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Autore: Heart    18/04/2015    4 recensioni
Naraku si è ritirato dopo che la sfera si è spezzata in due. Una parte ce l'ha lui e l'altra Kagome.
Nel silenzio, una nuova presenza appare. Una giovane arrivata da molto lontano per distruggere una volta per sempre la Shikon no Tama.
Ma qual è la sua vera missione? Misteri e segreti si susseguiranno con l'andare del tempo, sentimenti sconosciuti usciranno allo scoperto e attrazioni fatali provocheranno quasi la morte.
Il mondo del sovrannaturale apre le sue porte.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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V

“La pietra sacra”

 

 

Uno. Due. Tre … Gocce.

La pioggia cadeva dal cielo in un modo pazzesco, sembrava il diluvio universale.

Cosa piuttosto strana.

Il nostro gruppo si stava riparando dentro una grotta. Il loro viaggio procedeva bene: se l'acqua non li avesse fermati, sarebbero giunti a destinazione già la mattina dopo.

Purtroppo nessuno poteva controllare gli effetti meteorologici.

Dafne se ne stava in un angolino, con le braccia incrociate e le gambe a forma di triangolo. I vari discorsi non la toccavano.

Il suo silenzio era stato notato dagli altri, ma avevano preferito non disturbarla.

Tutti eccetto una persona che, con la sua aria da rompiscatole, la stuzzicava. La ragazza per i primi momenti non gli aveva dato corda, sperando che si calmasse e la lasciasse in pace. Tutto inutile. Inuyasha aveva tutta l'intenzione di farle perdere la pazienza.

Dapprima le aveva solleticato la gamba con una piuma trovata dentro la grotta. Poi le aveva messo sotto il naso un piatto di ramen istantaneo e infine aveva iniziato a parlare senza sosta.

Dafne, al limite della pazienza, rimase in silenzio, cercando di concentrare quel potere che pian piano stava uscendo; non voleva spaventare i suoi amici, ma quel brontolone non la smetteva! Così decise di reagire. Aprì gli occhi di scatto, spaventando il mezzo demone. Lui, dopo essersi ripreso, indietreggiò per poi ritornare alla carica.

-Allora non dormivi?- Disse lui, appoggiando entrambe le mani a terra. In quella posizione assomigliava dannatamente ad un cane.

Dafne lo guardò con uno sguardo freddo, che poteva essere paragonato a quelli lanciati da Sesshomaru.

-Un cane sarebbe meno rompi scatole.- Disse con calma; poi guardò il resto dei suoi amici che avevano smesso di fare conversare per osservarli. - Quando ti comporti in questa maniera non ti sopporto! Mi fai perdere la pazienza! A volte mi chiedo come faccia Kagome a sopportarti: sei una bambino, Inuyasha! Ed è per questo che ti punirò, ‘sta volta, e non lascerò l'accaduto inpunito! Preparati.- Terminò, alzando la mano in alto e girando il palmo.

Dalla mano apparve una piccola fiamma azzurra. A quella luce la grotta si colorò di azzurro, sovrastando il colore rosso del fuoco vivo.

-Che diavolo stai combinando? E' stregoneria?- Esclamò Inuyasha, facendo alcuni passi indietro.

-No. Solo magia. Preparati, la tua punizione sarà esemplare!- Annunciò la ragazza.

 Intanto i suoi occhi avevano acquistato una sfumatura di azzurro molto intenso.

Nessuno fiatava di fronte a quella energia.

Miroku e Kagome avvertirono all'istante il mutamento dell' aura dell'amica: se prima era solo una briciola, in quel momento, il suo potere, poteva essere avvertito in tutta la sua grandezza.

-Non osare toccarmi!- Urlò Inuyasha barricandosi dentro alla barriera di Tessaiga.

-Sciocco!- commentò Dafne, frantumando la protezione del mezzodemone con la sola sua presenza.

-Chi sei?- Disse Inuyasha, tremante.

Notava solo adesso che, dentro gli occhi della ragazza, brillava una strana luce potente. I suoi occhi s'illuminarono in uno strano colore scuro. Quella non era più Dafne, la solita ragazza simpatica e permalosa.

Adesso aveva davanti una Dafne trasformata: i  suoi capelli si muovevano in una strana ed inquietante danza, tutto di lei aveva un aspetto nuovo.

-La mia punizione ti servirà per il futuro. Ad ogni calar del sole ti trasformerai in un cane e resterai tale fino a quando il sole non sorgerà di nuovo. Tale scisma ti seguirà finché il tuo ciclo lunare giungerà al suo termine. Questa è la mia sentenza, Inuyasha No Tashio!- La voce che si udì non apparteneva a nessuno dei presenti, era rauca e leggera. Un soffio di vento. Ma le parole si sentirono forte e chiare, come una lama di fuoco.

La luce azzurra avviluppò Inuyasha, che iniziò a dimenarsi.

-Inuyasha!- Gridò Kagome allarmata. La fermò una barriera, prima che riuscisse ad avvicinarsi nel campo minato.

-Non ci sentono, Divina Kagome. La percepite anche voi questa energia spettrale?- Chiese Miroku.

-E' talmente forte che si potrebbe avvertire a migliaia di chilometri.- Si schiarì la voce, Sango. Quell'aura la opprimeva fin dentro alle viscere. 

-Il padrone lo avvertirà!- esclamò Jaken.

