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Autore: eugeal    17/04/2015    0 recensioni
Lo sceriffo è tornato e Nottingham è salva.
Durante l'assedio, Marian ha scoperto un lato di Guy di Gisborne che non conosceva.
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Guy di Gisborne, Marian, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'From Ashes'
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Djaq si allontanò in silenzio dalle forme immobili degli altri fuorilegge che dormivano: erano tutti immersi in un sonno profondo dopo una giornata tanto pesante, ma lei non riusciva a chiudere occhio.
Si allontanò da loro e si fermò a pochi metri dall'albero a cui avevano legato Gisborne, nascondendosi dietro un altro tronco per osservarlo di nascosto.
Lo avevano legato in piedi, con le mani sollevate sopra la testa, la schiena appoggiata al tronco dell'albero e lo avevano imbavagliato con un pezzo di stoffa.
Di certo nemmeno lui sarebbe riuscito a dormire in quella posizione scomoda, pensò Djaq con un sorriso amaro, pensando alla propria insonnia.
Quando chiudeva gli occhi, poteva vedere ancora fin troppo chiaramente la mano di Roger di Barret che sgozzava quella donna innocente senza che loro potessero farci nulla e quel ricordo la riportava in Terra Santa, al momento in cui aveva visto morire anche il suo gemello, dopo aver già perso il resto della sua famiglia.
Allontanò quei ricordi e per pensare ad altro tornò a osservare Gisborne.
Il suo comportamento l'aveva incuriosita e Djaq si chiedeva cosa l'avesse spinto a presentarsi in quel modo alla porta dei suoi nemici.
Non aveva pensato che avrebbe potuto essere ucciso ancora prima di avere l'occasione di parlare?
Se non avesse avuto il viso nascosto dal mantello e lo avessero riconosciuto, Djaq aveva l'impressione che qualcuno degli altri lo avrebbe trafitto da lontano con una freccia senza nemmeno permettergli di aprire bocca.
Non che la sua situazione attuale fosse molto migliore.
Difficilmente lo avrebbero lasciato andare: come aveva detto Will, ora Gisborne conosceva l'ubicazione del campo.
La ragazza tornò a guardare l'uomo legato, impietosita, e notò che quella posizione non doveva essere solo scomoda, ma sembrava causargli una vera e propria sofferenza.
Djaq si avvicinò un po' di più e capì di non essersi sbagliata: il volto di Gisborne era madido di sudore e contratto in una smorfia di dolore, mentre il suo corpo si appoggiava di peso alle funi come se non avesse la forza di restare in piedi da solo.
- Ehi... - Sussurrò Djaq e Gisborne trasalì, poi aprì gli occhi per cercarla con lo sguardo.
Djaq fece qualche altro passo in avanti per farsi vedere alla luce della luna piena, poi si avvicinò con cautela a Guy, gli tolse il bavaglio con una mossa veloce e indietreggiò di nuovo.
Gisborne la guardò senza dire nulla, sorpreso da quel gesto.
- Sei ferito?
- Perché lo chiedi?
- Nella mia terra ho studiato le arti mediche, non amo vedere soffrire la gente, nemmeno i nemici.
Gisborne sorrise debolmente.
- Non perderci il sonno, tanto domani sarò morto. Sul serio questa volta.
- Se quello che hai detto è vero, Robin non ti ucciderà. - Disse Djaq, ma in realtà non ne era del tutto sicura.
- Non offenderti, ma ne dubito. E se non lo farà lui, sono sicuro che ci penserà qualcun altro dei tuoi amici.
- Perché sei venuto qui? Sapevi cosa sarebbe successo, no?
- Non avevo molte altre opzioni.
- Beh, venire a farsi ammazzare non mi sembra quella migliore, direi.
Guy fece una risatina e la ragazza lo guardò come se fosse impazzito.
- Lo trovi divertente?
- Allan ha detto la stessa identica cosa.
- Allora forse per una volta Allan ha avuto ragione. Venire al campo non è stata la scelta migliore.
- Non per me, forse. Ma lo è per Marian. Ora che conosce la situazione, Hood andrà a salvarla.
Djaq lo guardò per qualche secondo senza dire nulla, poi si avvicinò a lui.
- Posso fidarmi della tua parola? Se allento queste corde e ti lascio trovare una posizione un po' più comoda, prometti che non cercherai di attaccarmi?
Guy la fissò, perplesso.
- Perché dovresti farlo?
- Te l'ho detto, non mi piace vedere soffrire la gente. Allora, posso fidarmi o no?
Gisborne annuì brevemente.
- Anche se sembrano pensarlo tutti, non sono un cane rabbioso. Non ti toccherò.
Djaq si avvicinò per allentare le corde, poi prese una decisione istintiva e le tagliò di netto.
Gisborne, non più sostenuto dalla loro stretta, cadde a terra di peso e si lasciò sfuggire un gemito di dolore.
La giovane saracena si chinò per aiutarlo, ma Guy riuscì a mettersi a sedere da solo e alzò una mano per fermarla.
