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Autore: WibblyVale    18/04/2015    2 recensioni
Una neonata nell'ospedale di Konoha viene sottoposta ad un esperimento genetico e strappata alla sua innocenza. Crescendo diventerà un abile ninja solitaria, finchè un giorno non verrà inserita in un nuovo team. Il capitano della squadra è Kakashi Atake, un ninja con un passato triste alle spalle che fatica ad affezionarsi agli altri esseri umani. La giovane ninja sarà in grado di affrontare questa nuova sfida?
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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 Shiori stava disattivando i sigilli che le impedivano di entrare nel perimetro all'interno del quale era custodito il Tricoda. Ogni sigillo era sorvegliato da una guardia.
Si era destreggiata piuttosto bene con le prime tre, in quel momento però aveva qualche difficoltà a tenere testa alle ultime. Infatti, la guardia numero quattro si era accorta delle sua presenza, lanciando così un segnale ai suoi compagni rimasti che l'avevano raggiunta. In questo modo però avevano lasciato scoperte le loro posizioni. Questo agevolava il suo compagno, che avrebbe così potuto disattivare gli ultimi due sigilli. Lui poi si sarebbe accupato di riattivarli, non appena entrambi fossero stati all'interno del perimetro.
La guardie numero quattro, cinque e sei la tenevano occupata con una serie di tecniche a lungo raggio. Erano estremamente precisi e non rischiavano di colpirsi gli uni con gli altri. Lanciò una Pallottola Infuocata contro la guardia numero quattro colpendola in pieno e nascondedosi tra il fumo dell'esplosione. Si sostituì a questa con la tecnica della trasformazione e mise una sua copia all'interno del cerchio.
Lei e le guardie cinque e sei, si scagliarono sul suo Bushin, ma proprio nel momento in cui la povera Kasumi sembrava finita, la finta guardia numero quattro si rivoltò contro uno dei suoi compagni. L'uomo cadde a terra ricevendo un Kunai in pieno petto.
L'ultimo avversario si era scagliato contro la copia, che era scomparsa in una nuvola di fumo. Shiori si era diretta verso di lui e lo tenne impegnato con una serie di colpi di arti marziali ben assestati. Quando lui fece per colpirla sotto il mento, lei si scansò a sinistra, portandosi dietro. Lo afferrò alla base del collo e con un colpo secco lo spezzò, facendolo cadere a terra.
Di seguito, disattivò l'ultimo sigillo, poi lanciò in aria una palla infuocata. Il suo compagno avrebbe avvistato il segnale ed avrebbe cominciato a riattivare i sigilli. Non voleva di certo rischiare che il Biju trovasse il modo di fuggire.
Presto si ritrovò al centro del piccolo accampamento in riva al lago, formato semplicemente dalla tenda di Shi-Suchiru. Il consigliere aveva sentito tutto quel trambusto ed ora aspettava a braccia conserte, e con un'espressione dura, davanti al fuoco.
Era un uomo alto e muscoloso, i suoi capelli erano bianchi a causa dell'età, ma con il suo avanzare non aveva perso la forza e il vigore giovanili. Anzi molti lo temevano più ora di quanto non facessero allora. I suoi occhi grigi erano seri e incutevano un certo rispetto. La parte però che incuteva più timore di tutte erano i denti dell'uomo, quelli che gli avevano garantito il soprannome di Shi-Suchiru, denti d'acciaio.
Nessuno conosceva il vero nome del consigliere, egli era divenuto famoso in giovane età per essere in grado di eliminare i propri avversari divorando la loro carne e spezzando le loro ossa solo con l'utilizzo dei suoi denti. Shiori cercò di farsi coraggio, dicendosi che bastava tenere quella dannata bocca lontano dalla sua carne, ma non poteva di certo negare di avere un po' paura di quell'uomo.
"Sapevo che eri una traditrice." affermò calmo nel vederla entrare nel suo campo visivo.
