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Autore: Holy Hippolyta    18/04/2015    1 recensioni
Howard era cresciuto perdendo l’amore e per anni lo aveva cercato nei posti sbagliati, con Bernadette aveva scoperto tutte le forme possibili dell’amore, da quelle più spaventose a quelle più eccitanti.
Genere: Comico, Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bernadette Rostenkowski, Howard Wolowitz, Leonard Hofstadter, Sheldon Cooper, Sorpresa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 4
La deficienza del diritto
 
La mattina arrivò più in fretta del previsto. Era domenica e quel giorno Howard avrebbe incontrato suo padre, fissandolo in volto dopo più di vent’anni di completa assenza. L’appuntamento era per le dieci alla biblioteca della città: un orario e un luogo fatali.
Bernadette si offerse di accompagnarlo in auto e lui accettò ben volentieri. Provava a nasconderlo ma era molto agitato e non si sarebbe concentrato adeguatamente al volante. Lei però lo aveva intuito dal lungo silenzio che aveva caratterizzato il loro tragitto. Giunti, gli restò accanto fino alla facciata bianca e rigida del complesso.
: “ Ci siamo…” Furono le prime parole che riuscì a pronunciare mentre sbatté le mani tra loro, gesto che usava per caricarsi quando stava per cimentarsi in  qualcosa.
Era una mattina soleggiata sebbene ci fossero ancora rimasugli del gelo invernale, il traffico era stranamente tranquillo e i clacson erano ancora mansueti.
: “ Vuoi che rimanga?” Gli domandò premurosa, ma il marito scosse la testa: “ No, grazie. È una questione che devo affrontare da solo.” Disse quelle parole con una nuova calma, probabilmente perché ormai l’attesa era finita.
: “ Ok… allora quando arriva l’ora di pranzo chiamami per dirmi come va.”
: “ Conto di finire per mezzogiorno o poco più. Verrò direttamente da Leonard e Sheldon. Ti scriverò lo stesso.”
: “ A dopo, caro. E ricorda – Aggiunse,  toccandogli un braccio e con occhi furbi – se te la vedi brutta, sputagli in un occhio!”
: “ Non lo dimenticherò.”
: “ Sono orgogliosa di te. Ciao!”
Lui contraccambiò il saluto e appena la vide lontana  guardò l’ora al polso: era un po’ in anticipo.
 
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Ognuno s’era seduto in salotto in attesa che Leonard portasse il pranzo.
Solo un posto rimaneva fisso: quello di Sheldon, il suo punto zero se inserito all’interno di un grafico cartesiano con ascisse e ordinate. Intoccabile, immutabile e comodo sia per la cervicale sia per la conversazione, che permetteva una buona visuale per la televisione ed era vicino al termosifone per provare il giusto calore senza sudare. In tre parole: il suo posto.
Gli altri invece non avevano problemi ad alternarsi, anzi, era interessante osservare i commensali da un altro punto di vista. Infatti non avevano tutte le manie e le paranoie compulsive del fisico teorico dalla memoria eidetica.
S’era riunito il solito gruppetto di amici e questa volta c’era pure Stuart, il proprietario della fumetteria, il quale arrivò prima dell’orario che gli era stato comunicato per evitare di perdersi l’inizio del pasto. Peccato che Leonard fosse in ritardo per cui dovette sorbirsi per primo, insieme ad Amy Farrah Fowler, la sfuriata del dottor Cooper sull’importanza del rispetto degli orari per favorire, tra le altre cose, la regolarità intestinale.
: “ Cavoli – Disse sottovoce ad Amy – sapevo che parlava tanto… ma non così tanto!”
: “ E non è uno dei suoi giorni peggiori. Sei stato fortunato che tu non abbia assistito ad un cambio di programma.” Gli rispose la neurobiologa  sottolineando la non eccezionalità di quella parlantina concitata.
Sheldon non si accorse dello scambio di battute tra i due ma soltanto dello sguardo perplesso di Stuart e allora gli disse senza mezzi termini: “ Bene, quando avrai un parassita alieno che ti colpirà l’intestino costringendoti ad una data regolarità poi ne riparleremo.”
Il ragazzo riccioluto non poté replicare in quanto Penny, la fidanzata di Leonard, e Raj, l’astrofisico d’origine indiana, entrarono.
