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Autore: Donna_Oswald    17/04/2015    1 recensioni
Mi chiamo Jenny.
E sono la figlia del Dottore.
Ok, in realtà sono soltanto un prodotto del suo dna inserito in una macchina, ma questo è un dettaglio.
[...]
Anche io voglio fare qualcosa di buono nella mia vita, vedere le meraviglie dell'universo, salvare le vite delle persone, proprio come mio padre.
È anche per questo che sono in viaggio.
È più o meno così che è iniziata...
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jenny, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2

Già, ma da dove iniziare?
Il mercato era vastissimo, si dipanava per tutta la piazza principale e non solo, arrivava ad estendersi anche a vicoli e stradine laterali: era tutto un tripudio di colori, odori, suoni e oggetti strambi, che i Sithem scambiavano con altri oggetti, o compravano con quella che doveva essere la loro moneta, delle barrette argentate, dorate o azzurrine percorse da...fili elettrici?
Mi feci strada fra le bancarelle, osservando incuriosita tutti gli strani oggetti esposti: non ne avevo mai visti di simili, nè ne capivo l'utilizzo. Un grosso sorriso mi nacque spontaneo in faccia: era bellissimo viaggiare, scoprire nuove galassie, pianeti strani, conoscere razze diverse, imparare le loro tradizioni e passare del tempo con loro, imparando cose nuove. Stavo crescendo, cambiando, non ero più la Jenny nata per combattere, che sapeva solo sparare e attaccare, che si era lasciata coinvolgere in una stupida guerra di una settimana. Persa nei miei pensieri, mi soffermai involontariamente davanti ad una bancarella all'ingresso di un vicolo; stavo osservando uno strano fascio di  fili legati alle estremità da quelle che sembravano foglie essiccate, quando sentii qualcuno urtarmi da dietro. Rischiai di cadere in avanti, sulla bancarella, ma  riuscii a darmi una spinta con i talloni, scattando all'indietro e voltandomi verso...chiunque mi fosse caduto addosso. Per un riflesso istintivo, prima ancora di guardare il mio "avversario" allungai il braccio sinistro e lo premetti contro la sua gola.
A quel punto mi decisi a guardare in faccia il mio "aggressore": era un Sithem dall'aria confusa, che solo in quel momento reagì, divincolandosi dalla mia presa e rimettendosi in piedi in un nanosecondo, per poi tendere una mano verso di me, anche se mi stavo già rialzando.
《Scusa, ti ho spaventata? Non volevo farti male, scusami...stavo osservando uno strano pilastro, o almeno così sembrava....un pilastro automatico, che sembrava avere un volto, strano per di più....devo essere inciampato, scusami davvero....》aveva parlato con un tono quasi sognante, distaccato, e quasi avevo fatto fatica a seguire i suoi discorsi, ma mi era chiaro che avevo avuto una reazione decisamente esagerata per quello che era stato un banale incidente. Accidenti a me e alla "programmazione per la battaglia". Sbuffai, per poi sorridere al Sithem:
《Non preoccuparti, sono io che ho reagito male e ti chiedo scusa. Mi viene...naturale.》sottolineai quella parola con un secondo sbuffo, dovevo imparare a controllarmi, ricordare gli insegnamenti di mio padre, non volevo essere una guerriera sanguinaria. Non più.
《Comunque io sono Jenny e...》mi interrruppi, ricordando il motivo della distrazione del Sithem 《aspetta, hai parlato di un pilastro automatico? Con un volto strano?》
Possibile che avesse visto quel pagliaccio, lo stesso che avevo notato io poco prima?