"In realtà, sono qui per fare il bene dell'Organizzazione." affermò tranquilla.
"Tanoshiji crede di potersi fidare di te, vero? Non sa che sei solo una piccola approfittatrice. Io le conosco le persone e tu non sei quel genere di essere spietato, che vuoi far credere a tutti."
"Forse questo va a tuo vantaggio." affermò lei pacata.
"Cosa vorresti dire?"
"Tanoshiji mi ha chiesto di ucciderti, ma io non lo farò. Ti catturerò."
Una risata roca e gutturale uscì dalle labbra dell'uomo. "Se vuoi continuare a vivere bambina, dovrai eliminarmi."
"Mi stai sottovalutando."
Lanciò contro la Palla di fuoco Suprema, ma il consigliere la evitò. Era molto veloce per un uomo così grosso e della sua età. Lei si voltò appena in tempo per vederlo arrivare, le mascelle aperte pronte ad azzannarla. Lei scartò giusto in tempo, ricevendo solo un colpo allo stomaco che le fece mancare il respiro.
Si riprese in fretta, ricominciando a tartassarlo con pallottole infuocate. Voleva mantenerlo il più distante possibile, per evitare i suoi maledetti denti. Però la tecnica pareva non funzionare. Lui evitava i suoi colpi, cercando di avvicinarsi sempre più a lei. Shiori continuò a bombardarlo, cercando di sfiancarlo, ma soprattutto cercando di pensare ad una nuova strategia.
Studiò l'uomo ad un livello più profondo. Il consigliere credeva che se si fosse avvicinato a lei, avrebbe potuto benissimo eliminarla. Era molto sicuro di sè e delle sue capacità. La ninja solitaria pensò che fosse ora di smettere di aver paura. Avrebbe lasciato che l'uomo entrasse nella sua zona di sicurezza, che le si avvicinasse. A quel punto lui avrebbe di certo creduto di essere in vantaggio, e lo sarebbe stato, ma, a volte, essere troppo sicuri di sè poteva essere deleterio.
Smise di colpirlo con le Pallottole Infuocate e fu lei stessa a scargliarsi contro di lui con le arti marziali. Era un omone gigantesco ed era difficile smuoverlo. Inizialmente aveva parato i suoi colpi senza troppa difficoltà, poi però aveva cominciato ad indietreggiare sotto quella raffica. Choza le aveva insegnato bene. Inoltre, lei aveva l'abilità di individuare in fretta le falle nelle tecniche avversarie.
Shi-Suchiru, ad un tratto schivò uno dei suoi colpi, colpendola con un potente calcio dritta allo stomaco. Volò per qualche metro, finendo a terra accanto al fuoco e sbattendo la schiena. Il consigliere fu ben presto sopra di lei, premendola contro il terreno con il proprio corpo. I suoi denti scintillavano, illuminati dal chiaro di luna. Era a qualche centimentro dal suo collo, lei teneva le mani giunte, un ghigno esultante apparve sulle sue labbra.
Piano piano un piccolo serpente nero avvolse il corpo dell'uomo sopra di lei nelle sue spire. Quando Shi-Suchiru si accorse che questo lo stava stritolando ormai era troppo tardi. L'aria cominciava a mancare dai polmoni del consigliere, la testa gli si faceva sempre più pesante e davanti agli occhi cominciava a vedere i primi puntini blu. Tentò di combattere contro la tecnica di Shiori, ma la mancanza d'aria gli rendeva difficile qualunque movimento.
Pochi secondi dopo, si accasciò sulla sua avversaria, svenuto. Shiori rilasciò la tecnica dello Stritolamento dell'Ombra e facendo pressione con braccia e gambe scostò l'omone da sè. Quindi si rialzò in piedi stiracchiandosi.
"Piaciuto lo spettacolo?" chiese al suo compagno, che ormai da qualche minuto stava osservando lo scontro in disparte.