: “ Ciao a tutti!” Esclamò Penny con il suo sorriso solare.
: “ Siamo a posto! – Intercalò scocciato Sheldon – Adesso la gente entra pure senza bussare. Avanti così e la civiltà cadrà a picco in fondo al mare!”
: “ Dimmi, oggi è in uno di quei giorni?” Chiese la giovane e bella biondina ad Amy, la quale replicò: “ Niente di diverso. Leonard è in ritardo.”
: “ Di ben cinque minuti! Siamo in piena anarchia.”
: “ Rilassati Sheldon, il quarto d’ora accademico è tollerato!” Intervenne Raj prendendo il suo spazio sul pavimento.
: “ Nelle mie lezioni non c’è nessun quarto d’ora! Un’usanza barbara per gli scansafatiche.”
: “ Ed ecco perché sei chiamato dai tuoi allievi ‘ Professor Rompipalle Cooper’.” Si misero tutti a sorridere eccetto Amy, la quale sapeva quanto il suo ragazzo soffrisse del fatto di non esser un bravo insegnante.
: “ Ed ecco perché quegli studenti li chiamo ‘rusticoni ignorantoni’.”
A quelle parole finalmente giunse Leonard che aprì maldestramente la porta poiché pieno di sacchetti e scatoline da asporto. Penny corse ad aiutarlo mentre Sheldon gli si pose davanti con le braccia incrociate e con aria di rimprovero: “ Ma dove ti eri cacciato? Ti eri perso via ad acchiappare farfalle?!”
: “ Sai com’è, ora che si riesce ad esaurire un tuo ordine il calendario cinese cambia segno.” Ribatté ironico Leonard, poco propenso ad udire critiche: aveva dovuto tollerare una coda indecorosa di clienti e la comanda complicata del suo coinquilino non era stata d’aiuto.
: “ Lascia stare, dai! Adesso si mangia! Ho una fame…” Penny voleva letteralmente gettarsi sul cibo invitante ma fu fermata dall’occhialuto Leonard: “ Un attimo! Mancano Howard e Bernadette! Li aspettiamo?”
: “ Perfetto Leonard, c’è qualcuno più ritardatario di te.”
: “ Strano, non è da loro… Raj – Domandò Amy – non ti han fatto sapere niente?”
: “ Ieri sera Howard ci aveva confermato di venire, ma nient’altro.”
Proprio in quel punto s’udì battere alla porta e Raj s’ammutolì:  erano loro di certo!
: “ Ciao, scusate il ritardo.” Disse Bernadette dopo esser stata accolta da Stuart.
Sheldon dava sempre  in escandescenze ma non ci badò nessuno perché tutti si chiedevano come mai fosse sola.
: “ Howard ci raggiunge più tardi!”  E mentre parlava si toglieva la giacca e appoggiava la borsa accanto  a quella delle sue amiche.
: “ Di bene in meglio.” Commentò ad alta voce Cooper, ed Amy gli puntò gli occhi addosso per dirgli silenziosamente di smetterla.
: “ Beh, iniziamo a mangiare altrimenti si raffredda! – Pure l’astrofisico era affamato e indugiare ulteriormente non faceva che aumentargli l’appetito. Tutti allora afferrarono il loro pasto ed immersero le forchette – Come mai Howard non è venuto subito? Aveva da fare?”
: “ Doveva incontrare suo padre…” Non poté concludere la frase che si scatenò una serie di reazioni collettive: la mandibola di Raj si abbandonò allo stupore, Amy e Sheldon strabuzzarono le pupille, a Stuart cadde per terra un boccone che stava per mordere, Leonard era impegnato a dar pacche sulla schiena a Penny, la quale si stava strozzando e tossiva convulsamente. Appena si riprese gridò: “ Cosa?! – Bernie rimase stupita da quelle espressioni incredule – Suo padre?! E quando avevi intenzione di dircelo?!”
: “ Credevo ve ne avesse parlato!”
: “ No, non ci ha detto proprio niente! Suo padre?! Ma … lui lui?!” Proferì Hofstadler sobbalzando sulla poltrona.
: “ No, il suo clone.” Replicò con una non velata ironia pungente.
: “ Sono riusciti finalmente ad attuare delle clonazioni?! E quando avevate intenzione di dirmelo?!” Interruppe Sheldon illuminandosi all’idea di creare un doppione di sé stesso.