Intanto, Sesshomaru, si stava avvicinando alla caverna dove aveva lasciato Rin e Jaken. Da quelle parte avvertiva una strana energia negativa; non poteva essere Naraku, quell'essere puzzava come un sacco d'immondizia. Aumentò il ritmo della sua corsa e si precipitò dentro. Per un istante fu fermato da una strana barriera, ma dopo pochi istanti essa si dissolse, prima che prendesse Bakusaiga tra le mani.

Entrò e si ritrovò con gli umani alzati in piedi, che guardavano nella direzione opposta alla sua. Avvertì la presenza del fratello, ma in maniera flebile.

Chiese dove fosse quell'essere, ma nessuno rispose alla sua domanda silenziosa. Infatti, un momento dopo, un abbaiare lo distolse dai suoi interrogativi. Dinanzi a lui una specie di sacco di pulci stava latrando in modo arrogante. Lo guardò con attenzione, notando, con sgomento, che quell'essere era suo fratello. Come diavolo era finito in quelle condizioni? Non che non gli si addicesse, ma l'orgoglio della famiglia finiva sotto terra, in quel modo.

-Che hai combinato idiota?!-Domandò con un ringhio.

Nessuno fiatò. Gli occhi di tutti erano rivolti ad Inuyasha in forma canina.

-Inu-chan! Kawaii!- Esclamò tutta felice la piccola Rin, che cercò di prenderlo,ma le sfuggiva di mano.  Alla fine il cane si appostò accanto a Kagome.

-Ben ti sta!- Lo ammonì la ragazza, avendo tutta l'intenzione di mandarlo “a cuccia”.

Miroku era sbalordito. Dafne aveva trasformato Inuyasha in un cane con una semplicità assurda. Non era stregoneria, lo si era capito subito, anche se, dalla sua aura negativa, poteva essere paragonata ad essa. Ma la ragazza stessa lo aveva ammesso: era magia.

Mille domande si affollavano nella mente del monaco; alla fine giunse alla stessa conclusione di Sesshomaru: Dafne non era del tutto umana.

Il demone maggiore ricevette una spiegazione dettagliata dal suo umile servitore, che gli descrisse ogni minima cosa, senza tralasciare nessun particolare.

Sesshomaru lo ascoltò e infine chiese dove fosse andata la ragazza. Fu Rin a rispondergli.

-Nee-chan è uscita subito dopo – lo informò.

Lui non cercò altre rispose ed uscì.

La tempesta si era calmata e la notte padroneggiava in quello spazio. Il profumo della ragazza era stato camuffato dai tanti odori della natura, ma la ritrovò ugualmente. Si era allontanata più di quanto immaginasse.

 

 

Dafne era sopra una roccia e respirava a pieni polmoni. Le nuvole si stavano dissipando, lasciando il cielo aperto.

Si guardò la mano, spaventata, ma presto si tranquillizzò.

L'afflusso del suo potere si era scatenato e adesso chiedeva di essere usato, si sentiva in fermento.

Calmati Dafne. Prese un lungo respiro e poi buttò fuori l'aria. In quel preciso momento un'aura conosciuta si avvicinò.

-Bentornato Sesshomaru.- Disse, senza voltarsi.

-Chi sei?-Domandò quello, senza giri di parole.

-Chi sono?- Ripetè lei, voltandosi appena. - Sei intenzionato a sapere la verità sul mio conto, principe dei demoni?-Dichiarò, mentre la luce lunare ricopriva la sua figura.

-Dal tuo corpo esce una strana aura. Ti sei intrufolata nel gruppo per estorcere informazioni sulla Shikon no Tama. E adesso ti prendi certe libertà.- Affermò.

La sua figura era virile e potente. Era un uomo affascinante e misterioso. Solo guardarlo negli occhi, le provocava strane vibrazioni.

-Intendi per ciò che ho fatto ad Inuyasha?- Chiese, mentre allontanava una ciocca di capelli dal viso.

-Te lo chiederò per l'ultima volta, chi sei?- Domandò spazientito il demone.

Dafne lo guardò e gli sorrise; il demone non accettò quel semplice gesto come risposta, così, con uno scatto veloce impugnò Bakusaiga. La spada s'illuminò, nel momento in cui il suo padrone la richiamò.

La puntò su Dafne che rimaneva inerme al suo posto, senza far trapelare nessuna emozione. Un lampo di luce si precipitò sulla ragazza, mentre l'attacco del demone giungeva senza via di scampo.

Sesshomaru si trovò a fronteggiare un ragazzo, dalle abilità nascoste, all’apparenza era un grande spadaccino.

-Non c'era motivo di intervenire, la situazione era sotto controllo.- Disse Dafne, guardando il ragazzo che attaccava senza fretta Sesshomaru.

-Il mio compito è proteggervi.- Rispose il ragazzo, abbassando la spada, dopo aver fatto indietreggiare il demone.

-Lo so. -Disse la ragazza, rivolgendo lo sguardo allo spicchio di luna.

-State bene?- Chiese premuroso.

-Si. Niente di rotto. Dimmi, come sta lei?- Chiese, dando un senso vago alla sua domanda, senza far trapelare nulla.

Il ragazzo, guardò prima lei e poi l'uomo che aveva alle spalle. Era un demone, la sua energia era molto forte.

-Un demone maggiore, l'ultimo che ho visto era stato QUEL demone. Gli assomiglia particolarmente, non sarà suo figlio?- Chiese sorpreso il ragazzo a Dafne, che sorrise.

-Hai visto giusto, Eddy. Quel demone era il padre di questo scellerato qui.- Gli comunicò.