"Mi era stato detto che eri forte, ma onestamente credevo che si riferissero solo al tuo potere Uzumaki."
Un impressionato Itachi Uchiha entrò nel cono di luce creato dal piccolo fuocherello. Shiori si portò una mano alla nuca un po'in imbarazzo.
"Allora ti occuperai di lui?"
"Lo interrogherò e ti farò sapere quello che scoprirò."
"Poi di lui che ne farai?"
"Diverrà solo un brutto ricordo." rispose con un'eccessiva tranquillità per essere uno che presto avrebbe commesso un omicidio.
Doveva però ammettere che quell'uomo sapeva troppe cose e quella era l'unica soluzione possibile.
"Ho promesso a Tanoshiji di portargli uno dei suoi denti prima di dargli fuoco."
Itachi si piegò sull'uomo e con un veloce gesto staccò una di quelle armi letali. "Ecco a te!" le disse porgendole il canino, umido di saliva ed insanguinato.
Shiori storse il naso per il disgusto, ma accettò quel piccolo premio.
"Quel ragazzo è fuori di testa. E tu sei ancora più pazza se credi davvero che, quello in cui sei andata ad invischiarti con lui, non avrà delle conseguenze."
"So quello che faccio." rispose con un tono che non ammetteva repliche.
Itachi, però, non era il genere di persona che si spaventava solo perché qualcuno faceva la voce grossa. "Sicura di non farlo solo perché ha un bel visino?"
"Non sono una ragazzina che si è presa una cottarella. Sono una ninja in missione per il suo Villaggio. Quello che faccio ha il solo scopo di portare a termine il mio compito." rispose, infervorata dalla così bassa opinione che il moro aveva di lei.
Egli fu convinto dalle sue parole. Quindi decise di cambiare argomento.
"Ti occuperai del Tricoda?"
"Non appena si sveglierà, vorrei provare a comunicarci."
"Stai attenta." Era preoccupato. I demoni erano imprevedibili e incontrollabili.
"Sei in ansia per me?" domandò, non senza aggiungere una piccola sfumatura di sarcasmo nella sua voce.
"Siamo compagni, giusto?" Chiese con una strana inflessione, quasi gentile, nella voce.
"Pare di si." Rispose accennando ad un timiso sorriso.
"Bene. Ora sarà meglio che vada."
Il moro si mise Shi-Suchiru sulle spalle e si apprestò ad uscire dal perimetro sigillato.
"Itachi!" La chiamata della ragazza lo fece bloccare per qualche secondo. "Grazie." gli disse incerta.
"E' stato un piacere." Rispose lui sincero, per poi proseguire per la sua strada.

Shiori aveva atteso a lungo che il Tricoda si svegliasse. Uno dei ninja che si erano rivoltati contro Pawaki era venuto ad informarla che il capo era morto. Ora Tanoshiji aveva il comando dell'Organizzazione. Lei gli aveva chiesto di riferire al nuovo capo, che anche la sua missione era andata a buon fine, ma che sarebbe rimasta sul posto ancora per un po', in modo da assicursi che Shi-Suchiru non avesse lasciato qualche trappola.
Cercava di allontanare i tristi pensieri che le annebbiavano le mente. Doveva essere lucida per affrontare il Tricoda, ma come poteva evitare di pensare allo sterminio che probabilmente era avvenuto al campo. Scosse la testa, scacciando via quei pensieri, concentrandosi solo sul suo obiettivo imminente: comunicare con il Biju.
Era quasi l'alba quando sullo specchio d'acqua calmo e piatto cominciarono a formarsi le prime increspature. Inizialmente erano solo leggeri movimenti dell'acqua, che poi divennero sempre più evidenti. Il gelido liquido ormai lambiva i piedi della kunoichi, che stava ad una certa distanza dal lago, ammirando quello spettacolo con un misto di terrore e meraviglia. Stava per conoscere una delle creature più antiche e potenti del mondo, era uno dei momenti più importanti della sua vita. Sperava che non fosse l'ultimo.
