Serie TV > Robin Hood (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: eugeal    18/04/2015    0 recensioni
Lo sceriffo è tornato e Nottingham è salva.
Durante l'assedio, Marian ha scoperto un lato di Guy di Gisborne che non conosceva.
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Guy di Gisborne, Marian, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'From Ashes'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Allan guardò il cancello del castello che si chiudeva alle sue spalle ed ebbe lo sgradevole presentimento di essere finito in trappola.
Schioccò le briglie per spostare il carro e lo fece fermare nel cortile, ai piedi della scalinata. Una guardia si avvicinò con aria sospettosa e gli chiese cosa volesse.
- Siamo i servitori di Lady Marian, abbiamo portato le sue cose. Ordini di Sir Barret. - Disse Allan in tono disinvolto. - Davvero non avevo idea che una ragazza potesse aver bisogno di tanti bauli!
La guardia sorrise con l'aria di chi la sapeva lunga sulle donne.
- Aspettate qui.
Si allontanò e tornò poco dopo insieme a un altro soldato.
- Prendete quei bauli, vi mostro dove metterli.
Allan annuì e fece segno di obbedire ai due uomini che erano sul carro insieme a lui.
La prima guardia fece strada, mentre l'altro soldato prese anche lui una delle scatole e si incamminarono lungo i corridoi del castello.
Arrivarono davanti alla porta di una stanza e il soldato li fece entrare.
- Potete lasciare tutto qui.
Allan si guardò intorno: quella stanza era chiaramente disabitata e non c'era traccia di Marian. Appoggiò per terra la borsa che aveva trasportato, poi si rivolse al soldato.
- Speravo di poter vedere Lady Marian... Sir Edward, suo padre, mi ha affidato un messaggio da riferirle.
- Oh, chi si vede! Il cagnolino di Gisborne! - Esclamò una voce alle sue spalle e Allan si voltò di scatto, atterrito nel vedere lo sceriffo fermo sulla soglia. Dietro di lui, Roger di Barret osservava la scena con un sorriso inquietante stampato sul volto.
Vaisey lo fissò e Allan fece un passo indietro.
- Cosa c'è, senza il tuo padrone non sai più a chi scodinzolare? Sai una cosa, ragazzo? Hai scelto male il tuo padrone, molto male. Pensa che si è azzardato a ricattare me. Se non si fosse fatto ammazzare come un imbecille, a quest'ora sentiresti le sue urla provenire dalle segrete. Oh, ma mi è venuta un'idea molto interessante! - Lo sceriffo fece un cenno ai soldati e i due uomini afferrarono saldamente Allan per le braccia. - Visto che il tuo padrone è morto, al suo posto potrei far torturare te, ragazzo, che ne dici?
Allan gridò, cercando di liberarsi, ma i soldati lo trascinarono via di peso.

Robin Hood spinse in avanti Gisborne continuando a tenerlo per il braccio e Guy gli lanciò un'occhiata torva.
- Toglimi le mani di dosso, Hood, non ho intenzione di scappare.
Robin si fermò e lo lasciò andare.
Guy si guardò intorno: si erano inoltrati nella foresta, allontanandosi molto dal campo dei fuorilegge. Il motivo gli sembrava fin troppo chiaro.
- Non avevi il coraggio di ammazzarmi davanti alla ragazza, eh? Mi sembra giusto, Robin Hood è un eroe e non si sporca le mani. O se lo fa non si fa vedere dai suoi amici.
Robin lo fissò, sconcertato.
- Sei diventato matto, Gisborne?
- Non mi hai portato qui per uccidermi?
- No.
- Oh.
- Ci tieni così tanto a morire?
Guy sembrò riflettere sulla risposta per qualche secondo.
- No, se posso evitarlo. - Decise alla fine. - Ma allora perché mi hai portato qui?
- Voglio sapere la verità. Perché sei venuto al campo?
- Te l'ho già detto, Marian è in pericolo. Invece di fare queste domande idiote dovresti pensare ad aiutarla!
- Avresti potuto mandare Allan. Deve esserci un motivo se sei qui di persona e voglio saperlo. Quando hai deciso di venire nel nostro rifugio, avresti dovuto immaginare che non ti avremmo permesso di andare via impunemente. Sapevi benissimo che avresti potuto essere ucciso, eppure sei qui. Perché?
Guy lo guardò rabbiosamente, poi tutta la sua ira sembrò smontarsi di colpo.
- Perché non c'era altro che potessi fare. Quel Barret costringerà Marian a sposarlo e le uniche opzioni che avevo erano o quella di presentarmi a bussare alle porte di Nottingham ed essere ucciso dal primo arciere con una buona mira oppure quella di venire a chiedere aiuto al mio nemico e poi farmi ammazzare da lui. Che belle prospettive, vero? Tra le due ho scelto quella che almeno sarebbe stata utile per Marian.
Robin lo afferrò per la giacca e lo gettò a terra con un pugno.
- Non ti azzardare a fingere che ti importi di lei, non dopo quello che le hai fatto! Ti sei approfittato di lei, l'hai costretta a venire a letto con te e poi l'hai abbandonata alla cattiveria della gente! Hai sentito come la chiamano? Hai mai assistito alle umiliazioni che deve sopportare ogni giorno per colpa tua? Se davvero ci tenessi a Marian non avresti permesso una cosa del genere, prova a usarla ancora come scusa per le tue azioni e ti ammazzo sul serio! Tu non sei degno neanche di pronunciare il suo nome!
