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Autore: eugeal    16/04/2015    0 recensioni
Lo sceriffo è tornato e Nottingham è salva.
Durante l'assedio, Marian ha scoperto un lato di Guy di Gisborne che non conosceva.
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Guy di Gisborne, Marian, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'From Ashes'
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Il comandante biondo scese da cavallo e bussò alla porta di Locksley in modo autoritario.
Poco dopo un servitore venne ad aprire, lanciando uno sguardo intimorito ai soldati in attesa davanti alla casa.
- Chi devo annunciare, mio signore?
- Sir Roger di Barret. - Disse l'altro con aria disgustata. - E non perdere tempo, voglio parlare subito con Edward e Marian.
Il servo lo guardò, indignato dal tono dell'altro.
- Avvertirò Sir Edward e Lady Marian della vostra presenza, signore. - Disse e accennò a richiudere la porta, ma Roger lo afferrò per una spalla e lo trascinò fuori di casa, poi lo colpì con uno schiaffo tanto forte da gettarlo a terra.
- Esigo rispetto dalla servitù. - Disse Roger e fece per entrare, ma Marian apparve sulla porta e osservò la scena, fingendo di essere sorpresa.
- Cosa è successo?
Roger la squadrò dalla testa ai piedi con uno sguardo lascivo.
- Come futuro signore di Locksley stavo semplicemente mettendo al suo posto un servo insolente.
- Locksley appartiene a mio padre.
- Sì, sì lo so, come pagamento per la puttana di Gisborne. Non me ne vanterei troppo se fossi in te, Marian.
La ragazza avvampò.
- Come osate?! Andatevene immediatamente!
Roger fece un passo avanti e si mise in mezzo, impedendole di chiudere la porta.
- Dovresti essermi grata, donna, non tutti sarebbero disposti a prendersi della merce già usata.
- Cosa intendete?!
- Tra una settimana diventerai mia moglie.
- State delirando, signore? Non ho intenzione di sposarmi per il momento e di certo non con voi. - Disse Marian, indignata.
- Le tue intenzioni non hanno importanza, carina. Ordini dello sceriffo.
Marian lo guardò inorridita.
- Non può farlo!
- Oh sì. Lo sceriffo ha l'autorità di concederti in sposa a chi vuole. Soprattutto ora che la tua condotta scandalosa sta seminando un cattivo esempio tra le persone oneste di Nottingham. Una sgualdrina deve essere messa al suo posto, non merita certo di essere premiata con una casa e una vita agiata. Hai bisogno di un marito che sappia riportarti sulla retta via.
- Mio padre non lo permetterà. Deve essere lui a dare il consenso.
- Faresti meglio a lasciare da parte tuo padre, tesoro. Lo sanno tutti che è malato da tempo, se morisse di malattia non si stupirebbero e sono certo che tu sappia che esistono veleni che non lasciano tracce. - Sibilò Roger, senza distogliere lo sguardo dagli occhi di Marian e la ragazza capì con terrore che la minaccia dell'uomo non era affatto vana. Quegli occhi gelidi non conoscevano pietà o calore e l'indignazione di Marian lasciò il posto a una paura strisciante.
Quell'uomo avrebbe ucciso suo padre senza il minimo rimorso se lei non lo avesse sposato. E anche se Marian non avesse accettato, immaginava che alla fine Roger di Barret sarebbe riuscito a ottenere comunque ciò che voleva, a costo di trascinarla dalla sala delle torture all'altare.
- Lasciate almeno che parli con mio padre. - Disse, sdegnata. L'unica cosa che poteva fare era prendere tempo e sperare di trovare una soluzione.
Roger scosse la testa e le rivolse un sorriso sprezzante, poi la sollevò di peso e la mise sul proprio cavallo, con la stessa attenzione che avrebbe riservato a un sacco di patate.
- Tu verrai a Nottingham adesso: ti aspetta una comoda cella nelle segrete dove sarai tenuta d'occhio. Lo sceriffo mi ha messo in guardia su di te e non ho intenzione di lasciarmi manipolare dai tuoi occhioni falsi come facevi con quel povero imbecille di Gisborne. Ad avvisare tuo padre può pensarci quel servo, così come a portare le tue cose al castello.

Allan guardò il drappello di soldati che si allontanava trascinando via Marian e solo quando furono spariti in lontananza si azzardò a lasciare andare il braccio di Gisborne che aveva afferrato quando Roger di Barret aveva pronunciato il primo insulto nei confronti di Marian.
A quelle parole Guy era stato sul punto di scattare per affrontare il comandante dei soldati, ma Allan lo aveva bloccato stringendogli un polso e da quel momento Gisborne non aveva mosso un solo muscolo.
Allan lo guardò, intimorito dall'odio feroce che poteva scorgere sul viso di Guy.
- Quell'uomo è morto. - Ringhiò Gisborne, puntando un dito nella direzione in cui si erano allontanati i soldati. - Ricordatelo, Allan, dovesse anche essere l'ultima cosa che farò nella mia vita, ammazzerò Roger di Barrett con le mie mani.