Aguzzò i sensi e fu invasa da una forte ondata di rabbia, senso di solitudine e desiderio di libertà. Fortunatamente, era preparata a tutto ciò e, nonostante la potenza del Biju, cercò di accantonare quelle sensazioni in un angolo.
Il demone risalì in superficie. Era enorme. La sua schiena era un guscio grigio, come quello di una tartaruga, anche se Shiori non dubitava che fosse molto più resistente. Questa corazza grigia ricopriva la maggior parte del suo corpo, al di sotto di essa la pelle era bordeuax. Le tre code sferzavano furiose l'aria, probabilmente in cerca di qualcosa da colpire.
Un albero cadde a terra a causa del potente impatto. Shiori era terrorizzata, non era sicura di poter controllare il demone, ma in quei giorni non aveva potuto fare a meno di notare un cambiamento in sè.
Il primo segnale l'aveva percepito quando Gorou l'aveva attaccata. Per un secondo aveva provato una paura irrefrenabile, che poi le era sembrato di percepire nel suo aspirante assassino. Poi Itachi le disse che aveva sentito una forte rabbia e frustrazione non sue, quando era entrato nel caveu sotterraneo del Villaggio del Vortice. Infine, un paio di sere prima aveva avuto l'impressione di aver trasferito a Tanoshiji il senso di vuoto e solitudine, che aveva percepito dal Tricoda. Forse quelle erano le conseguenze dell'iniezione fattale da Orochimaru a Suna, quella che ormai le pareva una vita prima.
Se quello era il suo nuovo potere, doveva imparare a controllarlo. In quel momento però non ne aveva il tempo, doveva provare ad usarlo per impedire al Biju di ucciderla.
Si concentrò e cercò di indirizzare verso il demone sensazioni di calma. Non sapeva esattamente come fare, non aveva mai tentato una cosa del genere volontariamente. Ad un tratto dovette chinarsi per evitare una delle code dell'essere gigantesco. Forse non avrebbe dovuto lasciare che si svegliasse. Però aveva bisogno del suo aiuto.
Il demone percepì la sua intrusione e scaraventò con forza su di lei tutta la sua furia. La ragazza ne fu invasa, urlando di rabbia e dolore, iniziando a perdere sè stessa in quell'uragono di furore. Cercando dentro di sè la forza, si aggrappò ai suoi ricordi: la felicità, il dolore, gli affetti, l'amore. Se si concentrava su quei sentimenti potenti poteva ricordarsi chi era. In questo modo, lentamente riuscì ad allontanare da sè l'urlo emozionale del Tricoda.
Fu scaraventata a terra quando, finalmente, l'antico essere riuscì a colpirla in pieno su una spalla. Rimase sdraiata a terra, incapace di muoversi, a causa dello sforzo e del dolore fisico. Nonostante ciò, non cedette. Ad un tratto sentì un cambiamento e capì di esserci riuscita.
Le sue emozioni fluttuavano nell'aria pronte a dirigersi dove lei avrebbe ordinato loro. Focalizzò i suoi pensieri sul Tricoda e gli inviò le sue sensazioni. In un primo momento incontrò un muro resistente, quasi impenetrabile, ma questo lentamente si allentò. Shiori non si illudeva che fosse merito suo. Il demone stesso aveva lasciato passare il suo messaggio, forse per curiosità. Dopo qualche minuto, in cui niente sembrò cambiare, il Biju si fermò, concentrando la sua attenzione sulla piccola creatura sdraiata a terra.
"Chi sei?"
La kunoichi percepì la voce profonda e antica del demone dentro la sua testa.
"Shiori Nara, ninja di Konoha. Sono in missione sotto copertura per il mio Villaggio. Qui sono conosciuta come Kasumi o Supekutoru." Si limitò a pensare, sapendo che lui l'avrebbe ascoltata.