《Piacere di conoscerti Jenny, io sono Nehfraj e...l'hai notato anche tu? Pensavo di essere l'unico, nessun altro l'aveva visto prima, oltre me... era una specie di pilastro, ma aveva un volto strano...non corrispondeva a nessuna delle razze che noi Sithem abbiamo imparato a conoscere, anzi: era molto colorato, quasi allungato, con delle parti dorate, e capelli di un colore strano...》Mi illuminai: si, stava descrivendo quel pagliaccio! 《Si, l'ho notato. Aveva una maschera....un volto finto, diciamo》spiegai notando l'espressione confusa del Sithem 《a coprirgli il viso...aveva l'aria di un pagliaccio-robot, e non era per niente rassicurante.》proseguii con aria cupa, quegli automi mi davano un brutto presentimento. 《Su questo hai ragione》rise Nehfraj 《Infatti penso sinceramente che ci sia lui dietro le sparizioni degli ultimi tempi, anche se gli altri non vogliono ascoltarmi. Sarò anche pazzo ma voglio tenerlo d'occhio. È bello vedere che c'è qualcuno matto come me》 Il tono tranquillo con cui l'aveva detto mi sorprese: sembrava che non gli importasse molto del giudizio degli altri, e allo stesso tempo mostrava di non avere il minimo problema a dire quello che pensava. 《Bene Nehfraj. Penso proprio che tu abbia trovato un'alleata. Allora, dov'è questo automa?》sorrisi euforica: quella aveva tutta l'aria di essere un'avventura coi fiocchi, pericolosa ed esaltante insieme. In più, avevo un aiutante. Ma non ebbi bisogno della sua risposta per individuare il pagliaccio: mi bastò voltarmi appena, per vederlo appostato verso la fine del vicolo. Svelta, afferrai il braccio del mio nuovo amico e lo trascinai verso il robot. Che, sfortunatamente, ci notò. E, chinando la testa da un lato, cacciò una lama dalle mani automatiche. 《Oooook...qualcosa mi dice che il nostro automa non è molto amichevole...》mormorai, afferrando la prima cosa che mi ritrovai sotto mano -uno di quegli strani fasci luminosi- Ignorando lo sguardo stranito di Nehfraj e del proprietario della bancarella, iniziai a brandire l'oggetto come avrei fatto con una pistola: 《Buono, pagliaccio...sta' lontano, eh? Stacci lonta...Ehi, che stai facendo?》Interruppi bruscamente la frase quando il robot inclinò la testa dall'altro lato, avvicinandosi a grandi passi.
Prima che potessimo fare qualsiasi cosa, era scattato in avanti, aveva afferraro il proprietario della bancarella da cui avevo preso l'oggetto ed era sparito con lui.
Volatilizzato.
《Dove è andato? E perchè ha portato via il venditore? Maledizione!! E ora?》sbuffai, e quasi non mi accorsi che il mio amico Sithem mi stava trascinando da qualche parte tra la folla: 
《Ehi, ehi! Piano, aspetta!》dimenarmi mi venne naturale, mi staccai dalla sua presa e lo raggiunsi.
《Ne ho visto un altro, o forse era lo stesso...da quella parte!》esclamò Nehfraj, con il suo solito tono tranquillo.
Guardai anche io...aveva ragione! Fra la folla di Sithem, quel coso spuntava chiaramente! Non era quello che aveva rapito il venditore, la maschera aveva un colore diverso...ma era uno di loro.
《Grande Nehf! Ora andiamo!》esclamai, iniziando a correre fendendo la folla.
 Si prospettava un inseguimento.
Divertente!
Cercai di farmi strada fra la gente, ma il pagliaccio era abile e più di una volta rischiai di perderlo di vista.
Per fortuna, o io o Nehfraj lo reindividuavamo sempre, e la corsa ricominciava.
In pochi minuti, riuscii ad arrivare dall'altra parte della piazza, anche se probabilmente, a giudicare dalle occhiatacce che mi lanciavano, mi ero guadagnata l'antipatia di alcuni Sithem che avevo investito.
《Scusate! Scusatemi!》gridai frettolosamente, senza perdere d'occhio il pagliaccio, che in quel momento stava svoltando un angolo.
Gli corsi dietro, seguita da Nehfraj, che mi aveva raggiunto velocemente.
Superammo altre due stradine, e ci ritrovammo ad imboccare quello che sembrava un vicolo cieco: perciò mi sorprese non poco vedere il pagliaccio dirigersi tranquillamente verso il muro...e aprire una porta. Appena sparì, lo imitammo. 
Ritrovandoci all'interno di un'astronave.
《Altro che la mia navicella scassata...》mormorai, mentre cercavamo di farci strada nei vari corridoi...e ci fermavamo ad osservare le vetrate che contenevano...strani oggetti?
《Hai una navicella? Dev'essere bello viaggiare fra le stelle!》Nehfraj si mostrò subito entusiasta...così mi venne un'idea:
《Lo è, molto. Se ti va potresti venire con me, viaggiare attraverso lo spazio....dovrai accontentarti di una navicella scassata, però alla fine non è male》sorrisi, anche mio padre portava delle persone con se', ricordavo bene Donna e Martha...inoltre Nehfraj mi era molto simpatico, e mi stava dando una grande mano in quell'avventura.