Sesshomaru rimaneva fermo ad ascoltare la conversazione tra i due.

Quel tizio era apparso dal nulla, come una nube di fumo. Tutto gli puzzava: che cosa stava succedendo?

Dafne non si era nemmeno spostata per schivarlo.

Sesshomaru fissò il ragazzo con occhio critico, i suoi abiti provenivano senz’ altro del futuro, anche se quell'armatura la diceva lunga.

Sesshomaru ne aveva avuto la conferma: conoscevano suo padre,dunque.

Ma come era possibile? Lui era morto più di 500 anni prima. Doveva svelare quel mistero.

-Questa è la mia risposta- disse Dafne all’improvviso, prendendo qualcosa dalla sua borsa. Il demone individuò un oggetto bianco uscire dalla sua felpa. Non perse tempo e schizzò verso i due, l'acciuffò e lo guardò per bene.

-Ridagliela! Spettro!- Esclamò Eddy, prendendo la sua spada dal fodero dietro le spalle.

-Invece di parlare, combatti!- Disse. Il giovane cercò  il consenso della ragazza e corse ad attaccarlo. Le due spade cozzavano tra di loro, nessuno dei due voleva essere sconfitto. Entrambi erano molto bravi, il rumore provocato dalle loro armi rimbombava nell'aria.

I due, ben presto, si dimenticarono che lì, accanto a loro, c'era Dafne. La ragazza era assorta nei propri pensieri. Quei movimenti, le mosse, il potere che scorreva nelle vene…

-La schiena dritta. Non puoi curvarti in questa maniera. Il tuo avversario può farti cadere facilmente, sii fiera della tua autorità- disse sua madre. La donna era così luminosa, anche se il cielo era spento.

La sua luce.

-Non ci riesco, mamma. Sono una nullità.- Si demoralizzò Dafne.

-No, amore. Il mio sangue scorre nelle tue vene, tu non sarai da meno. Alza lo sguardo e guardami come sai fare; lo senti? Questo è il tuo potere, lui non ti abbandonerà mai.- cocluse la donna, prendendo la spada caduta a terra.

-Forza e coraggio. Abbi fiducia in te stessa e nelle tue capacità- le disse con un sorriso- adesso combatti!-

Dafne chiuse gli occhi a quel ricordo.

Le mancava come l'aria.

Mamma, sarai fiera di me. Si disse.

Riaprì gli occhi e li puntò verso i due combattenti.

Il sole stava per sorgere, quella disputa doveva terminare, adesso!

Il monte Sino era davanti ai suoi occhi e, la prima pietra la richiamava.

Toccò il proprio petto, nel punto dove risiedeva il cuore e lo sentì battere.

Ognuno di noi ha il proprio fardello da portare sulle spalle, ed io non faccio eccezione.

-Eddy.- Lo richiamò. Il ragazzo fece due salti indietro, cercando di riprendere il fiato e di darsi un contegno, avendo la maglietta tranciata in due.

-Ditemi.- Disse, posando la spada sul terreno.

-Ritorna indietro e chiedi udienza. Ho bisogno di parlare con le alte sfere.- Disse seria, mentre dalla mano appariva la busta rubata dal demone.

-Ottimo- commentò il ragazzo, sbuffando all'occhiataccia ricevuta da parte di Sesshomaru, che non riusciva a capire come diavolo avesse fatto lei a riprendersela.

-Puoi andare, la mia missione mi chiama.- disse la giovane, congedando il suo guardiano.

Quello fece un inchino veloce, per  poi scomparire.

-Adesso che abbiamo finito di discutere, possiamo avvicinarci al luogo dove si trovano i nostri amici- annunciò Dafne, scendendo dalla rupe.

-Non ho amici, io- la interruppe Sesshomaru, sguainando la spada.

Questa volta non si sarebbe fatto sorprendere dall’ agilità di Dafne.

- Mascheri il tuo odore sotto il puzzo di umano. Conosci mio padre, anche se lui è morto. Hai dei privilegi, come avere una guardia del corpo e sei molto potente, mi chiedo chi tu sia. - disse il demone, dando voce alle proprie considerazioni.

 Lei rimase in silenzio.

-Sapevo che ci saresti arrivato, ma dovrai attendere, per avere le tue risposte. La curiosità è fonte di guai.- Spiegò la ragazza.

L'alba giunse e il sole la illuminò.

-Ognuno ha la sua doppia faccia. Come la notte e il giorno. Il buio e la luce. E quando si uniscono, formano una via di mezzo.- Disse più a se stessa che al suo interlocutore.

-Saresti un ibrido?- Domandò.

-Nella mia famiglia, non c'è ne sono di vie di mezzo, Sesshomaru.- parlò Dafne, rivolgendo lo sguardo al demone- Tutto quello che nasce è perfetto.- La sua voce mutò, sapeva di rammarico, come se portasse un peso. - Ognuno di noi ha un compito. Tuttavia ci danno il libero arbitrio di decidere che cosa vogliamo essere.- Disse, mentre il cuore le batteva forte. L'aura spirituale del monte la richiamava come una calamita.

-Gli altri ci stanno aspettando.- E saltò da una roccia, per poi iniziare a camminare verso la valle in cui si trovava il gruppo.

Sesshomaru la guardò allontanarsi.

 Quella ragazza nascondeva qualcosa di strano, che lo spingeva a volersi immischiare ancora di più in quella faccenda. Troppa carne era messa al fuoco. Forse se si fosse rivelata essere una guerriera, avrebbe potuto usarla come arma.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La salita per raggiungere il picco del monte Sino era rapida.