Completata la propria presentazione, tentò di rialzarsi in piedi, ma le sue gambe cedettero. Aveva sprecato troppe forze contro Shi-Suchiru, poi per controllare quello che pareva essere il suo nuovo potere. Quindi strisciò verso un albero, al quale appoggiò la sua schiena, mettendosi a sedere.
"Cosa vuoi da me, Shiori Nara?" Era curioso. Non aveva una conversazione con uno di quei piccoli esserini da molto tempo. L'ultimo era stato il suo Jinchuriki.
La piccola umana, gli spiegò che la Kumori voleva inserirlo in una nuova Forza Portante, ma che lei era riuscita a ritardare l'evento. Lui avrebbe dovuto starsene tranquillo per il tempo necessario. Inoltre, lei aveva delle domande da porgli riguardanti l'Eremita delle sei vie.
"Non ho ragione di rispondere alle tue domande, ne di starmene tranquillo ad aspettare che i tuoi futili piani abbiano successo." Le ringhiò in risposta.
"Invece si!" Rispose lei determinata.
La piccola creatura aveva paura di lui, ma non per questo sembrava meno sicura sè. Il demone apprezzava il coraggio. Ciononostante scoppiò in una forte risata divertita.
"Bambina, credi davvero di essere in grado di fermarmi?"
"No, certo che no. Ma io sento quello che provi. Ti senti solo. Prima eri circondato dai tuoi fratelli, ora siete lontani. Ciò che vuoi è riavere la tua famiglia o, quantomeno, la libertà."
Era il potere che aveva che le faceva capire tutte quelle cose. L'avrebbe uccisa per la sua sfacciataggine, ma lei lo guardava con dolcezza. Sembrava sincera quando diceva di capirlo.
"Se attenderai il tempo necessario io ti renderò libero. Farò in modo che tu vada in un posto dove non potrai essere trovato. In un lago più grande di questo, se ti piace l'idea." Gli sorrise complice. Aveva percepito dentro di lui il piacere nel sentire sbattere i freschi flutti sulla sua corazza. "Ho solo bisogno che tu mi aiuti a risolvere un paio di misteri e, quando sarà il momento, non sarò io ad impedirti di andartene."
Il ruggito del gigantesco essere rimbombò nelle pareti del suo cervello, scuotendole l'anima e facendola tremare di terrore.
"Voi stupidi umani! Credete di essere i padroni della terra? Tu dici che vuoi aiutarmi, ma ti vuoi servire di me, del mio potere, come tutti gli altri. Siete esseri così deboli. Pensi davvero che io ti debba qualcosa solo perché mi hai liberato?"
La ninja solitaria faticava a mettere insieme un pensiero coerente dopo quell'attacco ma, alla fine, riuscì a balbettare qualcosa.
"Bi... Biju-sama, ti assicuro che non è così. Se non vorrai rispondere alle mie domande, non c'è problema, troverò un altro modo. Solo ti chiedo di startene qui buono finché non trovo una soluzione a questo pasticcio. Non è un posto così terribile dove vivere ed io non ti addormenterò. Poi, quando questa orribile storia sarà... sarà risolta, tu potrai fare quello che vuoi."
Passò una mano sulla sua fronte, asciugandosi il sudore causato dallo sforzo, ma non fece nulla per le lacrime che tanto avevano atteso per uscire. Il dolore, il rimorso e la frustrazione di quei giorni la invase facendola sussultare in incontrollati singhiozzi. Anche dopo che lei aveva terminato di piangere, il demone rimase in silenzio per molto tempo. Shiori sapeva che se avesse deciso di ucciderla, non avrebbe potuto fare nulla per impedirlo. Però non le sembrava un essere cattivo.
"C'è tanto odio in loro, ma solo perché hanno sofferto tanto. Forse, hanno solo bisogno di qualcuno che riesca a dimostrare loro di capire il loro dolore, e di volerli aiutare senza voler nulla in cambio. Vorrei tanto averne la forza." Le aveva spiegato Kushina quando lei aveva tentato di leggerla, rimanendo scottata.
