potevano cacciarla? E invece era sempre lì ad urlarle la sua mediocrità.

Kurt la guardava, impotente, preoccupato, anche un po’ schifato. Anche lui, forse, si stava convincendo di quanto Rachel non fosse capace di ballare?

Quanto posso resistere prima di crollare al suolo?

  • Se ti fermi Schwimmer giuro che ti boccerò seduta stante. Balla! Balla! Balla! Hai bisogno di ballare per recuperare tutto il tempo perduto.

Rachel ballava da più di un’ora. Solo lei ballava costantemente. Gli altri si riposavano, ballavano e si riposavano. Lei ballava e basta. Mai una pausa, ma uno stop. Così da una settimana.

Quanto posso resistere prima di morire?

  • L’ho sempre sostenuto! Tu sei negata per il ballo! NEGATA!!!

Posso morire ballando?

  • Stop! Basta! Per l’amor del cielo Schwimmer! Smettila di mostrare a tutti questo spettacolo pietoso. La lezione è finita.

Tutti i suoi compagni uscirono silenziosi dall’aula, mentre lei si accasciò, neanche tanto elegantemente, al pavimento. Kurt cercò di soccorrerla, ma Cassandra fu più veloce a raggiungerla. Non per aiutarla. Certo. No.

  • Allora, Berry, pentita di essere tornata?

No. Muovi la testa Rachel. No.

  • Arriverà il giorno che te ne pentirai. E sarò io a farlo arrivare.

  • Perché?

La voce di Rachel era un sussurro. Troppo stanca per aggiungere altro. Se avesse potuto ne avrebbe avute tante di cose da dire, ma non aveva abbastanza fiato e allora chiese solo:

  • Perché?

  • Perché avevi un’occasione e l’hai buttata via.

  • Ho sbagliato e sono qui per rimediare.

  • Non è lecito rimediare a Broadway. Non è etico e non è morale. Io sono qui per fartelo capire. Se sbagli una volta, Berry, sbagli per sempre. Nessuna seconda chance. Nessuna occasione.

  • Madame Tibidaux me l’ha data.

  • Sarò io a rimediare.

Cassandra si alzò, facendola cadere a terra e mentre Kurt corse a soccorrerla, con noncuranza le diede il colpo di grazia, anche se Rachel ancora non lo sapeva.

  • Oggi pomeriggio comincerai le tue lezioni di sostegno. Vengono date a tutti quegli studenti che sono carenti in qualcosa. Tu sei carente nel ballo, ma dubito che un miracolo possa accadere. Però questo è ciò che vuole la scuola. Offrire una possibilità.

Lezioni di sostegno? Altro ballo, altro inferno.

Kurt la aiutò ad alzarsi e le fece compagnia fino al pomeriggio. Avrebbe dovuto frequentare altri corsi, ma un amico non abbandona mai la nave quando sta affondando. Rachel rimase taciturna per tutto il tempo. Non disse nulla, neanche grazie. Era troppo presa da se e dai suoi problemi per curarsi delle rinunce del suo amico. Continuava a domandarsi se quell’inferno sarebbe finito. Cassandra era spietata e crudele, eppure una volta era stata gentile.

Una svista.

Continuava a domandarsi se il fatto di aver rinunciato a Funny Girl potesse essere considerato un crimine contro l’umanità, senza possibilità di perdono.

Sia clemente, vostro onore.

Rachel aveva visto troppi Legal Drama. Si immaginò difesa da Alicia Florrick, la good wife tutta di un pezzo, spietata, ma con eleganza. Anche se avrebbe preferito avere al suo fianco Will Gardner, spietato ed elegante anche lui, ma molto più sexy.

Ma Will è morto. Anche Finn.

L’ennesima lacrima solitaria solcò il suo viso e Kurt, fraintendendo, cercò di consolarla. Rachel preferì non dire nulla piuttosto che mentire o dire la verità.

A volte piango per Finn. Per la sua assenza.

Quando arrivò l’ora delle ripetizioni, Rachel abbracciò Kurt come se stesse andando al patibolo e quello fosse l’ultimo saluto.

Regina del dramma.

Kurt ricambiò, ormai abituato e assuefatto ai suoi drammi.

Rachel entrò e il mondo le crollò addosso.

Brody no. Tutti, ma non lui. Non posso sopportare anche questo.

  • Ciao Rachel.

Quel sorriso che l’aveva fatta innamorare, ora la infastidì. Perché Brody era lì e perché incrociava ancora una volta la sua strada?

  • Perché sei qui? Tu non sei più uno studente.

  • Sono il tuo insegnante di sostegno.

  • Come è possibile?

  • Sono l’assistente di Cassandra

  • E la tua carriera a Broadway?

  • In continua ascesa. Ma non ci si vivi solo con quella.

  • Mi sembra che già prima avessi trovato un altro modo di sostentarti.

  • Ho smesso. Per te.

Rachel fuggì via.

Tutto posso sopportare, ma non lui. Non le sue ipocrisie.