Allan annuì. Era perfettamente d'accordo, anzi sarebbe stato molto felice di dare una mano a Gisborne.
Anche lui era furioso per il trattamento riservato a Marian. Lei e suo padre gli avevano dato una casa e un lavoro e lo avevano sempre trattato con rispetto e amicizia.
Forse un tempo Allan era stato disposto a tradire Robin Hood per il proprio vantaggio personale, ma adesso era cambiato ed era pronto a rischiare la propria vita per aiutare le persone a cui teneva.
- Lasciamene un pezzetto, amico. - Disse a Gisborne con ferocia, poi fece un sospiro preoccupato e guardò Guy. - Ma come facciamo ad avvicinarci a lui e a salvare Marian? Siamo in due contro un esercito...
Gisborne tirò un calcio a una balla di fieno per sfogare un po' della frustrazione che provava.
- Se solo non fossi ancora così debole! Ma non permetterò a quella bestia di sfiorare Marian, questo è certo. - Gisborne cercò di controllarsi, cedere alla rabbia non lo avrebbe aiutato a trovare una soluzione e gli avrebbe solo fatto sprecare energie inutilmente. - Vieni, andiamo da Sir Edward, se il servitore gli ha riferito quello che è successo sarà sconvolto.
Allan lo seguì in casa e trovarono il padre di Marian agitato e fuori di sé per la preoccupazione.
- Sir Guy! - Esclamò vedendolo entrare. - Hanno portato via Marian e temevo che avessero trovato anche voi!
Guy lo guardò, confuso. Sir Edward, pur terrorizzato per la figlia si era preoccupato anche della sua incolumità?
- La riporteremo a casa, lo giuro. - Disse con veemenza e il padre di Marian lo guardò, con gratitudine, ma ancora afflitto.
- Chi è quell'uomo? Ha davvero il diritto che dice di avere?
- Si chiama Roger di Barret. - Disse Guy, pronunciando quel nome con disgusto. - Era al comando di una delle compagnie delle guardie dello sceriffo, ma a quanto pare ha trovato il modo di fare carriera piuttosto rapidamente.
- Ha preso il tuo posto. - Commentò Allan.
- Già. E ora vuole prendersi anche Marian. - Guy si massaggiò le tempie con aria infelice e guardò Sir Edward. - Mi dispiace, è solo colpa mia.
- Non vedo come, Sir Guy.
- Se l'avessi lasciata stare sin dall'inizio avreste ancora Knighton e il vostro posto nel consiglio dei nobili, se avessi avuto il coraggio di lasciarla andare avrei fatto in modo di salvarvi entrambi in qualche modo molto tempo fa invece di trattenervi al castello e se non fossi caduto in quell'imboscata come un idiota, lo sceriffo non avrebbe mai scoperto il contenuto del mio testamento. Se adesso vuole dare Marian in sposa a quell'animale, è di sicuro perché vuole vendicarsi del mio ricatto. Quando l'ho stipulato mi era sembrata una buona idea per proteggervi e ripagarvi della perdita di Knighton, ma ora non ne sono più tanto sicuro, avrei dovuto trovare un altro modo. E ora non so cosa fare...
Edward gli toccò una mano, comprensivo.
- Abbiamo fatto tutti i nostri sbagli, Sir Guy. Se avessi educato Marian a essere più docile e se io fossi stato più forte per proteggerla, avremmo evitato molti problemi.
Allan rivolse loro uno sguardo scettico.
- Rendere Marian docile? Non credo che sia umanamente possibile. - Commentò, strappando un sorriso agli altri due, poi Sir Edward tornò a rivolgersi a Gisborne.
- Ho fiducia in voi, Sir Guy, so che farete tutto il possibile per salvarla. Vi affido la vita di mia figlia.
- Farò in modo di essere degno della vostra fiducia, Sir Edward. - Promise Guy. - Vieni, Allan, dobbiamo prepararci, mi serve una spada.
- In questo posso aiutarti. - Disse il giovane. - Seguimi.
Allan si diresse al piano superiore della casa e si fermò davanti alla porta della stanza di Marian. Esitò per un attimo prima di aprirla, poi si decise ed entrò. Guy lo guardò, perplesso.
- Cosa ci facciamo qui?
Allan si guardò intorno, sentendosi un intruso nella stanza della ragazza assente, poi vide quello che stava cercando: la spada di Gisborne appoggiata sulla mensola del camino.
La prese e la porse a Guy.
- Questa è tua.
Gisborne la prese e la soppesò tra le mani, prima di riporla nel fodero, rimasto vuoto per troppo tempo.
- Perché è qui? Credevo di averla persa...
- L'ho recuperata io nella foresta.
- Ma perché ce l'ha Marian?
- Era così afflitta per la tua morte, ho pensato che fosse giusto consegnare a lei le tue cose. Guarda, lì c'è anche il tuo cappotto, mentre la tua giacca è sul letto.