"Posso attendere ragazzina, ma per ora non risponderò alle tue domande. Dimostrami che posso fidarmi di te e forse, un giorno, potrei decidere di darti una mano." Sentenziò infine la creatura.
Era ancora furioso e diffidente, ma la ragazzina sembrava diversa da tutte le altre persone che aveva incontrato. Infatti, sembrava che lei volesse veramente comprendere i suoi sentimenti.
Il volto della Nara si illuminò. "Perfetto. Grazie, Biju-sama."
"Isobu."
"Cosa?"
"Il mio nome è Isobu. Se dobbiamo passare del tempo insieme è meglio che tu lo sappia."

Scese dalla montagna la mattina dopo. Isobu le aveva infuso un po' del suo chakra per permetterle di tornare indietro con le sue gambe. Lo scontro con il demone era stato sfiancante, ma la ragazza pensava che con il tempo sarebbe potuto diventare un alleato.
Il campo era ancora pieno dei corpi di coloro che si erano schierati al fianco di Pawaki. Gli altri ninja erano seduti accanto alle loro capanne, riprendendosi dagli scontri.
Le sembrava di essere tornata su un campo di battaglia durante la guerra. Tutte quelle vite, quegli spiriti stroncati, non si sa per quale ragione. Aveva un forte desiderio di urlare. Uno dei ragazzi del suo team di ricerca si avvicinò a lei.
"Tutto bene Kasumi-sama?"
"Si certo. Dove sono Tanoshiji e Zenko?"
"Nella residenza del capo."
"Grazie. Ora fate qualcosa per questi cadaveri. Quando uscirò di là, non voglio più vederne nemmeno uno in giro!" ordinò.
"Agli ordini Kasumi-sama."  
Fatto ciò, raggiunse quella che, fino alla sera precedente, era stata la casa di Pawaki. Lo spettacolo che le si presentò davanti la fece rimanere pietrificata.
Il suo vecchio capo penzolava, legato al tetto con una corda, avvolta intorno al suo collo. Il suo corpo era martoriato da delle pugnalate e il suo volto era tumefatto. Un conato di vomito la prese alla bocca dello stomaco, ma cercò di trattenersi.
Pawaki era un uomo malvagio, ma quella che aveva di fonte era l'opera di un uomo forse peggiore. Tremò per la paura. Stava per andare ad incontrare il mostro che aveva fatto tutto questo. Doveva riuscire a fingere di non provare disgusto, doveva fargli credere di essere felice per quella vittoria.
Percorse il lungo corridoio fino all'ufficio di Pawaki ed entrò senza bussare. Zenko stava ripulendo con uno straccio del sangue da una parete, mentre il nuovo capo giocherellava con degli occhiali spruzzati di rosso, appartenuti al padre.
"Kasumi!" esclamò, correndole incontro e posandole un bacio sulle labbra.
Lei non riuscì a rispondere al bacio, era ancora troppo sconvolta da quel massacro.
"Cosa succede? Qualcosa non va con il Tricoda?"
"No, tutto bene. Ti ho anche portato il dente di Shi-Suchiru." rispose con un tono piatto e consegndogli il canino appuntito.
Non riusciva a torgliersi dalla testa l'immagine dell'uomo appeso fuori dalla porta.
"Allora? Cosa c'è che non va?" chiese di nuovo il ragazzo, un po' innervosito dal fatto che lei non condividesse la sua felicità.
"Devi proprio lasciarlo lì fuori? E'... E' orribile!" balbettò.
"Resterà il tempo necessario a far capire cosa succede a coloro che si mettono contro di me." disse con fermezza.
Lei deglutì, cercando di sorridere. "Raccontami come è andata."
Lui la strinsè di più a sè.