Inuyasha ripreso il suo stato normale, rimaneva in silenzio con le braccia conserte e guardava Dafne con aria furiosa. La ragazza, dopo il suo ritorno, non aveva spiccicato parola. L'aria era tesa e nessuno era intenzionato a rompere il ghiaccio. Ma la cosa che lo infastidiva maggiormente era l'aria purificatrice del monte. Già per la strada avevano trovato parecchi scheletri di demoni, che, incauti, si erano avventurati fin lassù.

Anche il mezzo demone si chiedeva come fosse possibile, che loro riuscissero ad attraversarla.

A capo del gruppo c'era suo fratello con il suo seguito; poi Dafne e Kagome e infine gli altri con lui che chiudeva il gruppo.

La vegetazione era rigogliosa e verdeggiante.

Tutto sembrava così tranquillo da metterlo  in allarme.

-Ma quant'è lunga questa strada?- Disse stanco il piccolo Shippo.

-Ci siamo quasi, piccolo.- Rispose la giovane Dafne, tenendosi stretta la sua borsa. Tutti si accorsero di quel gesto, ma nessuno avvertiva strane presenze.

Alla fine, si fermarono a metà del percorso. La giornata sembrava essere eterna, infatti la luce del sole, anche se era notte, rimaneva immutata.

-Ne avevo sentito parlare. -Disse all'improvviso il demone, attirando l'attenzione di tutti su di sè.- E' noto come il monte del sole eterno. Il suo ciclo rimane immutabile, anche se al di fuori della sua barriera è notte, qui non cambia la luce.- Diede spiegazioni.

Tutti si sedettero e ripresero fiato.

Dafne si allontanò dal gruppo e trafficò nella sua borsa alla ricerca della sua medicina. La prese e la bevve tutto di un fiato: le forze ritornarono e si sentì meglio.

-Nee-chan va tutto bene?-Chiese, all'improvviso Rin. La ragazza sobbalzò a quella voce, ma si calmò e le fece una tenera carezza sulla testa.

-Adesso si. - Rispose, riparandosi sotto le fronde di un albero.

I suoi amici stavano consumando il pranzo, mentre a lei veniva da vomitare; dannato sole!

-Hai problemi con il caldo?- Chiese una voce arrogante. Dafne alzò il volto e incontrò Inuyasha.

-Lasciami stare, Inuyasha.- Disse piano. Non voleva perdere il controllo, la pietra si trovava in quella zona e se avesse sentito la sua energia sarebbe scomparsa. Così prese un lungo respiro e richiamò l'amica.

-Kagome. Per favore ci pensi tu a questo quì?- Chiese come una supplica. La ragazza la guardò e poi annui.

Inuyasha si ritrovo a terra insieme alla polvere e ci rimase per bel pezzo. La temperatura sembrava più bassa e Dafne si sentì meglio.

-Da questo momento continuo da sola- Annunciò. Tutti alzarono lo sguardo.

-Non se ne parla, può essere pericoloso.- Affermò Miroku.

-Stai tranquillo non può succedermi nulla, forse solo essere attaccati dai due guardiani che la custodiscono.- Ammise svogliata Dafne.

-Appunto, non ti lasceremo andare da sola- Ribattè il monaco, alzandosi grazie all'aiuto del suo bastone.

-Stai seduto Miroku. Nessuno di voi può superare la barriera che il monte ha costruito, ed è per questo che userò il potere della sfera per oltrepassarla- dichiarò.

-La sfera non va da nessuna parte, ancora non mi fido di te- obbiettò Inuyasha.

Stava per replicare che poteva passare la barriera anche senza la sfera, ma una voce, interruppe i suoi pensieri.

-La seguirò io. Sono la custode della sfera dei quattro spiriti e il mio compito è proteggerla- annunciò Kagome, alzandosi dal suo posto. Inuyasha fu subito contrariato a quella scelta: vedere la donna del suo cuore fiera e determinata ad aiutare un'amica (anche se, ai suoi occhi, Dafne era una nemica) non gli piaceva per niente.

-Non ho bisogno del tuo permesso Inuyasha. Non sei nessuno.- Affermò la ragazza.- Seguirò Dafne e ritorneremo appena recupereremo questa pietra.- Disse determinata.

Miroku e Sango annuirono fiduciosi e le raccomandarono di non mettersi in pericolo.

 

Le due si allontanarono dal gruppo, mentre l’ agitazione degli amici aumentava.

La salita era diventata più ripida, ma nessuno delle due si lamentò. Le gambe bruciavano, ma resistettero.

-Dafne, posso chiederti una cosa?- Chiese Kagome, cercando di spezzare quel silenzio di ghiaccio.

-Dimmi- rispose l'altra.

-La storia di queste pietre è vera o e solo la finzione di qualcosa di più ...- iniziò a dire, ma venne interrotta dalla sua compagna da viaggio.

-Le pietre esistono. Sulla cima di questo monte troveremo la prima, perchè la sfera dei quattro spiriti ancora non è completa. Essa ha un potere speciale.- Disse.

-Sarebbe?- Chiese curiosa.

-Lo vedrai con i tuoi occhi.- Terminò. Non le andava di parlare, il dolore che sentiva al petto era forte, aveva la voglia di buttarsi a terra e gridare, ma non era il momento.

Il silenzio faceva da padrone, ma Kagome non mollava, voleva estorcere qualche informazione all'amica. Ne aveva parlato con gli altri e le sue supposizioni era esatte.