: “ Sarcasmo, Sheldon” Gli suggerì Amy inclinandosi verso di lui.
: “ Pareva troppo bello per essere vero.” Il fisico non rimase troppo deluso: lo avrebbe saputo prima di tutti gli altri se avessero realizzato una perfetta clonazione.
: “ Raj, nemmeno tu lo sapevi?” In Bernadette cresceva sempre di più una brutta sensazione.
: “ Siamo amici del cuore, ma non posso leggere nella mente! Anche se mi sento un po’ offeso che me non l’abbia scritto sul nostro diario dei segreti.”
Ennesima confessione imbarazzante sul rapporto poco chiaro e a tratti ambiguo fra l’ingegnere e il ragazzo indiano, il quale sarebbe stato meglio non essere svelato.
: “ Adesso comincio a preoccuparmi…”
: “ Ti preoccupi solo ora? Mi pare un po’ tardi, ormai sono quasi una coppia di fatto…” Disse Penny, riferendosi al diario segreto ma non era ciò che intendeva Bernadette: “ No! Sono preoccupata del fatto che non vi abbia informato! Per quale motivo?”
: “ Non lo so! Raccontaci tu questa storia!”
E la ragazza narrò per filo e per segno l’intera dinamica e le reazioni del marito. Ci volle un po’ di tempo perché era una questione complessa e fantascientifica.
Gli altri mangiavano, ascoltando ghiotti di notizie, e sussultavano sorpresi.
: “ La signora Wolowitz cosa?!”
: “ Penny, hai perso il dizionario? Vedo che ripeti la stessa parola da un’ora.”
: “ Sheldon, zitto!”
: “ Non avrei mai pensato a una versione sexy di Debbie… non la so proprio immaginare. E dire che amo il fantasy!”  Stuart non poté fare a meno di ricostruire con la memoria la forma non propriamente seducente dalla donna, per quanto avesse imparato a volerle bene.
: “ Hai capito la signora! Anche lei aveva i suoi scheletri nell’armadio!”
: “ Se proporzionato alla sua persona direi che è enorme!”
: “ Povero Howard, non deve esser stato facile accettare di vederlo sapendo questo!”  Asserì Amy, per interrompere lo scambio di battutine sconvenienti tra l’astrofisico e il fisico teorico.
: “ No, Howard non lo sa. Sam voleva spiegargli tutto di persona, ecco perché dell’invito.”
: “ Per tutti gli struzzi da ventaglio spennati! – Proferì Raj – Chissà come andrà a finire.”
: “ Aveva assicurato che mi avrebbe scritto per pranzo. Ancora nulla…”
: “ Stai tranquilla, magari stanno parlando dei loro ricordi e han perso la cognizione del tempo.” La consolò Penny prendendole la mano.
: “ Oppure si stanno scannando e rinfacciando le reciproche mancanze.” Propose Leonard poco ottimista.
Bernadette fissava lo schermo del cellulare e immaginò la scena, agitandosi maggiormente: come poteva non chiedersi se avesse fatto bene a farli incontrare.
: “ Non avevi scelta. Sono certa che andrà tutto bene.” Le ragazze avevano circondato la microbiologa per farle sentire il loro sostegno.
Arrivarono le due e mezza del pomeriggio e dell’ingegnere non era pervenuto alcun messaggio.
Bernadette proruppe innervosita: “ Basta, devo sapere che succede! Ho un brutto presentimento…”
: “ E cosa vorresti fare? Irrompere in biblioteca e disturbarli?” Le domandò la bionda, cercando di trattenerla dal suo proposito.
: “ Veramente la biblioteca è chiusa. – Interloquì Cooper, lasciando tutti basiti – Alla domenica chiude alle dodici e mezza perché fanno solo mezza giornata. Cosa insensata perché la domenica è il giorno migliore per dedicarsi alla lettura perché si è a casa dal lavoro.”
Dopo un secondo di completo silenzio, la sposina esplose: “ Dov’è mio marito?!”
: “ Calma, calma! Provo a chiamarlo!” E Raj compose il numero dell’amico sperando di poter tranquillizzare la giovane sull’orlo dell’isteria, ma squillò a vuoto.
: “ Giuro che se quel pendaglio da forca ha fatto qualcosa ad Howard lo faccio marcire in galera con le gambe in bocca!”