"Era sorpreso dal fatto che io mi fossi rivoltato contro di lui. Negli anni si è indebolito, quindi è stato facile eliminarlo. Inoltre, mia madre gli aveva messo una specie di paralizzante nel cibo. Ha visto tutto quello che gli ho fatto."
Doveva allontanarsi da tutto quello almeno per qualche ora, giusto il tempo per non sentirsi così in colpa. Pawaki non era una brava persona, ma nessuno meritava una morte come quella.
"Deve essere stato difficile per te, Zenko. Una volta lo amavi." Si avvicinò alla donna con fare comprensivo.
"Non così tanto. Dopotutto lui ha fatto del male a mio figlio. Doveva pagarla."
Quando si trattava della sicurezza figlio la dolcezza spariva dalla donna, diventava fredda e spietata, come un mamma gatta che protegge i suoi cuccioli.
"Credo di aver bisogno di una doccia e di qualche ora di sonno. Quindi se non c'è bisogno di me..."
"No, vai pure." le concesse il ragazzo, per poi riavvicinarsi. "Grazie per tutto quello che hai fatto."
"Per te questo ed altro." mentì sorridendogli dolcemente.
Quando uscì evitò di guardare il corpo penzolante, ma esso sembrava richiamare il suo sguardo come una calamita.
Arrivata ai bagni vomitò finché non rimase più nulla nel suo stomaco.
Dopo la doccia, finalmente chiuse la porta della sua stanza dietro di sè si concesse di esprimere il suo dolore. Si sedette sul letto, avvolgendosi nelle coperte, mentre calde lacrime le rigavano il volto. Forse aveva sbagliato. Credeva davvero di poter controllare tutto quello? Quell'uomo era pazzo! Proprio per questo non poteva fare altro. Avrebbe ridotto quell'Organizzazione in tanti minuscoli frammenti. L'avrebbe cancellata dalla faccia della terra.

La ninja solitaria passò i due giorni successivi fingendosi felice per il risultato ottenuto, e ad organizzare il nuovo assetto della Kumori. In quei pochi momenti in cui riusciva a stare sola, cercava di riprendere il controllo di sè stessa e di non cadere nello sconforto. Sapeva cosa le serviva, la sua famiglia, Kakashi, ma nessuno di loro sarebbe arrivato ad aiutarla, non li avrebbe fatti rischiare solo per sentirsi leggermente meglio.
Si era messa a fare ricerche sulle chiavi dell'acqua e del vento, quando uno degli assistenti di Tanoshiji la venne a chiamare. Era attesa nell'ufficio del capo immediatamente.
Percorse velocemente la distanza tra la sua capanna e la residenza del capo. Nell'accampamento vi era molto movimento. Il biondo aveva messo all'opera i suoi sottoposti, aveva ristabilito le vecchie alleanze del padre e cancellato alcune amicizie che non gli andavano a genio. Tutto ciò sempre con molta diplomazia, grazie ai consigli della sua compagna. Di questo Shiori andava molto fiera. Riusciva a calmare l'animo del suo capo e a farlo agire per il meglio.
Cercò di evitare di posare i suoi occhi sull'uomo penzolante, ma l'odore cominciava a farsi sempre più opprimente. Sperava che, in giornata, Tanoshiji decidesse di sbarazzarsene.
Quando entrò nell'ufficio riconobbe immediatamente la piccola figura di Hisao. Il consigliere, voltato di schiena, era un uomo basso, sulla sessantina. Aveva lunghi capelli bianchi e una soffice peluria, dello stesso colore, che gli ricopriva il viso. I suoi occhi erano blu come il cielo. Nel complesso sembrava un vecchietto gentile, ma il suo passato era ricolmo di crudeltà.
Tutti gli sguardi delle persone nella stanza si diressero verso di lei quando la sentirono entrare. Hisao teneva tra le braccia un piccolo fagottino giallo. La ragazza tentò di percepire i sentimenti della bambina.