《Davvero? Si, si mi piacerebbe! ....è la mano di un Sithem quella!》era passato da un'argomento all'altro così in fretta da lasciarmi stranita: guardai nella direzione  indicata dal mio amico...e vidi, dietro una vetrata, una mano mozzata, dalla pelle con piccole squame di colore marrone grigiastro. 
Il colore era strano, ma in effetti mi ricordava molto le mani di quei pacifici esseri mimetici.
《La nostra pelle diventa così quando moriamo....》spiegò Nehfraj, scuro in volto 《mi chiedo che ci faccia qui. Anche se sospetto...che abbiamo trovato gli anziani》mormorò.
Senza sapere bene cosa dire o fare, mi avvicinai ad una porta...e sentii dei rumori provenire dall'interno.
Aprii velocemente e mi lanciai dentro, senza curarmi di chiudere la porta. 
La stanza in cui mi ritrovai era ampia, e quasi vuota, a parte alcune...barelle meccaniche, delle quali solo una era occupata dal corpo di un Sithem.
Mi avvicinai cauta, sperando vivamente che non fosse morto, e sgranai gli occhi quando lo riconobbi: era il proprietario della bancarella, quello che era sparito sotto i miei occhi!
《Cosa ci fai qui ragazzina? Hanno preso anche te?》la sua frase mi colse di sorpresa: sembrava immobile fino a pochi secondi prima!
《Veramente li ho seguiti. Volevo capirci qualcosa. Perchè vi hanno preso? Perchè suppongo che siano loro i responsabili della scomparsa dei vostri anziani, no?》
《...credo di si.》mi rispose il Sithem, dopo un istante di silenzio 《hanno detto qualcosa quando mi hanno preso...qualcosa riguardante la loro nave...e hanno detto che noi Sithem siamo...."compatibili", parola di cui non so il significato》Compatibili? Ricordai la mano che avevamo visto poco prima: era possibile che...
《Penso che voglia dire che gli siamo utili》sentendo una voce estranea, mi voltai di scatto, pronta ad attaccare, ma mi tranquillizzai vedendo Nehfraj: era entrato poco prima, senza che me ne accorgessi, tra l'altro. Impegnata a parlare con il proprietario della bancarella e a cercare di capire cosa stesse succedendo, avevo abbassato la guardia, dimenticandomi della porta aperta. 
Grosso errore, visto che il posto non era dei più tranquilli-, 
《Credo che vogliano usare parti dei nostri corpi per  l'astronave...forse è rotta e hanno un modo tutto loro di aggiustarla...e noi Sithem gli siamo utili》continuò Nehfraj, confermando le mie paure.
《Anche io lo temo. Probabilmente sono abituati ad aggiustare la nave con qualsiasi cosa possibile....e quando è naufragata, si sono "arrangiati" con gli unici pezzi di ricambio sotto mano...ovvero voi.》ragionai. 
《Corretto.》una voce metallica mi fece sobbalzare nuovamente.
Per la seconda volta, mi voltai di scatto, o almeno cercai di farlo: ad impedirmelo fu una lama che premette veloce contro la mia gola.
Anche Nehfraj era nella mia stessa situazione.
Riuscii a voltare di poco la testa e a lanciare un'occhiata al resto della stanza.
 Avrei preferito non farlo, in effetti: più di una decina di pagliacci erano arrivati silenziosamente nella stanza e ci avevano circondato. 
Il robot che mi aveva immobilizzata parlò di nuovo:
《Anche voi siete compatibili.
Ora morirete.》







Angolino delle autrici pazz...ehm...delle autrici e basta.
Salve gente!
Ci scusiamo infinitamente per il ritardo,ma la mia partner in crime Donna ed io (Clara) non siamo riuscite a pubblicare,non abbiamo avuto neanche un attimo libero!
Stavolta è stata Donna a scrivere il capitolo,mentre io l'ho betato ed ho già scritto il terzo,che pubbllicheremo presto (si spera)
Cosa ne pensate dei questo secondo capitolo e della storia in generale?  Gli strani androidi-pagliacci non vi ricordano niente? Regalo un biscotto a chi indovinerà la risposta!
Regaleremo un biscotto anche a chiunque recensirà,che la storia vi sia piaciuta o meno!
Al prossimo capitolo!


 
   
 
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