-Quanti anni hai?- Chiese, così.

-Tra pochi mesi compierò ventuno anni.- Rispose.

-Sei figlia unica? Io ho un fratello di nome Sota che ha dieci anni.- Raccontò, ma non si fermò solo a quello. Le disse della sua vita, della scuola. Delle difficoltà dei viaggi e delle bugie che doveva inventare per falsificare le sue assenze. La storia della sua famiglia e un poco di sè.

-E di te e di Inuyasha non mi dici nulla?- Domandò Dafne, facendola diventare tutta rossa.

-Cosa?- Disse Kagome.

-E' palese che provi qualcosa per quella testa calda. Ho notato i tuoi sguardi su di lui, anche se cerchi di mascherarlo si intuisce;  purtroppo il dritto interessato è assorto nei suoi pensieri. Un consiglio: se gli vuoi davvero bene, trova l'occasione perfetta per dirgli cosa provi. Non avere paura di ciò che potrebbe succedere, l'amore non arriva senza motivo.- Spiegò Dafne, facendosi malinconica.

-Già- Affermò la mora, mentre si avvicinavano alla vetta.

-Chissà, se un giorno succederà anche a me.- Blaterò Dafne con gli occhi puntati verso l'orizzonte.

-Su, con la vita. Come dici tu, l'amore arriva nel momento in cui non te lo aspetti.- Sorrise Kagome, risollevando il morale all'amica.

-Speriamo che sia come dici tu.-

-Ho notato che spesso e volentieri hai la testa fra le nuvole, pensi alla tua famiglia? Non hai mai detto nulla a riguardo. Sei gelosa?- Domandò, affiancandola.

Dafne non si era mai resa conto di questo dettaglio, forse era vero. La sua famiglia era la sua colonna portante.

-Beh la mia famiglia è un poco diversa dalle altre. Abitiamo tutti in una sola casa, il caos è all'ordine del giorno. Sono cresciuta insieme ai miei fratelli e zii. - Disse, ripensando al trambusto che si creava fin dal primo mattino.

-E i tuoi genitori?-Domandò curiosa Kagome.

-I miei genitori sono per lo più sempre via, ma la loro presenza è sempre costante. Non mi hanno mai abbandonato. Quando ritornano a casa, cercano di passare il loro tempo con noi, la lontananza non è un problema, basta uno schiocco di dita e loro arrivavano. -

-Devi voler loro molto bene- puntualizzò, Kagome. Guardò il terreno, mentre l'amica era persa nei suoi ricordi.

-Mi manca la mia mamma, devo molto a lei. Mi ha trasmesso le maggior parte delle cose che so. Senza di lei non sarei qui. Lei mi ha dato alla vita, anche se tutti le dicevano di abortirmi. E' rimasta assieme a me, per tutta la gestazione. A volte mi sento in colpa, l’ho quasi uccisa.- Una lacrima scivolò sulla guancia di Dafne. Quella scena non le si toglieva dalla mente.

-Non ti seguo più- ammise l’altra.

-E' una storia lunga, ma alla fine si è salvata. Mio padre sarebbe morto insieme a lei, se lei non ce l'avesse fatta. Sono legati. Un legame speciale.- Ammise, terminando il discorso.

Dinanzi a loro si presentò la fine del percorso. Ciò che vedevano era solo un muro di rocce e poi più nulla.

-Qui non c'è nulla- si apprestò a dire Kagome.

-Chiudi gli occhi Kagome, non guardare con gli occhi, ma con il cuore. Oltre il muro c'è l'entrata. - Disse.

La sacerdotessa fece come le aveva consigliato l'amica e notò con sorpresa che, oltre il muro, c'era una scala.

Sorrise. Dafne non si era fermata all'apparenza.

Quest'ultima chiuse la sfera tra le mani e l'appoggiò sulla roccia.

Come d'incanto il masso svanì e apparvero le scale sotterranee.

-Dopo di te.- disse, facendola avanzare. Poi si guardò in giro e dopo poco il masso ritornò al suo posto.

-Non si vede nulla- disse Kagome.

All'improvviso il corridoio fu invaso di luce. Infatti piccole fiammelle si posarono su ogni angolo della parete.

-Ottimo- disse entusiasta Dafne.

Camminarono per un bel pezzo, le mura lisce le davano quella sensazione di tranquillità e di pace. Kagome si sorprese a pensarlo, era come se fossero dentro un tempio sacro.

Dafne era alle sue spalle, con lo sguardo rivolto in avanti. Nulla le sembrava strano, forse solo quello strano venticello che le accarezzava le gambe scoperte.

Alla fine giunsero ad un altro paio di scale, ma queste portavano più in basso, come se ciò che cercavano si trovasse in fondo alla montagna, alle sue pendici.

Questa volta le pareti divennero più frastagliate, gli scalini erano irregolari e grezzi.

L'aria era più fredda, infatti Dafne si era provvista di sciarpe e guanti.

Infine, dopo una buona mezz'ora di camminata, arrivarono di fronte ad una grotta sotterranea. Le pareti di essa erano costellate di ghiacci solidi, come diamanti.

Una passerella di roccia attraversava una parte della grotta, formano un cerchio in mezzo al quale era situata una conca d'acqua purissima. Tra le sue acque si travedeva una luce flebile.

-Finalmente siamo giunti a destinazione.- Si schiarì la voce Dafne.

-Non ho mai visto un luogo simile- esclamò, Kagome sorpresa.