Guy si rialzò da terra senza distogliere lo sguardo da Robin. Si toccò il viso nel punto dove era stato colpito dal suo pugno, poi riabbassò la mano come per cercare l'elsa della spada.
Robin non si preoccupò di quel gesto perché sapeva che Gisborne era disarmato, ma si preparò a difendersi da lui, aspettandosi un attacco.
Guy invece non si mosse, ma non distolse gli occhi da lui.
- Hai ragione, non sono degno di Marian. Le ho fatto cose tremende, ho cercato di costringerla a sposarmi, ho bruciato la sua casa, l'ho ferita affrontando il Guardiano Notturno e non sono stato capace di proteggerla, ma non ho mai, nemmeno per una volta, osato compromettere la sua innocenza. Quelle voci sono false, completamente false, e la mia colpa è stata soltanto quella di non averle potute stroncare sul nascere. Accusami di quello che vuoi, hai un'ampia scelta di motivi per volermi morto, ma non ti permettere mai più di dire che non tengo a Marian. Io la amo! Anche se non sarà mai mia.
Robin si ritrovò senza parole. Non aveva mai sentito Gisborne parlare con tanta passione e per una volta non aveva dubbi che fosse sincero, ma lui non sapeva come rapportarsi a quel lato finora sconosciuto del suo nemico.
Un grido disperato in lontananza lo distolse da quell'imbarazzo. Sia Robin che Guy trasalirono nel sentirlo perché l'urlo che avevano sentito era quello di un uomo in preda a una sofferenza atroce.
- Cosa è stato? - Chiese Guy, ancora scosso per il suo sfogo di poco prima e preoccupato per quel grido improvviso.
Robin scosse la testa.
- Proveniva da laggiù. - Disse indicando un punto in lontananza tra gli alberi.
Le urla si ripeterono, sempre più strazianti, e Guy e Robin si mossero nello stesso momento per correre in quella direzione.
Mentre si avvicinavano, le grida diventavano più forti ed era chiaro che l'uomo che le emetteva doveva essere torturato dal dolore.
Improvvisamente cadde un silenzio agghiacciante e Robin fece cenno a Gisborne di fermarsi.
Estrasse la spada e la porse a Guy, poi prese una freccia e tese l'arco, prima di riprendere a muoversi con più cautela.
Camminarono in silenzio per qualche minuto, poi superarono una fila di alberi e sbucarono in una radura. Robin si sorprese nel sentire che Gisborne aveva emesso un gemito.
Si voltò a guardarlo: Guy era diventato pallido come un morto, tremava e guardava fisso davanti a sé con orrore.
- No... No... Non qui... Non di nuovo...
- Ehi, che ti prende? - Iniziò Robin, poi seguì la direzione dello sguardo di Gisborne e le parole gli morirono in gola.
A un primo sguardo Robin non aveva visto il corpo dell'impiccato perché era nascosto dagli altri rami dell'albero che cresceva sul bordo del dirupo, ma Guy lo aveva notato immediatamente perché lui conosceva già quel luogo, sapeva già a cosa potesse servire quel ramo proteso nel vuoto col fiume che scorreva gorgogliando molti metri più in basso.
Lo stesso albero, la stessa radura... Robin scattò in avanti, ma si fermò subito accorgendosi che Guy non si era mosso e tornò indietro per trascinarlo per un braccio.
- Andiamo! Forse è ancora vivo, ma da solo non posso tirarlo giù! - Gridò, scuotendolo e finalmente l'altro si decise a muoversi.
Insieme recuperarono il corpo dell'impiccato nella speranza di poterlo soccorrere, ma fu subito evidente che l'uomo era già morto.
Prima di essere impiccato, quel poveretto doveva essere stato torturato con un pugnale o con una spada perché aveva il corpo segnato da tagli profondi e il viso pieno di sangue al punto di essere irriconoscibile.
Molto probabilmente sarebbe morto comunque anche senza l'impiccagione, pensò Robin, inorridito.
- Gli hanno... gli hanno cavato gli occhi... - Sussurrò Guy e Robin Hood si voltò a guardarlo, sorpreso dal suo tono sconvolto.
La morte di quell'uomo doveva essere stata orribile, ma Gisborne aveva di certo assistito a scene ben peggiori lavorando per lo sceriffo e non aveva mai battuto ciglio nell'assistere alle esecuzioni al castello di Nottingham.
Robin si tolse il mantello e lo usò per coprire il corpo, poi tornò a fissare Gisborne che sembrava essere sprofondato in qualche incubo a occhi aperti: si guardava intorno con lo sguardo di un animale braccato e ansimava in preda al panico.
Robin gli toccò un braccio e Guy fece un salto, poi si voltò e corse via alla cieca, scomparendo tra gli alberi. Robin Hood lanciò uno sguardo al cadavere, poi si lasciò sfuggire un'imprecazione e corse dietro a Gisborne.
Gli assassini potevano essere ancora nei dintorni e loro non dovevano rischiare di attirarne l'attenzione, non quando erano soltanto in due, di cui solo uno abbastanza lucido per combattere.
Raggiunse facilmente Gisborne e lo strattonò per la giacca, trascinandolo a terra con sé.
Gli mise un braccio sulla schiena per tenerlo bloccato al suolo, ma Guy non tentò nemmeno di rialzarsi: rimase a terra col viso affondato nel tappeto di foglie secche, scosso da sussulti silenziosi.
Robin si accorse con sconcerto che Gisborne stava piangendo.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Robin Hood (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: eugeal