Leggere i neonati era semplice poiché essi non provavano sensazioni complesse, allo stesso tempo, però, i loro sentimenti erano così basici, quasi primordiali, da sembrare lontani anni luce da quelli dei più grandi. In ogni caso, la bambina sembrava tranquilla e dormiva profondamente.
"Ciao Kasumi." la saluto cordiale il vecchietto.
"Hisao-sama è un piacere rivederti." Gli si avvicinò e scostò leggermente le coperte che coprivano il bel faccino roseo e rotondo della bambina. "Come si chiama?" sussurrò per non svegliarla.
"Amaya, pioggia natturna, come quella che cadeva quando è nata. E' stato l'ultimo desiderio della madre."
Prima che tu la facessi fuori! Pensò con rabbia.
Lui le passò il piccolo fagottino tra le braccia. La bambina si mosse leggermente stringendo i pugnetti. Le accarezzò dolcemente il visino. Era così fragile ed innocente.
"Visto che ti occuperai del Tricoda, mia madre si occuperà di lei." ordinò il nuovo capo.
"No!" esclamò sin troppo in fretta. "Ci penso io." Riprese con più calma. "In questo modo potrò farli conoscere e allenarla in modo adatto per divenire il contenitore del Biju." Cercò di non suonare troppo protettiva nei confronti della piccola creatura, il suo tono doveva essere distaccato e professionale.
Tanoshiji la studiò a lungo. "Mamma tu cosa pensi?"
La donna incrociò le braccia al petto e ponderò la risposta.
"Ho molta più esperienza in fatto di bambini, ma sono anche impegnata con i miei compiti di medico dell'Organizzazione. Potrebbe occuparsene Hisao, ma lui deve addestrare le nuove leve. Kasumi ha molti compiti, ma sembra volenterosa nel portare a termine il compito."
"Bene allora è deciso." concluse Tanoshiji.
Shiori esultò internamente per quella piccola vittoria.

Più tardi stava seduta sul suo letto con la piccola Amaya tra le braccia. Non voleva accettare il biberon, continuava a piangere. La ragazza sapeva che aveva fame, ma allo stesso tempo sembrava leggermente spaesata.
Voleva la sua mamma, era chiaro. Un biberon e le braccia di un'estranea non potevano sostituirla.
"Mi dispiace per i tuoi genitori, Amaya. Vorrei tanto essere in grado di riportarteli."
Avrebbe usato il suo nuovo potere per calmarla ma, non essendo ancora in grado di controllarlo, aveva paura di farle del male. Poi, si ricordò della canzoncina che cantava a Shikamaru. Cominciò ad intonarla in modo sommesso, quasi timidamente, cullando la piccola.
Questa piano piano si calmò e prese a guardare incurisita la strana donna con i capelli blu. Quando la kunoichi le porse di nuovo la tettarella del biberon, l'accettò cominciando a succhiare affamata. Shiori le sorrise dolcemente.
"Ti prometto, Fiorellino, che ti proteggerò da chiunque vorrà farti del male."









Angolo dell'autrice.
Benritrovati!!
Devo dire che una volta tanto mi sento soddisfatta (spero che lo sarete anche voi!!!). 
L'arrivo del nuovo potere è stato provvidenziale ;) Senza non credo che Shiori avrebbe convinto il Tricoda. (Grazie Orochimaru-sama! Ogni tanto bisogna conferirgli i suoi meriti!)
Itachi si sta insinuando sempre di più nella storia. Quando ho cominciato a scrivere doveva essere solo un personaggio marginale, poi mano a mano che le idee mi si chiarivano è diventato sempre più essenziale. Ma lo adoro, perciò credo che fosse abbastanza naturale che finisse così.
Ringrazio tutti coloro che hanno avuto la pazienza e la forza di arrivare fino qui, e spero di ritrovarvi anche nei prossimi capitoli XD
A presto!!!

 
  
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