-Questo non è nulla.- Disse Dafne, guardandosi in giro.

Mentre fissava ogni angolo, Kagome si avvicinò alla sorgente. L'aura sacra che avvertiva in quel punto era allucinante. Allungò la mano per toccare la superficie, ma fu scaraventata fuori dalla portata del piccolo tempietto che si materializzò davanti a sè.

-Donna! Come hai osato toccare qualcosa di sacro?- Tuonò una voce possente.

Due fulmini caddero dal cielo e si materializzano al cospetto di Kagome, che rimase senza fiato. Due colossi di carne e ossa, si mostravano davanti ai suoi occhi. Indossavano una strana gonna d’ oro e una fibbia che partiva dalla spalla e giungeva al fianco.

-Io... io non volevo...- cercò di parlare, ma la paura la fermava. Cercò Dafne, ma di lei nessuna traccia.

I due, presero qualcosa da dietro la schiena e si accorse con sgomento che si trattasse di due alabarde.

-Mi dispiace, io non volevo farvi infuriare.- Cercò di spiegare, ma i due colossi non volevano sentire, uno di loro si avvicinò e le puntò l'arma alla gola.

-Questo è un luogo sacro e tu non hai il permesso di mettervi piede. Hai firmato la tua condanna!- Alzò il braccio per colpirla, la lama che sfrecciava velocissima.

Kagome sentì di stare per morire e ripensò a tutta la sua vita. Non riusciva nemmeno a muoversi, tutto stava per finire. L'ultimo nome che sussurrò fu quello di Inuyasha e poi chiuse gli occhi, aspettando la fine.

-Fermo!-Una voce conosciuta si fece avanti.

Riaprì appena un poco gli occhi, per vedere Dafne davanti a lei. La ragazza era avvolta da una strana fiamma azzurra, che le faceva svolazzare i capelli sciolti.

-L'inferno e il paradiso sono il mio territorio.- Affermò, mentre il colosso stringeva i denti con forza.

-Sei riuscita a risolvere l'indovinello. -Deponendo l'arma- in fin dei conti, che cosa mi potevo aspettare da te. Meriti il tuo nome.- Proferì l'uomo. Ritornò al suo posto e guardò il compagno.

-Dafne che fine hai fatto, questi mi stavano uccidendo!-Sbottò Kagome, asciugandosi le lacrime.

-Perdonami.- Proferì Dafne, avanzando verso i due guardiani.

Kagome guardò l'amica avvicinarsi alla struttura sacra che c'era dopo il piccolo portico non facendo trapelare nessuna emozione.

 La grotta iniziò a emettere una strana luce azzurrina, i ghiacci tremarono e i due colossi si spostarono per dar il loro permesso alla ragazza.

Dafne allungò le mani e cercò di far con calma. L'acqua della sorgente era fredda e trasparente. Immerse una mano e quando la tirò fuori con essa portava una piccola sfera.

-Iolite. Pietra della invisibilità- blaterò Dafne, tenendo la pietra con cura. La luce della pietra s'illuminò a quel richiamo.

 Kagome dovette chiudere gli occhi e altrettanto fecero i presenti.

In un secondo la pietra era svanita nel nulla.

-Accidenti, vuole giocare a nascondino!.- Esclamò Dafne nervosa.

-Eh?- Domandò Kagome. Da quando le pietre sapevano giocare? Comunque iniziò la sua ricerca in quella grotta insieme a Dafne, sembrava piuttosto nervosa e non ne capiva il motivo; erano al sicuro lì.

Ben presto le sue supposizioni si dissolsero. Infatti, dalla parete apparve un buco nero, da cui trapelavano diversi mostri.

-E loro da dove spuntano?- Chiese allarmata.

-La barriera sacra è stata distrutta e quindi i mostri possono entrare nel territorio. Dobbiamo fare in fretta a trovarla.- Disse Dafne, mentre frugava dentro la sua borsa.

I due colossi cercarono di proteggere la zona in più possibile, ma alla fine scomparvero. La situazione era critica.

Alla fine, Dafne scelse la via più difficile. Era consapevole che il nemico l'avrebbe individuata, ma non poteva far altrimenti.

-Kagome vieni qua- urlò, richiamandola.

 Prese il pugnale che aveva tra le mani e punse il dito dell'amica che, colta di sorpresa, gridò.

-Che fai?- Esclamò.

-Non c'è tempo di spiegare, forse dopo. - Catturò la goccia del suo sangue in una boccetta, per poi versarla sull'arma.  Essa, ricevendo il sangue, svanì dalla sua custodia.

I mostri avevano invaso l'intera grotta, la loro opzione era buttarsi nelle acque o morire. Non avevano armi di nessun genere per difendersi.

In quel momento Kagome si maledì per non aver ascoltato Inuyasha.

-Kagome ascoltami adesso- La richiamò Dafne.

La sacerdotessa la guardava a metà, poiché osservava nel mentre anche la furia distruttiva dei mostri.

-Kagome?-

-Che c'è? Non vedi che siamo nei guai?.- Protestò allarmata.- Mi sembri troppo calma per i miei gusti, non hai paura di morire?- Domandò.

-Sono già morta- disse velocemente.

 Kagome alzò lo sguardo interdetta: che voleva dire? Ma non riuscì a finire la frase, perchè l'amica le mise tra le mani un arco e delle frecce.

-La vedi quella luce?-Chiese velocemente.

Kagome annuì.

-Ecco, colpiscila.- Disse.

Intanto, dal fondo della montagna si sentì un ruggito, qualcosa stava venendo a galla.