- Aspetta, ti prego. - Ansimò. - Dammi solo un momento prima di legarmi di nuovo.
Chiuse gli occhi, cercando di rallentare il respiro e di controllare il dolore.
Dopo essere stato bloccato contro quell'albero per ore, la schiena aveva ripreso a fargli molto male e si sentiva debole e sfinito.
Djaq si accovacciò accanto a lui e fece per mettergli una mano sulla spalla. Guy si sottrasse al contatto con un sussulto.
- Non mi toccare!
La ragazza riabbassò la mano, ma non si allontanò.
- Lasciami vedere le tue ferite.
- Perché?
- Io ti ho slegato, mi sono fidata della tua parola. Ora tocca a te, vieni vicino al fuoco e lasciami guardare.
Guy si chiese quali fossero le intenzioni della ragazza.
Non gli piaceva l'idea di mostrare la propria debolezza a un membro della banda di Robin Hood, ma la saracena era stata gentile con lui e lo aveva slegato anche quando per lei sarebbe stato più prudente non farlo.
Le fece un cenno di assenso e la seguì fino al focolare senza fare rumore.
Djaq gli fece cenno di sedersi in un punto illuminato dalle fiamme e Guy le obbedì. Slacciò i fermagli della giacca, la tolse e rimase immobile, in attesa che Djaq esaminasse le sue ferite.
La ragazza osservò per primo il taglio sul petto, ormai rimarginato, poi osservò attentamente i segni delle frustate, trattenendo il respiro.
- Capisco perché non volevi che ti toccassi. - Sussurrò la ragazza. - Mi permetterai di medicarti? Ti sfiorerò appena.
Guy lanciò uno sguardo ai fuorilegge addormentati poco più in là.
- Perché ci tieni tanto? I tuoi compagni di certo non approverebbero.
Djaq alzò le spalle.
- Non è necessario che lo sappiano. Ora stai fermo, questo allevierà un po' il dolore e aiuterà la pelle a cicatrizzare più in fretta.
La ragazza gli spalmò in fretta un unguento sulla schiena, cercando di toccarlo il meno possibile poi gli fece segno che poteva rimettere la giacca.
- Ora bevi e poi vieni con me. - Djaq gli porse una ciotola piena d'acqua e Guy esitò per un attimo, poi pensò che se la ragazza avesse voluto avvelenarlo non si sarebbe presa il disturbo di curare le sue ferite.
Assaggiò un sorso: era acqua fresca e pulita e solo in quel momento Guy si rese conto di essere davvero assetato. Vuotò la ciotola in fretta e la restituì a Djaq.
- Grazie.
La ragazza gli fece segno di seguirla e si allontanò dal fuoco. Quando arrivarono all'albero dove era stato legato, Guy si stupì nel vedere che Djaq stava proseguendo.
- Ehi, non dovresti legarmi di nuovo prima che si sveglino? Tra poco sorgerà il sole.
La ragazza scosse la testa.
- No. Prendi il tuo cavallo e vattene.
Gisborne la guardò.
- Vorresti lasciarmi andare? Anche se so dove si trova il vostro campo?
Djaq sospirò.
- Non voglio che ti uccidano. Ci sono stati già abbastanza morti negli ultimi tempi.
Guy le sorrise.
- Ti ringrazio, ma resterò. Se ora fuggissi, se la prenderebbero con te e, credimi, sono stanco di rovinare la vita alla gente.
- Ma così morirai!
Gisborne tornò verso l'albero e sedette ai suoi piedi, accanto alle funi tagliate. Probabilmente Djaq si sarebbe rifiutata di legarlo di nuovo, ma comunque lui non si sarebbe mosso da lì.
- Forse è meglio così. - Disse piano.
- Vai via!
- No.
Una freccia si piantò nel tronco dell'albero, a pochi centimetri dalla testa di Gisborne.
Djaq sobbalzò, spaventata, mentre Guy si limitò ad alzare lo sguardo in direzione di Robin Hood.
- Hood. Da quanto ci stavi spiando?
Robin si avvicinò con l'arco puntato contro di lui.
- Da abbastanza tempo per poter affermare che se la tua risposta fosse stata diversa, la freccia non avrebbe mancato il bersaglio. Djaq, davvero lo avresti lasciato scappare?
- Non prendertela con lei, ha solo mostrato compassione alla persona sbagliata.
Robin Hood finse di essere sorpreso.
- Gisborne, parli quasi come un essere umano, sono sconvolto!
Guy gli lanciò un'occhiataccia, ma non rispose alla provocazione.
Robin abbassò l'arco e lo afferrò per un braccio. Guy fece per liberarsi, ma Robin lo strattonò.
- Alzati!
- Cosa vuoi fare? - Chiese Djaq, preoccupata.
- Per favore, aspetta al campo. - Disse Robin, in tono più gentile, poi spinse in avanti Gisborne per farlo camminare davanti a sé. - Andiamo!
La ragazza li guardò allontanarsi tra gli alberi e si chiese se avrebbe dovuto seguirli, poi prese una decisione e corse verso il campo per svegliare gli altri.

   
 
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