: “ In che senso?” Le chiese inopportunamente Sheldon.
: “ Nel senso che gli romperò il fondoschiena!” Gridò, trasformandosi rapidamente in una sorta di Incredibile Hulk in miniatura e con la passione del rosa.
: “ È suo padre! – Intervenne Leonard – Cosa vuoi che gli faccia?”
: “ È uno snaturato! Quale padre sparirebbe per più di vent’anni  per poi farsi vivo per raccontare all’unico figlio una storia del genere?! Lo distruggerà! Doveva starsene rintanato nel suo nascondiglio e non tornare! Come starà Howie? E se nel litigare fossero arrivati alle mani? E se lo avesse rapito perché non lo voleva perdonare? È così fragile e leggero che quell’omone non farebbe fatica a tirarlo su…”  In preda al panico, la povera Rostenkowski-Wolowitz   non riusciva a trattenersi e gesticolava con movimenti scattosi.
Finalmente anche gli altri si resero conto che quel silenzio stava durando troppo e bisognava rintracciare l’ingegnere in ogni modo. La sola che ancora insisteva sul fatto di non dover fare gli investigatori o i curiosi era Penny: “ Ma chissà dove si trovano! E comunque sono dell’idea che non vadano disturbati.”
: “ Beh, non è la mia idea!” Replicò Bernadette marcando le sue parole.
Si misero a riflettere intensamente senza arrivare velocemente ad una soluzione.
: “ Volendo perdere tempo in questa questione, che non ci dovrebbe riguardare, suggerirei di pensare a un posto che possa essere di interesse per entrambi ed essendo un ritrovo, magari che susciti ricordi di eventi familiari o personali tali per cui la conversazione possa rimanere attiva e senza tempi morti. Come impone la migliore tradizione sociologica, che sguazza nel creare situazioni patetiche e lacrimevoli.” L’intervento di Cooper, per quanto nella sua modalità meccanica e dissacrante, fu illuminante per Bernie la quale sobbalzò dal divano e disse entusiasta: “ La casa d’infanzia!! Sheldon, sei un maledetto genietto!”
: “ Per essere un ‘maledetto genietto’ dovrei perdere almeno cinque punti del mio quoziente intellettivo.”  Precisò egli ma, ancora una volta, nessuno badò a quel commento, aumentando il suo stato di irritazione. Soltanto Amy lo rassicurò che l’espressione colloquiale dell’amica non intendeva in alcuna maniera sminuire il suo prezioso Q.I.
: “ Però ha ragione Sheldon: sono cose private di Howard e non abbiamo alcun diritto di metterci in mezzo. Ci richiamerà lui.” Pure Leonard cominciò ad appoggiare il pensiero della fidanzata, avendo preso in considerazione il dovuto rispetto per la delicata vicenda.
: “ Hai ragione. Voi non avete alcun diritto, invece io sì, essendo la moglie! Vado!” E rapidamente la donna scattò fuori dall’appartamento con giacca e borsa e sbatté la porta alle sue spalle con frettolosa non curanza. Aveva perso fin troppi minuti ad ascoltare le indecisioni dei suoi amici: era lei la consorte, per cui solo lei poteva prendere in mano la situazione.
: “Bernadette…!” Era inutile: la microbiologa era un uragano e il suo intuito, che non la deludeva mai, la guidava verso la dimora del passato di Howard, certa che ci fosse bisogno di lei e che il marito non riuscisse a comunicare per qualche misterioso ed inquietante motivo.
Raj avrebbe voluto seguirla ma alla fine si adattò alla linea comune ed aspettò pazientemente notizie direttamente dall’ingegnere.
Sheldon allora soggiunse: “ È l’ora di ‘World of Warcraft’?”
Tutti si girarono a guardarlo con facce perplesse, quando poi gli scienziati risposero all’unisono come se non fosse accaduto niente poco prima: “ Va bene!”
: “  Ehi , ragazzi! – Li sgridò Penny con aria severa – Ma vi pare il caso?! Un vostro caro amico si trova in un periodo difficile con una moglie carrarmato e vi mettete a giocare?”
Inizialmente quelli chinarono il capo in segno di dispiacere e pentimento per la propria frivolezza, infine Leonard stesso concluse: “ Vero. Adesso c’è il dolce!”



 
 
 
   
 
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