-Adesso!- Gridò Dafne, intanto prendeva la rincorsa e si lanciava verso la sua meta.

Kagome rimasta sola, prese un lungo respiro. L'arco che le era stato dato era strano, emetteva strane vibrazioni. Lo sentiva parte integrante del suo corpo, come se fosse suo. Chiuse gli occhi per concentrare la sua energia spirituale e poi scoccò. La freccia, sfrecciò verso l'alto. Da lì, apparve una corda violacea che le circondò la vita per poi farla salire con sè.

-No, aspetta dobbiamo aspettare Dafne.- Ma la luce non le dava retta, l'innalzava ancor di più. Ormai il terreno era solo un ricordo, stava giungendo sulla cima del monte. Appena l’ebbe raggiunta, l'arco con la faretra svanirono in un bagliore di luce e Kagome si ritrovò sola.

Nel contempo Dafne lottava contro la pietra che non voleva essere acchiappata. Dovette scontrarsi contro i mostri che cercavano di prenderla, ma ogni volta riusciva a liberarsi.

Infine stanca di giocare, si fece forza e gridò: -Iolite fatti vedere, o sarò costretta ad usare le maniere pesanti.-

Nessuna risposta.

-Adesso basta, quando è troppo è troppo!- Una folata di vento iniziò a vorticare dentro la grotta, l'energia di Dafne aumentò.

Il suo corpo si innalzò dal terreno. Con gli occhi interamente azzurri, fece apparire dalla mano una sfera azzurra che, come una calamita, richiamò la pietra invisibile.

 Se un momento prima c'era una quiete controllabile, adesso la quiete era stata distrutta dal caos. La pietra entrò nel corpo di Dafne e lei ritornò al suolo priva di forza; il colore penetrante svanì dagli occhi, che ritornarono al consueto castano.

-Adesso si ragiona. - Alzò lo sguardo verso l'amica e le fece segno di scoccare un'altra freccia, ma lei non sapeva come fare.

Era svanito tutto. Ormai senza forze, Dafne decise di usare l'ultima carta e si elevò dal terreno. Il fumo non faceva vedere più nulla, infatti la montagna si stava trasformando in un vulcano.

Sperò che gli amici rimasti all'esterno se ne fossero andati.

Kagome affiancò l'amica, nel momento in cui giunse accanto a lei. Aveva una ferita alla testa, ma lei non vi badava, forse era meglio così.

Cercarono di allontanarsi dalla montagna, ma erano troppo stanche per potersi mettersi a correre.

-Dafne. La lava ci investirà.- Pianse Kagome.

-Abbi fiducia nelle tue capacità Kagome, dentro di te possiedi un potere, usalo.- Disse quella con voce flebile.

-Non possiedo nessun potere!- Gridò Kagome, per farsi sentire dall'amica.

-Cocciuta! Lo sento. -Mormorò Dafne ormai allo stremo delle forze.

Si fermarono un momento a prendere fiato, ma Dafne si inginocchiò, la vista era annebbiata, le mancava poco per perdere i sensi.

-Resisti ti prego.- Pregò Kagome, avendo capito che la compagna non c'è l'avrebbe fatta a continuare.

Ormai sentiva il calore del vulcano diventare vicino, non riusciva a parlare o fare qualsiasi cosa.

-Inuyasha! Inuyasha!-Iniziò a gridare, nella speranza che il mezzo demone la sentisse. Perse conoscenza nel momento esatto in cui il vulcano eruttò.

Il verdeggiare del terreno venne risucchiato dal fuoco e bruciò. L'unico angolo non toccato era quello in cui stavano, non riusciva più a guardare, le bruciavano gli occhi. Perse la sua battaglia, poiché li chiuse, ma, nel momento in cui la stanchezza ebbe il sopravvento, un manto rosso la circondò.

Il corpo si era fatto leggero.

Due braccia forti la stringevano con delicatezza.

-Inuyasha- mormorò.

-Riposa … Kagome- parlò il mezzo demone.

I due demoni erano arrivati proprio al momento giusto; se avessero ritardato anche solo un attimo la lava le avrebbe inghiottite.

Sesshomaru osservò Dafne, mentre dormiva tra le sue braccia. I capelli si erano sciolti e scivolavano leggiadri tra le note del vento. Il suo viso era sporco di fuliggine e con una mano cercò di pulirla. Adesso era perfetta, non le si addiceva il vestiario da più parti strappato.

Doveva aver combattuto.

Chissà se era forte, ma quelle domande sarebbero rimaste irrisolte, per il momento.

Giunsero a destinazione e poggiarono a terra entrambe le ragazze.

 La sterminatrice affiancò subito la sacerdotessa, per vedere come stava.

Nessuno badò a Dafne che si lamentava appena.

Sesshomaru si avvicinò alla ragazza e le appoggiò la mano sulla fronte. A quel contatto qualcosa venne trasmesso al demone, come una scarica elettrica, che lo fece allarmare. Una scarica di potere gli attraversò il corpo, per poi uscire da dove era entrata.

Non capì ciò che avvenne, ma si allontanò.

Rin si avvicinò dopo che il gran demone ebbe lasciato il posto, prendendosi cura della sua sorellina.

Il tempo trascorse e il fuoco si spense, dando spazio al mattino.

 Il monte era svanito nel nulla e con se, si era portato via la sua aura spirituale.

Nessuno riuscì a dare un senso a quel fenomeno, ma le loro risposte potevano ricevere conferma solo dalle due dormienti.