Ma dovette farlo. Nei giorni successivi fu obbligata a tornare sui suoi passi. Niente ripetizioni, niente possibilità di non essere bocciata, niente NYADA. Su quello Cassandra fu molto chiara e la Tibidaux fu irremovibile. Suo il progetto di sostegno, suo il rifiuto di fare eccezioni.

Tutti, ma non Brody.

Provò a chiedere di cambiare insegnante, ma anche quello le fu negato. Se avesse raccontato la storia del gigolò, forse.

Ma chi mi crederebbe?

Finn era morto. Altra lacrima, altro palmo di mano a scacciarla via. E Santana era lesbica e nessuno le avrebbe creduto. Non perché fosse lesbica, però.

E’ la parola di Brody contro la sua. Chi le crederebbe?

E così, dopo cinque giorni di tira e molla, fu costretta a tornare in quell’aula. Entrò decisa, con un discorso ben in mente. Lo ripeté a memoria:

  • Sono qui perché obbligata da Cassandra.

  • Miss July, per te.

  • Miss July … sei il mio insegnante e questo lo accetto, ma non accetterò altro da te. Balleremo e basta. Niente parole, niente chiarimenti, niente di niente.

  • Come vuoi.

Ma così non fu. Brody, approfittando della sua posizione, con la scusa del ballo, cominciò una corte serrata, fatta di gesti, di sfioramenti, di ammiccamenti, di strette fuori luogo e fuori tempo e Rachel scappò. E poi tornò. E poi scappò, in un infinito tira e molla, pieno di silenzi e di sguardi inappropriati e invadenti.

Voglio la NYADA.

Quando Kurt le aveva chiesto cosa intendesse fare, quella era stata la sua risposta. Non aveva altra scelta. Non poteva certo appoggiare l’idea di Santana. Il pestaggio, anche se giustificato, era perseguibile per legge.

Lei voleva la NYADA e per potersi laureare era obbligatorio superare il corso della July e quindi doveva sopportare l’intero pacchetto, comprese le angherie di Cassandra e le avances di Brody.

Ma certi giorni sono più difficili di altri e un un giorno piovoso, in cui l’umore della brunetta era già provato dalla malinconia, l’insistenza di Brody le fece perdere la pazienza. Senza scappare e senza versare alcuna lacrima lo affrontò:

  • Perché continui a molestarmi?

  • Molestarti?

  • Mi metti sempre le mani addosso.

  • Ti sto insegnando a ballare e il ballo a due è fatto di tocchi e strette.

  • Si, ma le tue sono spesso fuori luogo.

  • Come puoi giudicare tu? Non sai ballare.

  • So ballare.

  • Cassandra dice di no.

  • Lo dice per punirmi. Io so ballare e so che il tuo non è ballare.

  • Ti sto cercando di insegnare un passo a due. Balla con me Rachel – nella sua voce una supplica – ballavamo così bene insieme.

  • Abbiamo avuto sempre ritmi e tempi diversi.

  • Eravamo perfetti. Potremmo esserlo ancora.

  • Mi hai tradito.

  • Mai.

  • Ipocrita.

Rachel prese la sue cose e se ne andò. Non fuggì, ma se ne andò. Non tornò a casa, però. Se ci fosse stato ancora Finn sarebbe tornata da lui: a CASA; ma Finn era morto e questa volta le lacrime le lasciò andare, tanto si confondevano con la pioggia.

Passò davanti ad un cinema d’Essai. In programmazione davano L’Uomo Ombra, il bellissimo film del 1934, con Myrna Loy e William Powell, non quello orribile con Alec Baldwin. Entrò senza pensarci molto: adorava Nick e Nora Charles, il loro umorismo e i loro battibecchi. Aveva sempre avuto una passione per quei film, così lontani, così patinati, così eterni e così simili al suo vero io, antico e fuori tempo.

Si sedette e sognò: di essere Nora e di avere qualcuno che la amasse come Nick. Sognò perfino di avere un cane, anche se lei odiava i cani. Fino a quando non si accorse che il suo vicino di poltrona si stava masturbando accanto a lei.

Possibile che non si riesca a vedere neanche un film in pace?

Fuggì via, ma inciampò sui piedi di qualcuno. Dalla sala giunse un esortazione al silenzio che sembrò una minaccia. Il proprietario dei piedi la aiutò ad alzarsi, spostandola sulla poltrona accanto alla sua e nel buio il sussurro della voce che Rachel sentì non la tradì

  • Ti fai sempre riconoscere Berry.

Jesse.

Sorrise, sentendosi a casa.




Eccoci qui, con il nuovo capitolo in cui alla fine arriva Jesse. E dove potevano incontrarsi i due se non in un cinema dove proiettavano un film “antico” e demodè? I due personaggi di questo film, Nick e Nora Charles, mi sono tornati alla mente vedendo Jesse e Rachel nell’ultimo episodio, perché, come i nostri protagonisti spesso hanno dei dialoghi abbastanza surreali e pieni di nonsense (un po’ come Groucho Marx ).


  
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