Guy prese in mano la giacca di pelle appoggiata accanto al cuscino di Marian e la guardò. Aveva l'impressione che fosse passata una vita intera dall'ultima volta che l'aveva indossata e gli sembrava irreale che per tutto il tempo in cui lui era stato assente fosse rimasta nelle mani della ragazza.
Eppure doveva essere vero perché poteva sentire su di essa il profumo delicato di Marian.
- Davvero le sono mancato?
- Ha dormito per giorni tenendo stretta quella giacca. Per citare lo sceriffo: un indizio? Sì.
Guy non rispose per non mostrare ad Allan di essere commosso, ma tolse la camicia che indossava e infilò la giacca di pelle. Gli stava un po' più larga di un tempo, ma non era un problema: se fosse sopravvissuto a quello che stava per fare avrebbe avuto tutto il tempo per riprendersi completamente, altrimenti sarebbe morto e non avrebbe più avuto importanza.
- Ehi, Giz, vestito così sembri quello di una volta. - Commentò Allan.
Guy stava per chiedergli perché avrebbe dovuto sembrargli diverso, ma poi pensò che in effetti l'aggressione lo aveva cambiato.
Si sentiva debole, insicuro e vulnerabile, come se sfiorare la morte tanto da vicino lo avesse comunque lasciato spezzato e danneggiato.
Di certo era caduto dal proprio piedistallo e aveva scoperto quanta poca importanza avessero le cose che aveva sempre desiderato.
Tranne Marian.
Lei era l'unica che contava davvero, ma ormai non si faceva più illusioni.
Forse Marian teneva a lui in qualche modo, ma Guy non si aspettava più che i suoi sentimenti potessero essere ricambiati. Di certo non aveva mai fatto nulla per meritarlo.
- Ottimo. - Disse ad Allan. - Non possiamo permetterci debolezze.
- Cosa faremo?
- Tu prenderai le cose di Marian e la raggiungerai al castello. Cerca di restare al suo fianco, proteggila in ogni modo, io andrò a cercare aiuto.
- Tu?
- Di certo non posso presentarmi a Nottingham. Come servitore di Sir Edward invece tu avrai libero accesso. Hai sentito Barret, no? Si aspettano che un servo porti gli effetti personali di Marian. - Guy prese uno dei vestiti di Marian e lo mise in mano ad Allan. - Comincia a preparare le sue cose.
Allan obbedì, poco convinto.
- Come farai a trovare aiuto? Quando vedranno chi sei, la gente ti scambierà per un fantasma e non prendertela, ma temo che non sarebbero in molti a seguirti. Anzi, rischieresti di essere aggredito.
- Parlerò con Tuck. - Gisborne fece una pausa. - E poi andrò da Hood.
- Sei impazzito, Giz?!
- Marian è promessa a Robin Hood, non è vero? È per questo che ha sempre rifiutato di sposarmi, no? - Chiese in tono sommesso. - Non mentirmi, per favore.
Allan annuì debolmente.
- Era innamorata di lui, sì. Non so cosa provi adesso però. So che tiene molto a te, quando pensava che fossi morto era come spenta, non riusciva ad accettarlo. E poi non avete dormito insieme? Se fosse ancora impegnata con Robin non credo che lo avrebbe fatto.
- Allan, abbiamo dormito. E basta. Tutto il resto è stato solo un equivoco. Avrei dovuto mettere a tacere subito quelle voci, cercare di proteggere la sua reputazione, ma non ne ho avuto il tempo.
- Non è successo nulla tra voi? - Chiese il giovane, sinceramente sorpreso.
Guy scosse la testa.
Non era del tutto vero, c'era stato quell'unico bacio, ma probabilmente era nato solo dalla pietà di Marian per il suo crollo nervoso. Ricordare il suo comportamento patetico della sera prima gli faceva venire voglia di sprofondare, perciò Guy preferiva non ripensare nemmeno al bacio che ne era seguito.
- Marian è completamente innocente. Se penso agli insulti che ha dovuto sopportare a causa mia...
- Comunque andare a farsi ammazzare da Robin Hood non mi sembra un'idea grandiosa. - Disse Allan, spingendo un ultimo vestito nella borsa che aveva riempito per Marian.
- Forse, ma è l'unica che mi viene in mente per ora. Io non ho la possibilità di entrare al castello e molto probabilmente nemmeno la forza di liberare Marian. Se dovessi combattere per difenderla verrei sconfitto subito, in queste condizioni sarei completamente inutile. Però se riuscissi ad avvisare Robin Hood della situazione in cui si trova, lui si precipiterebbe a salvarla, di questo ne sono sicuro. Per questo devi dirmi come arrivare al campo dei fuorilegge, so benissimo che sai dov'è.
Allan lo guardò, colpito, poi gli sorrise.
- Sai una cosa, Giz? Marian avrebbe dovuto sposarti quando ne ha avuto l'occasione.

   
 
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