La prima a svegliarsi fu Dafne che si guardò in torno.

Miroku le stava palpando una gamba, e a quel gesto, il ragazzo si ritrovò schiantato su un albero.

-Pervertito di un monaco!- Ringhiò Dafne alzandosi di scatto, ma cedette e si ritrovò a terra con la testa che le girava.

Stranamente nessuno l'aveva soccorsa e non capiva il motivo.

-Perchè avete quelle facce?- Chiese.

-Che cosa le hai fatto?- Disse Sango, anticipando Inuyasha.

-In che senso?- Domandò la ragazza.

-Kagome ha il corpo coperto da ferite!- Urlò Inuyasha, afferrandola di scatto e sbattendola contro un albero.

-Che modi sono Inuyasha, io non ho fatto nulla!- Si difese Dafne. Ma Inuyasha non volle sentire spiegazioni e le stritolò un braccio.

-Mi sono rotto delle tue congetture. Nessuno si fida di te. Sei pregata di andartene!-Annunciò il mezzodemone, fuori di sè.

-Capisco- mormorò Dafne. Chinò la testa, mortificata.

Lo sapeva che presto si sarebbero stancati di lei, nessuno voleva una ragazza che portava guai. Sperava, questa volta, di aver trovato dei veri amici, ma tutto era solo un illusione.

Si alzò con le poche forze che le rimanevano, acchiappò la borsa e s'incamminò verso un sentiero.

Tutti la guardavano, mentre una sottile pioggerella le bagnava il corpo, scosso da singhiozzi trattenuti.

Rin rimase ad aspettare il suo signore, sperando che lui la ritrovasse. La pioggia si intensificò, ma di lui nessuna traccia.

-Piccola, rientriamo- sopraggiunse Sango.

-No!-Urlò forte.

-Stai zitta mocciosa!- Sbraitò Inuyasha nervoso, la sua figura era imponente e per un secondo negli occhi della bambina si fece viva una scintilla di paura.

-Sei uno stupido. Nee-chan chiedeva solo di avere degli amici e tu... l'hai lasciata andare. Sei cattivo- pianse la bambina, dando dei colpi sulle gambe del mezzo demone.

-Fhe! Non m'importa di ciò che sperava. So solo che Kagome ancora non si è ripresa e la colpa è solo sua.- Disse. -Se solo… dovevo seguirla.- Si accusò.

-Amico, non si può piangere sul latte versato; aspettiamo il suo risveglio e sapremo la verità.- Aggiunse Miroku, guardando la strada che aveva percorso poco prima Dafne.

 

La pioggia cadeva.

Il suo corpo rimaneva immutabile e fermo.

Dopo ciò che aveva provato, Sesshomaru si era isolato da tutto ed era entrato in meditazione. Sentiva le sue emozioni in subbuglio e non ne capiva il motivo.

Il mistero che girava intorno a lei era più fitto di quanto immaginasse, ma non si voleva arrendere. C'era quella forza che lo stuzzicava a cercare.

Dafne era apparsa dal nulla, era una ragazza bella.

I suoi comportamenti erano dettati da un rigido protocollo, senz'altro nobile. I capelli lunghi fino ai fianchi, di un colore che sfumava dal castano al miele. Occhi penetranti e gentili. La sua voce era carezzevole e benevola, anche se, poteva diventare dura e inquietante. La sua energia era controllata come pochi sapevano fare, non faceva trapelare nulla all'esterno.

Il mistero non era la sola dote che trasmetteva. Tutto di lei lo incuriosiva.

Potere. Bellezza. Animo puro.

Agli occhi di Rin era una figura materna.

Lo aveva deciso già in passato, che lei lo avrebbe seguito nei suoi viaggi. Ma da quando si era unita al fratellastro, tutto si era dissolto.

Dafne amava la tranquillità e questo glielo concedeva, anche lui la preferiva.

Il demone maggiore ritornò ai suoi passi e si accorse che mancava qualcuno all'appello.

Una Rin piangente gli si avvicinò. La piccola non aveva il pianto facile, e se lo aveva scatenato, doveva essere successo qualcosa.

-Che cosa è successo?- Chiese.

-Signor Sesshomaru...sigh!. Inuyasha ha cacciato Dafne. Le dà la colpa per le ferite di Kagome-chan. - Spiegò, singhiozzando.

Sesshomaru fissò intensamente il fratello, ma lui non ricambiò lo sguardo.

Avanzò verso la feccia e lo prese per il colletto: - Idiota, hai azzerato la tua unica fonte di potere.- Disse gelido.

-Che stai blaterando Sesshomaru! E' colpa sua se Kagome ancora non si risveglia!-

-Sciocco.- Lo gettò di lato- con te, le parole sono inutili.-

Uscì nuovamente e cercò di rintracciare l'odore di Dafne. Purtroppo la pioggia l'aveva cancellato definitivamente.

Era come cercare un ago in un pagliaio.

-Maledizione!- ringhiò.

 

 

 

 

-Signore, l'abbiamo trovata.-

Una stridula risata si espanse per tutta la grotta.

Ben presto i guai si sarebbero fatti vivi.
 

Note dell’autrice:

Buongiorno finalmente ritorno, scusate per il ritardo.

Capitolo Modificato.

La storia inizia a svilupparsi e chissà che succederà nel prossimo.

Heart

 

 
L'idea della grotta e su per giù questa: Qui Occhi di Dafne Chi vuole unirsi al gruppo su fb : The Magic Diary
  
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